NASDAQ100 WEEKLY - Prime avvisaglie di frenata degli indici azionari USA ? Al momento solo pullback.


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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A Wall Street un inizio di settimana scorsa (corta per il Labour Day) abbastanza brillante per il NASDAQ100 (di solito i rendimenti in rialzo danneggiano il tech ad alti multipli) con relativo nuovo record registrato, aveva fatto sperare in una intonazione positiva per i tre principali indici azionari USA, con il tech che era stato nuovamente considerato difensivo dagli investitori trainato, al solito, dai suoi campioni dell’indice FAANG. Invece, dopo le numerose sedute positive, l’indice S&P500 apriva le contrattazioni in negativo, negatività che si è protratta per tutta la settimana per ben 4 sedute, cosa sorprendente negli ultimi tempi. Stranamente l’indice è stato zavorrato dai titoli del settore rate sensitive come il real estate ed i ciclici come telecoms ed utilities in una fase dove i rendimenti sono calati mentre i breakeven inflation sono saliti. Non sarà che alla fine, la narrativa di un inflazione neanche troppo temporanea, inizi a farsi breccia ?

Due venerdì fa il dato macro sul mercato del lavoro, a prima vista è stato brutto, ma Household survey (indagini sulle famiglie), disoccupazione e soprattutto salari orari raccontano una storia diversa. Inoltre, questa settimana circa 7 milioni di americani perderà il sussidio di disoccupazione, con lo scadere degli schemi straordinari, e altri 3 milioni perderanno gli extra di 300 $ settimanali. Questo potrebbe avere un doppio effetto: uno negativo sulla spesa e uno positivo sull'occupazione, che sembra essere l'ago della bussola della FED.

A proposito di salari ed inflazione, è interessante un grafico proposto da Nordea, che mette in relazione la difficoltà di trovare lavoratori della piccola e media impresa con la produttività, cosa che lascia intendere un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto (con trade off tra inflazione e margini delle aziende annesso).

In tema di politica monetaria, si è argomentato come i membri FED stiano cercando un accordo nel prossimo meeting FOMC del 22 Settembre, per iniziare a ridurre gli acquisti da Novembre in poi. Secondo quanto appreso, Powell potrebbe segnalare nella prossima riunione che il processo inizierà ad inizio novembre in coincidenza con il successivo FOMC del 2-3 Novembre. Nulla di particolarmente rivoluzionario, intendiamoci. Ma al 22 Settembre manca poco e visto il tono utilizzato condizionale da Powell a Jackson Hole, forse le aspettative di un “tapering” a Novembre hanno spazio per rafforzarsi sui mercati, che avevano trovato sollievo nei toni cauti del presidente FED. Nel frattempo a tal proposito, in settimana, sono uscite le dichiarazioni di diversi esponenti della FED tra i quali, Williams, Kaplan, Daly, Bowman, Kashkari Rosengren e Mester.

Sul fronte fiscale USA il percorso non sembra privo di ostacoli. Il Senatore Manchin sembra sia concorde con meno di un terzo del piano da 3.5 mld $. Come noto, senza l'accordo di tutti e 50 i Senatori Dem niente “reconciliation”. Alcune fonti rivelano che tra i Democratici al Senato e alla Camera sono parecchie divergenze sui contenuti del piano. Stephanie Murphy, un importante democratico moderato della Camera, ha indicato che sta pianificando di votare contro le disposizioni in esame, sostenendo che il processo è importante e vuole che i suoi elettori abbiano fiducia in quello che sta facendo. Ha affermato di sostenere molte delle proposte contenute nel pacchetto di spesa dei democratici ma che si trova in una situazione impossibile, aggiungendo che si aspetta di votare "no" se qualcosa non cambia. Anche queste news possono essere foriere di qualche tremore. Se entro fine settembre non si ottiene un accordo sul budget, il governo USA avrà un nuovo “shutdown” (blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti). C'è ancora diverso tempo, e ormai siamo abituati a questi spettacoli a Washington, ma comunque è da tenere a mente in quanto, al momento, non c'è un piano preciso, ma qualche chiacchiera su una misura temporanea che finanzi l'attività fino al Ringraziamento o a Natale.

