NASDAQ100 WEEKLY - Settimana interlocutoria sugli indici azionari USA...


SETTIMANA INTERLOCUTORIA !  LA RETORICA DEI MEMBRI DELLA FED E’ TORNATA A FARSI SENTIRE MA SUI MERCATI AZIONARI SOLO L’INDICE TECH NE HA SOFFERTO UN PO’.

Riguardo agli investimenti di carattere monetario, il terminal rate, che Powell aveva fatto salire oltre 5% durante la conferenza stampa di tre settimana fa e che era stato rivisto al ribasso al 4.85%-4.90% due venerdì fa, nella settimana appena trascorsa le dichiarazioni dei membri della FED, in particolare di Bullard, ha fatto sì che la Fed Fund strip è tornata a scontare un 5% di target per giugno prossimo. Ma la curva USA ha fatto anche il nuovo record dal 1982 in termini di inversione, a indicare che il mercato ritiene sempre meno opportuni ulteriori rialzi dei Fed Funds.

Ovviamente le parole di Bullard sono riecheggiate anche sui Treasury, dove i rendimenti hanno visto un balzo in avanti. Il 10Y è tornato al 3.825% mentre il 2Y ha guadagnato 20 bps rispetto a due venerdì fa, riportandosi al 4.531% alzando lo spread a 70,6 punti contro i 52 di due venerdì fa.

Ecco il grafico comparativo settimanale delle varie scadenze tra la chiusura di lunedì scorso 14 novembre e quella di oggi 21 novembre:

Infine riportiamo lo spread del Treasury decennale USA rispetto all'omologo titolo dei principali paesi mondiali a venerdì 18 novembre.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Settimana interlocutoria quella appena trascorsa, anche se, dati macro a parte, i rendimenti e di conseguenza il dollaro, sembrano risentire della retorica FED (in particolare quella di Bullard, sai che novità !!) continuando a salire anche nel fine settimana, a detrimento dell’indice tech, che maggiormente risente di queste variabili. Detto ciò, graficamente notiamo come i prezzi abbiano tentato l’approccio alla prima resistenza posta in area 12000, per esserne subito ricacciati all’indietro fino in area 11500 per chiudere la settimana proprio sul ritracciamento del 38,2% della gamba ribassista 4-5 in area 11700. Al ribasso rimane sempre aperto il gap in area 11200 che speriamo di non vedere, bensì al rialzo sarebbe importante raggiungere l’area 12500 con obiettivo finale l’area 12800, massimo relativo di settembre e scavalcamento della M.M. semplice a 200 periodi (linea bianca). La settimana si è chiusa a 11677.02 con una perdita del – 1,18% che porta ad un deficit da inizio anno del – 28,45%.

Graficamente l’indice S&P500 si pone sempre a metà strada tra l’indice tech (più in basso) ed il Dow Jones (più in alto), anche nelle performance settimanali. Notiamo che i prezzi hanno testato la resistenza in area 4000 coincidente con la M.M. Exp a 200 periodi (linea gialla), per poi essere ricacciati all’indietro nei giorni successivi, quando hanno testato il supporto in area 3910 per poi rimbalzare in chiusura di ottava a 3965. Fermo restando che c’è ancora il gap aperto a 3818 ma che il supporto precedentemente riportato ha fatto il suo dovere, è auspicabile che i prezzi riprendano la fase rialzista andando a superare le due M.M. a 200 periodi (linee gialla e bianca), per andare a testare i 4120 massimo relativo del settembre scorso. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3965.34 con una perdita del – 0,69% che porta a segnare un – 16,80% da inizio anno.

Riguardo all’indice DOW JONES troviamo una situazione grafica senz’altro migliore rispetto agli altri due indici e, a livello di prezzi, esattamente come in chiusura di settimana di due venerdì fa. Quindi come notiamo dal grafico, il rialzo ha approcciato l’area 34000 per poi correggere di poco senza andare a testare il supporto in area 33075 (ritracciamento del 78,6% della gamba 4-5) lasciando ancora aperto un piccolo gap a 33065. Al rialzo, smaltito un po' di ipercomprato, i prezzi dovrebbero puntare con decisione al superamento del massimo di onda 4 a 34281. Vedremo. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33745.69 praticamente a pareggio rispetto alla chiusura di due venerdì fa e che porta a segnare un – 7,13% da inizio anno.

ORO INDEX   

Graficamente notiamo come l’importante resistenza posta in area 1770 $/oz. faccia da attrattore dei prezzi dell’Oro. Seppur, durante la scorsa settimana, le quotazioni abbiano tentato invano di attaccare l’area 1800 $/oz. in chiusura di ottava i prezzi sono rientrati al di sotto dell’area di resistenza. Di positivo, abbiamo che il minimo settimanale si è fermato in area 1750 $/oz. senza tornare in aree di supporto più pericolose.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, tutto ciò che di buono era stato fatto nel corso di due settimane fa, la commodity se l’è rimangiato in quella appena trascorsa. Pertanto riavvolgiamo il nastro e torniamo nuovamente a parlare di supporto in area 975 $/oz. avvicinato in chiusura di ottava. In attesa di un cospicuo rimbalzo verso i massimi relativi di 1075 $/oz., i prezzi non devono scendere sotto il supporto costituito dalla M.M. a 200 periodi in area 950 $/oz.

