Aggiornamento portafoglio: consolidiamo sui massimi


Se possibile, la situazione è sempre più pericolante e pericolosa. Pericolante sotto il profilo macro, visto l’ultimo dato del PIL americano, non solo sotto le attese ma addirittura negativo a fronte di aspettative di leggero rallentamento. Pericoloso sotto il profilo bellico, visti gli ultimi sviluppi e i possibili scenari futuri.

Putin, dopo avere quasi del tutto espugnato Mariupol, avrebbe intenzione di puntare su Odessa. Questo però farebbe salire l’escalation militare con l’Occidente, perché la città portuale è strategica per i traffici commerciali della Turchia, per le esportazioni della stessa Ucraina ed anche troppo pericolosamente vicina alla Transnitria, regione russofona moldava nei fatti indipendente dal 1992.

Che ci piaccia o no, purtroppo anziché avvicinarci ad una qualche soluzione diplomatica, stiamo andando verso una fase ancora più drammatica e pericolosa del conflitto. Nel frattempo, Svezia e Finlandia faranno richiesta di adesione alla NATO e la Russia potrebbe reagire mettendo nel mirino proprio la Transnistria. Che sia come sia, il prolungamento della guerra porterebbe nel migliore dei casi alla recessione, che tecnicamente si avrebbe con il calo congiunturale del PIL per due trimestri consecutivi, ma che di fatto è già bella che servita.

Infatti, il dato sul PIL USA nel primo trimestre, pubblicato giovedì scorso, pare abbia sorpreso un po’ tutti (a parte noi…) molto negativamente. Le attese erano per una crescita annuale di circa l’1%, ma nella realtà dei fatti l’economia USA si è contratta dell’1,4% per la prima volta da due anni.

Così le Borse proseguono il ribasso che dura ormai da oltre un mese, e anche i bond non se la passano bene, con rendimenti in netta e costante salita e prezzi in discesa. La riunione della FED è ormai prossima ed è evidente che i mercati temono un aumento secco dei tassi di interesse pari a 50 bps, che potrebbe anche essere bissato nella riunione di giungo.

Insomma, c’è poco da fare: in questo momento la liquidità è la regina degli asset, cosa per altro del tutto compatibile con la fase attuale del ciclo economico e finanziario, al netto dell’evento bellico che non fa altro che acuire e peggiorare la situazione.  

Tornando al nostro portafoglio, all’ultimo close disponibile, valorizza un NAV a 106,19 in progresso rispetto al precedente 105,85. Di fatto siamo sempre in prossimità dei massimi della nostra equity line, a riprova del fatto che l’equilibrio del portafoglio è ottimo e che il rischio è ridotto al lumicino. Manteniamo le posizioni e teniamoci bella stretta la liquidità perché è molto probabile che le turbolenze non mancheranno.

La performance storica su base annua è anch’essa in progresso al +3,00% rispetto al +2,86% della scorsa valorizzazione. Scende la volatilità totale, ora all’1,40% mentre è stabile quella negativa che resta allo 0,50%. 

Portafoglio ed equity line aggiornati nell’apposita sezione.