Piano Bar : Q.T. 2015-09-06 ...quando vien sera...


Piano Bar di Virginio Frigieri
Quadro Tecnico del 06 Set. 2015

Dopo i problemi della Russia, della Cina, la recessione del Brasile, l'Europa che cresce meno del previsto nonostante gli sforzi di Draghi, il Giappone che arranca nonostante le poderose iniezioni di liquidità della sua banca centrale , ora anche il Canada è ufficialmente in recessione avendo infilato due trimestri consecutivi di crescita negativa (-0,5% nel primo trimestre di quest'anno e -0,8% nel secondo.) La classe politica Canadese sta cercando di addossare la colpa dei mali dell'economia al calo dei prezzi delle materie prime; in particolare quelli del petrolio scesi drammaticamente nell'ultimo anno. Ricordiamo che il Canada è il 5° produttore mondiale di petrolio che per un paese che conta appena 35 milioni di abitanti ha sicuramente un impatto non irrilevante. Molti americani e forse anche molti canadesi non si rendono conto che il Canada è il principale partner commerciale degli Stati Uniti e che seppure ci siano alcune differenze politiche tra i due paesi, il Canada è probabilmente il paese che più assomiglia agli Stati Uniti sopratutto in termini economici o quanto meno si può dire che siano più le somiglianze delle differenze. Se il problema è il calo delle materie prime aspettiamoci tra un pò anche l'Australia visto che anche la sua economia dipende abbastanza dalle materie prime. Ma fate attenzione perchè a dire che l'economia va in crisi a causa del calo dei prezzi del petrolio si rischia di confondere la causa con l'effetto. Si, forse un paese come l'Arabia certamente potrebbe andare in crisi a causa del calo dei prezzi del greggio, ma qua il discorso signori miei è globale. Intanto se è vero che prezzi del petrolio più bassi possono influire sulla redditività dell'industria energetica, è pure vero che prezzi del petrolio più bassi dovrebbero significare pieni di benzina meno cari per tutti coloro che posseggono un automezzo e di conseguenza più soldi per comprare altri beni di consumo; non solo ma dovrebbe significare una bolletta energetica meno cara anche per le aziende produttrici manifatturiere e a cascata tutta un'altra serie di vantaggi su cui non ci dilungheremo oltre. Proviamo a girare il discorso; i prezzi del petrolio sono in calo semplicemente perche c'è molta meno domanda adesso di 10 anni fa. Se il cavallo non ha sete è inutile pompare acqua… Vi piaceva tanto la globalizzazione… now its all one market!! Ora è tutto un unico enorme carrozzone… se sale, sale tutto se scende, scende tutto!! come dicevano i nostri nonni quando è sera è sera a casa di tutti. I principali attori economici del mondo hanno seguito tutti le stesse politiche di stampo keynesiano… negli ultimi otto anni Stati Uniti, Cina, Giappone e gran parte dell'Europa Occidentale hanno inondato il pianeta di moneta che lo ricordo per chi si fosse distratto è moneta creata a debito: quindi grande inflazione monetaria e debito sempre crescente da scaricare sulle spalle delle generazioni future che quando apriranno gli occhi scanneranno i loro stessi genitori con la stessa indifferenza con cui si macellano i tacchini a Natale o gli agnelli a Pasqua… Se tutto il denaro stampato dalle banche centrali fosse stato direttamente distribuito alle famiglie ora saremmo ben lontani dal punto di non ritorno in cui ci troviamo. Ne scrissi ancora un anno fa su Traders di novembre in quest'articolo:

"Fate piovere":http://www.traders-mag.it/fate-piovere.html

I prezzi del petrolio bassi stanno all'economia globale come il canarino stava alla miniera di carbone e nonostante viviamo in una dittatura mascherata da democrazia con un sistema di mezzi di comunicazione, specializzati nella pura propaganda dell'una e dell'altra parte e nel perenne e sistematico ribaltamento della verità, non mi convincerete mai che un marciapiede bagnato possa aver provocato la pioggia…
Detto questo il primo grafico che ripropongo oggi è quello dei tre Dow Jones che ora sono rientrati nei ranghi marciano di nuovo insieme.