Così come meno esplosivo è stato il movimento delle quotazioni dell’Argento due settimane fa, altrettanto meno incisivo è stato il ribasso della scorsa settimana. Dal massimo di 22,375 $/oz. ci siamo fermati in area 21 $/oz. rompendo però al ribasso la M.M. semplice a 200 periodi. Avendo smaltito l’ipercomprato di breve, è ancora possibile un’estensione del ribasso fino in area 20,5 $/oz. per poi rimbalzare con prossimo obiettivo rialzista, l’attacco ai massimi relativi di giugno scorso in area 22,50 $/oz. con possibile estensione in area 23 $/oz.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1754.40 $/oz., con una perdita del – 0,85% che porta ad una perdita del – 4,06% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1750.40 $/oz. con una perdita del – 1,17%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2022:

LA GUERRA – RUSSIA – UCRAINA - (EUROPA)

Sabato sera e ieri mattina la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata interessata da bombardamenti che hanno danneggiato edifici, sistemi ed attrezzatura. Inoltre ci sono state alcune esplosioni vicino ai reattori. A riportarlo è il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Mariano Grossi. L’AIEA in una nota scrive che i livelli di radiazione sul sito sono rimasti nella norma, non sono state segnalate vittime e gli alimentatori esterni della centrale non sono stati coinvolti. Grossi ha detto: “Ancora una volta, siamo stati fortunati che non si sia verificato un incidente nucleare potenzialmente grave. La prossima volta, potremmo non essere così fortunati. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per assicurarci che non ci sia una prossima volta”. Il direttore generale dell’AIEA ha fatto sapere di aver avuto consultazioni con i leader mondiali sugli ultimi bombardamenti ed ha ribadito che deve esserci ora un accordo e l’attuazione di una zona di protezione e sicurezza nucleare attorno alla centrale. Grossi ha aggiunto: "Anche se non c’è stato un impatto diretto sui principali sistemi di sicurezza e di protezione nucleare dell’impianto, il bombardamento si è avvicinato pericolosamente ad essi. Parliamo di metri, non chilometri. Chiunque stia bombardando la centrale nucleare di Zaporizhzhia sta prendendo rischi enormi e sta giocando con la vita di molte persone”.

La scorsa settimana, giovedì, è stato prolungato per quattro mesi l’accordo sul grano che deve favorire l’export creando un corridoio nel mar Nero. Commentando il rinnovo dell’accordo, il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha scritto su Twitter: “Accolgo con favore l’accordo di tutte le parti di proseguire “l’Iniziativa per il Grano del Mar Nero” per facilitare la navigazione sicura dell’esportazione di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti dall’Ucraina. L’iniziativa dimostra l’importanza della diplomazia discreta nel trovare soluzioni multilaterali”. In un altro tweet Guterres ha espresso il suo apprezzamento nei confronti del presidente turco Erdoğan e della Turchia (che insieme all’ONU ha promosso l’accordo in estate) per il rinnovo dell’iniziativa: “Senza la loro generosità ed impegno questa iniziativa non sarebbe mai nata. Istanbul resta il centro di un notevole risultato diplomatico". Il segretario generale ha anche detto che l’ONU è “pienamente impegnato” nel rimuovere i restanti ostacoli all’export di cibo e fertilizzanti dalla Russia. Come riporta la TASS, il ministero degli esteri russi in merito all’accordo ha dichiarato: “Mosca ha sottolineato chiaramente e apertamente e continua a sottolineare la natura di pacchetto interconnesso degli accordi sul cibo ucraino e l’efficiente attuazione del memorandum Russia-ONU sulla normalizzazione dell’esportazione agricola nazionale”.

Lunedì scorso in Turchia il direttore della CIA William Burns ha incontrato Sergei Naryshkin, direttore del Servizio di intelligence internazionale russo, a riportarlo è Reuters che cita un portavoce della Casa Bianca anonimo. Il portavoce ha detto che Burns non stava conducendo un negoziato, ma comunicando un messaggio sulle conseguenze dell’uso di armi nucleari da parte della Russia. Durante il meeting le due parti hanno anche parlato di detenuti. Il portavoce ha sottolineato che l’Ucraina è stata informata in anticipo del viaggio di Burns.

Come riporta TASS, venerdì il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, rispondendo proprio alla TASS ad una domanda in merito alla possibilità di portare avanti colloqui solo con Kiev o alla necessità di includere anche l’Occidente, ha detto: “L’esperienza precedente di interazione con Kiev mostra che senza dialogo con l’Occidente, la posizione di Kiev è estremamente mutevole. Quindi, senza dubbio, l’elemento di direzione, di sostegno e di rinforzo di tale comunicazione potrebbe essere anche l’interazione con l’Occidente, perché le direttive che arrivano da lì sono meticolosamente attuate da Kiev”. Peskov ha detto che al momento non ci sono piani per un incontro tra i presidenti Putin e Biden. In precedenza venerdì, come riporta TASS, il vice ministro degli esteri russo Sergei Ryabkov ha detto che la Russia non rifiuterà nuove interazioni con Washington dopo la sessione a Il Cario sul New Strategic Arms Reduction Treaty, ma non al riguardo dell’Ucraina.

LA POLITICA USA

Cambiano gli equilibri al Congresso. Se i dem sono stati in grado superare le elezioni di metà mandato mantenendo la maggioranza al Senato, lo stesso non si può dire della Camera, dove i numeri hanno premiato i repubblicani. Il passo decisivo verso il 218esimo seggio necessario per avere la maggioranza è stato fatto mercoledì scorso con la vittoria nel 27esimo distretto congressuale della California.

