NASDAQ100 WEEKLY - Continua la marcia inarrestabile degli indici azionari USA con nuovi record !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Il report settimanale salta una uscita, lunedì 19 luglio.

Solito scherzo da prete da parte degli indici azionari di Wall Street, che sembrano vogliano correggere per poi recuperare tutte le perdite accumulate in settimana, chiudendo addirittura in guadagno, anche se modesto (DOW JONES), ma dopo settimane di rialzi corposi. Ciò a testimoniare il supporto che la borsa di NY ottiene dai titoli tech e "stay at home" nonostante le tensioni sui tassi che hanno fatto un picco con il Dollaro forte rispetto a tutte le valute (ad eccezione dello Yen) che ha toccato 1.1783 contro Euro.

La lettura di questo fenomeno è unanime: il mercato vede il picco di crescita e inflazione alle spalle (una view che si rispecchia alla grande nella performance dei bonds) e teme l'impatto della variante Delta sulla riapertura dei commerci, quindi ritorna a cercare le operazioni che hanno “performato” durante la pandemia (tech e growth) e abbandona ciclici e value, soprattutto causata dal settore auto, che patisce le difficoltà di approvvigionamento di parti e semiconduttori (v. BMW, Volkswagen,Renault, in Europa e Ford, General Motors negli USA) e del settore bancario/finanziario. La rotazione si riflette anche geograficamente, con un “outperformance” degli USA vs Europa e resto del mondo molto più esposti a ciclici e value.

Certo, la citata rotazione settoriale da un importante contributo alla divergenza. A tale proposito, Sentimentrader.com ha osservato che la sottoperformance del settore "value" rispetto a quello "growth", misurata come ratio tra il Russell 3000 growth e il Russell 300 Value, è stata a sua volta estrema, raggiungendo il 7.5% in appena 21 sedute (un mese - dati al 6 Luglio vedi grafico):

A rendere il fenomeno più insolito è la circostanza che il “ratio” si trova in un trend crescente, come mostra la media mobile a 200 giorni (in altre parole da un anno il value sta outperformando il growth). Il backtest mostra che solitamente il trend resiste e quindi il value si riprende. In particolare dal 1950 ad oggi vi sono state 8 occasioni in cui, in un trend di outperformance del value, si è avuto un ritracciamento del 7.5% in 21 sedute. In 7 casi su 8 la correzione non ha prodotto un’interruzione del trend, e il “ratio” ha recuperato nei mesi successivi. E' nostra impressione, che questo trend (e l'Eurozona) debbano dare per lo meno un colpo di coda.

Un altro motivo della buona verve di Wall Street è da ricondursi al report (minutes) non eccessivamente aggressivo (hawkish) pubblicato dalla FED circa l’ultima riunione di giugno, nel quale diversi esponenti FOMC vedono ancora lontane le condizioni per il “tapering”, ciò si traduce in una FED senza fretta nell’avvio alla riduzione degli acquisti di Bond. Un po’ diversa invece la view sull’inflazione, che potrebbe essere alla base del grafico (dot plot) visto a giugno, che registra le previsioni di ciascun funzionario della FED in merito al tasso di interesse a breve termine della banca centrale, attualmente in un intervallo obiettivo compreso tra 1,5 percento e 1,75%. Nonostante la view generale rimanga quella di un’accelerazione dei prezzi transitoria, dai verbali infatti è emerso come una maggioranza considerevole dei membri del comitato esecutivo veda ora rischi al rialzo per l’inflazione, le minute FED non hanno offerto troppe emozioni. Diversi membri hanno osservato che i rischi di un’inflazione più persistente delle attese sono aumentati e che le condizioni per una riduzione degli acquisti potrebbero verificarsi prima di quanto ritenuto. Si è poi discusso a proposito del “tapering”, se vale la pena cominciare dalle mortgage backed securities (MBS) oppure ridurre proporzionalmente quelle e il treasury, una questione di scarso interesse per gli investitori, a parte quelli dedicati.

Cambiando argomento, proseguono intanto le tensioni tra CINA e Stati Uniti, con l’amministrazione Biden pronta ad aggiungere altre 10 società cinesi alla blacklist americana a causa di sospette violazioni dei diritti umani. La mossa fa seguito a quella del mese scorso, quando il Dipartimento del Commercio USA aveva aggiunto altre cinque società alla blacklist per accuse di lavoro forzato nella regione occidentale della Cina.

