Aggiornamento portafoglio: nuovi massimi


Nelle ultime sedute, gli operatori e gli analisti hanno cambiato idea e ora vedono un aumento delle probabilità che la Federal Reserve mantenga i tassi di interesse invariati a marzo, secondo quanto indicato dai Fed Funds. Questo rappresenta un significativo cambiamento rispetto alle precedenti aspettative di un possibile taglio dei tassi.

Le probabilità di mantenere il tasso d'interesse di riferimento della banca centrale nella fascia tra il 5,25% e il 5,50% hanno registrato un aumento netto, passando dal 19% della settimana scorsa al 50,7%, secondo i Futures sui Fed Fund.

Al contrario, le aspettative di un taglio dei tassi del 25 punti base, che erano state al centro dell'attenzione per quasi due mesi, sono ora scese al 48,1%. Questo rappresenta un notevole calo rispetto al 76,9% di probabilità registrato solo una settimana fa.

Questo cambiamento nelle aspettative di taglio dei tassi si verifica in un contesto di robusti dati economici negli Stati Uniti, con la spesa al dettaglio in crescita, un'accelerazione dell'inflazione e un mercato del lavoro in continua espansione.

Diversi funzionari della Fed hanno anche ridimensionato le aspettative di un taglio anticipato dei tassi, sottolineando la solidità dell'economia statunitense come motivo per mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo. Hanno evidenziato che l'inflazione al consumo rimane al di sopra dell'obiettivo annuale del 2% della Fed, e i tagli dei tassi saranno considerati solo quando l'inflazione si avvicinerà a tale obiettivo.

Per cui, le aspettative attuali indicano che la Fed manterrà i tassi invariati ai massimi degli ultimi 23 anni quando si riunirà la prossima settimana, con una probabilità stimata del 97,4%. Come sappiamo, le aspettative di un taglio anticipato dei tassi avevano guidato un notevole rally nei mercati finanziari globali alla fine del 2023.

Tuttavia, nelle ultime settimane, questo rally ha subito un rallentamento a causa dell'aumento dei tassi a lungo termine. Ma la reazione non si è fatta attendere e la settimana appena conclusa ha visto le Borse Usa su nuovi massimi, mentre le obbligazioni hanno approfondito la loro correzione in piena sintonia con il mutato sentiment sulle dinamiche della politica monetaria.

E infatti, la scorsa settimana, il dollaro ha raggiunto i massimi di un mese a seguito di questo cambiamento nelle aspettative, mentre i rendimenti dei Treasury decennali sono tornati a superare il 4%. E a ben guardare, nella riunione di dicembre 2023, la Fed aveva sì indicato la possibilità di tagliare i tassi nel 2024, ma senza fornire dettagli sulla tempistica o sull'entità dei potenziali tagli.

Non di meno, la banca centrale Usa aveva anche ammonito che qualsiasi segnale di inflazione persistente e di forza del mercato del lavoro avrebbe portato a mantenere i tassi più alti per un periodo più prolungato. Parole alle quali – come visto spesso e volentieri nel 2023 – i mercati hanno fatto orecchie da mercante, dando vita ad un rally corposo sia per le azioni ma soprattutto per le obbligazioni.

Ora si torna con i piedi per terra, almeno sui mercati obbligazionari, i quali dovranno trovare un nuovo equilibrio viste le attuali aspettative sulla politica monetaria della Fed.

Tornando al nostro portafoglio, dopo aver chiuso il 2023 molto bene, con una performance del 3% che ci aveva riportati sui massimi storici, registriamo una nuova crescita e un nuovo massimo storico.

Infatti, all’ultimo close disponibile valorizziamo un NAV a 106,81 stabile rispetto all’ultima valorizzazione di 106,61. La performance storica cumulata sale al +6,81%, con il 2024 già in progresso di qualche decimo di punto percentuale. In lieve salita la volatilità totale, ora all’1,93%, mentre cala quella negativa che scende all’1,27%.

Portafoglio aggiornato nella sezione consueta.