NASDAQ100 WEEKLY - Pullback o correzione sugli indici azionari USA ?


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Il moderato consolidamento sull'azionario USA è continuato. L'S&P500, ha inanellato 9 sedute negative su 8, una serie piuttosto rara di questi tempi, ed anche il tech con il Nasdaq100 dopo 5 cali di seguito ha avuto una reazione, più che altro dovuto all'ipervenduto di brevissimo, ma poi in chiusura di settimana le vendite hanno ripreso il sopravvento soprattutto con le mega-cap quali Facebook, Alphabet, Apple e Microsoft. Va anche rimarcato che il danno totale non è gran cosa. Dai massimi l'indice avrà perso si e no 2 punti. In ogni caso è bastato metà mese di Settembre per cancellare la maggior parte del rally di Agosto.

Al calo ha anche contribuito una certa cautela da parte degli investitori a causa dell’aumento dei casi di Covid a variante Delta e la prossima riunione del FOMC mercoledì 22 settembre. A proposito di Covid, il comitato consultivo della “Food and Drug Administration” venerdì ha respinto un piano per somministrare al pubblico un richiamo del vaccino di Pfizer e BioNTech. Mentre Moderna attende due decisioni della FDA al fine di ottenere la piena approvazione per il suo vaccino contro il COVID-19 ed il via libera a una dose di richiamo del suo vaccino (cosa molto improbabile come abbiamo visto).

Per quanto riguarda l’andamento dell’indice S&P500, bisogna dire che il percorso adottato qualche mese fa continua a risultare valido. L'S&P 500 progredisce nel percorso rialzista verso la stagione delle trimestrali economiche societarie, inseguendo le stime che, contrariamente al solito, continuano a salire per poi consolidare lateralmente nel corso della stagione delle pubblicazioni. Quindi in Aprile si sale, in Maggio e quasi tutto Giugno si consolida, in Luglio si sale e ad Agosto e Settembre si consolida.

L’azione dei prezzi ha molto a che vedere con la particolarità degli ultimi 5 trimestri, in cui le aziende USA erano assolutamente tranquille col livello delle stime, successivamente battute con margini inusitati (15-20% in media). Come si nota dal grafico, è un fenomeno che si è notato anche dopo la grande recessione:

In quell'occasione la sorpresa media sugli utili societari è tornata progressivamente verso la media di lungo periodo, per poi tornare ad assistere al fenomeno delle aziende che gestiscono le aspettative a suon di pre-annunci, portandole su livelli a cui possono essere agevolmente battute. L'idea è che, complice un inasprimento delle condizioni finanziarie e un calo dell'impulso fiscale, le prossime due stagioni delle trimestrali vedano una normalizzazione della crescita degli utili, sia in assoluto che rispetto alle aspettative. Quindi questo fattore di supporto dovrebbe progressivamente venire a mancare.  Diciamo che alla stagione degli utili societari del terzo trimestre manca circa un mese e quindi entro breve tempo vedremo se anche nel terzo trimestre 2021 assisteremo al riposizionamento al rialzo delle stime da parte di Wall Street, oppure rientreremo un po' nei ranghi.

Passando ad altro argomento, dal Congresso non arrivano “rumors” tanto positivi sul fronte fiscale. Bloomberg riporta che l'approvazione del pacchetto fiscale di Biden rischia di slittare di settimane se non mesi a causa di disaccordi tra i Dems su come finanziarla. E anche sul ”Debt Ceiling” (il limite del debito degli Stati Uniti è un limite legislativo sull'ammontare del debito nazionale che può essere sostenuto dal Tesoro degli Stati Uniti), non si intravedono grossi progressi, anche se forse si trattano solo di schermaglie. Nel corso della settimana il senatore repubblicano McConnell ha detto al segretario del Tesoro, Yanet Yellen, che i democratici dovranno aumentare il tetto del debito da soli senza l’aiuto di alcun repubblicano. Mentre il leader della maggioranza della Camera, il dem Steny Hoyer, ha detto che la Camera adotterà misure per sospendere il limite del debito con una scadenza imminente, meglio se la prossima settimana.

I dati macro settimanali hanno dimostrato che l'economia USA non abbia troppa fretta di rallentare, così i rendimenti USA hanno preso di nuovo a salire (balzati a un massimo di due mesi) con i tassi reali a fare il movimento maggiore. Il Dollaro ha accentuato il rialzo. In fin dei conti la riunione del FOMC si terrà la settimana prossima (il giorno 22) e se la musica è questa, il rischio che Powell annunci o lasci intendere un “tapering” in tempi stretti, aumenta. E, “tapering” a parte, un altro fattore di supporto per i Bonds potrebbe venir meno in autunno. Infatti il “Debt Ceiling” ha indotto il Tesoro USA a emettere meno carta e ad utilizzare le sue disponibilità presso la FED per far fronte alle spese dell'amministrazione, cosa che ha reso ancora più sbilanciato a favore della domanda il quadro per i treasuries. Non a caso il conto è stato assolutamente prosciugato come mostra il grafico qui sotto.

