NASDAQ100 WEEKLY - INARRESTABILI ! Gli indici azionari USA sempre più al rialzo.


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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Se l’anno 2020 era terminato con il botto, per gli indici azionari USA, il 2021 si è aperto ancora meglio. Lo scivolone di lunedì 4 gennaio è stato recuperato in fretta e con abbondanza viste le performance di fine settimana con il raggiungimento di nuovi massimi storici per tutti e tre i principali indici.

Fulcro di questo recupero immediato è stata senz’altro la vittoria dei senatori Democratici in Georgia che ha, de facto, tolto quella fase di incertezza che ancora aleggiava a livello politico e della quale parleremo di seguito ma, di contro, nei giorni successivi le tensioni non sono mancate: dal disastro al Campidoglio in seguito alle notizie provenienti dalla Georgia che ha prodotto, oltre alle 5 vittime ed un numero imprecisato di feriti e di arresti, ulteriori ribellioni da parte di Repubblicani di spicco. Il vice-presidente, Mike Pence, oltre a condannare l'episodio, ha certificato la vittoria di Biden, e Trump sembra disposto, in base alle ultime dichiarazioni, a permettere una transizione pacifica dei poteri, anche se non ammetterà mai di essere stato sconfitto, ma di questo parleremo più approfonditamente di seguito; ai casi COVID con numero di contagi e morti che hanno ripreso a salire; alle perdite di posti di lavoro nel mese di dicembre sia nel settore pubblico che in quello privato.

Quello che Wall Street ci ha riconfermato in settimana è che i numeri negativi usciti saranno abbastanza prontamente recuperati sia lato COVID (con l’approvazione di vaccini di case farmaceutiche diverse, l’immunizzazione di gregge dovrebbe essere più rapida) sia a livello macro (occupazione, ripresa dei consumi, ecc.) in quanto, alla base di tutto, ci sono gli stimoli fiscali che verranno, molto probabilmente, ampliati e non di poco dalla nuova amministrazione, sia alle famiglie che alle aziende. Gli investitori non sanno più su quali strumenti mettere i soldi, ecco il motivo per il quale il valore dei bitcoin è salito al record di 42000 $ e la capitalizzazione delle Criptocurrency è pari ad 1 trilione $, la capitalizzazione di TESLA equivale a oltre 1,6 milioni $ per ogni auto venduta in un anno, contro i 9.000 $ di General Motors e le IPO quotate nel 2020 sono state al livello record di 480 società. Fate conto che la capitalizzazione raggiunta dal bitcoin è al netto di investitori poco propensi alla forte volatilità e non viene accumulato dalle banche centrali mondiali. In altri tempi, neanche troppo lontani, si sarebbe parlato di follia finanziaria, oggi rappresenta la normalità. Mahh….!! Di seguito il grafico del grado di euforia che attualmente è presente sui mercati:

Ad inizio della scorsa settimana anche il rapporto PUT/CALL sulle opzioni dell’indice S&P500 si era abbassato addirittura sotto lo 0.40 per poi salire di poco, dopo gli incidenti, a 0.44 nel fine settimana, confermando le scommesse per un mercato ancora rialzista (v. grafico):

E passiamo all’analisi grafica del nostro indice preferito, il NASDAQ100, che oltre a recuperare lo scivolone del 4 gennaio, nel fine settimana è riuscito a registrare un nuovo massimo storico a 13113.09. Graficamente continuiamo ad essere in piena onda 5 di 5 ed il rialzo, nonostante i continui nuovi massimi, riesce a mantenersi sotto la zona di ipercomprato. Come possiamo notare le aree di resistenza, riportate nei precedenti articoli, sono state sempre sentite dai prezzi, prima in area 12920 ed ora in area 13100. Inutile dire che segnali di inversione ne se ne vedono e che il trend proseguirà ancora, magari con salutari pullback, ma lo scoprire nuovi territori sembra diventato il nuovo mantra degli investitori. Quindi, prossima resistenza in area 13500, a seguire area 14200, mentre al ribasso in area 12500/450 troviamo il ritracciamento del 27,2% dell’ultima gamba di rialzo (4-5 bianca) ed a seguire area 12200 ritracciamento del 38,2% e conseguente chiusura del gap a 12378 dell’11 dicembre scorso. La settimana si è chiusa a 13105.20 con un guadagno del + 1,68%.