Joe Biden mercoledì scorso ha commentato i risultati alla Camera congratulandosi con i repubblicani per la vittoria. In una nota pubblicata sul sito della Casa Bianca, il Presidente statunitense ha detto: “Mi congratulo con il leader McCarthy per il raggiungimento della maggioranza alla Camera da parte dei repubblicani e sono pronto a lavorare con i repubblicani della Camera per ottenere risultati per le famiglie operaie”. “In queste elezioni gli elettori hanno parlato chiaramente delle loro preoccupazioni: la necessità di abbassare i costi, proteggere il diritto di scegliere e preservare la nostra democrazia. Come ho detto la scorsa settimana, il futuro è troppo promettente per essere intrappolato in una guerra politica. Il popolo americano vuole che facciamo cose per loro. Vogliono che ci concentriamo sui problemi che contano per loro e sul rendere le loro vite migliori. Ed io lavorerò con chiunque – repubblicano o democratico – voglia lavorare con me per ottenere risultati per loro”.

Intanto i repubblicani della Camera hanno comunicato di voler ascoltare la testimonianza di 42 funzionari della Casa Bianca e dell’amministrazione Biden. In particolare, 19 repubblicani della commissione Giustizia della Camera hanno detto di aver bisogno di testimonianze su temi come la sicurezza dei confini e reclami di parzialità all’interno dell’FBI e del dipartimento di Giustizia. In una lettera inviata al capo di gabinetto della Casa Bianca, Ron Klain, hanno chiesto “collaborazione illimitata” nell’organizzare la testimonianza; le agenzie riportano che lettere simili sono state inviate anche al procuratore generale Merrick Garland, al direttore dell'FBI Christopher Wray, al segretario della sicurezza interna Alejandro Mayorkas e al segretario dell’istruzione Miguel Cardona.

I repubblicani alla Camera hanno detto che indagheranno sui rapporti d’affari all’estero del figlio del presidente, Hunter Biden, per cercare di verificare l’entità del presunto coinvolgimento dell’inquilino della Casa Bianca negli affari del figlio. Il repubblicano James Comer, che dovrebbe diventare il prossimo presidente della commissione di sorveglianza della Camera, ha detto: “La partecipazione del Presidente all’arricchimento della sua famiglia è, in una parola, abuso di prim’ordine”. “Voglio essere chiaro: questa è un’indagine su Joe Biden ed è su questo che ci concentreremo nel prossimo Congresso”. Il portavoce dell’ufficio legale della Casa Bianca Ian Sams ha detto: “Anziché lavorare con il presidente Biden per affrontare problemi importanti per il popolo americano, come abbassare i costi, la priorità assoluta dei repubblicani del Congresso è inseguire il presidente Biden con attacchi motivati politicamente pieni zeppi di teorie del complotto a lungo sfatate”.

Domenica il repubblicano Kevin McCarthy, attualmente leader della minoranza alla Camera, ha detto che in caso di sua elezione a speaker della Camera formerebbe una commissione sulla CINA. McCarhty, che ha accusato l’amministrazione statunitense di non contrastare Pechino, ha dichiarato a Fox News che “La CINA è il paese numero 1 quando si tratta di furto di proprietà intellettuale”.

A presiedere la rinnovata Camera non ci sarà la democratica Nancy Pelosi, che giovedì ha annunciato che lascerà il suo ruolo di leader, pur non abbandonando la Camera. Pelosi ha dichiarato alle agenzie: “Per me, è giunta l’ora che una nuova generazione guidi il programma democratico che rispetto così profondamente. E io sono grata che così tanti sono pronti e disposti ad assumersi questa fantastica responsabilità”. Il nome sostenuto dagli alleati di Pelosi per assumere il ruolo di leader dei democratici alla Camera è di Hakeem Jeffries.

Sempre a proposito di politica interna, la scorsa settimana, martedì, Donald Trump ha annunciato la sua candidatura alla presidenza in vista delle elezioni del 2024.

LA POLITICA USA – CINA

All’inizio della scorsa settimana, nell’ambito del G20 in Indonesia, si è tenuto l’incontro tra il Presidente statunitense Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping. Come riportato dalle agenzie, in una dichiarazione dopo il meeting, il Presidente cinese Xi Jinping ha definito Taiwan la “prima linea rossa” da non superare nella relazione Washington-Pechino. Biden ha fatto sapere di aver cercato di assicurare a Xi Jinping che la politica statunitense su Taiwan non è cambiata ed ai giornalisti ha detto: “Non penso ci sia alcun tentativo imminente da parte della CINA di invadere Taiwan”. In una dichiarazione dopo l’incontro riportata da Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese, Xi ha detto che la soluzione della questione Taiwan è un tema interno.

In merito alla Corea del Nord, Biden ha detto che è difficile sapere se la CINA ha avuto qualche influenza sui test di armi da parte di Pyongyang. Il Presidente statunitense ha detto di aver riferito al suo omologo cinese che gli USA faranno ciò che è necessario per difendersi e per difendere gli alleati Corea del Sud e Giappone.

La Casa Bianca ha fatto sapere che i due leader si sono accordati per riallacciare la comunicazione su alcuni temi, tra questi il clima.

Dopo il meeting, il Presidente Joe Biden ha detto che il segretario di stato Antony Blinken si recherà in CINA per proseguire le discussioni. Reuters, citando un funzionario del Dipartimento di Stato, riporta che la visita di Blinken dovrebbe tenersi indicativamente all’inizio del prossimo anno.