Ma nel momento in cui il “Debt Ceiling” verrà alzato, il Tesoro riprenderà ad emettere e il saldo verrà ricostituito. In soldoni, più bonds e meno liquidità nel sistema. E' anche questo che forse il mercato comincia a scontare, con i tassi reali che provano a salire nuovamente sopra il livello di -1%. Nella settimana appena trascorsa si è avuto un picco di rendimento dei tassi dei treasury a 10 anni a 1.385%, oltre i massimi di metà agosto (e bissando il max del 7 settembre scorso) per poi chiudere a 1,365%.

Di contro gli inflation breakeven sono tornati a scendere dopo il dato del CPI di agosto, con il 10Y USA che dal 2.40% di due venerdì fa, ha chiuso al 2,33% venerdì scorso.

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Cinque sedute negative consecutive, sull’indice tech, non si vedevano da ottobre 2020, anche se stiamo parlando di una perdita complessiva di qualcosa più del 2%, il che ci riporta a considerarla una fase di pullback, viste le successive due giornate di rimbalzo, ma la chiusura di venerdì fa suonare il campanello di allarme. Nulla di seriamente preoccupante, ma la possibilità che la negatività possa estendersi è una situazione da tenerne conto almeno fino alla riunione del FOMC di mercoledì prossimo, nella quale sicuramente si farà più chiarezza sulla questione del “tapering”. L’incertezza non piace ai mercati, specialmente quelli azionari, che potranno, in seguito alle decisioni dei membri della FED, valutare che strada intraprendere, anche se appare certo che abbiano già scontato nei prezzi che il “tapering” si farà e che si discuterà solo delle modalità (tempistica e portata economica). Graficamente, al momento, i prezzi si sono fermati sulla trendline rialzista, ma nulla osta che potranno andare a testare prima l’area 15150 (area che aveva fermato il rialzo più volte tra luglio ed agosto), quindi l’area 14750 (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e), ma nella seconda ipotesi iniziamo a parlare di fase correttiva (- 6% dai massimi). Al rialzo, primo obiettivo l’attacco al precedente record, poi la resistenza posta in area 15900, ma al momento la vediamo difficile. La settimana si è chiusa a 15333.47 con una perdita del – 0,69% che porta l’indice ad un guadagno del + 18.97% da inizio anno 2021.

Come detto in precedenza, la novità per l’indice S&P500, è che dopo tutta la sequenza di sedute positive, ne sono arrivate ben 8 su 9 negative, anche se in totale costituiscono una perdita di poco più del 2%. Quindi, al momento, rimaniamo nell’ambito di un semplice pullback sempre che avvenga una reazione, altrimenti dopo la rottura della trendline ascendente avvenuta venerdì, la negatività potrà estendersi con un re-test dell’area 4375. Se poi entriamo in una fase correttiva (ma la vediamo difficile nel breve) il primo vero supporto lo troviamo in area 4325 (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e). Viceversa, il recupero della trendline e l’area 4500 sarebbe già un buon risultato. Il livello di RSI a 43,5 indica un po' più debolezza che incertezza. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4432.99, con una perdita del – 0,57%, il che porta ad una performance del + 18,02% da inizio 2021.

Nella sua fase di debolezza l’indice DOW JONES, nella settimana appena trascorsa, arresta la fase negativa rispetto agli altri due maggiori indici statunitensi, lateralizzando. Nel grafico si nota che la mediana del canale rialzista ha, momentaneamente, fermato la discesa dei prezzi senza raggiungere il primo supporto posto in area 34250/200 (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e). L’RSI risalito a 40 denota incertezza. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34584.88 con una perdita del – 0,07% il che riporta ad una performance del + 13,00% da inizio anno 2021.

ORO INDEX 

Nella settimana appena trascorsa la forza del Dollaro non ha fatto che aumentare la pressione sulle commodities. Il Dollar Index ha approcciato nuovamente quota 93.25 punti contribuendo alla pessima performance da parte del comparto dei preziosi, con l'oro giù di oltre il 2% e l'argento di oltre il 4%. Il movimento aggressivo del dollaro in concomitanza con quello dei tassi reali e l'aspettativa di riduzione dello stimolo hanno colpito pesante. Come avevamo scritto la scorsa settimana che di positivo, ma forse meglio dire di meno negativo, registravamo il fatto che i prezzi non avevano rotto il supporto posto in area 1770$/oz. che diverse volte ha fermato il ribasso, ebbene nella settimana appena trascorsa anche questo baluardo è stato rotto al ribasso e le prospettive sono per un re-test dell’area 1700/1680 $/oz. (toccata ben 4 volte nel 2021) ultimo vero baluardo che rappresenta il ritracciamento dello 0,618% dell’ultima fase rialzista partita nel 2020. Rimane chiaro che fino a 1600 $/oz. il modello grafico ha la sua validità, ma certamente quella che ora è ancora una correzione dai massimi, diventerebbe un trend al ribasso con onde 1 e 2 già formate. A questo punto aspettiamo le decisioni della FED, mercoledì 22.