Anche sull’indice S&P500 ottima apertura di anno con guadagni superiori agli altri due indici di riferimento. Dopo lo scivolone di lunedì scorso, pronto recupero e nuovo massimo storico registrato nella giornata di venerdì a 3826.69. Graficamente il rialzo ha superato e si sta distaccando dalla trendline tracciata dai minimi del dicembre 2018 passante sotto i minimi dell’ottobre 2019 e ciò ha causato l’innalzarsi del livello di RSI che ora lambisce la zona di ipercomprato. Ovviamente nulla di preoccupante, ma iniziare a porre un minimo di attenzione è d’obbligo. I prezzi si sono fermati appena sopra l’area di resistenza di 3820 e sarebbe salutare una breve pausa per caricare le batterie per andare all’attacco della prossima resistenza ed obiettivo finale, per il momento, l’area 3900/3950.  Di contro troviamo il supporto in area 3650, ultimo swing e ritracciamento del 27,2% dell’ultima gamba di rialzo, poi l’area 3600/3590 ritracciamento del 38,2%. La settimana di contrattazione si è chiusa a 3824.68 con un guadagno del + 1,83%.

Infine l’indice DOW JONES che segue l’andamento degli altri due indici fissando un nuovo massimo storico a 31193.40 nella giornata di giovedì. Graficamente sembra seguire pedissequamente la trendline tracciata dal minimo del dicembre 2018 passante sui massimi di settembre 2020 senza andare in area di ipercomprato. Al momento il rialzo si è fermato sulla resistenza posta in area 31100 estensione del 161,8% dei precedenti, massimo di settembre e minimo di fine ottobre; la prossima resistenza è posta in area 32200, estensione del 200% della precedente onda correttiva, mentre un primo supporto lo troviamo in area 29200 in attesa di chiudere, eventualmente il gap di inizio novembre 2020. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 31097.97 il che porta ad un guadagno settimanale del + 1,61%.

ORO INDEX

Non abbiamo finito di scrivere, la scorsa settimana, che gennaio era statisticamente un mese “d’oro” per l’Oro visto che dal 2013 non aveva mai riportato perdite di valore ed ecco subito il mercato a tentare di smentire anche questa statistica, ma solo tentare in quanto il mese è appena iniziato ed i cavalli si vedono all’arrivo. Infatti la verità di questo forte ripiegamento dei valori che si è registrato nella giornata di venerdì recita che la maggior parte delle vendite si è verificata nei mercati dei derivati, quindi ​​compravendita di carta tra Londra e New York. Questo grafico del Comex mostra l’andamento dei contratti futures sull'oro con scadenza febbraio 2021 nelle ultime 24 ore:

Pochissimo oro fisico, se non NULLA, è stato effettuato con transazioni da parte di istituzionali durante questa vera e propria imboscata sui prezzi. La svendita è iniziata solo DOPO la chiusura dei mercati fisici asiatici per il fine settimana e l'apertura di Londra. La prima grande spinta sotto i 1900 $ non è iniziata prima delle 03:00 del mattino. Questo è stato un primo tentativo del mercato della carta (futures).

Inoltre, il sell-off non è stato innescato da notizie o eventi specifici. In effetti, e lascio ai lettori il compito di verificare da soli, almeno il 90% delle volte l'oro subisce una svendita imprevista in questo modo prima e in concomitanza con il rilascio dell’importante rapporto mensile del governo sull’occupazione. Il rapporto di oggi è stato di gran lunga peggiore del previsto e questo avrebbe dovuto essere un catalizzatore rialzista per il prezzo dell'oro (e dell'argento) e non viceversa.

Il continuo ribasso del dollaro e l'aumento del rendimento dei titoli del Tesoro USA che si avvicina al 2% (attualmente all'1,863%), non spiegano l'attuale azione dei prezzi dell'oro anzi, uno studio di Adam Hamilton che risale ai primi anni '70 dimostra che il miglior tasso di rendimento periodico dell'oro si verifica mentre i tassi di interesse aumentano. Questo perché l'aumento dei tassi, tra le altre cose, riflette l'aspettativa di aumento dell'inflazione.

Inoltre il già elevato P/E dei titoli dell’S&P500 finora e l’aspettativa che cresca ulteriormente nella stagione delle trimestrali appena iniziata, pone seri dubbi alla veridicità dei prezzi attuali della commodity. E’ pur vero che, a più riprese su queste colonne, abbiamo asserito che le basi dell’economia del secolo scorso sono state stravolte, a più riprese, negli anni dal 2000 ad oggi ma, come al solito, si sta esagerando non riuscendo a trovare un equilibrio che è fondamentale per un prosieguo più attinente alla razionale realtà dei numeri che alla fantasia (bitcoin e TESLA docet !).