LA POLITICA DELLA FED

Rialzi dei tassi al centro di un intervento all’inizio della scorsa settimana della vicepresidente della Fed, Lael Brainard. Lunedì scorso in un’intervista a Bloomberg, Brainard ha detto: “Penso che probabilmente presto sarà opportuno passare ad un ritmo dei rialzi più lento, ma penso che quello veramente importante da enfatizzare sia che abbiamo ulteriore lavoro da fare”. La vicepresidente della banca centrale statunitense ha aggiunto: “Ha senso passare ad un ritmo più deliberato e dipendente dai dati mentre continuiamo ad assicurarci che ci sia la restrizione che abbasserà l’inflazione nel tempo”. Brainard ha definito “rassicuranti” i dati rilasciati la settimana precedente che mostravano un rallentamento dell’inflazione complessiva e in particolare dei prezzi dei beni, tuttavia Brainard è d’accordo sul fatto che prima di sentirsi tranquilli che la FED sta prendendo il controllo della situazione dovranno vedere il ritmo delle variazioni dei prezzi continuare a rallentare. Brainard ha anche sottolineato come tassi di interesse più alti potrebbero iniziare a far rallentare il mercato del lavoro abbastanza da cominciare a mettere a rischio il mandato di massima occupazione della banca centrale.

Mercoledì il presidente della FED di New York, John Williams, ha detto che secondo lui “utilizzare la politica monetaria per mitigare le vulnerabilità della stabilità finanziaria può portare a risultati sfavorevoli per l’economia”. Williams ha sottolineato che nel mondo le banche centrali hanno intrapreso “azioni forti” per ridurre le pressioni sui prezzi. “Il ripristino della stabilità dei prezzi è di importanza fondamentale perché è la base di una stabilità economica e finanziaria sostenuta. La stabilità dei prezzi non è un aut-aut, ma è indispensabile”.

Raphael Bostic, presidente della FED di Atlanta, in un testo pubblicato martedì scorso ha scritto che secondo lui saranno necessari altri rialzi dei tassi per avere una politica sufficientemente restrittiva da spingere l’inflazione verso l’obiettivo della FED del 2%. Bostic ha detto che si può evitare una recessione, ma ha aggiunto che questo tipo di scenario sarebbe preferibile all’alternativa di una inflazione radicata. Il presidente della FED di Atlanta ha parlato di segnali di speranza in merito ad alcuni aspetti dell’inflazione, incluso un rallentamento del ritmo degli aumenti dei prezzi dei beni, tuttavia ha sottolineato che dovranno rallentare anche gli aumenti dei prezzi dei servizi. Secondo Bostic una volta che il tasso di riferimento della FED raggiungerà un livello adeguatamente restrittivo, la banca centrale dovrà mantenerlo in quella posizione fino a quando non ci saranno prove convincenti che l’inflazione si starà muovendo verso l’obiettivo del 2%.

Lisa Cook, membro del consiglio direttivo della FED, martedì scorso ha sottolineato come la banca centrale statunitense sia concentrata sul contrasto all’inflazione: “Il focus della Federal Reserve è sull’affrontare l’inflazione e vogliamo un mercato del lavoro sostenibile e forte”.

Dal consiglio direttivo della FED si è espresso anche Christopher Waller, che mercoledì scorso ha mostrato una certa apertura verso un rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi: “Guardando verso la riunione di dicembre del FOMC, i dati delle ultime settimane mi hanno reso più a mio agio nel considerare di scendere ad un aumento di 50 punti base”. Tuttavia Waller ha detto di voler veder altri dati, tra i quali le spese per consumi personali e il rapporto sui posti di lavoro, inoltre ha espresso dubbi circa la possibilità che i dati di ottobre dell’indice dei prezzi al consumo abbiano confermato un nuovo trend: “Sebbene siano notizie gradite, dobbiamo essere cauti nel leggere troppo in un solo rapporto sull’inflazione. Non so quanto sarà duratura questa decelerazione nei prezzi al consumo”. “Non posso sottolineare abbastanza che un rapporto non fa un trend. È troppo presto per concludere che l’inflazione stia scendendo in modo duraturo”. Oltre ai dati sull’inflazione generali, Waller ha fatto sapere che osserverà i prezzi dei beni core, i servizi abitativi e non-abitativi, dai quali ha detto che sta vedendo segnali positivi, anche se ne serviranno altri.

Il presidente della FED di St. Louis James Bullard, uno dei falchi più convinti, giovedì scorso ha reiterato che il target della FED deve salire almeno fino ad un target compreso tra il 5% e il 5,25% per essere “sufficientemente restrittivo” da frenare l’inflazione. Su come spalmare i rialzi da adottare nelle prossime riunioni, Bullard lascia la palla al presidente della banca centrale statunitense Jerome Powell: “Se fai di più ora, hai meno da fare nel primo trimestre (del 2023). Se fai meno ora, allora hai più da fare nel primo trimestre. In generale, probabilmente non fa molta differenza in termini di macroeconomia”. Bullard ha anche avvisato che i dati che mostrano un rallentamento in ottobre dell’inflazione al consumo “potrebbero facilmente andare dall’altra parte nel prossimo report”. Come riportato dalle agenzie, Bullard ad un evento a Louisville tramite un grafico ha mostrato che anche adottando ipotesi “accomodanti”, una regola fondamentale di politica monetaria richiederebbe un rialzo del tasso di riferimento della FED a circa il 5%, ipotesi più severe invece consiglierebbero un rialzo oltre il 7%. Il numero uno della FED di St. Louis ha detto che il range potrebbe diminuire nel caso in cui l’inflazione dovesse scendere più rapidamente di quanto ci si aspetti, osservando che “le aspettative del mercato sono di un’inflazione in calo nel 2023”. Dovesse accadere questo, secondo Bullard si potrebbe sviluppare una “dinamica molto buona” che permetterebbe agli USA di evitare una recessione, poiché i solidi bilanci delle imprese, delle famiglie e delle amministrazioni locali consentono all’economia di continuare a crescere ad un ritmo lento anche se l’inflazione diminuisce.