A sua volta in CINA continua a tenere banco la repressione da parte di Pechino sulle tech company che non rispettano le regole nell'utilizzo dei dati. Dopo Didi, altre aziende sono state inserite nell'inchiesta (per fare un esempio, Ali Baba scambia appena un 10-12% sopra i livelli di marzo 2020, avendo perso il 37% dai massimi). Chiaramente questa nuova politica mette a rischio un sacco di quotazioni di aziende cinesi a Wall Street. La stretta cinese su Didi, la società di ride-hailing (attività di noleggio auto con autista immediato) cinese da poco quotatasi al NYSE, potrebbe diffondersi anche alle altre società tech cinesi quotate oltreoceano. La CINA infatti ha annunciato che inasprirà le regole per tutte lo società che intendono quotarsi all’estero, modificando il processo di approvazione per le IPO. La notizia arriva in un momento in cui più di 30 società con sede in CINA e ad Hong Kong hanno consegnato i documenti per la quotazione a Wall Street.

Infine nella giornata di venerdì ha preso il via il G20 a Venezia. I leader finanziari del Gruppo delle 20 grandi economie mondiali hanno affermato di essere giunti a un accordo su come procedere verso un’“architettura fiscale internazionale più stabile e più equa”, secondo un comunicato della riunione di sabato. Il patto stabilirebbe un’imposta globale minima sulle società di almeno il 15% nel tentativo di impedire alle multinazionali di cercare l’aliquota fiscale più bassa. L’accordo sposterebbe anche il modo in cui vengono tassate aziende come Amazon e Google di Alphabet, basandosi in parte su dove vendono prodotti e servizi, invece che sulla posizione della loro sede. Nel frattempo, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha affermato che una manciata di Paesi più piccoli è ancora contraria, inclusi quelli a bassa tassazione come l’Irlanda e l’Ungheria, ma saranno incoraggiati a firmare entro ottobre.

Sul fronte tassi, il treasury 10 anni è tornato all’1.36%, minimo da fine febbraio, (in settimana abbiamo visto anche un picco a 1.29%), a indicare a sua volta che il picco di crescita e di inflazione è definitivamente alle spalle negli USA. I tassi reali sono tornati a -0.96%, ad appena 10/12 bps dai minimi marcati nell'epicentro della crisi. Direi che se la FED giudica presumibilmente temporaneo l'attuale picco dell'inflazione, i mercati dei tassi lo danno per certo (v. grafico rendimenti e breakeven inflation):

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Continua il momento positivo per l’indice tecnologico che in settimana (mercoledì) ha fatto registrare un nuovo massimo storico a 14891.19, proprio a ridosso della resistenza in area 14900. Inoltre il pullback settimanale è servito a chiudere il gap up aperto venerdì 2 luglio e la prossima uscita delle trimestrali economiche dovrebbe fornire ulteriore spinta per la continuazione del rialzo e nuovi record da raggiungere. L’unico dubbio è fornito dal valore dell’RSI che staziona ancora in area di ipercomprato. La situazione ideale sarebbe quella di un consolidamento o piccole correzioni su questi livelli da effettuarsi prima dell’uscita dei dati trimestrali economici che iniziano a metà luglio, soluzione ideale per portare l’attacco al successivo target posto in area 15500/15550. Possibili correzioni prima in area 14500, poi in area 14150, supporto dato dal ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e. La settimana si è chiusa a 14826.09 con un guadagno del + 0,71% che porta l’indice ad un guadagno del + 15,04% da inizio anno 2021.

Stesso discorso fatto per l’indice tecnologico, vale per l’indice S&P500 che fa registrare nel fine settimana (venerdì) un nuovo record a 4371.60. La dinamica dei piccoli passi sta premiando il trend rialzista dell’indice con un valore di ipercomprato prontamente rientrato sotto i 70. Quindi possiamo affermare che il prossimo target in area 4440/4450 (ca. un 2% in più) è a portata di mano considerando anche che i prossimi dati economici trimestrali dovrebbero battere in larga percentuale le stime degli analisti. Eventuali correzioni potranno avvenire nuovamente in area 4270 ed in seconda battuta con un re-test di area 4200. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4369.55, con un guadagno del + 0,40%, il che porta ad una performance del + 16,33% da inizio 2021.