Anche gli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio sono stati penalizzati, molto meno il Platino che la settimana precedente era stato abbastanza penalizzato fermandosi sulla soglia dei 956 $/oz (area che aveva fermato il ribasso due volte nel mese di agosto), ma in quella appena trascorsa anche detto supporto è stato violato al ribasso facendo registrare un minimo intraday a 915.6 $/oz. per poi chiudere la settimana a 930.6 $/oz. Decisamente peggio le quotazioni dell’Argento, che negli ultimi due giorni della settimana ha rotto violentemente la soglia dei 23 $/az. chiudendo le contrattazioni a 22.335$/oz. disegnando un doppio minimo con i prezzi del 9 agosto scorso, solo che in quella giornata il minimo fu registrato in intraday per poi chiudere ben più in alto. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1751.4 $/oz. facendo registrare una perdita del – 2,27% che porta il deficit da inizio anno al – 7,58%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1753.4 $/oz. con una perdita del – 1,91%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

L’agenda economica del presidente Joe Biden resta uno dei temi caldi della politica statunitense. Al Congresso si continua a lavorare al pacchetto da 3,5 trilioni di dollari e la scorsa settimana 13 commissioni hanno approvato le rispettive porzioni del pacchetto stesso, anche se ci sono stati diversi scontri interni tra schieramenti in merito a varie misure. Il senatore democratico, Chris Murphy ha spiegato che ci sono divergenze sui temi affrontati, come il cambiamento climatico, le tasse e l’assistenza sanitaria, ma secondo lui alla fine i dem troveranno la quadra. Secondo il senatore democratico Ben Cardin l’approvazione del pacchetto non avverrà questo mese.

Già nelle scorse settimane parlando del pacchetto da 3,5 trilioni di dollari, che i dem vogliono approvare tramite il processo di riconciliazione, avevamo sottolineato l’importanza di due senatori democratici, ovvero Joe Manchin e Kyrsten Sinema, che avevano espresso dubbi sulla dimensione della misura. Manchin e Sinema ritengono l’importo troppo elevato, mentre i democratici progressisti alla Camera considerano la cifra di 3,5 trilioni di dollari come il minimo necessario per le loro priorità. Mercoledì scorso il presidente Joe Biden ha ricevuto alla Casa Bianca, separatamente, proprio Manchin e Sinema. L’ufficio di Sinema ha definito la discussione “produttiva”.

Bernie Sanders, senatore indipendente e a capo della Commissione Bilancio del Senato, ha affermato che un pacchetto di riconciliazione potrebbe ancora essere pronto entro la fine del mese.

Su aspetti di politica fiscale ci sono ancora divisioni. Ron Wyden (democratico), presidente della commissione Finanze al Senato, si è detto non soddisfatto del livello di tassazione sui ricchi, affermando anche di volere crediti d'imposta sull'energia legati ai livelli effettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Inoltre ha proposto una serie di modi per aumentare le entrate, comprese le imposte sui riacquisti di azioni e le partnership.

Anche l’approvazione della parte sanitaria del pacchetto non può essere considerata scontata. Martedì scorso tre democratici moderati della commissione per l’energia ed il commercio della Camera hanno votato contro una proposta che autorizzava il governo a chiedere prezzi più bassi per i farmaci, limitando anche futuri aumenti dei prezzi dei farmaci basati sull'inflazione. I tre dem moderati chiedono che il loro partito avanzi una proposta più ristretta sul prezzo dei farmaci.

Nella commissione Ways and Means (il comitato più antico del Congresso degli Stati Uniti ed è il principale comitato per la redazione delle tasse della Camera dei rappresentanti) è la parte relativa alle tasse a creare disaccordi. La scorsa settimana, quando il presidente della commissione Richard Neal ha presentato il pacchetto sulle tasse, i democratici provenienti dalle zone più ricche della nazione si sono tirati indietro visto il mancato aumento della detrazione federale per tasse statali e locali (nota come SALT). Tom Suozzi, democratico membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato di New York, che chiede che il SALT benefit venga alzato dal massimale di 10 mila dollari adottato con la riforma fiscale dei Repubblicani del 2017, ha parlato della questione con la speaker della Camera, Nancy Pelosi, con il leader della maggioranza del Senato, Chuck Schumer ed alti funzionari della Casa Bianca ed ha detto che ora è “fiducioso” che una revisione del SALT sarà parte della legislazione finale.