Loretta Mester, presidente della FED di Cleveland, giovedì scorso ha evidenziato la necessità di affrontare alcune vulnerabilità strutturali dei mercati finanziari statunitensi. Mester ha detto: “Affrontare con una certa urgenza le vulnerabilità che esistono in parti importanti del sistema finanziario, penso sarebbe molto importante per aiutarci ad evitare una situazione molto scomoda di un conflitto tra politica monetaria e stabilità finanziaria mentre continuiamo a spostare la politica monetaria in un territorio più restrittivo”.

In un intervento di giovedì scorso, Philip Jefferson, membro del consiglio direttivo della FED, ha sottolineato come l’inflazione elevata abbia un impatto maggiore sulle famiglie a basso reddito ed abbassarla è il modo migliore per la banca centrale di contribuire a ridurre i gap economici tra gruppi demografici. Jefferson ha detto che la politica monetaria non può affrontare le ragioni specifiche che portano ad un maggiore impatto dell’inflazione sulle famiglie a basso reddito, ma “perseguire il nostro doppio mandato (stabilità dei prezzi e piena occupazione, ndr) è il modo migliore che ha la Federal Reserve per promuovere una prosperità ampiamente condivisa”.

Neel Kashkari, presidente della FED di Minneapolis, giovedì scorso ha detto che prima di esprimersi a favore di uno stop della progressione del futuro rialzo dei tassi deve essere convinto che si è fermata la crescita dell’inflazione. Secondo Kashkari il raffreddamento di ottobre dei prezzi al consumo e all’ingrosso fornisce “alcune prove che l’inflazione si sta almeno stabilizzando”, tuttavia non si deve essere troppo persuasi dai dati di un mese. Inoltre ha detto che potrebbe volerci un anno affinché gli effetti completi dei rialzi dei tassi siano percepiti in tutta l’economia.

Susan Collins, presidente della FED di Boston, venerdì scorso ha spiegato che l’Istituto, aumentando i tassi, punta a rallentare l’economia e migliorare l’equilibrio tra domanda ed offerta di lavoro. Collins ha detto: “L’intento non è una flessione significativa. Ma ripristinare la stabilità dei prezzi resta l’imperativo attuale ed è chiaro che c’è più lavoro da fare”. La numero uno della FED di Boston si è detta ottimista circa la possibilità di ristabilire equilibrio nel mercato del lavoro solo con un piccolo rialzo nel tasso di disoccupazione “pur rimanendo realista circa i rischi di una flessione più ampia”, aggiungendo che secondo lei “c’è una strada per ripristinare la stabilità di prezzo con un rallentamento del mercato del lavoro che comporta solo un modesto aumento nel tasso di disoccupazione”. In merito ai rialzi dei tassi, Collins non ha escluso un’altra mossa da 75 punti base: “Ora siamo in una fase in cui incrementi deliberati – tutti i possibili incrementi – dovrebbero essere sul tavolo mentre decidiamo cosa sia sufficientemente adatto. 75 bps è ancora sul tavolo; penso sia importante dire anche questo”.

DATI MACROECONOMICI

L’indice dei prezzi alla produzione core (quindi escludendo il cibo e l’energia) ad ottobre, a livello mensile, resta fermo registrando un +0,0%, dopo un dato di settembre del +0,2% (rivisto da +0,3%).

A livello annualizzato, l’indice dei prezzi alla produzione core ad ottobre segna un +6,7%, rallentando rispetto al +7,1% di settembre (rivisto da +7,2%) e deludendo il consensus del +7,2%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Le vendite al dettaglio a livello mensile dopo il +0,0% di settembre ad ottobre tornano a crescere con un +1,3%, contro un consensus del +1,0%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le vendite al dettaglio Control Group ad ottobre, a livello mensile, registrano un +0,7%. Una crescita superiore a quella indicata dal consensus fissato a +0,3% e alla rilevazione di settembre del +0,6% (rivisto da +0,4%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione registrano un lieve calo, passando dalle 226 mila richieste della settimana terminata il 5 novembre (rivisto da 225 mila) al dato di 222 mila della settimana terminata il 12 novembre, contro un consensus fissato a 225 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

I permessi di costruzione a livello mensile ad ottobre incassano un calo del 2,4%, attestandosi a quota 1,526 milioni dopo il dato di 1,564 milioni di settembre. Il calo registrato risulta essere più contenuto di quello indicato dal consensus pari a 1,512 milioni. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Calo più marcato per il numero di case per le quali è iniziata la costruzione ad ottobre, che a livello mensile segna un -4,2%, passando dal dato di 1,488 milioni di settembre (rivisto da 1,439 milioni) a quello di 1,425 milioni di ottobre. Il consensus prevedeva una flessione fino a 1,410 milioni. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il Philadelphia Fed Manufacturing Index crolla nel mese di novembre, attestandosi a quota -19,4 punti, decisamente sotto al consensus fissato a -6,2 punti e al dato di ottobre di -8,7 punti. Per trovare una rilevazione più bassa di quella di novembre bisogna tornare a maggio 2020. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Filadelfia.

