Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci


Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci

Piano Bar di Virginio Frigieri                                                 20/06/2021

Questa settimana devo giocoforza rovesciare il report.

Della non conferma del DJI su S&P500 e dei paralleli con quanto avvenuto nel 2000 avevo giusto parlato la settimana scorsa invitando per l’ennesima volta alla prudenza.  Che ci fosse parecchia attesa per il discorso di Jerome Powell a margine della riunione della FED di giovedì è fuor di dubbio ed anche se per ora sembra che non verrà toccato nulla fino al 2023 (a mio avviso qualcosa scatterà già l’anno prossimo ma è una mia personale sensazione) è chiaro che anche il solo fatto di parlarne mette nervosismo sui mercati dal momento che volenti o nolenti i tassi influenzano tutti i mercati dall’azionario all’obbligazionario, passando per le valute, senza tralasciare le commodity.

Per quanto riguarda gli indici di cui parlerò dopo, vediamo che il Dow Jones  dopo aver segnato a maggio il suo massimo storico, apre la seduta successiva con un deciso gap down. L’indice tenta poi di risalire la correzione innescata dal gap ma come spiegato in altri articoli i gap  si comportano esattamente come supporti e resistenze e quando il DJI ritesta lo spazio del Gap chiudendolo effettua un paio di tentativi per portarsi oltre ma viene respinto ed arriviamo alla seduta di venerdì che è la decima candela nera consecutiva con ulteriore gap-down proprio nella seduta di venerdì. Nel frattempo mercoledì in attesa della FED il dollaro ingrana la quarta (molti analisti davano già per scontato ciò che avrebbe detto Powell) e parte infilando tre sedute consecutive in deciso rialzo.

Questo ovviamente si ripercuote anche sulle Commodity quasi tutte in deciso calo rispetto alla settimana precedente. Giovedì ho quindi deciso di alleggerire il portafoglio per ridurre l’esposizione e recuperare un pò di liquidità in attesa di capire dove andrà a parare sua maestà il Dollaro. Ovviamente abbiamo contabilizzato un pò di perdite, ma considerando che gli ultimi ventotto trade hanno due sole operazioni in leggera perdita e i restanti ventisei tutti in largo profitto (solo tre hanno portato a casa meno del 20%) non è il caso di strapparsi i vestiti.

Dollar Index

Oggi iniziamo quindi la disamina partendo dal Dollaro perché la strappata rialzista apre diversi possibili scenari e dunque prima di decidere se ridurre ancora il portafoglio o fare qualche ricarico è bene analizzare le situazioni tecnica e fissare qualche paletto.

Vediamo quindi i due scenari che ritengo “più probabili", iniziando da quello che abbiamo seguito in tutti questi mesi per poi vedere l’altra lettura.

Come si vede dal grafico la strappata del Dollaro non invalida ancora il nostro quadro tecnico. Fino alla settimana scorsa ipotizzavo un’onda (5) che terminasse un po’ più in basso del minimo di onda (3) tra quota 87 e quota 88. Oggi dobbiamo gioco forza immaginare un’onda (5)  più estesa che andrebbe a terminare intorno a 83,50 dove chiuderebbe la [1] di grado primario. L’onda 2 ha già ritracciato il 76,4% di onda 1 ed ha quindi le carte in regola per potersi ritenere conclusa. Se fosse così il dollaro potrebbe riprendere la strada maestra rimettendo in carreggiata anche le nostre commodity.

OVVIAMENTE, questo scenario SALTA se il dollaro fa fuori il massimo di onda (4) (93,43).

Adesso vediamo dove potremmo aver sbagliato la nostra lettura.

Come si vede l’onda (3) di grado intermedio, poteva essere considerata chiusa nel punto dove nel grafico precedente abbiamo etichettato la chiusura di onda 3 di grado minor. Questo siglerebbe la chiusura di onda [1] che io aspettavo tra 87 e 88 al minimo di gennaio. Se è così l’onda [2] è già attiva da allora, e la strappata rialzista di questa settimana si colloca sull’onda (C) di [2].

E’ quindi evidente che dopo un primo alleggerimento, prima di decidere le prossime mosse sul portafoglio, diventa fondamentale la tenuta o la rottura del massimo di fine marzo a 93,43 punti.          

