Portafogli green: chi ha vinto e chi ha perso, chi vincerà e chi perderà


Il 2021 è stato l’anno della svolta, con il sorpasso nelle performance rispetto all’azionario non Esg. I migliori e i peggiori Etf. Le azioni con i rating più alti. E tanti consigli per non sbagliare. 

Cedole & dividendi

Altro che Jackson Hole! Altro che inflazione! Il vero rischio dei Btp si chiama ritardo nelle politiche ambientali. Un recente studio del fornitore di indici Ftse Russell ha evidenziato come prima del 2050 l’Italia corra il pericolo di un default in presenza di uno scenario disordinato di politiche ambientali adottate nel breve/medio termine, cioè entro il 2030, con l’effetto di cambiamenti economici dirompenti e di una situazione da "mondo serra", dovuto a emissioni che aumenteranno ulteriormente sul nostro territorio e con un surriscaldamento a livello globale in crescita di 3 gradi. Visuali catastrofiche quindi. La politica intanto non fa nulla e gioca a spartirsi i fondi dell’Unione europea, il che avviene non solo in Italia, perché i Paesi a rischio default sono tanti altri.

Inevitabile quindi a questo punto investire sul green, dato che ben presto si determinerà una divergenza fra chi si sarà convertito all’ambiente e chi non l’avrà fatto. I primi asset si salveranno, mentre i secondi si squaglieranno. Se fino a ieri la percentuale di Esg da avere in portafoglio poteva limitarsi a un 20% da domani crescerà di anno in anno, per superare probabilmente e non di poco il 50% entro fine decennio.

Forza allora nella diversificazione ambientale, pur con alcuni dubbi:

quanto c’è di realmente tale nell’Esg?

Il gioco vale la candela in termini di performance?

Ci saranno delle penalizzazioni in futuro per gli asset che non avranno l’etichetta Esg?

Questo quadro si materializza in presenza di un rapporto sullo stato del clima dell'agenzia federale Usa per oceani e meteo, compilato con l'aiuto di 530 scienziati di tutto il mondo, che ha lanciato l'ennesimo allarme: dalle temperature ai livelli del mare e agli incendi non c'è un dato che si salvi o meglio che ci salvi.

Qualunque evoluzione apocalittica è possibile ma intanto è il caso di fare il punto su chi ha vinto finora e su chi ha perso sul fronte finanziario, poiché le dinamiche tengono conto naturalmente anche di altri fattori in tale ambito. E poi come vincere o forse meglio evitare di perdere. Abbiamo preso in considerazione solo Etf, azioni e obbligazioni, anche se occorre ammettere che nell’ambito Esg un’incursione sui fondi a gestione attiva debba essere adeguatamente valutata.

Etf: l’azionario con la migliore performance da inizio anno

L&G Clean Water

IE00BK5BC891

Valuta Usd

+32,2%

Il mondo sta annegando per alluvioni sempre più violente ma l’acqua che esce dei rubinetti è sempre meno. Ecco la prima incongruenza che conferma l’incapacità di noi umani. Se ne tenga conto nella diversificazione dei portafogli.

Etf: l’azionario con la migliore performance da 3 anni

Lyxor New Energy

FR0010524777

Valuta Eur

+112%

Sempre su, con due sole fasi correttive nel marzo 2020 e nel febbraio 2021. Attenti alla prossima: potrebbe essere un’ottima occasione di entrata.

Etf: l’azionario con la peggiore performance da inizio anno

UBS Msci China Esg Universal

LU1953188833

Valuta Usd

-7.,%

Una conferma interessante: i mercati su cui si scommette per il futuro talvolta riservano delle improvvise delusioni. È il caso della Cina per il 2021, sebbene resti una delle piazze più interessanti in prospettiva futura.

 ● Etf: l’azionario con la peggiore performance da tre anni

Xtrackers Msci UK Esg

LU0292097747

Valuta Gbp

+12,8%

Brexit, crollo della sterlina e tanti altri fattori hanno inciso su un mercato marginale nel contesto Esg. Londra ha avuto tutt’altro di cui occuparsi e gli inglesi vivono in un Paese già abbastanza “green”. Il risultato finale è tuttavia caratterizzato pur sempre dal segno più.

Etf: i due obbligazionari con la migliore performance da inizio anno

L&G Esg China Cny Bond

IE00BLRPQL76

Valuta Usd

+6,6%

L&G Esg Emerging Markets Government Bond (Usd) 0-5 Years

IE00BLRPQP15

Valuta Usd

+4,3%

Valori logicamente minori rispetto a quelli dell’azionario e in parte spinti da un rafforzamento valutario nel caso del renminbi cinese per il primo dei due Etf.

Etf: i due obbligazionari con la peggiore performance da inizio anno

Ubs Msci US Corporates Sustainable (hedged to Eur)

LU1215461325

Valuta Eur

-2,2%

iShares Euro Government Bond Climate

IE00BLDGH553

Valuta Eur

-2,2%

Soggetti entrambi a possibili nuove politiche monetarie da parte delle rispettive Banche centrali hanno messo a segno perdite tutto sommato contenute, che potrebbero però accentuarsi nei prossimi tempi.

Tre confronti fra non Esg ed Esg dello stesso emittente e sull’identico sottostante

Fare un punto fra come si comportano i diversi Etf dello stesso emittente su identici mercati azionari è quanto più interessa nell’attuale situazione di forza delle Borse. I dati si riferiscono alle performance da inizio anno a venerdì scorso.