PORTAFOGLI AZIONARI

Tutto come due venerdì fa. Con gli indici azionari in fase interlocutoria nella scorsa settimana, è mancata la spinta per poter vendere alcuni titoli molto prossimi ai loro rispettivi target. E sul Portafoglio “The Challenge” parliamo di BREMBO e LUFTHANSA secondo lotto, con FERRARI in terza posizione. Aspettiamo fiduciosi queste vendite per fare liquidità per poi poter andare ad acquistare i secondi lotti dei titoli in sofferenza, in caso di correzione dei listini. Bene anche META PLATFORMS con il secondo lotto. 

Rimane sempre in attesa di operare il Portafoglio Storico sia con la strategia del Nasdaq Weekly, sia con la nuova strategia in breakout su un basket di titoli europei ed USA, sempre su base weekly, che per questa settimana non ha generato segnali.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

APPLIED MATERIALS – 5,28%. La società che sviluppa, produce, commercializza e fornisce servizi di fabbricazione di apparecchiature per le industrie mondiali dei semiconduttori, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2022 pari a 2,03 $/az. su ricavi per 6,75 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,83 $/az. su ricavi per 6,45 mld $. Il fatturato è cresciuto del 10,2% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel primo trimestre fiscale 2023 tra 1,75 e 2,11 $/az. su ricavi tra 6,30 e 7,10 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,83 $/az. su ricavi per 6,44 mld $.

Gary Dickerson, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Abbiamo chiuso bene il nostro anno fiscale con prestazioni record e rimaniamo concentrati sull'attenuazione dei vincoli della catena di approvvigionamento e sul fare tutto il possibile per soddisfare la domanda dei clienti. Sebbene stiamo rallentando il tasso di crescita della spesa nel breve termine tra sfide geopolitiche e macroeconomiche, stiamo effettuando investimenti strategici per vincere le prossime principali sfide tecnologiche che consentiranno ad Applied di superare i concorrenti nel mercato dei semiconduttori. A livello contabile nel quarto trimestre fiscale, la società ha riportato un margine lordo del 46,0%, un utile operativo di 2,01 mld $ o il 29,8% delle vendite nette. Inoltre la società ha generato 857 mln $ in contanti dalle operazioni e ha restituito 1,72 mld $ agli azionisti, dei quali 1,50 mld $ in riacquisti di azioni e 223 mln $ in dividendi. Per l’intero anno fiscale 2022, la società ha riportato un margine lordo del 46,6%, un utile operativo di 7,86 mld $ o il 30,5% delle vendite nette e un utile per azione di 7,70 dollari. Inoltre la società ha generato 5,40 mld $ in contanti dalle operazioni e ha restituito 6,98 mld $ agli azionisti, dei quali 6,10 mld $ in riacquisti di azioni e 873 mln $ in dividendi".

CISCO SYSTEMS + 6,70%. La società che progetta, produce e vende prodotti e servizi di rete basati su protocollo Internet (IP) relativi alle comunicazioni ed all’industria della tecnologia dell'informazione (IT), ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 0,86 $/az. su ricavi per 13,60 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,84 $/az. su ricavi per 13,31 mld $. Il fatturato è aumentato del 5,7% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel secondo trimestre fiscale 2023 tra 0,84 e 0,86 $/az. su ricavi tra 13,29 e 13,547 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,85 $/az. su ricavi per 13,24 mld $. Inoltre per l’intero anno fiscale 2023 prevede utili tra 3,51 e 3,58 $/az. su ricavi tra 53,89 e 54,91 mld $. La stima degli analisti è per utili pari a 3,56 $/az e ricavi per 54,11 mld $.

Chuck Robbins, Presidente e CEO di Cisco, ha affermato: "Il nostro anno fiscale 2023 è iniziato bene poiché abbiamo realizzato il più grande fatturato trimestrale e il secondo più alto utile trimestrale per azione della nostra storia. Questi risultati dimostrano la rilevanza della nostra strategia, l’innovazione differenziata e la posizione unica per aiutare i nostri clienti a diventare più resilienti. Abbiamo ottenuto ottimi risultati nel primo trimestre e abbiamo continuato a fare progressi nella trasformazione del nostro business. I nostri ricavi ricorrenti annualizzati sono aumentati a oltre 23 mld $, con una crescita del prodotto del 12%. Questo, insieme al nostro significativo arretrato e alla ripresa della catena di approvvigionamento, ci fornisce grande visibilità e prevedibilità e supporta il nostro aumento previsionale per l'intero anno 2023. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2023, abbiamo riportato un utile netto pari a 3,5 mld $, un margine lordo totale del 63,0% rispetto al 64,5% del primo trimestre fiscale 2022, il reddito operativo è stato pari a 4,3 mld $ in aumento dell'1%, con un margine operativo del 31,8%. Le spese operative sono state pari a 4,2 mld $, in aumento del 5% e hanno rappresentato il 31,1% dei ricavi. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 4,0 mld $ con un aumento del 16% rispetto ai 3,4 mld $ del primo trimestre fiscale 2022. Le disponibilità liquide, mezzi equivalenti ed investimenti sono pari a 19,8 mld $ alla fine del primo trimestre dell'anno fiscale 2023, rispetto ai 19,3 mld $ della fine dell'anno fiscale 2022. Infine abbiamo restituito agli azionisti 2,1 mld $ attraverso riacquisti di azioni proprie e dividendi, dei quali 1,6 mld $ di dividendi in contanti e 0,5 mld $ per il riacquisto di circa 12 milioni di azioni ordinarie ad un prezzo medio di 43,76 $/az. nell'ambito del nostro programma di riacquisto di azioni. L'importo rimanente autorizzato per il riacquisto di azioni è pari a 14,7 mld $ senza data di scadenza".