Sempre a proposito di politica fiscale, il segretario del Tesoro Janet Yellen ha lanciato un monito al Congresso per un celere incremento del tetto del debito o una sua temporanea sospensione. In una lettera inviata al Congresso infatti la Yellen ha sottolineato come il limite del debito USA potrebbe essere raggiunto già nel mese di Ottobre.

Sul fronte geopolitico, invece, ieri si è tenuto il secondo colloquio telefonico tra il presidente Biden e Xi Jinping per cercare di riallacciare i rapporti tra i due Paesi ed evitare che le recenti tensioni si trasformino in un conflitto tra le principali economie mondiali. I 2 leader nei 90 minuti di colloquio avrebbero avuto una discussione franca, con l'obiettivo di non trasformare la competizione in un conflitto.

Passiamo ora a dare uno sguardo ai rendimenti USA. Nella settimana appena trascorsa si è avuto un picco di rendimento, dei tassi dei treasury a 10 anni a 1.377%, sui massimi da metà luglio (e dei tassi reali a 10 anni sopra il -1%) ha ridato un po' di forza al dollaro contro tutti i cross, anche se a fine settimana i rendimenti sono calati all’1,344% di poco sopra la chiusura di due venerdì fa.

Di contro gli inflation breakeven sono tornati a salire con il 10Y USA tornato sopra il 2.40% e quello Eurozone sopra l’1.8% per la prima volta dall'ottobre 2013, quasi 8 anni fa.

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Inizio della settimana appena trascorsa al rialzo, con l’indice tech che fa segnare un nuovo record a 15701.40 (anche se si tratta di una limatura del precedente record), sempre grazie agli acquisti sui titoli del cosiddetto indice “FAANG”. Poi le vendite hanno preso il sopravvento soprattutto nella giornata di venerdì. Nulla di preoccupante, potrebbe essere l’ennesimo pullback di lieve entità, ma essendo entrati in un mese un po' particolare con un’eccessiva attesa ai prossimi dati inflattivi e conseguentemente sulle condizioni del “tapering”, prudenza negli acquisti, nulla osta che da semplice pullback si trasformi in correzione e quindi con la possibilità di andare a vedere prezzi più bassi sui quali entrare. Quindi, fermo restando la resistenza posta in area 15900, raggiunta la quale avevamo ipotizzato una fase correttiva, pensiamo a dove possa andare l’indice al ribasso. Primo obiettivo di un certo rilievo l’area 15150, poi se si inizia a parlare di fase correttiva (- 6% dai massimi) si arriva a testare l’area 14750 (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e). La settimana si è chiusa a 15440.75 con una perdita del - 1,36% che porta l’indice ad un guadagno del + 19.80% da inizio anno 2021.

La novità, nella settimana appena trascorsa, per l’indice S&P500 è non ha fatto registrare un nuovo record. Ed era anche ora che rifiatasse un po' dopo tutta la sequenza di sedute positive. Quindi, al momento, si tratta di un semplice pullback così come ne sono avvenuti ben 5 dal maggio 2020 (sembra di passeggiare in città sotto i portici), con test della trendline ascendente e dell’area 4440 che potrà estendersi fino all’area 4375. Se poi en-triamo in una fase correttiva il primo vero supporto lo troviamo in area 4325 (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e). Il livello di RSI a 47,5 indica incertezza. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4458.58, con una perdita del – 1,69%, il che porta ad una performance del + 18,70% da inizio 2021.