Infine l’indice DOW JONES, che mostra sempre una certa debolezza rispetto agli altri due indici azionari principali. La chiusura settimanale ha recuperato tutta la perdita registrata nelle tre precedenti giornate di contrattazione. L’indice rimane sempre ad un passo dalla forte resistenza in area 35000 e quindi dal far registrare un nuovo record. L’importante, poi, sarà rimanere e consolidare sopra tale livello per poter ambire a raggiungere una nuova vetta in area 36400. Di contro eventuali correzioni nuovamente in area 34150/34200, poi sul supporto in area 33350 (ritracciamento del 38,2% della gamba rialzista d-e). Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34870.16 con un guadagno del + 0,24% il che riporta ad una performance del + 13,93% da inizio anno 2021.

ORO INDEX 

Metalli industriali e persino l'Oro in recupero, cosa che è strana con un Dollaro forte, ma non tanto con i tassi nominali e reali in forte calo. I tassi di interesse continueranno probabilmente a scendere in territorio negativo, il che continuerà ad alimentare il mercato azionario. A meno che non vediamo alcuni cambiamenti reali in termini di riduzione dell'acquisto di obbligazioni da parte della FED e fornitura di stimoli, i tassi continueranno a scendere. Gli asset in valuta reale, come Oro e argento, dovrebbero aumentare. Tuttavia, la FED non può permettersi che l'Oro aumenti di valore rispetto al dollaro o la fiducia della gente nel dollaro svanirà. Pertanto, la FED ha interesse a mantenere bassi i prezzi dell'Oro consentendo ai banchieri centrali di accumulare posizioni record nei mercati dei futures, quindi Oro su carta, fornendo liquidità fino all'attuazione di Basilea III. Ciò farà sì che il Net Stable Funding Ratio richieda una maggiore capitalizzazione per il metallo non allocato.

Vediamo ora i livelli dell’Oro. In settimana la commodity si è lasciata alle spalle l’area di supporto 1770 $/oz. e si è portata, più o meno stabilmente, sopra l’area 1800 $/oz. cosa mai successa nei precedenti 12 giorni. Ora è importante rimanere sopra tale area ed andare all’attacco della prossima resistenza posta in area 1850 $/oz. altrimenti perso il momentum rialzista, i prezzi torneranno nuovamente a testare l’area di supporto 1770/1750 $/oz.

Per quanto riguarda le altre due commodities presenti nel nostro Portafoglio operativo, la settimana ci consegna sia l’Argento che il Platino in fase laterale. Il primo riesce a rimanere agganciato all’area 26 $/oz., mentre il Platino non riesce a recuperare l’area 1100 $/oz. cincischiando in area 1080 $/oz. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1810.60 $/oz. facendo registrare un guadagno del + 0,58% che porta il deficit da inizio anno al – 4,46%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1807.9 $/oz. con un guadagno del + 1,15%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Potrebbe essere un’estate di intenso lavoro per il Senato. Venerdì scorso, infatti, il leader democratico Chuck Schumer, ha detto che il Senato potrebbe essere operativo anche durante la sua pausa di agosto per approvare il piano infrastrutturale bipartisan ed una risoluzione del budget che permetterebbe ai dem di mettere in atto una serie di priorità senza i voti dei repubblicani.

Schumer, prima del ritorno della camera a Washington previsto per questa settimana, ha scritto: “La mia intenzione per questo periodo di lavoro è che il Senato consideri sia la legislazione bipartisan sulle infrastrutture che una risoluzione del budget con istruzioni sulla riconciliazione, che è il primo step per passare una legislazione tramite il processo di riconciliazione”. “Si avvisa che il tempo è essenziale e abbiamo molto lavoro da fare. I senatori dovrebbero essere pronti alla possibilità di lavorare lunghe notti e nel fine settimana e di restare a Washington nel periodo di lavoro di agosto precedentemente programmato”.

Il presidente Biden, i leader democratici alle camere Chuck Schumer (Senato) e Nancy Pelosi (Camera) puntano a creare una rete di sicurezza sociale più forte, dare una scossa all’economia post-coronavirus e gettare le basi per frenare il cambiamento climatico. Tuttavia devono tenere conto delle diverse linee di pensiero all’interno del partito: alcuni liberali hanno criticato la mancanza di fondi nel piano bipartisan per affrontare la crisi climatica e la transizione verso l’energia verde, qualche centrista ha messo in discussione la spesa di trilioni di dollari per un disegno di legge appoggiato solo dai dem.