Con ogni probabilità, la manipolazione dei prezzi di venerdì anticipa un altro grande giro di stampa di denaro da parte della FED. Questa connessione salta agli occhi guardando l'andamento dei prezzi dell'oro nell'estate del 2008, prima del salvataggio delle grandi banche da parte del Presidente della FED di allora, Ben Bernanke, con l'enorme svendita di oro avvenuta a marzo 2020 in vista di un'operazione di stampa di denaro ancora più grande iniziato dall’attuale Presidente della FED, Jerome Powell.

Non è un mistero che con l’avvento del governo Biden alla Casa Bianca, al fine di finanziare il programma di spesa multimiliardaria ("stimolo") dei DEM, la FED stia preparando un'altra grande operazione di stampa di denaro, forse anche più grande di quella del marzo 2020.

Secondo noi, il motivo per impedire che il prezzo dell'oro aumenti è duplice. In primo luogo, è uno sforzo per sostenere il dollaro USA, che da marzo ha perso oltre il 12% del suo valore contro euro, yen, sterlina e franco svizzero. In secondo luogo, e forse più importante, per mantenere il mercato azionario statunitense sostenuto nel tentativo di impedire che un aumento sostenuto del prezzo dell'oro rifletta i rischi crescenti insiti nel sistema finanziario globale, di cui gli Stati Uniti sono la componente principale.

Dall’analisi grafica notiamo come il supporto posto in area 1850 $/oz. stia tenendo anche questa volta, la cui rottura proietterebbe i prezzi in area 1775 $/oz. (ultimo swing e ritracciamento del 50% dell’ultima gamba di rialzo). Viceversa, sarebbe molto importante recuperare area 1900 $/oz. per tornare poi sui valori di inizio settimana scorsa (1950 $/oz.). Anche il Platino che in settimana aveva guadagnato molto bene, venerdì ha perso tutto il guadagno settimanale ma, comunque, non ha seguito il destino avverso di oro ed argento, il che non può che farci piacere vista la nostra posizione sul relativo ETF. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1835.40 $/oz. facendo registrare una perdita del - 0,63%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1848.44 $/oz. con una perdita del – 2,61%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

L'egocentrica e narcisista strategia di Trump post elezioni ha ottenuto il brillante risultato di regalare la maggioranza al Senato ai Democratici, e di demolire il partito Repubblicano. Salvo sorprese, i DEM hanno davanti 4 anni di maggioranza alle 2 Camere. Certo, una maggioranza di 1 voto (quello della Vicepresidente Harris) al Senato non permette di fare grandi cose: esiste il metodo del “filibustering” o ostruzionismo parlamentare, per aggirare il quale servono 60 voti. La “Reconciliation” o conciliazione, tramite la quale il Congresso può passare norme di natura fiscale con maggioranza semplice al Senato, aggirando il Filibustering, è utilizzabile solo una volta l'anno. E comunque con 50 voti contro 50, basta un’assenza, o un dissenso tra i DEM che si va in impasse. E anche alla Camera i DEM hanno una maggioranza di appena 11 seggi. Su queste basi, pensare che il neo presidente eletto, Joe Biden faccia il bello e il cattivo tempo, riesca ad approvare piani da 3 trilioni $, tasse e spezzatini di grandi corporations, etc. è forse un po' esagerato. Ma, come detto in precedenza, il mercato tenderà a prezzarlo, fino a che i nodi non verranno al pettine.

Che il 6 gennaio, il giorno del conteggio dei voti del collegio elettorale, i sostenitori dell’ormai ex presidente Trump si sarebbero fatti sentire era pronosticabile. Difficile però aspettarsi l’invasione del Campidoglio, con annessi scontri, evacuazione del Congresso ed un drammatico bilancio di 5 morti, tra i quali anche un agente di polizia, Brian D. Sicknick. Mesi conditi da azioni legali ed accuse di brogli elettorali lanciate dal profilo Twitter di Trump sono sfociati nella sommossa del Campidoglio. Lo stesso Trump, poco prima dei fatti di mercoledì, in un comizio fuori dalla Casa Bianca aveva sottolineato nuovamente la presunta illegittimità dei risultati elettorali.

Dopo la diffusione di un video messaggio in cui invitava i manifestanti a tornare a casa pur evidenziando ancora la propria convinzione sull’illegittimità dei risultati, sempre tramite il proprio account Twitter Trump aveva scritto: “Queste sono cose ed eventi che si verificano quando una sacra e schiacciante vittoria elettorale viene sottratta brutalmente a grandi patrioti che sono stati trattati malamente ed ingiustamente per così tanto tempo. Andate a casa con amore ed in pace. Ricordate questo giorno per sempre”.

