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GAME STOP o GAME OVER?


Riceviamo e volentieri pubblichiamo un editoriale di Giuseppe Minnicelli, forse uno dei trader italiani più noti e già vincitore del Campionato di trading con denaro reale:

Tanto tuonò finchè piovve, o almeno così pare.

Il popolo del trading è riuscito in un solo istante a mettere in ginocchio grossi hedge, brokers di medio piccola taglia e, dulcis in fundo, tutti quelli che hanno sempre pensato a vendere allo scoperto titoli senza adeguata copertura, immaginando che comunque, titoli senza adeguati fondamentali possano scendere in tranquillità.

Tempesta perfetta? Ma no, quale tempesta, si chiama solo mancanza di preparazione, a 360 gradi.

O meglio, c’è chi ha pensato che forse forse era arrivato il momento per far capire che una visione a 360 gradi del mercato la si poteva ottenere anche mettendo a 90 per 4 volte i citati soggetti operativi.

Perché in questo caso la paura ha fatto più di 90. Ha fatto fare Bingo.

E tutti adesso a chiedersi quale alchimia abbia portato questo risultato immane, quale geniale mente ha potuto creare tale scombussolamento.

La mente di chi pensa, e non di chi pensa dopo, di chi sa quello che fa e non di chi si infila con approssimazione, di chi per una volta di più ha voluto far comprendere che il trading o la speculazione sui mercati la si può fare solo studiando e non sedendosi con facilità in una saletta corse.

Tanti si sono fatti male, alcuni fondi hanno chiuso, ma la verità, diciamola tutta, è che non è successo nulla di così incredibile.

Su di alcuni servizi di messaggistica un gruppo di traders che poi, con il tam tam dei social è diventato un numero elevatissimo, ha cominciato ad acquistare il titolo ritenendolo a torto o ragione sottovalutato, innescando le ricoperture degli hedge, che avevano scommesso sul ribasso del titolo.

In più, vari broker, hanno pensato di vendere, su basi che non immaginavano sarebbero diventate vere e proprie bombe ad orologeria, una montagna di opzioni call.

Ma se vendo una call e non ho il sottostante, è naturale che, se il prezzo deborda, devo consegnare il titolo: di conseguenza, con l’avvicinarsi del prezzo di mercato a quello della base venduta, l’intervento per l’acquisto a mercato è stato massiccio.

Sembrerà strano ma qui la matematica ha funzionato.

Due più due fanno quattro, e delle semplici ricoperture hanno trasformato l’operazione in uno short squeeze perfetto.

Quello che si auguravano all’inizio gli ideatori dell’operazione probabilmente, non immaginando che avrebbero creato un precedente storico ed una base di riflessione enorme, nonché un movimento enorme di caccia alle streghe, basato sulla stessa idea, sugli stessi principi, e che ha coinvolto tutta una serie di aziende quotate, da Express a Koss, ad Amc, e via via.

Oggi tutti a cercare i colpevoli. Ma non esiste colpevole, esiste un sistema che forse ha dimostrato che tutto è possibile, e che quando la situazione sfugge dal controllo, probabilmente il colpevole è da ricercare proprio li, e non tra chi ha avuto solo la scaltrezza, come nel poker con le “dal negro in mano”, di leggere le carte e di giocare guardando l’avversario in faccia.

Un avversario che ha sempre pensato che era bravo, come nel poker, chi vinceva.

E invece no, a poker è bravo solo chi senza carte non perde.

Ma credo che la lezione possa servire a tutti, pensando e capendo che si deve fare solo e sempre ciò che si sa fare, cercando di migliorarsi, e mai finire a cantare in coro… non gioco più… della grande Mina.

Per evitare che, almeno stavolta, il Game Stop resti solo una operazione di mercato e non sia un vero e proprio Game Over…

à bientôt Giuseppe Minnicelli

(articolo di Sandro Mancini)

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