Giovedì scorso la speaker della Camera Nancy Pelosi ha ribadito che vuole che il Senato approvi sia il piano infrastrutturale bipartisan che la misura della riconciliazione di bilancio, prima che la Camera affronti una o l’altra proposta.

USA – CINA

Dopo l’incontro di mercoledì scorso con il Presidente russo Vladimir Putin, per Joe Biden all’orizzonte potrebbe esserci un importante e delicato dialogo anche con il presidente della Cina, Xi Jinping. Jake Sullivan, consigliere di Biden per la sicurezza nazionale, giovedì scorso ha detto che i due leader hanno in programma di “fare il punto su dove siamo nella relazione”. Sullivan ha spiegato che presto si valuterà la modalità di dialogo, che potrebbe avvenire tramite chiamata, ma anche a margine di un altro summit internazionale. E a tal proposito, l’incontro potrebbe avvenire proprio nel nostro paese. Ad ottobre, infatti, l’Italia ospiterà una riunione del G20, alla quale dovrebbero partecipare sia il Presidente americano che quello cinese. Sullivan ha detto che non sono state prese decisioni definitive.

Sullivan ha tracciato un bilancio positivo del viaggio in Europa del Presidente USA: “Il punto è che Joe Biden in questo viaggio ha indossato il mantello del leader del mondo libero con sicurezza ed abilmente”. “Il Presidente precedente aveva ceduto quel mantello e questo presidente l’ha recuperato con enfasi”, ha detto Sullivan.

Come riportato da Reuters, venerdì scorso 14 aziende cinesi ed altri soggetti sono stati aggiunti alla Entity List (della quale parleremo in seguito) degli USA per presunte violazioni di diritti umani e sorveglianza ad alta tecnologia nello Xinjiang. Il Dipartimento del Commercio statunitense ha detto che le aziende sono state “coinvolte in violazioni dei diritti umani ed abusi nell’attuazione della campagna cinese di repressione, detenzione di massa e sorveglianza ad alta tecnologia contro gli uiguri, i kazaki ed altri membri dei gruppi di minoranza musulmana nella regione autonoma uigura dello Xinjiang”.

In tutto il Dipartimento di Commercio ha aggiunto 34 soggetti, inclusi alcuni da Russia ed Iran ed altri cinque soggetti che supportano direttamente i programmi di modernizzazione militare della CINA. Gina Raimondo, segretario al Commercio, ha dichiarato: “Il Dipartimento del Commercio resta fermamente impegnato nel prendere forti, decise azioni per colpire soggetti che stanno consentendo violazioni dei diritti umani nello Xinjiang o che usano tecnologia statunitense per alimentare i destabilizzanti sforzi di modernizzazione militare della CINA”.

La Entity List è uno strumento utilizzato dal Bureau of Industry and Security per limitare l’export, la riesportazione e il trasferimento (all’interno del paese) di articoli soggetti all’Export Administration Regulations a soggetti (individui, organizzazioni, aziende) ritenuti coinvolti, o che comportano un significativo rischio di essere coinvolti, in attività contrarie alla sicurezza nazionale o gli interessi politici esteri degli Stati Uniti.

La CINA respinge le accuse di genocidio e lavori forzati nello Xinjiang e sostiene che le sue politiche sono necessarie per eliminare i separatisti e gli estremisti religiosi che hanno tramato attacchi e suscitato tensione tra gli uiguri e gli han, il gruppo etnico maggioritario della CINA.

USA – RUSSIA

Qualche giorno dopo il cyberattacco del gruppo REvil, che si crede abbia sede in Russia, i presidenti Biden e Putin venerdì si sono confrontati via telefono. Il capo di stato americano ha detto di aver chiarito che quando un’operazione ransomware arriva dal suolo russo, gli USA si aspettano un intervento da parte della Russia, anche se l’attacco non è promosso dallo stato e se gli Stati Uniti forniscono loro abbastanza informazioni per agire. Ad un giornalista che ha domandato se ci sarebbero state conseguenze per tali attacchi, Biden ha risposto di sì.

Biden ha detto che USA e Russia hanno stabilito mezzi di comunicazione per confrontarsi nel momento in cui uno dei due paesi pensa che stia accadendo qualcosa in un’altra nazione che influenza la patria. Biden ha dichiarato che nel complesso la chiamata è andata bene ed è ottimista.