Sempre debole l’indice DOW JONES che, nella settimana appena trascorsa, accentua la fase negativa rispetto agli altri due maggiori indici statunitensi. Nel grafico si nota che la mediana del canale rialzista sta attirando a sé i prezzi e che quello che sembrava un semplice pullback si sta trasformando in una vera fase correttiva alla quale manca poco per raggiungere il primo supporto posto in area 34250/200 (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e). L’RSI a 37 denota che l’indice si sta dirigendo verso l’area di ipervenduto, situazione che ritroviamo solo a giugno 2021 ed a fine ottobre 2020 dai quali, però, ha trovato la forza per reagire e riprendere la fase rialzista. Sarà così anche questa volta ? Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34607.72 con una perdita del – 2,15% il che riporta ad una performance del + 13,07% da inizio anno 2021.

ORO INDEX 

Tutto da rifare sull’Oro.

Nella settimana appena trascorsa i prezzi della commodity si sono rimangiati quello po' di buono che avevano fatto registrare nelle tre settimane passate. La risalita dei tassi hanno picchiato duro sui metalli preziosi alimentando l’indecisione tra gli investitori in vista delle de-cisioni della FED circa la portata del “tapering” nella prossima riunione del FOMC del 21-22 settembre. Inutile rimarcare che l’azione sui prezzi di venerdì suggerisce che si stanno orien-tando verso il lato ribassista. La maggior parte delle mosse è stata alimentata da buy stop, aggiustamenti di posizione e short-covering. I volumi bassi rappresentano anche uno dei mo-tivi della mancanza di follow-through. Anche il solido rapporto di venerdì sull'indice dei prezzi alla produzione di agosto, che ha superato le aspettative, ha indicato che l'inflazione elevata potrebbe persistere per qualche tempo, ciò ha portato un apprezzamento del dollaro e conse-guentemente è stato alla base della pressione sull’Oro. Di positivo, ma forse meglio dire di meno negativo, registriamo il fatto che i prezzi non hanno rotto il supporto posto in area 1770$/oz. che diverse volte ha fermato il ribasso. A breve termine aspettiamo di leggere i dati del CPI di agosto che, se dovessero superare le aspettative, potremmo trovare le quota-zioni dell’Oro in area 1675 $/oz. (quadruplo minimo da aprile 2020).

A cascata anche gli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio sono stati penalizzati, soprattutto il Platino che rotto con forza l’area dei 1000 $/oz. ha anche sfondato, venerdì, la soglia dei 956 $/oz facendo registrare un minimo intraday a 942 $/oz. e solo in chiusura di seduta giornaliera e settimanale ha recuperato esattamente la soglia dei 956 $/oz. che funge da ultimo supporto prima di andare a vedere nuovi minimi in area 850 $/oz. Tengono meglio le quotazioni dell’Argento, che nel fine settimana passato ci aveva illusi por-tandosi, con un colpo di coda, a chiudere le contrattazioni a 24,80$/oz. ma nel corso della settimana appena trascorsa è ritornato nuovamente sotto i 24 $/oz. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1792.10 1833.7 $/oz. facendo registrare una perdita del – 2,27% che porta il deficit da inizio anno al – 5,44%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1787.52 $/oz. con una perdita del – 2,11%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Diversi americani senza lavoro devono far fronte alla fine dei loro sussidi di disoccupazione con la scadenza di tre programmi federali. In un articolo del Washington Post, è scritto che la fine di questi sussidi ai disoccupati potrebbe stravolgere le vite di milioni di statunitensi che ancora faticano a trovare un posto di lavoro in un momento in cui la variante Delta sta creando nuovo scompiglio in una serie di stati. Sempre in questo articolo, si ipotizza che la fine di questi sussidi possa portare ad un brusco arretramento nella spesa.

Michael Strain, direttore degli studi di politica economica all’American Enterprise Institute, ha avvertito che sono necessari più mesi di dati per trarre conclusioni definitive sull’effetto dei programmi sul mercato del lavoro. Strain ha detto che avrebbe preferito un’eliminazione graduale dei sussidi di disoccupazione distribuita su diversi mesi, piuttosto che una scadenza brusca, ma nel complesso è tempo di “normalizzare” i sussidi. Strain ha dichiarato: “Il tasso di disoccupazione sta crollando, non crescendo”. “È chiaro che i lavoratori, nel complesso, usciranno e troveranno lavoro”.

