Corporate in euro a piccolo taglio: una selezione e i loro yield. Arriva un titolo in Usd al 10%: lo analizziamo, esaminando gli altri con cedola simile. I prossimi dividendi azionari e quelli dell’energetico Usa. Infine i conti deposito: convengono davvero in presenza di un’ascesa dei tassi erogati?
Il report della domenica
Numeri e numeri. La ricerca forsennata di rendimenti - complici vari fattori - costringe gli investitori a valutare coupon e yield. Noi una volta di più li accontentiamo indicando obbligazioni, azioni ed Etf ma analizzando anche – questa volta – la sfida dei conti deposito.
► Tanti bond corporate in € a piccolo taglio (1.000) quotati su Borsa Italiana
Isin |
Emissione |
Yield |
Da notare… |
XS1114159277 |
Adidas 08-10-26 2,25% |
1,9% |
Book povero su ExtraMot – Rating A+ |
XS2083187059 |
Alerion 19-12-25 3,125% |
3,9% |
Prezzo ottimale 98 € |
XS2395580892 |
Alerion 03-11-27 2,25% |
4,1% |
Call 11/2024 – No rating |
XS2455938212 |
Alerion 17-05-28 3,5% |
4,3% |
Debole da mesi |
IT0005108490 |
Autostrade 12-6-23 1,625% |
3,4% |
Yield calcolato su base annuale |
XS1747134564 |
Carraro 31-01-25 3,5% |
3,9% |
Call 1/2024 - No rating |
XS2215041513 |
Carraro 25-09-26 3,75% |
4,0% |
Call 9/2023 – No rating |
DE000A2TSDD4 |
Deutsche Telekom 25-3-26 0,875% |
2,6% |
Scambi bassi – Rating BBB |
XS2024715794 |
Deutsche Telekom 5-7-27 0,5% |
2,8% |
Spread 80 pb – Quota sui 91 |
IT0005394884 |
Kme/Intek 18-02-25 4,5% |
4,5% |
Ottimo il book - No rating |
IT0005503393 |
Kme/Intek 23-09-27 5,0% |
5,1% |
Spread contenuto – No rating |
XS2521873328 |
Goldman Sachs 28-9-32 5,0% |
4,6% |
Call ogni anno a settembre |
XS2331288212 |
Italian Wine B. 13.5-27 2,5% |
4,2% |
Call 5/2023 – No rating |
XS2049317808 |
Ivs 18-10-26 3,0% |
4,4% |
In laterale da novembre – No rating |
XS1800025022 |
Maire Tecnimont 30-04-24 2,625% |
3,4% |
Spread molto contenuto – Scambi elevati |
XS1203941775 |
Metro 19-03-25 1,5% |
2,6% |
Spread su 80 pb – Rating BBB- |
XS2289795465 |
Newlat Food-27 2,625% |
4,5% |
Spread basso – Ok gli scambi |
XS2393520734 |
Ovs 10-11-27 2,25% |
4,1% |
Spread basso – Call 11/23 |
DE000A14KJF5 |
Sap 01-04-25 1,0% |
2,0% |
Rating A – Titolo poco liquido |
XS2049616548 |
Siemens 05-05-24 0% |
2,0% |
Rating A+ - Titolo poco liquido |
XS2377768366 |
Wiit 07-10-26 2,375% |
4,1% |
Senza rating – Bene lo spread |
► Il debutto di un nuovo bond in Usd con cedola 10%
Pemex è l’Eni messicana, con una differenza però: si tratta del gruppo petrolifero più indebitato a livello mondiale (105 miliardi di $). Ciò non esclude che l’attenzione nei confronti delle sue tante emissioni sia rilevante da parte degli investitori italiani. Merita quindi considerazione l’esordio di un decennale con cedola 10% in Usd, per ora trattato sulle Borse tedesche ma che probabilmente arriverà anche su Tlx, dove i bond Pemex sono massicciamente presenti. Da notare che il rating B1 di Moody’s ma BBB di S&P (divergenza presente da sempre) nasconde in realtà una clausola di totale protezione del gruppo da parte dello Stato messicano, che lo controlla. Inoltre Pemex è distributore esclusivo di carburanti nel Paese.