Stephanie Murphy, unica democratica a votare contro le porzioni della commissione Ways and Means del disegno di legge, ha dichiarato: “Ci sono anche disposizioni di spesa e fiscali che mi bloccano e quindi non posso votare per il disegno di legge in questa prima fase”. “Mentre questo processo avanza, resto ottimista circa il fatto che il pacchetto di riconciliazione complessivo sarà adeguatamente mirato e fiscalmente responsabile – finanziato da provvedimenti fiscali che promuovano equità, ma che non danneggino le famiglie operaie”.

La speaker Pelosi ha promesso ai moderati che porterà alla Camera il pacchetto infrastrutturale approvato dal Senato entro il 27 settembre, ma alcuni progressisti hanno minacciato di opporsi ad esso fino a quando il pacchetto da 3,5 trilioni di dollari non arriverà al presidente Biden. Giovedì scorso, il presidente Joe Biden alla Casa Bianca ha spiegato perché il Congresso deve aumentare le tasse sui più ricchi e sulle aziende per finanziare l’agenda “Build Back Better”.

Biden ha detto: “Com’è possibile che i miliardari più ricchi nel paese riescano interamente a sottrarsi al pagamento dell’imposta sul reddito su ciò che hanno guadagnato?”. “Com’è possibile che milionari e miliardari possano pagare un’aliquota d’imposta inferiore ad insegnanti, vigili del fuoco o agenti delle forze dell’ordine?”.

Prima delle parole del presidente, giusto il giorno prima, la commissione Ways and Means della Camera ha votato per far avanzare la porzione fiscale del disegno di legge sulla rete di sicurezza sociale. Il piano prevede un aumento del 5,5% dell’aliquota massima d’imposta sulle società e del 2,6% dell’aliquota d’imposta individuale massima. Questi parametri porterebbero l’aliquota federale dell'imposta sul reddito delle società al 26,5% e la nuova fascia di reddito individuale più alta al 39,6%. La proposta include anche una sovrattassa del 3% sul reddito individuale superiore a 5 milioni di dollari ed un’imposta sulle plusvalenze del 25%. La Casa Bianca aveva chiesto una massima aliquota d’imposta federale sulle plusvalenze a lungo termine ed i dividendi del 39,6%; più bassa la tassazione sulle plusvalenze ed i dividendi proposta dalla commissione Ways and Means della Camera (25%). La proposta della Camera si applicherebbe a singoli contribuenti con almeno 400 mila dollari di reddito e a coppie sposate con 450 mila dollari.

Per quanto riguarda le plusvalenze, il piano di Biden andrebbe a tassare l’apprezzamento di un bene alla morte del suo proprietario (plusvalenze inferiori ad 1 milione di dollari per singoli contribuenti e 2,5 milioni di dollari per coppie sposate sarebbero esentate). Il piano della Camera mantiene lo status quo, che non impone questa tassa alla morte.

Oltre alle modifiche alle tasse, la manovra della commissione Ways and Means prevede 80 miliardi di dollari di ulteriori finanziamenti per l’Internal Revenue Service (agenzia governativa statunitense deputata alla riscossione dei tributi). “Oggi in questo paese, in questo momento, l’1% più ricco, per esempio, evade circa 160 miliardi di dollari di tasse che devono ogni anno”, ha detto Biden. “Non nuove tasse, tasse che devono”.

Le parti fiscali del disegno di legge approvate dalla commissione Ways and Means passeranno alla commissione Bilancio della Camera, che le prenderà in considerazione insieme alle altre parti del disegno di legge approvate da diverse commissioni.

Oltre al pacchetto da 3,5 trilioni di dollari, il Congresso deve pensare anche a finanziare il governo e ad aumentare il tetto del debito.

Il Congresso ogni anno deve approvare un budget federale per finanziare il governo nel periodo che va dal 1° ottobre al 30 settembre. In caso di mancata approvazione di un nuovo budget entro la fine di questo mese, si verificherebbe uno “shutdown”, che porterebbe alla riduzione delle attività di agenzia ed allo stop di operazioni non essenziali. Nell’ultimo decennio si sono verificati diversi “shutdown” del governo.

Una notizia riporta che il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, sostiene una risoluzione senza emendamenti e politiche partigiane. Tuttavia McConnell ed i suoi colleghi repubblicani sarebbero decisi nel non aiutare i dem ad aumentare o sospendere il tetto del debito. McConnell preferirebbe che i dem legassero un aumento del tetto del debito al loro pacchetto da 3,5 trilioni di dollari, elaborato secondo le regole di bilancio che permetterebbero un suo passaggio con solo 51 voti al Senato.

