L'era virtuale


Siamo di fronte alla manifestazione tangibile di un ologramma, la realtà virtuale si sta manifestando dinanzi ai nostri occhi, attoniti, sorpresi, ma anche affascinati, da un pensiero che si fa forma e materia viva.

E' sempre più difficile per un umile umanoide, raccontare ciò che una macchina sa inventare, ciò che un software programmato porta come effetti nella ripetizione ciclica di un algortimo.

Eppure stiamo vivendo davvero una realtà anticipata dal regista e dallo sceneggiatore di un film cult per gli amanti del genere fantasy, come Matrix.

E così rimane sempre più complicato ed imbarazzante raccontare di un mercato automobilistico mai così in difficoltà, viste le immatricolazioni di ottobre ai minimi di sempre, con un -30.3% e contemporaneamente avere BMW sui 93€ quasi al limite del suo massimo valore storico.

Un mondo virtuale appunto, in cui a nuovi lockdown imposti, la reazione del mercato porta alla ribalta titoli che producono essenzialmente servizi.

Come si possono vendere servizi se non vengono prodotti causa lockdown e causa strozzature dal lato dell'offerta e quindi con la carenza di materie prime, ancora non lo si è ben compreso.

Il tutto poi scaricato sulla popolazione civile sulla quale va ad abbattersi la scure inflazionistica.

Sempre in settimana il mondo è stato rassicurato dalla Lagarde a cui si è aggiunta anche l'autorevole voce di Paul Krugman il quale, in versione dichiaratamente filo governativa, ha sostenuto che l'inflazione sarà solo un fattore temporale e che in ogni caso è il male minore da accettare poichè un rialzo dei tassi porterebbe il licenziamento di milioni di persone.

Un'affermazione del genere però, porta con sè una considerazione quanto nascosta, quanto sostanziale, ovvero che l'economia, senza il QE sarebbe ridotta ad uno straccio, e se così è, cosa ci fanno gli indici mondiali a grattare settimanalmente punti mai esplorati prima?

E quindi l'unica risposta che si può dare all'interrogativo su dove confluisca l'infinita mole di denaro iniettata nelle vene dell'economia coincide con l'assunto che l'unica arteria irrorata perennemente con una dose da cavalli, pare essere quella dei derivati!

Derivati?! Ma non era stato detto di tenerli debitamente sotto controllo non più di 11 anni fa?

Non furono proprio le autorità di vigilanza a sentenziare che avrebbero vigilato senza indugiare sul meccanismo causa/effetto che qualunque loro azione avesse provocato sul mercato dei derivati?

Ci si è dimenticati tutto, come sempre, la storia insegna un aspetto curioso...che la storia per l'appunto, si ripete!

Il paradosso è che nei bar dei paesini, laddove le serate degli anziani e dei giovani vengono scandite solo dal tempo che scurisce di sporco le pareti e dal ruotare degli argomenti di discussione spinti dai mass media, proprio nel posto dove si va a cercare di dimenticare le difficoltà della vita e si va a cercare la risata dietro una barzelletta, l'argomento più diffuso è quello del mondo delle criptovalute.

Cosa c'è di più virtuale di una "non moneta", dematerializzata per il suo stesso valore, illiquida perchè non fatta di soldi reali e non scambiata con soldi reali, una moneta con cui solo il 3% dei possessori ha comprato o venduto un bene?

C'è da ammettere che agli onori della cronaca, ultimamente, venga molto utilizzato per la richiesta di riscatto dopo un rapimento, o come accaduto per il furto di dati sensibili ai danni della SIAE, richiesto come pagamento di riscatto per restituire gli stessi senza che venissero prima diffusi.

E allora sarebbe bene chiosare con la storia della moneta di scambio quale assunto base a sostegno del mondo cripto e piuttosto considerarlo per quello che è, uno strumento finanziario tutto tondo e nient'altro al momento, una merce di scambio in un mondo finanziario che si regge sull'immaterialità e sulla virtualità.

Sogni chimerici che ruotano attorno al virtuale e di voce in voce come vox populi vox dei, finiscono per alterare la percezione della realtà e far credere reale, ciò che è illusorio.

Sta a voi credere a quale realtà affidarsi, una sottile ragione di equilibrio, tra immaginazione e concreta realtà in un mondo come volontà e rappresentazione.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)