La settimana della verità


Dopo un mese di latitanza, è il momento di tornare a correre il rischio per operatori ed investitori in quanto la settimana che sta per iniziare è quella buona per una miriade di motivi.

Li elenchiamo: 

1) Riunione delle Banche Centrali, Fed il 14 dicembre, Bce il 15 dicembre

2) Il 13 dicembre verrà comunicato il dato relativo all'inflazione statunitense

3) Scadenze tecniche il 16 dicembre, in cui la maggior parte dei futures sugli indici e non solo, vedrà la naturale scadenza.

Abbiamo tutti, noi analisti e pertanto tecnici del trading, trascorso un periodo davvero noioso a causa dell'assenza di volumi di contrattazione e pertanto di spunti operativi validi da ricercare con il lanternino, ma ora, è lecito supporre che la tendenza verrà cambiata, che il comportamento ultimo, con la scelta di non prendere parte alla "battaglia dei book", dovrà necessariamente essere provocata dall'importanza degli eventi in programma.

A partire dall'inflazione Usa che l'ultima volta aveva sorpreso gli analisti, regredendo più delle aspettative.

Nel frattempo altri segnali macro, hanno sentenziato l'ottimo stato di salute dell'economia americana che continua a produrre posti di lavoro e continua  a vedere i salari medi orari crescere anche più delle attese, elemento non favorevole ad un tamponamento della crescita dei prezzi, così come l'elemento dei consumi privati ancora sostenuti.

Non a caso infatti, il dato di venerdi 9 dicembre scorso, relativo alla crescita dei prezzi di produzione, che ha battuto le attese, ha scosso immediatamente gl'indici, e questo elemento ha lasciato strascichi anche se lo scossone è stato riassorbito  prima del'apertura americana.

Il dato infatti, era atteso con una crescita dello 0,2% ma a segnare il passo invece è stata una crescita dello 0,4%.

Quanto e se tale rialzo influirà anche sull'IPC, lo scopriremo martedì 13 alle ore 14.30, e questo sarà il primo vero driver di mercato.

Fed e Bce, sono attese al varco con interesse e in base alle dichiarazioni ultime di un accomodatore di mercato come Powell, il prossimo rialzo non dovrebbe essere superiore ai 0.5 punti percentuali, ma il dato di martedì influenzerà certamente le decisioni del board della Fed.

Discorso simile per la Bce che generalemente segue di pari passo le scelte statunitensi.

Abbinati a questi due eventi, poi, ci sarà la canonica scadenza tecnica di venerdì 16 dicembre a culmine di una settimana fitta di eventi e l'interesse sarà notevolmente più alto di quanto lo sia stato finora. 

Vediamo ora tecnicamente come ci si approccia a questa ottava, analizzado uno per uno i diversi indici di mercato.

NASDAQ

L'unico indice che non abbia raggiunto i livelli di recupero messi a segno dagli altri indici è quello super tecnologico.

Ancora zavorrato dal peso della caduta di azioni come Meta, Apple, Amazon che non hanno avuto la forza per reagire adeguatamente agli ultimi rialzi sopraggiunti un pò ovunque.

Chiaramente il futuro passa per la settimana che sta per arrivare con il driver dell'inflazione.

Un rientro ai 10900 in caso di resilienza della crecita dei prezzi è straordinariamente possibile.

In caso contrario, ha lasciato non registrato il tetto ai 12300 punti.

S&P

L'S&P vede racchiuso in un pugno di punti i suoi limiti posti tra i 4100 e i 3900 punti. Anche in questo caso, la rottura del limite basso, in caso di alta inflazione, lo porterà immediatamente a decidere tra un uptrend e un downtrend ai 3800 punti, vera soglia critica!

DOW JONES

35000 o 31850?

Domanda sibillina e dubbio amletico su di un indice che ha corso a perdifiato nell'ultimo mese e rimane del tutto inutile evidenziare la scollatura tra i P/E in circolazione nè, a maggior ragione, vale la pena tuffarsi dai 30 metri di un trampolino per prevedere prossime trimestrali sorprendentemente oltre ogni stima.

Anche in questo caso i 31850 sono il vero punto di switch tecnico.

FTSE

Il nostro indice si trova a navigare sereno tra i 25000 a un passo, e i 23000. Simile alla situazione dell'S&P con le dovute accortezze, vede il valore soglia ai 23000, che presumibilmente verrà ritoccato e avrà la stessa valenza tecnica dei punti citati per altri indici. Un'ulteriore spunto rialzista invece vede dei target ai 25300, ma tecnicamente si è già molto in iper-comprato e non è un aspetto da trascurare.

DAX

La dinamica dell'indice tedesco è esattamente uguale al movimento messo a segno dal Dj. Le soglie critiche sono ai 14600 e ai 14050. Quest'ultimo limite, avrebbe la funzione  e la valenza di un determinate rientro ai 13550, mentre il semaforo uptrend/downtrend è situato ai 13250.

Il movimento messo a segno circa un mese fa, dopo il dato inflattivo americano, è stato violento e non sostentuto dai volumi come più volte abbiamo riportato, ed ha lasciato aperto un movimento ai 13600 non effettuato nell'ultimo mese.

Inutile nascondersi dietro un dito, il valore latitante e il punto più gettonato per un rientro naturale, è quello posto ai 13600.

Rimane difficile immaginare un ulteriore graffio rialzista, ma se venissero trovate le energie per farlo, tutto passa per la rottura dei 14600-14650. A quel, punto il target di medio periodo andrebbe incredibilmente posto ai 15200.

Va da se che il comparto azionario che compone e forma tutti gl'indici sottoposti ad esame, seguirà le orme direzionali di Stati Uniti e Germania.

Pronti quindi a tuffarci in ques'ultima vera settimana dell'anno che certamente offrirà diversi spunti operativi e magari potrà servire su un piatto d'argento occasioni ghiotte anche per il primo scorcio del 2023.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)