Ei Towers pagherà a febbraio un dividendo straordinario (yield 8,4%)


Cedole & dividendi

Il Cda di EI Towers, azienda italiana che opera nel settore delle infrastrutture di rete e servizi integrati per le comunicazioni elettroniche a beneficio degli operatori del settore radiofonico, televisivo e delle telecomunicazioni, ha deliberato la distribuzione di un dividendo straordinario di 3,6 euro per azione da proporre all’Assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 12 gennaio. Il dividendo sarà messo in pagamento a partire dall’8 febbraio 2017. Buona la reazione del titolo a Piazza Affari, con un progresso di quasi il 5%. Lo yield loro attuale da questo dividendo si aggira sull’8,4%, ma quello complessivo – considerando anche il dividendo ordinario – sale al 12%.

In base ai titoli attualmente in circolazione, senza considerare le azioni proprie (che non percepiscono cedole e al momento sono lo 0,9% del capitale), l’importo complessivo del dividendo proposto sarebbe di circa 100,8 milioni. Si segnala però che, alla data di stacco cedola, l’importo potrebbe essere inferiore nel caso le azioni proprie dovessero aumentare per il proseguimento del piano di “buy-back” che la società ha in corso.

Come annunciato lo scorso luglio in occasione dei risultati semestrali, tale proposta è volta a riequilibrare la struttura finanziaria al fine di ridurre il costo medio del capitale. La distribuzione del dividendo straordinario, insieme al dividendo ordinario pari almeno al 100% dell’utile netto consolidato e al programma di buy-back fino al 5% del capitale sociale, hanno l’obiettivo di raggiungere una leva finanziaria (rapporto tra indebitamento finanziario netto ed Ebitda) di circa 2,5 volte entro la chiusura dell’esercizio 2018.

Si ricorda che la società ha conseguito nei primi nove mesi del 2016 risultati economici positivi e in linea con i target e il management ha pertanto confermato la “guidance”  che prevede un Ebitda adjusted di circa 120 milioni e un Tax rate al 34%. Inoltre, l’Ebitda potrebbe aumentare fino a un massimo di 4-5 milioni in relazione ad acquisizioni di piccole dimensioni.