Giovedì è arrivata anche la tardiva presa di posizione in merito alle violenze andate in scena al Campidoglio: “A tutti coloro che hanno preso parte agli atti di violenza e distruzione – ha detto Trump in un video - voi non rappresentate la nostra nazione. E a coloro che hanno infranto la legge, pagherete”. Nello stesso video il tycoon ha di fatto riconosciuto la sconfitta elettorale di novembre dicendo che “una nuova amministrazione si insedierà il 20 gennaio” sostenendo come ora si concentrerà “sull’assicurare una tranquilla, ordinata e trasparente transizione dei poteri”. Rivolgendosi ai suoi sostenitori, Trump ha detto: “So che siete amareggiati, ma voglio anche che sappiate che il nostro incredibile viaggio è appena iniziato”.

In tutto questo emerge anche il ruolo dei social network, cassa di risonanza nei mesi scorsi delle accuse infondate di frode elettorale portate avanti da Donald Trump. Già mercoledì, dopo i disordini a Washington, Twitter aveva preso provvedimenti nei confronti del presidente USA eliminando alcuni suoi tweet e bloccando il suo account per 12 ore. Venerdì il social network di Jack Dorsey ha deciso di sospendere definitivamente l’account da oltre 88 milioni di followers di Trump. Dopo la sospensione temporanea, il presidente uscente si era fatto di nuovo sentire con due tweet: “I 75.000.000 di grandi patrioti americani che hanno votato per me, AMERICA FIRST e MAKE AMERICA GREAT AGAIN, avranno una VOCE DA GIGANTE in futuro. Non subiranno mancanze di rispetto e non saranno trattati ingiustamente in alcun modo, misura o forma!!!” e successivamente aveva twittato: “Per tutti coloro che l’hanno chiesto, non andrò all’insediamento del 20 gennaio”.

Due uscite che secondo Twitter violano la loro policy; il messaggio che non sarà presente all’insediamento “viene ricevuto da diversi suoi sostenitori come un’ulteriore conferma del fatto che le elezioni non sono state legittime”. Il social network teme anche che il tweet possa essere visto dai supporter di Trump come un segnale in merito al fatto che sarebbe “sicuro” pianificare azioni violente intorno all’evento dato che l’ormai ex presidente non presenzierà. Twitter ha anche spiegato che il dipingere i suoi supporter come “patrioti americani” è stato visto da alcuni come una forma di sostegno alle azioni violente di mercoledì; mentre affermare che i sostenitori di Trump avrebbero avuto “una voce da gigante in futuro” minava l’idea di un’ordinata transizione dei poteri.

La sospensione permanente del profilo di Trump ha scatenato la reazione dello stesso magnate, che dall’account istituzionale @POTUS ha accusato Twitter di aver messo in piedi un’azione coordinata con i Democratici e la sinistra radicale rimuovendo il suo account per metterlo a tacere. Il tweet è stato eliminato dal social network, che ha detto che account istituzionali come @POTUS non saranno sospesi, ma potrebbero essere limitati.

Twitter, ma non solo. Il presidente uscente degli Stati Uniti si è visto limitare i propri account su altre piattaforme. Facebook ed Instagram hanno bloccato l’account di Trump a tempo indeterminato “e per almeno le prossime due settimane, fino a quando la pacifica transizione di potere sarà completata”, ha spiegato Mark Zuckerberg. Anche piattaforme come Twitch e Snapchat hanno disabilitato i profili del magnate, mentre Shopify (piattaforma di e-commerce) ha chiuso due negozi legati a Trump. Youtube, invece, ha annunciato che i canali con false affermazioni su presunte frodi elettorali riceveranno uno ‘strike’, provvedimento che comporta la sospensione temporanea del canale (tre strike in 90 giorni provocano la sospensione definitiva). Sul canale Youtube di Trump è già stato cancellato un video caricato mercoledì con false dichiarazioni in merito alle elezioni.

Intanto la speaker Nancy Pelosi ha detto alla Camera di andare avanti con la procedura di impeachment nel caso in cui il presidente non rassegni le dimissioni. Secondo quanto riportato da NBC News, tre Democratici pianificano di introdurre oggi, lunedì, almeno un articolo di impeachment relativo al fatto che Trump abbia incitato la sommossa. I Democratici hanno richiesto la rimozione di Trump, che secondo loro potrebbe disonorare ulteriormente le istituzioni o mettere a rischio altre vite. Pelosi e Chuck Schumer, leader della minoranza in Senato, hanno spiegato che invocare il 25esimo emendamento, che richiede il supporto del vice presidente Pence e della maggioranza del gabinetto, sarebbe il modo più rapido per assicurarsi che il presidente lasci il proprio incarico.