JD.COM + 14,60%. E’ una società di vendita diretta online in Cina. La Società acquisisce prodotti dai fornitori e li vende direttamente ai propri clienti tramite il proprio sito Web e le applicazioni mobili, ha riportato utili nel terzo trimestre 2022 pari a 0,88 $/az. su un fatturato di 29,79 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,63 $/az. su un fatturato pari a 34,42 mld $. I ricavi sono aumentati dello 0,9% su base annua.

Lei Xu, CEO della società, ha affermato: "L'attenzione di JD.com all'efficienza in varie attività ha contribuito a promuovere una crescita sana anche quando il settore ha continuato ad affrontare sfide significative. Siamo lieti che la crescita di alta qualità di JD.com sia sempre più alimentata da milioni di PMI, specialmente nelle industrie rurali, che si rivolgono a noi per le soluzioni di fornitura più efficienti e opportunità di crescita sostenibile. Guardando al futuro, siamo fiduciosi che la nostra consolidata infrastruttura delle catene di forniture, le capacità tecniche e la responsabilità sociale che ci assumiamo continueranno a consentire a JD.com di svolgere un ruolo importante nella nuova fase di sviluppo negli anni a venire. La nostra incessante attenzione ai costi e all'efficienza ci ha permesso di espandere continuamente la nostra base di utenti offrendo al tempo stesso una crescita redditizia, i nostri sforzi preventivi all'inizio di quest'anno per promuovere l'efficienza operativa e la disciplina finanziaria si sono dimostrati tempestivi ed efficaci date le sfide esterne in corso. Continueremo a concentrarci sulla cattura della vasta opportunità offerta dal mercato al dettaglio cinese, sforzandoci di essere il partner preferito dai consumatori e dalle imprese cinesi. A livello contabile nel terzo trimestre, abbiamo riportato un reddito operativo pari a 1,2 mld $, un utile operativo pari a 1,4 mld $ ed un margine operativo del 5,2%, rispetto al 4,0% del terzo trimestre del 2021. Inoltre l'utile netto diluito per ADS è stato di 0,88 $. Il flusso di cassa operativo annuo chiuso al 30 settembre 2022 è stato pari a 6,4 mld $ ed il flusso netto di cassa è stato pari a 3,6 mld $”.

NETEASE + 4,14%. La società che gestisce una comunità online interattiva in Cina ed è un importante fornitore di contenuti e servizi in lingua cinese attraverso i suoi giochi online, portale Internet, posta elettronica e servizi wireless a valore aggiunto, ha riportato utili nel terzo trimestre 2022 pari a 1,61 $/az. su un fatturato di 3,43 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,06 $/az su ricavi per 3,48 mld $. I ricavi sono diminuiti dello 0,3% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

William Ding, A.D. e direttore della società, ha dichiarato: "La crescita costante ha caratterizzato il nostro terzo trimestre, generando ricavi netti totali in aumento del 10,1% su base annua. Il nostro business dei giochi continua a registrare solidi guadagni. Le saghe Fantasy Westward Journey sono cresciute ulteriormente nel terzo trimestre, impressionando il settore con la loro forza e longevità. Il successo del lancio di nuovi entusiasmanti giochi come Diablo ® Immortal™ è un un'ulteriore testimonianza dei solidi programmi di ricerca e sviluppo e della capacità di catturare l'attenzione dei giocatori nel panorama internazionale. Oltre ai giochi, abbiamo mantenuto le nostre offerte differenziate con le aziende Youdao, Cloud Music e Yanxuan. Man mano che andiamo avanti, continueremo a sfruttare i nostri contenuti e servizi innovativi per promuovere una crescita sostenibile in ciascuna delle nostre attività attentamente coltivate. A livello contabile nel terzo trimestre, l’utile lordo è stato pari a 1,9 mld $ con un aumento del 16,4% rispetto al terzo trimestre del 2021. Le spese operative totali sono state pari a 1,3 mld $ con un aumento del 12,0% rispetto al terzo trimestre del 2021. L'utile netto da operazioni continue attribuibile agli azionisti della Società è stato pari a 1,1 mld $. Il margine di profitto lordo per i giochi e i relativi servizi a valore aggiunto è stato del 65,0%, rispetto al 64,9% e al 61,3% rispettivamente del trimestre precedente e del terzo trimestre del 2021. Le spese operative totali sono state pari a 1,265 mld $. Infine al 30 settembre 2022, abbiamo disponibilità liquide totali e mezzi equivalenti, i depositi a termine correnti e non correnti e la liquidità vincolata, nonché il saldo degli investimenti a breve termine, meno i prestiti a breve e lungo termine, che ammontavano a 13,3 mld $. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 1,1 mld $”.

NVIDIA – 5,63 %. La società si occupa di tecnologie di processori grafici programmabili. I suoi principali segmenti di business sono le unità di elaborazione grafica, i processori per media e comunicazioni e l'elettronica palmare e di consumo, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 0,58 $/az. su un fatturato di 5,93 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,69 $/az. su un fatturato pari a 5,77 mld $. I ricavi sono diminuiti del 16,5% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre 2023 tra 0,76 e 0,86 $/az. su un fatturato tra 5,88 e 6,12 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,76 $/az. su un fatturato di 6,09 mld $.