Ora torniamo a parlare del pacchetto da 3,5 trilioni di dollari proposto dal presidente Biden. E toccando questo tema resta centrale la figura del senatore democratico Joe Manchin, che abbiamo citato anche nell’articolo della scorsa settimana in seguito alla sua uscita sul Wall Street Journal, nella quale chiedeva una “pausa strategica” sul disegno di legge. Mercoledì il leader democratico al Senato, Chuck Schumer, in una dichiarazione ha praticamente fotografato la situazione del disegno di legge: “Ci sono alcuni nel mio partito che credono che 3,5 trilioni di dollari siano troppi, mentre altri che credono siano troppo pochi. E noi lavoreremo molto duramente per avere unità, perché senza unità non otterremo niente”. Ma torniamo a Manchin. Mercoledì scorso il senatore della Virginia Occidentale ha privatamente avvertito la Casa Bianca ed i leader del Congresso che sosterrà un pacchetto solo da 1 trilione di dollari.

Sempre in settimana un articolo ha evidenziato la centralità di Manchin nei lavori al Senato. La senatrice democratica Patty Murray, presidente della commissione Salute, Istruzione, Lavoro e Pensioni al Senato, oltre ad incontrare i membri della commissione stessa, ha parlato privatamente con Manchin per ascoltare le sue preoccupazioni riguardo le disposizioni sul college statale gratuito e l’asilo per tutti. Ci sono stati contatti anche con Ron Wyden, democratico alla guida della commissione Finanza al Senato.

Sul tema istruzione, Manchin sta cercando di limitare gli sforzi dei democratici per offrire asilo universale e college statale senza rette. Il senatore ha parlato con i dem circa la possibilità di limitare il numero di americani con i requisiti per l’asilo universale impostando soglie di reddito ed ha anche discusso modalità per misurare la performance degli studenti per i college statali, supponendo che la loro retta venga pagata per più di due anni. In merito all’assistenza sanitaria, Manchin ha proposto di ridurre notevolmente i fondi per i servizi di assistenza domiciliare.

Mercoledì Schumer ha detto “andiamo avanti a tutta velocità”, di fatto rispondendo alla richiesta di Manchin di una “pausa strategica” sul disegno di legge. Le commissioni di Camera e Senato hanno tempo fino al 15 settembre per elaborare una legislazione specifica su come spendere fino a 3,5 trilioni di dollari per mettere in atto l’agenda di Biden.

Torniamo su un altro tema toccato nello scorso articolo, ovvero la legge sull’aborto del Texas. Giovedì scorso il Dipartimento di Giustizia ha fatto causa al Texas dicendo che l’organo legislativo dello stato ha adottato la legge “in aperto contrasto con la Costituzione”. La settimana precedente la Corte Suprema aveva rifiutato di bloccare la legge che vieta quasi tutti gli aborti dopo già sei settimane di gravidanza. “La legge è chiaramente incostituzionale”, ha detto il procuratore generale Merrick Garland, che ha annunciato in una conferenza stampa la causa civile contro il Texas. Il documento di 30 pagine di denuncia contro il Texas, presentato alla corte federale di Austin, accusa il Lone Star State anche di adottare “un sistema senza precedenti” per proteggere la legge sull’aborto da contestazioni legali autorizzando privati cittadini a segnalare chi aiuta ad ottenere aborti. Il governo chiede alla corte di dichiarare la legge sull’aborto non valida e di vietare al Texas di applicarla.