Emissione |
Pemex 10% 7feb2033 in Usd |
Isin |
USP78625ED13 |
Importo globale |
2 miliardi di $ |
Taglio |
10.000 $ |
Borse di quotazione in Europa |
Francoforte e Monaco (Germania) |
Prezzo in corso |
Fra 99 e 100,5 $ |
Il più diretto “concorrente” presente su Tlx (Borsa Italiana) |
Pemex 7,69% 23/1/2050 in Usd (Isin US71654QDD16 – lotto 10.000): quota su Tlx a 76 $ con yield sul 10,5% |
A chi si rivolge |
Soprattutto a chi sia già investito su Pemex e punti ad aumentare la componente cedolare con un acquisto sulla pari |
► Gli altri con cedola attorno al 10% su Borsa Italiana
Mps 10,5% Sub 23lg29 Eur |
XS2031926731 |
Taglio 100.000 € |
Prezzo sui 104 € |
Eib 10,5% Ap24 Try |
XS1059896016 |
Taglio 1.000 Try |
Prezzo 97 Try |
Brasile 10,125% 15mg27 Usd |
US105756AE07 |
Taglio 1.000 $ |
Prezzo sui 118 $ |
Ford Motor 9,625% 22ap30 Usd |
US345370CX67 |
Taglio 2.000 $ |
Prezzo sui 119 $ |
► Btp Italia ormai solo sotto 100!
Del tutto anomala la curva dei rendimenti dei titoli di Stato indicizzati all’inflazione italiana. Nessuno quota più sopra 100 ma soprattutto sono – nella fase in corso – quelli lunghi a registrare yield maggiori, effetto di due concause: l’impatto del tasso reale annuo – ovvero della cedola base – torna essere determinante in un trend ribassista dell’inflazione; le “duration” incidono non poco sulle performance globali. In un simile contesto gli switch da una scadenza all’altra – tipica operatività degli anni scorsi – perdono importanza, poiché i prezzi si sono allineati e fin troppo. Il migliore allora? Il Btp Italia Ot27 (Isin IT0005388175), sceso a 95,4 euro, con un rendimento stimato sul 13%, sempre che l’indice Istat dei prezzi al consumo non subisca variazioni violente all’ingiù entro la prossima data di pagamento della cedola semestrale, il 28 aprile. Le probabilità che quel 13% possa essere realizzato si stanno riducendo e non di poco ma il ruolo dei Btp Italia resterà comunque importante, perché tendenzialmente più remunerativi dei tassi fissi su scadenze corrispondenti.
► Dividendi azionari, i prossimi
Le distribuzioni di dividendi in Europa sono attese in aumento di oltre l’1% nel 2023, raggiungendo i 387 miliardi di euro, dopo che nello scorso anno le società nell’indice azionario europeo Msci Europe avevano versato circa 382 miliardi. Queste le prospettive annunciate da Allianz Global Investors nello studio “Dividend Study 2023”, che mette in luce il contributo dei dividendi alla performance e alla stabilità per gli investitori in azioni europee.
“Nel 2022, anno difficile sul fronte economico e geopolitico, gli utili aziendali hanno dato prova di generale resilienza” – spiega Jörg de Vries-Hippen, Cio Equity Europe di Allianz Global Investors, che poi aggiunge: “Inoltre la politica sui dividendi di molte società mira a distribuzioni costanti e, in alcuni casi, persino in aumento regolare. Pertanto le aziende in seno all’Msci Europe sono nelle condizioni di pagare dividendi anche leggermente più elevati nel 2023 rispetto all’anno precedente”.
Il report evidenzia come nel 2022 in numerosi Paesi europei si sia registrato un incremento dei dividend yield, dopo la costante flessione negli anni precedenti. In Germania e Francia, ad esempio, il rendimento medio da dividendi è salito rispettivamente a quasi il 3,5% e il 3%; in Italia e Spagna si è assistito a un rialzo al 5% e al 4%.
Ciò è riconducibile anche al generale calo delle quotazioni azionarie nel 2022. Nel Regno Unito, il dividend yield è rimasto piuttosto stabile, appena sotto il 4%. In tutti i Paesi citati, tuttavia, il dividend yield si è mantenuto superiore ai rendimenti nominali delle obbligazioni governative a 10 anni.
Sul fronte italiano si annunciano al momento questi due pagamenti:
Banca Generali |
0,8 Eur (stacco 20/2/23) – 2 cedole annuali |
Yield lordo in corso 2,35% |
Stm |
0,06 Usd (stacco 20/3/23) – 4 cedole annuali |
Yield in corso 0,13% |
► Etf, i super dividendi del petrolifero Usa
Sono scesi nettamente rispetto ai rendimenti dello scorso anno ma restano interessanti in una prospettiva di lungo termine e soprattutto in presenza di piani di acquisto non automatizzati ma costruiti su entrate scaglionate in rapporto all’andamento delle quotazioni. Gli Etf sull’Us Energy meritano comunque attenzione, perché riferiti a uno dei settori più generosi dell’intera economia d’oltre Oceano.