… come cantavano i Beatles …All together now…
Sul secondo grafico ho messi i principali indici delle tre aree del mondo…

Il primo sopra è l'EuroStoxx50 che raggruppa le 50 bluchip più importanti d'Europa : nonostante gli sforzi di Draghi questo indice si trova ancora un 43% sotto ai massimi di 15 anni fa per non parlare del nostro FTSEMIB che nel 2000 infranse quota 50.000 raggiungendo 51.108,56 punti ed oggi balla attorno a 21.000 punti con una perdita a distanza di 15 anni che supera il 55%… pesando la nostra borsa circa un 1,5% della capitalizzazione delle borse mondiali, la nostra Italietta conta purtroppo come il due di coppe sotto strozzo con briscola denari… negli anni ho maturato la convinzione che stare a vedere cosa fanno gli indici di borsa italiani sia, oltre che una perdita di tempo, addirittura fuorviante e limitativo, quindi pregherei i lettori di non assillarmi con richieste sul FTSE MIB o peggio ancora il COMIT.
L'indice in mezzo è il Shangai Composite Index : dopo aver raggiunto il suo massimo nel 2007 oggi viaggia al di sotto di quasi un 50%
Il terzo indice è il Dow Jones Industrial che è l'unico che ha continuato a generare nuovi massimi in questo lungo processo di topping. Lo scorso anno aveva addirittura violato la trendline che sale dei massimi del 2000 per poi tornarvi sotto dando così un altro forte segnale sul fatto che il trend rialzista fosse in fase di esaurimento.
Ora Europa, Asia e Stati Unito sono allineati per una ripresa del mercato orso che dovrebbe portare il Dow Jones ben sotto ai minimi del 2009, così come il mercato azionario cinese andrà ben sotto il minimo del 2008. Il declino dell'Europa sarà commisurato, ma in definitiva si prepara un nuovo scenario di … "All together now…."
Il prossimo grafico riassume la situazione del Dow Jones…

Del tutto simile la posizione su S&P500 che è inutile mettere mentre può essere più utile espandere la situazione delle ultime settimane su grafico a 4 ore in cui possiamo vedere le onde di grado inferiore….

come si vede meglio in questo grafico per ora abbiamo etichettato come onda 4 terminata, il massimo raggiunto nella fase di rimbalzo che è venuto dopo lo sciacquone d'agosto. fra il punto 3 e il punto 4 è ben visibile un movimento ABC semplice, quindi dopo l'onda 4 si stanno già contando i movimenti dell'onda 5, ma è ovvio che con quello che è dato vedere oggi potremmo certamente essere smentiti perche vi sono almeno due alternative valide. Della serie il massimo ora attribuito ad onda 4 potrebbe essere solo l'onda a cerchiata di una ABC flat (un 335 di cui ora sarebbe ancora in corso il secondo movimento da 3 onde. Ma ancora potrebbe svilupparsi in un triangolo "abcde". Questo lo vedremo solo vivendo… quello che importa è che a prescindere da come si dispiegherà l'onda 4 dopo avremo una 5 che andrà a terminare l'onda (1) di grado intermediate ben sotto al minimo di onda 3. Nel caso il conteggio fosse sbagliato solo il superamento del minimo di onda 1 ce ne darà la certezza definitiva e questo si trova a 2062 punti.

Rendimenti dei T-Bond

Il rendimento del trentennale americano, sta completando un movimento abc di grado minuette al termine del quale sarà completa l'onda ii cerchiata di grado minute; da lì avrà inizio l'onda iii cerchiata che porterà i rendimenti finalmente sopra al massimo di giugno a 3,255%. Diversi gli indicatori che ci forniscono un segnale rialzista di cui un paio sono visibili, dalle barre colorate in verde , alla media adattiva veloce che ha tagliato al rialzo quella rossa che rappresenta la lenta. Solo la rottura al ribasso del minimo del 24 agosto (onda (2)) potrà farci cambiare questa impostazione.

Dollar Index e EUR/USD:

Il Dollar Index ha un' orientamento più rialzista che ribassista ma finchè restiamo imprigionati nel price space di quella che abbiamo battezzato onda C ma che potrebbe essere una a non siamo in grado di delineare un quadro preciso del modello d'onda. In modo analogo e contrario l'EUR pare avere più voglia di scendere che non di salire ma anche qua è necessario che siano rotti dei livelli chiave o qualla che abbiamo marcato come onda B al ribasso o o come onda C al rialzo.
Come ottica di medio lungo termine sicuramente mi aspetto il Dollar index verso quota 100 od oltre e l'Euro verso la parità o sotto. da seguire.

Oro e Argento:

L'oro si trova ora nelle battute finali di onda 2 che non dovrebbe scendere oltre il livello di 1.108-1.097. Una chiusura decisa sopra 1.148 sarà il segnale che l'onda 3 è in corso e che si andrà a cercare quota 1.200 prima e 1.307 dopo.
Il cedimento del minimo di onda (B) a 1077,25 invaliderà tutto il modello e ci costringerà a chiudere la posizione long.

L'Argento nella seduta di venerdì è stato un pò più forte dell'oro; io penso che quando l'oro inizierà l'onda 3 di grado Minor l'argento lo seguirà e a 15,67 potremo rientrare magari sfruttando invece degli ETF i nuovi MINI LONG di BNP Paribas che offrono una leva variabile priva dell'effetto compounding tipico dei leva fissa.
alla prossima.

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