Lo "scalpo" su Amazon, l'inflazione in discesa e l'Europa che punta i massimi storici


L'operatività di Borsa, parte dalla scelta del timing.

Essere fulminei nell'agire nel momento giusto e nell'uscire nel momento più opportuno, fa tutta la differenza del mondo tra un'operazione andata a buon fine ed una finita in stop loss.

La dinamica enunciata meglio può essere compresa dalla movimentazione di Amazon.

Nell'articolo di lunedi 30 gennaio (la data è importante) avevamo indicato il buy sul titolo alla rottura dei 104 $ indicando un target di 3-6$ per azione che ci avrebbero già accontentato velocemente, vista l'imminenza dell'uscita dei dati di mercato programmata per il 2 febbraio.

L'ellisse in figura rappresenta in particolare quanto accaduto prima del 2 febbraio scorso, con la rottura dei 104$ il giorno 1 febbraio e il conseguimento dei 114 $ il giorno 2 febbraio.

Come sappiamo, poi, la comunicazione dei dati è avvenuta nella serata del 2 febbraio, ed hanno rivelato una certa sofferenza della società, debolezza immediatamente rimarcata dal mercato il giorno seguente con il ripiegamento ai 100 $.

Il target della nostra operazione era indicato tra i 3 e i 6 dollari dai 104 e grazie a quel balzo, coloro i quali abbiano deciso di accettare il rischio di investimento con i target indicati, si sono portati a casa velocemente un successo più che soddisfacente.

Il timing quindi si è rivelato decisivo in questo caso, a differenza di Bynd e Tesla che invece hanno corso senza ripiegamenti.

Il mercato azionario europeo, intanto, continua  a correre imperterrito, beneficiando anche della flessione dell'inflazione.

In Germania ad esempio, i dati hanno mostrato un leggero ripiegamento passando dagli 8,9% previsti, agli 8.7%, seppur crescendo dall'ultima rilevazione che la attestava agli 8.6%.

E' bastato battere le previsioni del mercato per spedire il Dax a crescere dell'1,5% immediatamente in apertura, e l'indice, qui, ormai inizia a vedere nuovamente i massimi storici del 2021, con una crescita di quasi 4000 punti dal minimo toccato in ottobre 2022 agli 11800 punti.

Un recupero che ha dell'incredibile se si considera il livello dei tassi d'interesse e il conflitto bellico alle porte.

Molte le azioni che recuperano violentemente dai minimi toccati nell'arco del 2022 e tanto per citarne alcune, per il mercato francese ad esempio, incredibili i balzi di Dolfines, Les Toques Blanches du Monde, Erytech.

Tutte movimentazioni per cuori forti e mani esperte perchè prendere i target qui non è un mero esercizio di analisi tecnica ma va combinata non tanta esperienza e conoscenza dei book di contrattazione, oltre che una profonda conoscenza delle news fluenti a mercato.

La settimana prossima ci presenterà i dati relativi all'inflazione americana e magari un pò di ritorno della voltatilità.

L'incredibile forza delle borse europee, come visto nel grafico del Dax, risulta ancor più evidente se paragonato ad esempio al Dow Jones come visibile in figura, ben distante dai massimi del 2021.

Qualcosa non quadra in queste comparazioni che vedono il Dax in vantaggio sul Dow Jones di circa il 13% considerando come base di valutazione il minimo di ottobre 2022.

In settimana Powell ha ancora una volta sostenuto che ci sia bisogno di ulteriori rialzi dei tassi per contenere la corsa dei prezzi, ma il mercato lo sta ignorando del tutto sostenuto da una economia che corre ancora veloce.

Qualcuno dei due strumenti insomma, non racconta la verità e come sempre, solo il mercato è in grado di emettere la sentenza.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)