Garland giovedì scorso ha detto: “Questo tipo di sistema per annullare la Costituzione degli Stati Uniti è qualcosa che dovrebbero temere tutti gli americani, qualsiasi sia il loro partito”. “Se prevalesse, potrebbe diventare un modello di azione in altre aree, da parte di altri stati e rispetto ad altri diritti costituzionali e precedenti giudiziari”. “Non serve pensare a lungo ed intensamente per rendersi conto del danno che verrebbe fatto alla nostra società se agli stati fosse permesso di applicare leggi che autorizzano qualsiasi individuo privato a violare in questo modo i diritti costituzionalmente protetti di un altro”.

La maggioranza della Corte Suprema che ha negato ai sostenitori dei diritti all’aborto la richiesta di emergenza per un’ingiunzione temporanea per fermare l’entrata in vigore della legge, ha scritto nella sentenza che i richiedenti non avevano “portato il loro fardello” su complesse questioni procedurali sollevate nel caso. Ma hanno sottolineato che “questo provvedimento non è basato su alcuna conclusione circa la costituzionalità della legge del Texas”.

USA – CINA

Nei giorni scorsi il presidente americano Joe Biden ed il presidente cinese Xi Jinping hanno avuto un colloquio. Era da febbraio che i due non si sentivano. I leader delle maggiori economie mondiali hanno parlato al telefono per 90 minuti giovedì sera. Un alto funzionario dell'amministrazione che ha detto ai giornalisti che Biden ha avviato la chiamata dopo che gli incontri che hanno coinvolto i suoi funzionari di gabinetto e le controparti cinesi negli ultimi mesi sono rimasti infruttuosi.

Il presidente Joe Biden ha esortato il cinese Xi Jinping a cooperare su questioni chiave anche se si confrontano su altri argomenti, poiché la sua amministrazione è frustrata da quella che percepisce come una mancanza di serietà nell'impegno di Pechino con i funzionari americani.

La Casa Bianca ha fatto sapere che Biden nel corso della chiamata ha sottolineato gli interessi di pace, stabilità e prosperità degli USA, nell’Indo-Pacifico e nel mondo, ed i due leader hanno discusso della responsabilità delle due nazioni nell’assicurare una competizione che non diventi conflitto.

Xi Jinping ha aperto alla collaborazione tra i due paesi su tematiche come il clima, la prevenzione del Covid, la ripresa economica e grandi questioni internazionali e regionali. Xi Jinping ha detto che se c’è conflittualità tra Cina e USA “entrambi i paesi ed il mondo soffriranno”, mentre tutti avranno benefici se le due nazioni lavoreranno insieme.

Anche le aziende americane in CINA sperano in un incontro tra i presidenti Joe Biden e Xi Jinping quest'anno, secondo un nuovo sondaggio, mentre cercano sollievo dalle barriere commerciali sollevate durante l'era Trump. Più del 60% dei membri della Camera di commercio americana in Cina intervistati ha citato la necessità di ripristinare i regolari servizi di visto per i dirigenti aziendali e le loro famiglie, secondo un sondaggio pubblicato dal gruppo venerdì. Un altro 47% voleva la rimozione delle tariffe, con più di tre quarti delle aziende che si lamentavano del fatto che le misure imposte durante la guerra commerciale stavano influenzando le loro operazioni.

LA POLITICA DELLA FED

Iniziamo la sezione dedicata alla politica della FED riportando il quadro economico fornito dal Beige Book. Un quadro economico che vede un’inflazione crescente aggravata da una carenza di beni e che probabilmente ricadrà sui consumatori in molte aree. Inoltre, stando a quanto riportato nel Beige Book, la banca centrale ha anche riferito che la crescita complessivamente è “scalata leggermente ad un ritmo moderato”, in mezzo alle preoccupazioni crescenti sulla sanità pubblica durante il periodo luglio-agosto fotografato dal report.

Secondo il report l’inflazione è “costante ad un ritmo elevato”, con metà dei 12 distretti della FED che hanno riferito di una “forte” pressione e l’altra metà che ha riportato una pressione “moderata”. A luglio l’indicatore d’inflazione preferito dalla FED ha segnato una crescita del 3,6%.