In riferimento all’attacco del gruppo REvil, un funzionario senior dell’amministrazione venerdì ha detto che gli USA prenderanno provvedimenti in risposta: “Non andremo a telegrafare quali saranno queste azioni precisamente. Alcune saranno evidenti e visibili, altre potrebbero non esserlo, ma ci aspettiamo che si realizzano nei giorni e nelle settimane a venire”.

L’ultimo attacco da parte del gruppo REvil segue gli attacchi ransomware che hanno colpito gli USA negli scorsi mesi. A maggio REvil aveva preso di mira JBS, la più grande azienda al mondo di lavorazione della carne, provocando il blocco delle sue operazioni negli USA, prima che questa pagasse il riscatto di 11 milioni di dollari. Prima ancora, un altro gruppo di cyber criminali aveva colpito l’oleodotto Colonial Pipeline.

Venerdì la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha detto ai giornalisti che gli Stati Uniti non avevano nuove informazioni per ipotizzare che il governo russo fosse direttamente responsabile degli attacchi. Putin ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento o diretta conoscenza degli attacchi ransomware provenienti dalla Russia. Tuttavia i funzionari statunitensi dicono che l’idea che Putin sia inconsapevole di chi siano questi hacker non è credibile considerando lo stretto controllo che ha sui servizi d’intelligence russa e sulla sua rete di collaboratori più oscura e non ufficiale. La questione dei cyberattacchi era stata affrontata anche all’incontro tra Biden e Putin di Ginevra, in giugno. Per l’occasione Biden aveva detto di aver presentato al presidente russo una lista di infrastrutture fondamentali negli USA che, nel caso in cui fossero attaccate da cyber criminali con sede in Russia, costituirebbero una seria minaccia alla sicurezza nazionale statunitense. Biden aveva anche dichiarato di essersi accordato con Putin per incaricare esperti, in entrambi paesi, di lavorare su intese specifiche riguardo ciò che è off-limit dagli attacchi. La Casa Bianca ha detto che i due Presidenti, durante la chiamata di venerdì, si sono anche elogiati a vicenda per il lavoro congiunto che i loro team hanno intrapreso dopo l’incontro di Ginevra.

LA POLITICA DELLA FED

Mercoledì scorso è stato pubblicato il verbale del meeting del FOMC (il comitato che delibera in materia di politica monetaria) del 15-16 giugno. Durante l’incontro si è parlato del possibile cambiamento della politica monetaria in un’economia che, secondo alcuni partecipanti, si sta riprendendo più velocemente di quanto previsto ed è accompagnata da una forte crescita dell’inflazione. Dai verbali emerge che al meeting la linea di pensiero predominante era cauta; la maggior parte dei membri, secondo i verbali, era d’accordo sul fatto che l’economia dovesse raggiungere ancora i cosiddetti “ulteriori sostanziali progressi”, ovvero un punto di riferimento, per la FED, da raggiungere prima di cambiamenti significativi della politica. Nel verbale viene indicato: “Nei prossimi incontri, i partecipanti hanno concordato di continuare a valutare il progresso dell’economia verso gli obiettivi della commissione e di iniziare a discutere dei loro piani per aggiustare la direzione e la composizione degli acquisti di asset”. I partecipanti all’incontro hanno anche ribadito l’intenzione di comunicare con largo anticipo una riduzione dell’acquisto di asset.

Dal documento emerge che alcuni funzionari vedevano le condizioni per il “tapering” (riduzione dell’acquisto di asset) essere raggiunte con un po’ in anticipo rispetto a quanto previsto ed altri seguire una linea secondo la quale il FOMC “dovrebbe essere paziente nel valutare i progressi verso i suoi obiettivi e nell’annunciare cambiamenti ai suoi piani per l’acquisto di asset”.

Paul Ashworth, capo economista statunitense a Capital Economics ha dichiarato: “I verbali del meeting del FOMC di metà giugno non sono stati così hawkish (aggressivi) come sospettavamo”. “In particolare, sembra esserci solo un sostegno limitato per iniziare a ridurre gli acquisti mensili di asset a breve”.

All’incontro la commissione ha mantenuto i tassi d’interesse a breve termine vicino allo zero, ma ha anche indicato che potrebbe regolare la politica in altro modo nei prossimi mesi.