Una partita fondamentale si gioca anche sul tetto del debito, la quantità di debito che il governo degli Stati Uniti è legalmente autorizzato ad avere. I legislatori possono votare per aumentare il limite di prestito o sospenderlo fino ad una certa data. A fine luglio è scaduta una sospensione del tetto del debito di due anni approvata nel 2019, il che significa che il dipartimento del Tesoro non è stato in grado di emettere nuove obbligazioni per finanziare la spesa precedente del Congresso. Aumentare o sospendere il tetto del debito non autorizza nuova spesa federale, ma permette al Tesoro di continuare a pagare ricevute per acquisti che il governo ha fatto settimane o mesi fa.

Al momento il Tesoro, incapace di emettere nuovo debito, ha fatto ricorso a “misure straordinarie”, che permettono di conservare denaro fermando i reinvestimenti nei fondi pensione governativi. Il Tesoro dovrebbe esaurire queste misure in ottobre e raggiungere una data in cui il governo statunitense andrebbe in default per la prima volta.

Ad inizio mese, in una lettera a Nancy Pelosi, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha scritto: “Un ritardo che mette in dubbio la capacità del governo federale di soddisfare tutti i suoi obblighi causerebbe probabilmente un danno irreparabile all'economia statunitense e ai mercati finanziari globali”. “Abbiamo imparato dall’impasse del limite del debito in passato, che aspettare fino all’ultimo minuto per sospendere o aumentare il limite del debito può causare gravi danni alla fiducia delle imprese e dei consumatori, aumentare gli oneri finanziari a breve termine per i contribuenti ed influenzare negativamente la posizione creditizia degli Stati Uniti”.

Venerdì scorso il leader della maggioranza alla Camera, Steny Hoyer, ha detto che in settimana la Camera prenderà provvedimenti per sospendere il limite di debito; in una lettera ai parlamentari ha dichiarato che si voterà sul limite di debito e su una risoluzione continua per finanziare il governo.

USA – CINA

USA, Australia e Regno Unito si sono uniti in una partnership che punta a garantire pace e stabilità nella regione dell’Indo-Pacifico. Ad annunciarlo sono stati il presidente statunitense Joe Biden, il primo ministro australiano Scott Morrison ed il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson.

Biden ha dichiarato: “Oggi stiamo facendo un altro passo storico per rafforzare ed ufficializzare la cooperazione tra le nostre tre nazioni perché noi tutti riconosciamo l’imperativo di garantire pace e stabilità nell’Indo-Pacifico nel lungo periodo”. “Si tratta di investire nelle nostre più grandi fonti di forza, le nostre alleanze”. Il presidente americano ha aggiunto: “Questa iniziativa consiste nell’assicurarsi che ognuno di noi abbia le più moderne capacità di cui abbiamo bisogno per manovrare e difenderci da minacce che si evolvono rapidamente”.

USA e Regno Unito, inoltre, sosterranno l’Australia nel comprare sottomarini a propulsione nucleare che permetteranno alla marina australiana di aiutare a contrastare le navi cinesi a propulsione nucleare nella regione.

Le tre nazioni stanno anche pianificando di rafforzare la condivisione di tecnologia in aree di sicurezza emergenti come l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche.

Peter Jennings, direttore esecutivo dell’Australian Strategic Policy Institute, giovedì scorso ha dichiarato: “Vi posso assicurare che niente di tutto questo sarebbe andato avanti se non fosse stato per le politiche più aggressive ed assertive perseguite da Xi Jinping nell’ultimo mezzo decennio o più”. Jennings ha spiegato che con Xi Jinping la CINA ha militarizzato il Mare Cinese Meridionale, rafforzato i controlli su Hong Kong, minacciato Taiwan e Giappone e punito economicamente l’Australia.

In risposta al nuovo patto, il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu ha detto a Reuters che i paesi “non dovrebbero costruire blocchi di esclusione mirando o danneggiando interessi di terze parti. In particolare, dovrebbero scrollarsi di dosso la loro mentalità da Guerra Fredda e il loro pregiudizio ideologico”.

Secondo esperti di geopolitica, Taiwan è una delle zone più delicate nella competizione strategica tra USA e CINA. Per Jennings è importante costruire “un forte effetto di deterrenza” nella regione Indo-Pacifica in modo che la CINA possa rinunciare a perseguire una partita militare contro Taiwan. Jennings ha detto: “Francamente se ci sono USA, Regno Unito e Australia che operano insieme in un tipo di relazione di alleanza più forte, questo inizia a dipingere un quadro che dice alla CINA: ‘Non te la caverai con un attacco a Taiwan nel modo in cui te la sei cavata militarizzando il Mare Cinese Meridionale”.