Indici Azionari USA

Sul Dow Jones, come accennato all’inizio, il major gap down del mese scorso si è rivelato al momento del retest una resistenza insormanotabile tanto che da quel livello si sono sviluppare 10 candele nere consecutive con l’aggravante di un ulteriore gap down proprio sulla barra di venerdi.

Ancora presto per definire la situazione del Nasdaq 100 che potrebbe andare a strappare ancora un massimo leggermente più in alto come mostrato nello scenario Alternativo.

Questo scenario tuttavia appare meno probabile perché non rispetta appieno le regole di un ending-diagonal. La prima ondata in particolare risulterebbe sproporzionatamente lunga rispetto alle onde successive. Se dovesse risultare un ending diagonal andrebbe catalogato nel contesto delle “figure rare”.

L’S&P500 ha chiuso la seduta di venerdì al di sotto della chiusura del 16 Aprile a 5185,47 punti che sarebbe l’onda iii di (iii) non etichettata per non rendere il grafico poco leggibile. La chiusura avviene per altro in prossimità della linea inferiore del canale di trend. E’chiaro che una rottura del canale sarebbe un primo importante segnale ribassista.

In definitiva se per ora il castello è ancora in piedi, qualche sinistro scricchiolio comincia ad avvertirsi.

Ricordo poi che anche sull’asse dei tempi siamo su un anno sul quale convergono tutti gli intervalli di Fibonacci che iniziano coi minimi e i massimi importanti degli ultimi novant’anni. come mostra questo grafico mostrato in un recente filmato da Murray  Gunn di Elliott Wave International.

Previsioni di Borsa : Bond USA rendimenti e prezzi

I prezzi del trentennale americano chiudono l’onda 4 e dovrebbero essere pronti ad una nuova discesa.

- Commodity

Sulle commodity per quanto detto prima, aspettiamo di vedere se il dollaro ha finito la sfiammata o sale ad invalidare il max precedente, perché in base a questo decideremo il da farsi sulle posizioni ancora aperte in portafoglio. La carrellata sulle commodity è fatta tenendo conto dei cali della settimana ma con un Dollaro ancora sotto quota 93,43. Solo per l’oro (altrimenti questo report diventa un romanzo, mostro anche il modello alternativo di cui dovremo tenere conto se il dollaro andrà oltre 93,43. Su alcune non è cambiato molto, mentre su atre si è dovuto stravolgere un po’.

Oro:

Se il dollaro non spacca tutto il modello rialzista dell’oro visibile sotto, può ancora stare in piedi, ma diversamente un modello alternativo va preso in esame e lo vediamo nel secondo grafico.

Qua l’onda (b) di grado Supercycle sarebbe terminata lo scorso anno ed ora saremmo all’inizio di onda [3] ribassista destinazione finale sotto quota 1.000$. Per ora meglio stare fermi.

Softs:

Cacao

Sul cacao, consideriamo non ancora finita l’onda [E] che a questo punto dovrebbe scendere pressappoco intorno al minimo precedente ora battezzato onda A. Abbassiamo lo stop da 2323 a 2300.

Caffè

La correzione sul caffè è più tipica delle seconde onde che non delle quarte. Abbiamo riclassificato il conteggio e abbassato leggermente lo stop da 143,8 a 140.

Cotone:

Per il momento manteniamo i conteggi e gli stoploss della scorsa settimana.

Zucchero:

Anche sullo zucchero per ora non stravolgerei nulla.

Grani:

Corn:

Sul mais arretriamo la conclusione di onda [4] e proviamo a ragionare su un (1)-(2) di onda [5].

Soia:

Sulla soia non cambia il conteggio precedente solo che onda [4] terminerà molto probabilmente un po’ più in basso.

Grano:

Sul grano ho dovuto rivedere l’intero conteggio dal minimo di giugno 2020 e riposizionare lo stop.

Metalli:

Platino:

Rivisto il conteggio e riposizionato lo stoploss.

Rame:

Sul rame consideravamo l’onda [5] già iniziata da un pezzo mentre col conteggio attuale deve ancora iniziare. Il target finale resta invariato.

Energetici

Crude Oil:

Sul petrolio ho riposizionato il conteggio ma il target finale non cambia.

alla prossima

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