Dopo i fatti di mercoledì sono state diverse le prese di posizione contro il comportamento di Trump. Il segretario dell’istruzione Betsy DeVos (repubblicana) giovedì notte ha preso le distanze dal presidente ed ha rassegnato le dimissioni incolpando Trump di aver utilizzato una retorica che ha alimentato l’invasione del Campidoglio da parte di suoi sostenitori. Prima di DeVos, Elaine Chao (repubblicana), segretario dei trasporti, aveva annunciato le proprie dimissioni, in vigore da oggi. Altri funzionari, tutti repubblicani, dell’amministrazione si sono dimessi a causa della sommossa, tra questi Tyler Goodspeed (che dirigeva il Consiglio dei Consulenti Economici), Matt Pottinger (vice consigliere per la sicurezza nazionale), Mick Mulvaney (inviato speciale di Trump in Irlanda del Nord).

Dimissioni e…un licenziamento. NBC News riporta che la Casa Bianca ha sollevato dal proprio incarico Gabriel Noronha (repubblicano), funzionario del Dipartimento di Stato, che dopo i fatti del Campidoglio aveva scritto su Twitter che “Trump è completamente inadatto a rimanere in carica e deve andarsene”.

“Ciò che è accaduto ieri (mercoledì, ndr) è una vergogna. In quanto americano sono imbarazzato”, questo il commento dell’amministratore delegato di Trian Partners, Nelson Peltz, rilasciato alla CNBC in merito alla sommossa del Campidoglio. Peltz si è scusato per aver appoggiato la ricandidatura di Trump a novembre ed ha detto che il suo sostegno al presidente uscente era radicato nelle sue politiche economiche, in particolare nel commercio e nelle relazioni USA-Cina. Tuttavia Peltz ha spiegato che gli aspetti che riteneva positivi dell’agenda di Trump sono stati compromessi non solo dalla violenta insurrezione di mercoledì, ma anche dagli sforzi di screditare la vittoria di Joe Biden.

L’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Cina, Gary Locke (democratico) ha detto a CNBC che la sommossa del Campidoglio ha verosimilmente danneggiato la reputazione degli USA nel mondo. “La Cina sta ridendo di noi e sta dicendo che non siamo il modello di democrazia, civiltà e stabilità che abbiamo sempre chiesto al resto del mondo di sposare”, ha affermato Locke a The Exchange.

La scorsa settimana i Democratici hanno portato a casa un successo importantissimo in Georgia nei due ballottaggi per il Senato. I candidati dem Raphael Warnock e Jon Ossoff hanno vinto nel “Peach State” contro i Repubblicani Kelly Loeffler e David Perdue consentendo al loro partito di ottenere il controllo del Senato. Repubblicani e Democratici avranno 50 rappresentanti a testa e così la vice-presidente Kamala Harris diventerà l’ago della bilancia, chiaramente a favore dei dem.

POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE

La riunione del FOMC (il comitato che delibera in materia di politica monetaria), durante l’incontro di dicembre (i cui verbali sono stati diffusi mercoledì), ha votato per mantenere vicino allo zero il suo tasso d’interesse di riferimento a breve periodo. L’attenzione dei mercati però era rivolta alla discussione sul programma di acquisto di asset della FED. La banca centrale ha comprato ogni mese almeno 120 miliardi di titoli del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca; durante l’incontro è stato preso l’impegno di continuare su questa strada fino a quando non si vedranno “ulteriori progressi sostanziali” verso gli obiettivi in materia di inflazione ed occupazione. L’approccio al programma basato sui risultati ha raccolto unanime approvazione, anche se i membri hanno sottolineato come ciò non significhi che gli acquisti saranno legati ad obiettivi numerici specifici. I funzionari hanno convenuto che i mercati riceveranno il giusto preavviso prima che gli acquisti di asset saranno ridotti.

I membri hanno segnalato che una volta raggiunta la soglia degli “ulteriori progressi sostanziali”, la riduzione degli acquisti sarà graduale.

C’era stata qualche aspettativa sul fatto che il Comitato potesse accelerare il ritmo degli acquisti o estendere la durata delle obbligazioni. Quest’ultima mossa sarebbe uno sforzo per stimolare l’economia abbassando i tassi di interesse a più lungo termine.

I partecipanti all’incontro hanno anche rivisto le loro previsioni economiche per i prossimi anni. Si è registrato un minor pessimismo rispetto a settembre, con il Comitato che ha anche abbassato le proprie proiezioni sul tasso di disoccupazione. I dati economici al momento dell’incontro erano in gran parte migliori delle aspettative, anche se la crescita nel suo complesso risultava essere comunque decisamente sotto i livelli pre-pandemici.