Se la chiamata tra Biden e Xi Jinping della scorsa settimana lasciava trasparire un allentamento delle tensioni tra i due, il presidente USA ha dichiarato che Xi avrebbe rifiutato la richiesta di un incontro personale tra i due. Il rapporto tra i due Paesi sarà anche uno dei temi di rilievo di un incontro in programma per domani tra diversi rappresentanti di Wall Street e i principali regolatori cinesi. Il focus fondamentale dei colloqui sarà comunque l’offensiva del governo di Pechino nei confronti del settore privato dell’economia domestica.

Passando ad altro argomento, in CINA, la nuova vittima degli interventi di Pechino è il settore dei casinò e del gioco d’azzardo. Già nella giornata di ieri i principali titoli degli operatori di casinò avevano sofferto cali a doppia cifra fino a quasi il 30%. Il tonfo per parecchi titoli non si è fermato nemmeno oggi dopo che il segretario dell’economia e delle Finanze Nong ha dichiarato che il governo ha riscontrato diverse lacune nella loro regolamentazione e promuoverà “uno sviluppo sano e sostenibile” del settore.

LA POLITICA DELLA FED

Chi è senza peccato, scagli la prima pietra !

Da uno sguardo approfondito della CNBC alle informative finanziarie di funzionari delle Federal Reserve è emerso che tre di loro, l’anno scorso, hanno posseduto asset dello stesso tipo che la FED stava comprando, compreso il presidente Jerome Powell. Nessuna di queste partecipazioni o operazioni sembrava violare il codice di condotta della FED, ma sollevano ulteriori domande circa le politiche di conflitto di interesse dell’istituto e sulla sorveglianza dei funzionari della banca centrale.

Powell ha detenuto tra gli 1,25 ed i 2,5 milioni di dollari in obbligazioni municipali. Le obbligazioni furono comprate prima del 2019, ma sono state detenute anche quando la FED lo scorso anno acquistò oltre 5 miliardi di dollari in munis, incluso uno dallo stato dell’Illinois acquistato dal suo family trust nel 2016.

Eric Rosengren, presidente della FED di Boston, ha detenuto tra i 151 mila e gli 800 mila dollari di fondi di investimento immobiliare che possedevano titoli garantiti da ipoteca. Ha fatto 37 distinte operazioni nei quattro REITS (real estate investment trusts) mentre la FED ha acquistato quasi 700 miliardi di dollari in titoli garantiti da ipoteche.

Il presidente della FED di Richmond, Thomas Barkin, ha detenuto da 1,35 a 3 milioni di dollari in singole obbligazioni societarie acquistate prima del 2020. La FED lo scorso anno ha aperto uno strumento di acquisto di obbligazioni societarie ed ha comprato 46,5 miliardi di dollari di obbligazioni societarie.

Secondo il codice di condotta dell’istituto, i funzionari “dovrebbero essere attenti ad evitare qualsiasi operazione o altra condotta che potrebbe trasmettere anche solo un’apparenza di conflitto tra i loro interessi personali, gli interessi del sistema ed il pubblico interesse”.

La testata televisiva riporta che un portavoce della FED, in settimana, ha rilasciato una dichiarazione dicendo che Powell la settimana precedente ha ordinato una revisione delle regole etiche della FED riguardo “le partecipazioni finanziarie consentite e le attività dei funzionari senior della FED”. “Questa revisione aiuterà nell’identificare modi per stringere ulteriormente queste regole standard – ha detto il portavoce -. Il consiglio apporterà cambiamenti, ove opportuno, e qualsiasi modifica sarà aggiunta al Reserve Bank Code of Conduct”.

Rosengren ha detto che venderà le sue posizioni individuali e smetterà di fare trading mentre ricopre la carica di presidente della FED di Boston. Anche Robert Kaplan, presidente della FED di Dallas, ha detto che non farà più trading e venderà le sue posizioni individuali, anche se ha detto che le sue operazioni non hanno violato le regole etiche della FED.

Dennis Kelleher, CEO di Better Markets, ha detto: “Pensare che questo tipo di trading sia accettabile perché è presumibilmente consentito dalle attuali politiche della FED sottolinea solo che le politiche dell’istituto sono tristemente carenti”.

Intanto la FED si avvicina ad un incontro, previsto tra martedì e mercoledì, quindi sarà rilasciata la dichiarazione post-meeting, con i funzionari che esporranno anche le loro previsioni sul futuro arco dei tassi di interesse, sulla crescita economica e sull’inflazione.

L’appuntamento di questa settimana avverrà in un clima particolare per la banca centrale. Da una parte le notizie riguardo funzionari della FED che hanno scambiato azioni ed obbligazioni che potrebbero essere influenzate, almeno indirettamente, dalle loro decisioni politiche. Dall’altra parte alcune divisioni tra chi vorrebbe iniziare a ritirare la politica accomodante ora e chi, invece, preferirebbe aspettare. A questi aspetti se ne aggiunge un altro ancora: il mandato di Powell che scadrà a febbraio. L’annuncio della preferenza del presidente Biden per la guida della banca centrale dovrebbe arrivare a breve. La maggior parte a Wall Street si aspetta che Powell venga confermato, ma c’è un pensiero che sta crescendo circa la possibilità che Biden trasferisca Randal Quarles come vice presidente responsabile della supervisione bancaria e lo sostituisca con Lael Brainard (attualmente membro del Consiglio dei Governatori della FED), che probabilmente userebbe una mano più pesante nella regolamentazione bancaria.

