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Cina: nuove tensioni

Nuove forti turbolenze sui mercati finanziari asiatici. Il fatto che le autorità cinesi abbiano accelerato la svalutazione dello yuan e che sia crollato nuovamente l'azionario di Shanghai, dove le contrattazioni sono state sospese per la seconda volta in settimana dopo i forti ribassi in apertura di seduta (-7%) hanno turbato i mercati di tutto il mondo. La principale preoccupazione degli operatori è che Pechino, alle prese con un rallentamento dell'economia, stia avviando una guerra commerciale con i paesi concorrenti. La banca centrale cinese ha sorpreso il mercato ancora una volta fissando un midpoint della banda di oscillazione dello yuan a 6,5646 per dollaro, il livello più basso da marzo 2011, con una flessione dello 0,5% rispetto al fixing di ieri.

Crollo delle quotazioni petrolifere

E le turbolenze ai mercati cui abbiamo fatto riferimento ampliano le pressioni ribassiste anche e soprattutto sulle quotazioni petrolifere, affossate da un perdurante eccesso di produzione. I futures sul Brent intorno alle 7,15 hanno toccato il nuovo minimo da 11 anni a 33 dollari il barile (-1,25 dollari al barile rispetto alla chiusura di ieri); i derivati del Nymex cedono 1 dollaro al barile a 32,95 dollari, dopo aver toccato il minimo dal 2009 a 32,77 dollari. Ricordiamo inoltre ai lettori che da circa metà del 2014 i prezzi del greggio sono crollati del 70%, colpiti da un eccesso di offerta da parte dei principali produttori, che in questa fase è stato inasprito dal rallentamento della Cina, secondo paese consumatore di petrolio al mondo.

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