Usa

Invesco Msci Usa

IE00B60SX170

+26,0%

Usa green

Invesco Msci Usa Esg

IE00BJQRDM08

+26,4%

Europa Eurostoxx

Ubs Euro Stoxx 50  distribuzione

LU0136234068

+17,1%

Europa Eurostoxx green

Ubs Euro Stoxx 50 Esg distribuzione

LU1971906802

+18,7%

Mondo

Xtrackers MSCI World

IE00BJ0KDQ92

+22,5%

Mondo green

Xtrackers Msci World Esg

IE00BZ02LR44

+25,5%

Un raffronto dello stesso tipo realizzato due anni fa avrebbe descritto una situazione diversa e molto meno a favore per l’Esg. Ormai è quest’ultimo ad avere il sopravvento e probabilmente il divario si amplierà nei prossimi anni.

Le dieci migliori azioni europee con etichetta Esg

Puntare decisamente sull’azionario con i maggiori voti complessivi Esg: è una sfida imprescindibile. Ma quali sono? Una ricerca realizzata da Vigeo Eiris (provider internazionale specializzato proprio in Esg) e presentata alcuni mesi fa realizza questa fotografia del settore.

1)

Enel

Italia

IT0003128367

2)

Endesa

Spagna

ES0130670112

2)

L’Oreal

Francia

FR0000120321

4)

Danone

Francia

FR0000120644

5)

Edp - Energias de Portugal

Portogallo

PTEDP0AM0009

6)

Edf

Francia

FR0010242511

7)

Axa

Francia

FR0000120628

8)

Bnp Paribas

Francia

FR0000131104

9)

Repsol

Spagna

ES0173516115

10)

Suez

Francia

FR0010613471

I risultati sono sorprendenti se si considera:

  1. - Vince su tutti una società italiana, il che non può che farci piacere.
  2.  
  3. - Nessuna corporate tedesca è presente nella classifica.
  4.  
  5. - Forte il peso delle leader francesi, Paese dove il tema ambientale è molto sentito.
  6.  
  7. - Effettuando un confronto con le big Usa si evidenzia una distanza abissale.
  8.  
  9. - Da sottolineare la diversificazione dei settori, con alcuni estranei al mondo dell’energia vera e propria. 

 ● I consigli per non perdere su questo fronte

Costruire un portafoglio Esg è diverso dal crearlo non Esg. Richiede maggiore attenzione e (se non si hanno le basi sufficienti) l’assistenza di un consulente finanziario. Ecco comunque alcuni consigli per evitare gli errori più clamorosi.

► Bisogna puntare su prodotti sperimentati e dall’ampia capitalizzazione, in particolare nell’ambito degli Etf. Le novità – come quelle più recenti – hanno talvolta deluso, perché i sottostanti (idrogeno, solare e altri) erano già cari al momento della quotazione dei nuovi cloni. Questo è un rischio poco valutato nella fase in corso.

► Attenzione quindi alle nuove tendenze, così come più in genere all’etichetta Esg. Quanto c’è di realmente tale non sempre risulta chiaro. Bisogna valutare, in particolare in specifici comparti, se la società presa in considerazione stia davvero effettuando una mutazione o solo un cosiddetto “greenwashing”.

► Se si punta su singole aziende con le azioni conviene capire per quale motivo hanno la classificazione Esg. Ce ne sono di attive in settori energetici che appaiono molto più indietro rispetto a società di altri rami, come bene evidenzia la classifica delle dieci migliori “shares” europee designate appunto come Esg.

► Piani di acquisto o piani scaglionati in rapporto all’andamento delle quotazioni? La differenza è forte come concetto e i risultati lo possono essere altrettanto. Per l’investitore meno preparato sul tema la soluzione di un piano di acquisto su Etf molto liquidi e dai sottostanti bene individuati è la soluzione vincente nel lungo termine. Ciò richiede logicamente un capitale maggiore rispetto alla formula degli scaglionamenti ogni +/- 5 o 10% rispetto al prezzo della prima entrata.

► Un rischio è quello della concentrazione dei sottostanti: puntare per esempio solo sull’azionario italiano o europeo. Più si diversifica e meglio è, perché la sfida è mondiale. Nessun Paese è avanti rispetto agli altri, nemmeno la Germania e ancor più gli Usa, per fare due esempi.

► Quando si seleziona un’obbligazione Esg, contraddistinta su Borsa Italiana da una piccola foglia verde che ne accompagna la sua denominazione, attenzione ai tanti titoli di organizzazioni sovranazionali (rating AAA) in valute emergenti. Comportano la volatilità del cambio, che spesso ne attenua il ruolo di puro “green o social bond”.

► Per una società essere Esg può voler dire poco: saprà sostenere nel tempo questo ruolo? Se si investe nel lungo termine (e in tale ambito lo si deve fare) occorre disporre di informazioni utili per capire se sta realmente trasformandosi in tal senso. Un consiglio semplice: verificare se nel suo sito dispone per esempio di una sezione dedicata al tema ambientale e su quali progetti si sta impegnando.

► Siamo ai primi passi della rivoluzione Esg. Nei prossimi anni ci saranno dei cambiamenti enormi. Di qui l’esigenza di trasferire nel tempo nuove risorse a questo comparto fondamentale dell’economia.

► Occorre essere coscienti del fatto che un portafoglio privo di CO2 significa – almeno attualmente – rinunciare ad alcuni settori redditizi.

► Negli ultimi tempi sono stati proposti sul mercato molti nuovi Etf “Clima Paris”, cioè allineati alla conferenza di Parigi sul clima (COP21) del dicembre 2015, dalla quale è nato appunto l'accordo internazionale che stabilisce un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti climatici contenendo il riscaldamento terrestre ben al di sotto dei 2ºC e proseguendo con gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC. Sono fondamentali in qualsiasi strategia di investimenti ambientali e a essi dedicheremo un articolo nei prossimi giorni, riservato agli abbonati a LombardReport. Con un confronto delle performance ottenute.

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