Nel verbale viene dichiarato che “la ripresa economica fino ad ora è stata più forte di quanto previsto” anche se indicatori più recenti sono stati visti come segnali di un rallentamento del ritmo della ripresa stessa. “Con l’aggravarsi della pandemia in tutto il paese, ci si aspetta che l’espansione rallenti ulteriormente nei prossimi mesi”.

Il vice presidente della Fed Richard Clarida venerdì, durante una presentazione, ha detto al Consiglio per le Relazioni Estere che si aspetta che la banca centrale mantenga l’attuale ritmo di acquisto di asset per il resto dell’anno.

Ha dichiarato: “Per il modo in cui guardo i dati, penso che potrebbe passare un po’ di tempo prima di pensare a ridurre il ritmo dei nostri acquisti e sono piuttosto ottimista per quanto riguarda il panorama economico. Vogliamo vedere ulteriori progressi nel mercato del lavoro e muoverci verso il nostro obiettivo di inflazione del 2%, e penso che siamo ancora lontani dal poter dichiarare vittoria su questo”.

Intanto cresce il dato riguardo la quantità di moneta in circolazione, che lo scorso anno è aumentata ad un ritmo mai visto dalla Seconda guerra mondiale, lanciando quello che storicamente è un segnale positivo per l’economia. Secondo i dati della FED, alla fine dell’anno la quantità di denaro in circolazione ha toccato quota 2,07 trilioni di dollari, segnando un +11,6% rispetto all’anno precedente, il più grande incremento percentuale registrato in un solo anno dal 1945.

Un incremento dovuto a più aspetti. Significativo il contributo dello “stimulus” da 2,2 trilioni di dollari approvato a maggio dal governo, oltre alla stampa digitale di moneta della Federal Reserve che ha visto il bilancio della banca centrale aumentare di oltre 3 trilioni di dollari. Ma non solo, hanno contribuito anche l’enorme domanda da parte di banche centrali estere e la necessità di denaro in contanti durante periodi di incertezza.

Storicamente periodi di pericolo economico hanno coinciso con incrementi della moneta in circolazione, al contrario quando tutto il denaro si accumula conduce a tempi di boom economico.

Nick Colas, co-fondatore di DataTrek Research, ha spiegato: “La crescita annuale di denaro statunitense in circolazione raggiunge un massimo sempre all’inizio dei cicli economici. Sebbene possa essere un indicatore bizzarro, esso ha una solida storia nel segnare svolte decisive nell’economia”.

LA CINA RISPONDE

Tutto il mondo guarda con preoccupazione gli Stati Uniti dopo quanto accaduto mercoledì a Washington. O meglio, non solo con preoccupazione. Il professore emerito Paul Dibb, esperto di sicurezza nazionale all’Australian National University, in una nota ha detto che: “Xi Jinping e Vladimir Putin saranno felicissimi del caos che si sta sviluppando adesso negli Stati Uniti e saranno tentati di approfittare della situazione”.

Secondo Gorana Grgic, docente di politica statunitense e politica estera alla University of Sydney, alcuni apparentemente hanno provato piacere nel vedere “la democrazia americana sotto assedio”. Un sentimento che si sarebbe visto tra coloro che “sono considerati come competitor e forse perfino rivali degli Stati Uniti”.

A preoccupare Max Baucus, ambasciatore statunitense in Cina dal 2014 al 2017 ed ex senatore democratico, sono proprio le ripercussioni che la rivolta del Campidoglio potrà avere sulla politica estera ed in particolare la possibilità che i fatti di mercoledì vengano utilizzati come strumento di propaganda da Pechino, e non solo.

La Cina ha cercato di mettere in evidenza la discrepanza nel modo in cui gli Stati Uniti hanno inquadrato i tumulti del Campidoglio ed ha fatto un parallelismo con le proteste di Hong Kong, durante le quali, nel 2019, le folle vandalizzarono il palazzo legislativo della città cinese.

Global Times, tabloid cinese sostenuto dallo stato, ha pubblicato su Twitter una vignetta che raffigura lo Zio Sam che guardando in tv le proteste di Hong Kong dice “belle visioni”, mentre grida “sparate ai delinquenti” vedendo le immagini dell’assalto al Campidoglio.

DATI MACROECONOMICI

L’indice PMI manifatturiero di dicembre registra una leggera crescita rispetto al mese di novembre passando da 56,7 a 57,1 punti ed attestandosi sopra il consensus (56,5), che prevedeva un calo. Il dato relativo al PMI manifatturiero, a cura di Markit Economics, si trova sopra i 50 punti ormai da diversi mesi, nello specifico da luglio scorso. Anche nell’ultimo mese, come detto, il dato ha registrato un incremento, anche se meno marcato rispetto a quello di novembre su ottobre (+ 3,3).