DATI MACROECONOMICI

L'Empire manufacturing della Fed di NY, prima survey manifatturiera di settembre, ha sorpreso clamorosamente in positivo uscendo a 34,3 dal 18,3 del mese precedente. La forza è riflessa nei sottoindici (new orders +18,9 pt a 33,7).

Martedì scorso l’U.S. Bureau of Labor Statistics ha rilasciato l’atteso dato relativo all’indice dei prezzi al consumo core (che non tiene conto del settore del cibo e dell’energia). Il dato di Agosto ha riservato la prima sorpresa al ribasso da parecchio tempo a questa parte registrando una crescita dello 0,1%, sotto la crescita dello 0,3% di luglio e sotto il consensus (fissato a +0,3%). Il dato annualizzato di agosto, invece, ha segnato un +4% contro il +4,3% di luglio e appena sotto il consensus di +4,2%.

Il dato sulla produzione industriale a livello mensile ad agosto è uscito leggermente sotto le attese facendo registrare un +0,4%, rallentando dopo il +0,8% di luglio (rivisto da +0,9%). Il dato è rilasciato dal Board of Governors of the Federal Reserve.

Dopo aver registrato contrazioni per due settimane consecutive, il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione torna a salire ma restano sui livelli minimi da post pandemia.  Nella settimana terminata l’11 settembre le richieste hanno raggiunto quota 332 mila, decisamente in rialzo rispetto alle 312 mila (dato rivisto da 310 mila) registrate nella settimana terminata il 4 settembre. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

E' da notare che i sussidi di emergenza sono crollati in quanto stanno scadendo nella maggior parte degli Stati che ancora li erogavano.

Il dato sulle vendite al dettaglio Control Group ad agosto è cresciuto del 2,5%. Una crescita esponenziale, quella di agosto, che ha smentito decisamente il consensus, che prevedeva un calo dello 0,1%. E' vero che il mese di Luglio, già debole, ha visto revisioni al ribasso, ma queste non bastano ad eliminare la forza dei numeri. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il Philly Fed di Settembre, la seconda survey manifatturiera regionale del mese (e una delle più importanti) ha fatto come l'Empire NY, registrando un boom, con il passaggio dai 19,4 punti di agosto agli attuali 30,7. E' vero che i dettagli sono meno buoni, con i New orders in calo di 6.9 punti a 15.9, l’employment sceso di 6.3 punti a 26.3. Quindi l'interpretazione è un po' più dubbia anche per il futuro (le expectations hanno ceduto 13.7 punti a 20). Il dato è elaborato dalla Federal Reserve Bank di Filadelfia.

Il dato mensile preliminare di settembre dell’indice di fiducia dei consumatori, elaborato dall’Università del Michigan, si attesta appena sotto il consensus di 72 punti fermandosi a quota 71. In crescita rispetto all’ultimo dato di 70,3 punti. Nello specifico, il dato preliminare di settembre relativo alle condizioni economiche attuali cala da 78,5 punti a 77,1 punti.

PORTAFOGLI AZIONARI

Ritornano le notizie positive sui Portafogli Lombard nella settimana appena trascorsa. Sullo Storico, gli acquisti con la strategia “SwingItalia” hanno portato al raggiungimento di 3 target su STELLANTIS, STMICROELECTRONICS e TERNA ed alla chiusura di EXOR, in live perdita, dopo aver recuperato da un passivo ben più pesante. Qualche abbonato chiedeva lumi sul fatto che il prezzo target fosse più basso del prezzo di acquisto. Ebbene il system calcola giornalmente diversi parametri e se si arriva alla congiunzione di detti parametri da una perdita importante, il system lo elabora come target anche se, in realtà, è uno Stoploss. Ma ciò ci evita di portare a casa lo STOP vero e proprio che è del – 12%. Prima regola “non prenderle” o limitare al massimo “le botte”. Mentre nel “The Challenge” abbiamo colto nel segno abbassando di molto poco il prezzo target sul titolo del Nasdaq AIRBNB e, de facto, giovedì lo abbiamo venduto guadagnando il + 23,67%. Inoltre, vista la debolezza momentanea del titolo tedesco TUI, siamo riusciti ad acquistare un secondo lotto ed in un paio di giorni abbiamo guadagnato più del 9% e speriamo che il rimbalzo duri. Stessa strategia sul titolo del Nasdaq, ZOOM, secondo lotto acquistato e via.  

