I settori dannati e i settori salvati: ma la bolla davanti a noi si sta per ingrossare ...


Basta guardare i grafici che arrivano dall’economia USA per capire che siamo davanti ad una bolla: una bolla immobiliare, una bolla macro, una bolla di produttività, una bolla di occupazione, una bolla di qualsiasi cosa che ci stia davanti. E se l’America corre l’Europa non può che camminare, almeno … Poi è chiaro che in questa pandemia c’è stata una divisione violenta tra chi è stato punito (commercio al dettaglio, ristorazione, viaggi, turismo ma anche semplicemente chi non si è saputo innovare) e chi invece lavorava nell’on line o nel settore degli altospendenti o semplicemente anche qui ha saputo cogliere il treno al volo.

Pubblico il grafico che segue che vi dà il polso di quegli imprenditori inchiodati in settori che non vedranno la luce fino al 2022 (quelli messi peggio sono chi organizza eventi e fiere eppure vedo in giro qualcuno che si culla nell’illusione di fare fiere nel settore finanziario nel mese di giugno e ottobre, poi per carità magari a livello di marketing serve a tenere stretta l’attenzione del pubblico ma crederci … boh …)

Negli USA il market breath (ovvero numero di titoli sopra la media a 200 giorni) è spaventosamente alto.

Ma qui sotto posto un indice che ha un effetto bomba: il Risk Appetite Index della BCA è sui massimi storici dal 1998 ad oggi e ben oltre quello di tutte le altre recessioni. In altre parole gli investitori sono talmente fiduciosi nel rimbalzo delle borse che accettano premi per il rischio bassissimi pur di partecipare alla festa (in termini dotti si chiama appetito per il rischio). E questo è il vero carburante dei rialzi.

Poi se analizziamo l’Italia viene da piangere: posto qui sotto il grafico dell’indicatore MC Clellan che in altri periodi ha guidato la nostra azione mentre oggi oscilla penosamente in orizzontale senza nessun vero segnale.  Pubblico anche, per quel che vale essendo sul daily, un Sequential  che con il countdown è arrivato alla terza barra di rialzo.