I dati di dicembre sul PMI manifatturiero a cura dell’ISM tornano a salire dopo la flessione dello scorso mese. A dicembre, infatti, l’indice passa da 57,5 a 60,7 andando ben oltre le previsioni che stimavano un calo a 56,6.

Il dato elaborato sempre da ISM per il settore manifatturiero evidenzia nel mese di dicembre una crescita dei nuovi ordini che raggiungono quota 67,9 (+ 2,8 punti rispetto a novembre), pur restando sotto un consensus fissato a 74,8. Dopo la flessione di novembre, invece, l’occupazione nel manifatturiero torna sopra i 50 punti, passando dal dato precedente di 48,4 a quello di dicembre di 51,5 ed andando anche oltre le aspettative (consensus 50,7).

In calo, ma comunque sopra la soglia dei 50 punti, il dato PMI del settore dei servizi elaborato da Markit Economics. Il dato passa dai 58,4 punti di novembre ai 54,8 di dicembre, deludendo il consensus (55,3) che prevedeva comunque un calo rispetto al mese precedente. A dicembre scende anche il dato relativo al PMI Composite, che si attesta a quota 55,3 (- 3,3 rispetto novembre); numeri lievemente sotto il consensus fissato a 55,7.

Pubblicato in settimana dall’US Census Bureau anche il dato sugli ordini di fabbrica relativo a novembre, che registra un + 1%: leggermente sopra il consensus dello 0,7% e crescita leggermente inferiore a quella del mese di ottobre (+ 1,3% rivisto da + 1%).

Nella settimana a cavallo tra il 2020 ed il nuovo anno, dal 28 dicembre al 2 gennaio, il numero di richieste inziali di disoccupazione è sceso a 787 mila, appena sotto le 790 mila del dato revisionato riferito alla settimana precedente e sotto pure al previsionale di 800 mila. In generale le richieste iniziali di disoccupazione continuano ad essere sopra i livelli di pre-pandemia.

Positivo il dato elaborato dall’ISM in merito al PMI non-manifatturiero. Il consensus, pari a 54,6 punti, prevedeva un calo rispetto a novembre, calo che in realtà non si è concretizzato visto che il dato di dicembre ha raggiunto quota 57,2 (+ 1,3 su novembre). Quella di dicembre è la crescita più significativa degli ultimi tre mesi. Bene i nuovi ordini del settore dei servizi, che a dicembre salgono a 58,5 migliorando i numeri di novembre (57,2) e smentendo in positivo il consensus (54,9). Registra una flessione, invece, il dato riguardante l’occupazione, che dopo tre mesi torna sotto i 50 punti passando dai 51,5 di novembre ai 48,2 di dicembre.

Decisamente deludente il dato sui nuovi posti di lavoro non agricoli, che torna ad essere accompagnato dal segno ‘meno’, cosa che non accadeva dal crollo di aprile. Gli analisti prevedevano la creazione di appena 71 mila nuovi posti di lavoro a dicembre; il consensus però è stato ampiamente smentito da una perdita di 140 mila. Non va certamente meglio al settore privato, che registra la perdita di 95 mila posti di lavoro a fronte di una previsione di crescita di 98 mila. Anche nel privato il segno ‘meno’ non si vedeva da aprile.

Il tasso di disoccupazione a dicembre resta fermo al 6,7%, dato identico a quello del mese precedente. Percentuale giusto appena sotto il consensus del 6,8%.

FOCUS SU TITOLI

APPLE. Dopo la diffusione della notizia secondo la quale Hyundai sarebbe in contatto con Apple per discutere della produzione di un veicolo a guida automatica, la casa automobilistica venerdì mattina ha rilasciato un comunicato prendendo le distanze dalla notizia precedente e dicendo di essere stata contattata da una serie di potenziali partner per lo sviluppo di auto elettriche, senza più citare l’azienda di Cupertino. Giovedì sera, invece, si diceva che era già stata completata una discussione interna a Hyundai sulla partnership con Apple e si era solo in attesa dell’approvazione del direttore. La notizia è stata poi in parte modificata giovedì notte da Engadget (blog e podcast multilingue su tecnologia ed elettronica di consumo), che ha sottolineato come Apple sia in contatto con diverse case automobilistiche.

NIO. il produttore cinese di veicoli elettrici, ha presentato la sua prima berlina, la ET7 completamente elettrica, che andrà a scontrarsi con il Model 3 di Tesla, il modello più venduto. L'ET7 di NIO costerà 448.000 yuan (69.100 $), rispetto ai 265.740 yuan per il modello base Tesla Model 3. La berlina ET7 sarà disponibile all'inizio del 2022. L'ET7, ha detto NIO, ha un'autonomia dichiarata di 621 miglia. Tesla ha detto che l'autonomia della Model 3 standard è di 263 miglia; la versione a lungo raggio ha un'autonomia dichiarata di 353 miglia.