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

MODERNA - Attualmente, Moderna è solo una delle tre società (le altre sono i produttori farmaceutici Johnson & Johnson e Pfizer) con vaccini COVID-19 disponibili per l'uso nel mercato statunitense. Ma presto potrebbe essercene un altro, il produttore di vaccini Novavax. Questa società prevede di richiedere l'autorizzazione per il suo vaccino, alla Food and Drug Administration (FDA), per l'uso di emergenza (EUA) prima della fine dell'anno. Se ciò dovesse accadere, è ovvio aspettarsi qualche declassamento da parte degli analisti sui sopra citati titoli, in quanto potrebbe essere un segno che la quota di mercato, soprattutto di Moderna, si ridurrà negli Stati Uniti, con Novavax che potrebbe persino diventare il titolo migliore da acquistare. Il perché è presto detto, in primo luogo il vaccino di Moderna potrebbe essere meno competitivo a causa del suo prezzo elevato; inoltre, con l'aumento dei tassi di vaccinazione negli Stati Uniti - oltre il 50% degli aventi diritto è completamente vaccinato - il bacino di utenti si sta già riducendo anche se potrebbe esserci un mercato per un ulteriore richiamo nel prossimo anno ma gli scienziati sono in conflitto sul fatto che sia necessario.

Di conseguenza, l'attenzione si sposterà inevitabilmente su altri paesi in cui ci sono più vaccini tra cui scegliere. Moderna ha recentemente aumentato il suo prezzo per dose in Europa, da 22,60 a 25,50 $ a dose e risulta essere troppo cara rispetto ad AstraZeneca, che offre il suo vaccino a un costo di appena un paio di dollari per dose. Anche i vaccini di Sanofi e GlaxoSmithKline sono più economici di Moderna, arrivando a costare meno di 10 $ per dose. Con un prezzo così significativo rispetto ai suoi rivali, il vaccino di Moderna potrebbe rivelarsi una vendita più difficile per i Paesi che hanno più opzioni disponibili.

Fino a giugno 2021 gli ordinativi per il vaccino di Moderna erano pari a 500 milioni di dosi dal governo degli Stati Uniti, mentre in Europa i funzionari ne hanno acquistato per 460 milioni di dosi. In altre parti del mondo, Covax, un'iniziativa mondiale per aiutare tutti i paesi ad accedere ai vaccini COVID-19, ha ordinato fino a 500 milioni di dosi del vaccino Moderna, ma solo 34 milioni di quei vaccini saranno consegnati quest'anno. Covax ha un'opzione per i restanti 466 milioni il prossimo anno. Sebbene nell'accordo con Covax non sia stato indicato un prezzo specifico per dose, Moderna ha confermato che questi saranno venduti ad un livello di prezzo più basso, considerevolmente inferiore al prezzo pagato dal governo degli Stati Uniti (gli USA pagano circa 15 $ per dose).

Le azioni di Moderna sono attualmente scambiate con un rapporto prezzo/utili di oltre 50. Questo è ben al di sopra del rapporto pari a 19 volte che gli investitori stanno pagando per Pfizer e il profitto pari a 27 volte nella partecipazione al fondo SPDR del settore sanitario. Il titolo è già oscenamente troppo caro, e questo tiene anche conto di un recente aggiornamento di Morgan Stanley, che ha aumentato il suo obiettivo di prezzo per Moderna da 190 a 337 $/az.

Gli investitori a lungo termine possono puntare sulla gamma di prodotti della società. Ma attualmente, il prodotto più promettente che ha è un vaccino per il “citomegalovirus” che sta entrando negli studi di fase 3. Nel secondo trimestre 2021, Moderna ha registrato un fatturato di 4,4 mld $, grazie alle vendite di vaccini COVID-19, con gli analisti che si aspettavano vendite annuali non superiori a 5 mld $, è stato facile per il titolo raggiungere vette di valore impensabili. Ma ora, tra il possibile EUA della FDA per il vaccino di Novavax e gli analisti che quasi sicuramente riaggiusteranno i loro obiettivi di prezzo, per Moderna sarà importante concentrarsi sui mercati al di fuori degli Stati Uniti. In definitiva, se finora si è realizzato un buon profitto su Moderna, ora potrebbe essere il momento di considerare di incassare.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

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ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (20/09/2021)
* 20/09/2021 USA$AEP (AMER ELEC PWR) Acquista limit prezzo 86.75 - 

* 20/09/2021 USA$ILMN (ILLUMINA INC) Acquista limit prezzo 453.10 -

* 20/09/2021 USA$PAYX (PAYCHEX) Acquista limit prezzo 109.88 -

* 20/09/2021 USA$QCOM (QUALCOMM) Acquista limit prezzo 138.89 -

Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.