Le aziende hanno segnalato un aumento sostanziale nel costo dei metalli e dei prodotti a base di metalli, dei servizi di trasporto, dei materiali da costruzione (anche se il legno è calato).

Il Beige Book è stato rilasciato in un periodo nel quale nella FED si discute sul ritiro di parte della politica accomodante adottata dall’inizio della pandemia; nello specifico si sta considerando la possibilità di attuare, probabilmente prima della fine dell’anno, il “tapering” (riduzione dell’acquisto di asset) sugli acquisti mensili di obbligazioni.

Sempre nel report si parla di una crescita dell’occupazione in tutti i distretti, che però varia da “leggera a forte”. I contatti aziendali hanno parlato di “ampia carenza di manodopera” nonostante una forte crescita dei salari, in particolare tra i lavoratori a basso reddito.

Durante la scorsa settimana sono arrivate anche diverse dichiarazioni da parte dei vertici della Federal Reserve. Mercoledì il numero uno della Federal Reserve Bank di New York (diciamo il numero tre dopo Presidente e Vicepresidente), John Williams, ha detto che non considera le decisioni riguardo il “tapering” come indicative per le tempistiche dell’aumento dei tassi. “Hanno davvero tipi di soglie molto diverse intorno a loro”. Lo stesso giorno, precedentemente, Williams aveva detto che ritiene che sarebbe opportuno che la banca centrale iniziasse il “tapering” quest’anno se l’economia dovesse continuare a migliorare sottolineando come manchi ancora qualche conferma sul fronte occupazionale e che la variante Delta del COVID desta preoccupazione. Infine Williams vede l’inflazione rallentare a circa il 2% nel corso del 2022.

Michelle Bowman, membro del Federal Reserve Board of Governors, mercoledì ha commentato i dati di agosto sull’occupazione. “Anche se alcuni dati recenti potrebbero essere stati meno forti di quanto ci aspettassimo, stiamo ancora guardando una crescita economica molto robusta. Siamo molto vicini al nostro obiettivo di massimo impiego…Se i dati arriveranno come mi aspetto, probabilmente sarà appropriato per noi iniziare il processo di riduzione degli acquisti di asset quest’anno”.

Robert Kaplan, presidente della Federal Reserve Bank di Dallas, noto “falco” del consiglio, ha detto che è ancora a favore di una graduale riduzione degli acquisti mensili di asset a partire da ottobre, a condizione che le prospettive economiche non cambino radicalmente. Ha dichiarato che l'economia sta continuando a riprendersi, ma a singhiozzo, e che ci troviamo nel mezzo di una di queste crisi proprio ora. Il rapporto sui posti di lavoro debole è in parte dovuto alla variante Delta del Coronavirus, che sta avendo un impatto sui settori del tempo libero e rallenta la crescita nel terzo trimestre. Ha detto che potrebbe esserci un altro rapporto debole a settembre, ma che l'economia dovrebbe riprendersi nel trimestre ottobre-dicembre.

Anche Loretta Mester, presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, venerdì scorso ha parlato di “tapering”. Mester ha dichiarato: “Non penso che il report sull’occupazione di agosto abbia cambiato la mia idea sul fatto che abbiamo fatto ulteriori e sostanziali progressi”, su inflazione ed occupazione. Secondo Mester potrebbero esserci visioni differenti su quale dovrebbe essere la “tempistica precisa” del “tapering”. Ribandendo quanto affermato a fine agosto, Mester ha detto che sarebbe a suo agio iniziando il tapering quest’anno e terminando gli acquisti nella prima metà del prossimo anno.

Nonostante il Labour Market Report di Agosto abbia messo in luce ancora qualche difficoltà sul mercato del lavoro USA, James Bullard vorrebbe che la FED avvii il “tapering” quest’anno. In un’intervista, il numero uno della FED di St. Louis ha sottolineato come, andando oltre il singolo report sul mercato del lavoro di Agosto e guardando i dati da inizio anno, l’aumento medio mensile degli occupati è stato pari a circa 500.000 evidenziando un mercato del lavoro USA solido.