NIO ha anche lanciato una batteria più grande da 150 kilowattora e un sistema di pilota automatico aggiornato.

PORTAFOGLI AZIONARI

Se il Natale lo abbiamo passato bene, la Befana ancor meglio, ed al posto del carbone a noi, che abbiam fatto i bravi, ci ha portato in regalo ben 4 target sparsi nei due Portafogli. Molto bene ma non facciamoci l’abitudine, soddisfatti sì ma con i piedi ben piantati a terra. Iniziamo l’analisi con il Portafoglio “LombardReport” ed il primo tozzetto con vin santo ce lo ha portato il titolo italiano ENEL (+ 8,79%), a seguire il titolo europeo SOMFY (+8,99%) ed infine il titolo cinese quotato al Nyse, NIO (+ 14,81%). Nel complesso, ad eccezione del titolo BIOMARIN del quale conosciamo già la strategia e che comunque è in buon recupero, il Portafoglio riporta buone performance con due modeste negatività.

Passiamo ora al Portafoglio “The Challenge” il quale ci ha regalato una bella torta con il titolo WORKHORSE (+ 29,12%), una vecchia conoscenza che anche questa volta non ha tradito le aspettative. Del titolo TUI abbiamo scritto in separato articolo ed infine siamo entrati in acquisto sull’ETF relativo a società minerarie a bassa capitalizzazione sul mercato dell'oro e dell'argento e sull’ETF S&P500 Inverse in modalità secondo lotto. Anche su questo Portafoglio siamo posizionati abbastanza bene in attesa che altre opportunità si presentino alla porta. Infine, vi ricordiamo, che abbiamo aggiornato questo Portafoglio con le operazioni storiche fino ad oggi. Un link posto nel relativo disclaimer vi porterà alla visione di dette operazioni.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

MICRON TECHNO + 2,98%. L'azienda è un produttore e distributore di DRAM, memorie NAND Flash, sensori di immagine CMOS e altri componenti a semiconduttore, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2021 pari a 0,78 $/az. su un fatturato di 5,77 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,71 $/az. su un fatturato pari a 5,73 mld $. I ricavi sono aumentati del 12,2% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2021 tra 0,68 e 0,82 $/az. su un fatturato tra 5,60 e 6,00 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,63 $/az. su un fatturato di 5,50 mld $.

Sanjay Mehrotra, presidente e CEO di Micron Technology ha dichiarato: "Micron ha prodotto risultati fiscali eccezionali nel primo trimestre 2021, guidati da un'esecuzione mirata e da una forte domanda finale del mercato. Siamo entusiasti del rafforzamento dei fondamentali del settore DRAM. Per la prima volta nella nostra storia, Micron è simultaneamente leader nelle tecnologie DRAM e NAND e siamo in una posizione eccellente per beneficiare dell'aumento della domanda di trasformazione digitale dell'economia globale alimentata dall'IA, 5G e cloud".

WALGREENS BOOTS ALLIANCE + 13,37%. La società gestisce una catena di negozi di farmacie negli Stati Uniti. Rappresenta la tua farmacia sotto casa, che vende farmaci da prescrizione e da banco anche via, posta, telefono e online, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2021 pari a 1,22 $/az. su un fatturato di 36,31 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,03 $/az. su un fatturato pari a 34,85 mld $. I ricavi sono aumentati del 5,7% su base annua. La società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2021 pari a ca. 4,86 $/az. L'attuale stima degli analisti per utili pari a 4,79 $/az.

Il vicepresidente esecutivo e CEO, Stefano Pessina, ha dichiarato: "I risultati del primo trimestre hanno superato le aspettative mentre continuiamo a realizzare le nostre priorità strategiche. Come annunciato, abbiamo compiuto un importante passo avanti nella nostra trasformazione; stiamo disinvestendo la nostra attività di vendita all'ingrosso di prodotti farmaceutici con l'intenzione di utilizzare i proventi per accelerare i nostri investimenti nella sanità. Sebbene il contesto imprenditoriale rimanga impegnativo, ci stiamo preparando con agilità e disciplina e siamo fiduciosi circa le nostre previsioni per gli utili nell'anno fiscale 2021. Il nostro ruolo nel sistema sanitario non è mai stato così importante, poiché le comunità che serviamo continuano a rivolgersi ai nostri marchi di fiducia ed a farmacisti esperti".


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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.