Jensen Huang, fondatore e CEO di NVIDIA, ha affermato: "Ci stiamo rapidamente adattando all'ambiente macro, correggendo i livelli di inventario e aprendo la strada a nuovi prodotti. Il lancio delle nostre nuove piattaforme – Ada Lovelace RTX graphics, Hopper AI computing, BlueField e Quantum networking, Orin per veicoli autonomi e robotica e Omniverse – è iniziato alla grande e costituisce la base della nostra prossima fase di crescita. Il lavoro pionieristico di NVIDIA nel calcolo accelerato è più vitale che mai. Limitato dalla fisica, l'informatica generica ha subito un rallentamento, proprio come l'Intelligenza Artificiale richiede più elaborazione. Il calcolo accelerato consente alle aziende di ottenere incrementi di produttività di ordini di grandezza risparmiando denaro e tutelando l'ambiente. A livello contabile nel terzo trimestre, abbiamo riportato ricavi al 30 ottobre 2022 in calo del 17% rispetto a un anno fa e del 12 % rispetto al trimestre precedente, con gli utili in calo del 50% rispetto a un anno fa e in aumento del 14% rispetto al trimestre precedente. Il margine lordo è stato del 56,1% rispetto al 67,0% del terzo trimestre 2022, e le spese operative sono state pari a 1,793 mld $ rispetto ai 1,375 mld $ del terzo trimestre 2022. Durante il terzo trimestre dell'anno fiscale 2023, NVIDIA ha restituito agli azionisti 3,75 mld $ in riacquisti di azioni e dividendi in contanti, portando il rendimento nei primi tre trimestri a 9,29 mld $. Al 30 ottobre 2022, la società aveva ancora 8,28 mld $ rimanenti per il riacquisto di azioni fino a dicembre 2023 come da programma autorizzato”.

PALO ALTO NETWORKS – INV.%. La società offre una piattaforma di sicurezza della rete aziendale che consente alle aziende, ai fornitori di servizi e agli enti governativi di proteggere le proprie reti e abilitare in modo sicuro le applicazioni in esecuzione sulle loro reti, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 0,83 $/az. su un fatturato di 1,60 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,69 $/az. su un fatturato pari a 1,55 mld $. I ricavi sono cresciuti del 25,3% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2023 tra 0,76 e 0,78 $/az. su un fatturato tra 1,63 e 1,66 mld $.  L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,71 $/az. su un fatturato di 1,65 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2023 tra 3,37 e 3,44 $/az. per un fatturato tra 6,85 e 6,91 mld $. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 3,17 $/az. su ricavi pari a 6,87 mld $.

Nikesh Arora, Presidente e CEO della società, ha affermato: “La crescita nel primo trimestre è stata guidata dal fatto che i clienti continuano ad aumentare il loro impegno nei confronti delle nostre piattaforme di sicurezza in quanto sono in grado di scegliere le migliori capacità e semplificare la loro architettura di sicurezza. Siamo concentrati sull'espansione delle nostre offerte e del nostro ritmo di innovazione per continuare ad aumentare la quota nel mercato della sicurezza informatica. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2023, l'utile netto è stato pari a 266,4 mln $ rispetto all'utile netto pari a 170,3 mln $ del primo trimestre fiscale 2022, inoltre abbiamo superato le nostre previsioni generando 1,2 mld $ di flusso netto di cassa, ampliando i nostri margini operativi. Continueremo a bilanciare la crescita con la redditività e la generazione di cassa per rafforzare ulteriormente la nostra posizione nel mercato".

ROSS STORES + 11,88%. La società che gestisce due catene di negozi di abbigliamento ed accessori per la casa a prezzi scontati negli Stati Uniti, ha riportato utili nel terzo trimestre 2022 pari a 1,00 $/az. su un fatturato di 4,60 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,81 $/az. su un fatturato pari a 4,37 mld $. I ricavi sono diminuiti del 0,2% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre 2022 tra 1,13 e 1,26 $/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,13 $/az. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno 2022 tra 4,21 e 4,34 $/az. L'attuale stima degli analisti per il 2022 per gli utili è pari a 4,01 $/az.

Barbara Rentler, A.D. della società, ha commentato: "I risultati del terzo trimestre sono stati superiori alle nostre aspettative in quanto abbiamo fornito valori più elevati in tutti i nostri negozi. Il margine operativo per il periodo è stato del 9,8% rispetto all'11,4% dello scorso anno, dovuto al calo delle vendite comparabili come così come la pressione derivante dal ribasso dei prezzi e la tempistica sfavorevole dei costi relativi all'imballaggio. Durante il terzo trimestre, abbiamo riacquistato 2,8 milioni di azioni ordinarie per un prezzo complessivo di 244 mln $. Rimaniamo sulla buona strada per riacquistare un totale di 950 milioni di azioni ordinarie durante l'anno fiscale 2022 nell'ambito del nostro programma biennale di riacquisto pari a 1,9 mld $ che si estende fino all'anno fiscale 2023. Ci aspettiamo una stagione delle vendite natalizie molto promozionale mentre la situazione di alta inflazione esercita pressioni sui nostri clienti con redditi da bassi a moderati. Detto questo, affrontiamo il quarto trimestre confortati dall’aumento delle vendite del terzo trimestre e dal miglioramento degli assortimenti per le festività, anche se in calo del 2% rispetto all'anno precedente. Rimane un alto livello di incertezza nell'attuale contesto macroeconomico e geopolitico che continua ad avere un impatto negativo sulla fiducia e sulla domanda dei consumatori, tuttavia rimaniamo fiduciosi nel modello di business off-price, che offre sia valore che convenienza. Data la maggiore attenzione dei consumatori su entrambi di questi valori, ciò dovrebbe essere di buon auspicio per la capacità di espandere la nostra quota di mercato e la nostra redditività nel futuro".

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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.