Nella conferenza post-incontro, il numero uno della FED, Jerome Powell, aveva comunicato che i membri della commissione avevano tenuto le loro prime discussioni circa la riduzione del ritmo di acquisto di obbligazioni mensili da parte della banca centrale. Nelle settimane successive alla riunione diversi funzionari hanno detto che pensano sia tempo di sviluppare un processo su come questi acquisti saranno ridotti ed infine rimossi.

I membri della FED hanno anche rivisto le loro previsioni riguardo la crescita economica e l’inflazione; il sentimento prevalente era che le pressioni inflazionistiche in atto si sarebbero alleviate nei prossimi mesi, ma non prima di aver visto un aumento del 3,4% quest’anno. Queste previsioni al rialzo hanno aiutato i funzionari a portare avanti la loro prima attesa di aumento dei tassi nel 2023, anche se i prezzi di mercato ora indicano almeno una crescita nel 2022.

DATI MACROECONOMICI

Il dato PMI sul settore dei servizi elaborato da Markit Economics a giugno si attesta appena sotto le stime preliminari di 64,8 punti registrando un 64,6. Si tratta di una contrazione rispetto al picco di 70,4 punti di maggio.

Il dato PMI sul settore dei servizi elaborato da ISM ha deluso, cedendo quasi 4 punti e marcando il minimo da Febbraio, passando dai 64 punti di maggio ai 60,1 di giugno, deludendo il consensus che prevedeva un calo solo a 63,5. Il deterioramento è rispecchiato anche nei sottoindici dei quali, nello specifico, i nuovi ordini calano da 63,9 punti a 62,1, i prezzi passano da 80,6 punti a 79,5 e l’occupazione scende da 55,3 punti a 49,3. Probabilmente il report rispecchia le difficoltà ad assumere per carenza di offerta. In generale, un report ISM con il 60 davanti è storicamente elevato ad indicare una crescita robusta dell'attività, ed i nuovi ordini comunque lasciano intendere una domanda forte nei mesi a venire.

Il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 3 luglio sale a 373 mila, dopo il calo a 371 mila della settimana precedente (dato rivisto da 364 mila). L’ultimo dato rilasciato dall’U.S. Department of Labor risulta decisamente superiore al consensus, che prevedeva una contrazione a 350 mila.

PORTAFOGLI AZIONARI

Settimana con un nulla di fatto sui nostri Portafogli azionari. Con la strategia “Nasdaq Weekly” aspettiamo l’uscita delle trimestrali economiche per cercare di portare a casa qualche target, con TEXAS INSTRUMENTS che varie volte si è avvicinata al profit. Di contro COGNIZANT rimane sempre critica anche se tra alti e bassi. Inoltre con la strategia FTSEMIB40 abbiamo ampliato gli acquisti anche se notiamo una scarsa reattività da parte dell’indice e quindi dei titoli presenti nella strategia.

Mentre Passiamo ora al Portafoglio “The Challenge” nel quale sembra che vada tutto bene, in attesa di riuscire ad acquistare qualche titolo della lista della spesa sempre senza fretta ed alle nostre condizioni.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

WALGREENS BOOTS ALLIANCE – 1,58%. La società gestisce una catena di negozi di farmacie negli Stati Uniti. Rappresenta la tua farmacia sotto casa, che vende farmaci da prescrizione e da banco anche via, posta, telefono e online, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2021 pari a 1,51 $/az. su un fatturato di 34,03 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,17 $/az. su un fatturato pari a 33,76 mld $. I ricavi sono diminuiti dell’1,7% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2021 pari a ca. 4,71 $/az. L'attuale stima degli analisti per utili pari a 4,67 $/az.

L'A.D. della società, Rosalind Brewer, ha dichiarato: "I risultati di questo trimestre dimostrano un continuo aumento e, mentre altre sfide ci attendono, siamo in una posizione forte per crescere e innovare le nostre principali attività di vendita al dettaglio e di farmacia per il futuro. Stiamo accelerando i nostri investimenti per far progredire la nostra eccellenza operativa comprese le innovazioni tecnologiche che supporteranno la personalizzazione di massa, la farmacia del futuro e la prossima fase di crescita dell'assistenza sanitaria. Questi investimenti saranno alimentati dalla cessione della nostra società, Alliance Healthcare”.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (7/12/2021)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.

Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.