DATI MACROECONOMICI

Scende il numero settimanale di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. Dal dato di 345 mila (rivisto da 340 mila) della settimana terminata il 28 agosto, nella settimana chiusasi il 4 settembre si è passati a 310 mila, dato più basso da marzo 2020 ad oggi. Calo decisamente più forte di quello previsto dal consensus, fissato a 335 mila. Un segnale antitetico a quello degli scorsi nonfarm payrolls di Agosto, anche se giova ricordare che la destagionalizzazione può aver avuto un ruolo nel calo e alcuni dicono che l'uragano IDA può aver impedito a della gente di chiedere il sussidio. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Un nuovo segnale di pressioni inflazionistiche in USA con i prezzi alla produzione di agosto sopra le stime, anche se il dato “core” che risulta più reale, è risultato quasi la metà del mese precedente. L’indice di prezzi alla produzione che non tiene conto dei settori del cibo e dell’energia a livello mensile, ad agosto, registra una crescita dello 0,6% praticamente in linea con il consensus (0,5%). A luglio era stata registrata una crescita dell’1%. A livello annualizzato, sempre ad agosto, l’indice registra un +6,7% (anche in questo caso appena sopra il consensus di 6,6%), dopo il +6,2% di luglio. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

PORTAFOGLI AZIONARI

Nulla di nuovo nei Portafogli Lombard questa settimana. Sullo Storico, ovviamente, aumentano gli acquisti con la strategia “SwingItalia” visto il pullback in atto, mentre nel “The Challenge” vista la criticità del titolo tedesco legato ai viaggi ed al tempo libero, TUI, abbiamo deciso di acquistare un secondo lotto ma alle nostre condizioni di prezzo. Inoltre abbiamo abbassato di molto poco il prezzo target sul titolo del Nasdaq AIRBNB, in quanto il massimo di venerdì scorso ha, de facto, sfiorato il nostro precedente livello di target. In stand-by gli altri titoli in possibile acquisto.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

COPART – 1,65%. E’ un fornitore di aste online e servizi di remarketing di veicoli negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Brasile. Fornisce ai venditori di veicoli servizi per elaborare e vendere veicoli su Internet, ha riportato utili nel 4° trimestre fiscale 2021 pari a 1,03 $/az. su ricavi per 748.60 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,91 $/az. su ricavi per 690.87 mln $. Il fatturato è cresciuto del 42,4% su base annua.

LULULEMON ATHLETICA + 9,59%. La società è un designer e rivenditore di abbigliamento tecnico sportivo che opera principalmente in Nord America e Australia, ha riportato utili nel secondo trimestre 2021 pari a 1,65 $/az. su ricavi per 1,50 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,19 $/az. su ricavi per 1,33 mld $. Il fatturato è cresciuto del 60,7 % su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il terzo trimestre 2021 utili tra 1,33 e 1,38 $/az. su ricavi tra 1,40 e 1,43 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,32 $/az. su ricavi pari a 1,32 mld $. Inoltre la società ha affermato che ora si aspetta utili per il 2021 tra 7,38 e 7,48 $/az. su ricavi tra 6,19 e 6,26 mld $, mentre l'attuale stima degli analisti per gli utili è di 6,91 $/az. su ricavi di 5,94 mld $.

Calvin McDonald, CEO della società, ha dichiarato: "I risultati del secondo trimestre dimostrano il continuo aumento in tutta l'azienda, grazie al piano di crescita Power of Three e negli impegni dell'Agenda Impact. Abbiamo lanciato nuovi entusiasmanti prodotti, sperimentato la forza attraverso i vari mercati che copriamo ed abbiamo annunciato nuove partnership che ci consentiranno di diventare leader nella sostenibilità dei prodotti. Sono ispirato ogni giorno dai nostri team in tutto il mondo per il loro continuo entusiasmo, agilità e impegno per il marchio".


ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (13/09/2021)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.
 

Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.