Invesco US Energy Infrastructure Mlp (valuta denominazione Usd) |
IE00B8CJW150 |
Aziende specializzate nelle infrastrutture energetiche Usa |
Yield 7,7% - Periodicità annuale dal 2022 – Performance a 1 anno +18% |
L&G US Energy Infrastructure Mlp (valuta denominazione Usd) |
IE00BHZKHS06 |
Aziende specializzate nelle infrastrutture energetiche Usa |
Yield 6,6% - Periodicità trimestrale – Performance a 1 anno + 13,5% |
HANetf Alerian Midstream Energy Dividend (valuta denominazione Usd) |
IE00BKPTXQ89 |
Aziende specializzate nelle infrastrutture energetiche Usa |
Yield 4,7% - Periodicità trimestrale – Performance a 1 anno +11% |
Xtrackers Msci Usa Energy |
IE00BCHWNS19 (quotato a Londra e su alcune Borse tedesche) |
Aziende del settore petrolifero Usa |
Yield 4% - Periodicità annuale – Performance a 1 anno +37% |
► Conti deposito, attenzione alle facili promesse
Da qualche mese il sistema bancario è tornato a elargire rendimenti più cospicui per i conti deposito. Le campagne pubblicitarie in merito abbondano ma non lo è altrettanto la trasparenza. La clientela non sembra però preoccuparsene, visto che il loro utilizzo continua a crescere, pur in presenza di yield obbligazionari molto più appetibili. Fra l’altro si registra un trend da sottolineare: mentre fino al termine del 2022 erano i conti deposito lunghi a offrire condizioni migliori da qualche settimana si assiste a una corsa di quelli corti, complice la risalita dei Bot. Prima di buttarsi a capofitto quindi su questa soluzione di investimento occorre tenere conto di aspetti importanti.
Attenzione ai tassi promessi: maggiori sono e più cresce il rischio di inghippi che ne riducono il rendimento reale. Un esempio: talvolta viene pubblicizzato per quelli a tassi crescenti di anno in anno il valore finale, ovvero dell’ultimo anno. Ciò comporta restare vincolati per lunghi periodi oppure – se si esce prima - accettare condizioni meno favorevoli di quelle promesse |
Quando viene specificato “somme sempre svincolabili” si analizzi a quali condizioni si deve sottostare in tal caso |
Verificare ogni volta costi di apertura e di chiusura |
Si ricordi che sulle giacenze grava l’imposta di bollo dello 0,20%. Inoltre si deve riconoscere la ritenuta fiscale del 26% applicata agli interessi riscossi, senza possibilità di forme elusive – con la creazione di minus – come può avvenire investendo in obbligazioni. Infine c’è il bollo sul conto corrente di riferimento (34,2 euro) ma non tutte le banche ne impongono l’apertura. Gli oneri complessivi sono quindi tutt’altro che marginali |
Uno dei modi per evitare che venga applicata l'imposta di bollo è far sì che la giacenza media del conto corrente non superi i 5.000 euro. In caso di valore inferiore, infatti, non va versata. Ciò comporta comunque delle “scappatoie” che il piccolo e medio investitore spesso non è disposto a espletare |
Alcune offerte presuppongono che siano versati lo stipendio o la pensione per ottenere le condizioni più interessanti. Ciò vuol dire diventare clienti di lungo termine della banca, senza spesso conoscere clausole e costi successivi |
Naturalmente se si investe su un titolo di Stato la garanzia del capitale vale solo a scadenza. Nel caso invece dei conti deposito il disinvestimento (quando possibile) non comporta perdite in termini appunto di capitale, mentre il rendimento può essere penalizzato, al contrario di quanto avviene con un bond. Dato però che il confronto deve effettuarsi su scadenze equivalenti e quasi sempre corte il rischio per le obbligazioni si annulla pressoché a zero |
La rincorsa dei costi dei conti correnti ha penalizzato i piccoli risparmiatori. E’ anche questo un handicap per le performance dei conti deposito |
Un presupposto fondamentale: la banca cui ci si affida deve aderire al Fondo Interbancario. Dato che alcuni istituti più generosi sono poco conosciuti meglio farsi consegnare un documento con i riferimenti del caso |
Importante conoscere quando avviene la liquidazione degli interessi: può essere anticipata o a scadenza oppure su una periodicità mensile, trimestrale, semestrale o annua |
In conclusione: si tenga conto che un Bot a un anno rende il 2,9% e che un Btp a tre anni riconosce il 3,2%. Ci si confronti sempre con questi riferimenti e si consideri che i titoli di Stato sono gravati da un’aliquota fiscale più favorevole (12,5%) |
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