Mercato obbligazionario: non si ferma il rialzo dei rendimenti


Come un po’ ci aspettavamo, i rendimenti impliciti sul mercato obbligazionario hanno proseguito la via del rialzo in questa settimana, e così le obbligazioni hanno proseguito nel lasciare sul parterre qualcosa i termini di prezzo. I mercati azionari non hanno ancora smaltito la botta ribassista partita ad inizio mese, mostrando sì segni di reazione, tuttavia scomposta e non convincente; di fatto i mercati azionari paiono molto deboli e vulnerabili. SI fa quindi più stretto – e coerente – il rapporto in termini di movimento tra azioni ed obbligazioni, rendendo via via più concreta l’ipotesi che l’inflazione stia per giocare un brutto scherzo alle Banche Centrali.

Poi, come sempre, lo scopriremo alla fine, per cui siamo e rimaniamo nel campo delle ipotesi che tuttavia non possiamo non considerare; non di meno, a prescindere da ciò che poi in realtà accadrà, i dati e le risultanze dei modelli – quindi dati obiettivi – mostrano ormai da diverse settimane un mercato obbligazionario con rendimenti costantemente in aumento e questo, soprattutto per la zona Euro, stride con le intenzioni di politica monetaria della BCE. La conclusione più verosimile è quindi quella già avanzata la scorsa settimana, e cioè rendimenti in rialzo e Borse in discesa uguale timori di inflazione superiori a quanto i mercati avevano precedentemente scontato ed oggi, quindi, si “riallineano” alle nuove aspettative.

La nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra pertanto anche questa settimana rendimenti impliciti in salita rispetto alla scorsa rilevazione. Sul tratto a lunga siamo ora ben sopra area 1,50% per le scadenze dal 2033 (contro il 2034 della scorsa rilevazione), e area 1,40% la si vede già dalle scadenze 2031 (contro il 2033 precedente); anche sulla scadenza a 10 anni siamo ora sopra area 1,15% rispetto alla precedente rilevazione; per le scadenze dal 2037 siamo ora ben oltre area 1,60% di rendimento e sulle scadenze a trent’anni si sfiora oggi l’1,70% di rendimento. Inoltre si riscontra un’ulteriore incremento della ripidità sulla parte a medio/breve, come osservato già da qualche settimana a questa parte. Anche i forward su Euribor 6 mesi hanno proseguito questa settimana il lieve cammino al rialzo, e sul tratto a lunga siamo ora prossimi ad area 2,20% mentre rimane sostanzialmente stabile la parte a breve.


Anche questa settimana risultano allineati ai movimenti della ZC-Yield Curve anche i movimenti dei rendimenti dei benchmark governativi decennali, con tutti gli spread che si ampliano un po’, complice il lievissimo rimbalzo del Bund che molto aveva perso nelle settimane precedenti. Infatti il decennale tedesco consolida in area 0,73% di rendimento (da 0,76% della scorsa settimana); stabili la Francia sempre a 0,98% e l’Irlanda sempre a 1,12%. Movimento all’unisono per i periferici con il nostro Btp che va a 2,05% di rendimento, il Portogallo che sale a 2,08% e la Spagna a 1,49%. Sul fronte spread, allargano tutti di qualche basis point con Portogallo, Italia e Spagna rispettivamente a 135 bps, e 132 bps e 76 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati, si mantiene ferma e valida l’impostazione che vede rendimenti in lieve e costante rialzo, avvalorando di volta in volta la nostra ipotesi di lavoro. Il modello Trendycator si mantiene saldamente LONG sia sull’area UK sia sull’area BUND: l’area UK si è ora portata in prossimità di area 1,60% e il Bund mette di fatto consolida il suo precedente allungo rimanendo ben stabile sopra area 0,70% di rendimento, livello più alto (come ricordavamo già la scorsa settimana) dall’ormai lontano novembre del 2015. Il nostro Btp prosegue la  sua lateralità nell’intorno di area 2% di rendimento con Trendycator che si conferma in zona neutrale, che sappiamo essere circostanza favorevole alla conferma del potenziale BOTTOM realizzato a fine 2017. Infine, l’area USA con il trend dei rendimenti ormai non più in discussione, con Trendycator verde ormai dai diciassette settimane consecutive e rendimenti ormai verso 2,90%.

Si conferma quindi, obiettivamente, il quadro generale di un mercato obbligazionario con trend dei rendimenti al rialzo ben impostati e ben avviati, e che in buona parte spiegano le apparenti contraddizioni tra le politiche monetarie “parlate” e quelle invece forse necessarie. Rovesciando la prospettiva del discorso, le nuove e più stringenti aspettative del mercato spiegano le accelerazioni osservate dai rendimenti impliciti nelle ultime settimane, così come l’importante cambiamento in termini di ripidità e linearità della struttura a termine dei tassi d’interesse. Cioè, a nostro modesto avviso, da qualunque parte si voglia girare la questione troviamo conferme e ragionevoli spiegazioni allo scollamento che si sta verificando tra le dinamiche che dovrebbero avere i mercati (soprattutto nell’area Euro) in base a quanto prospettato dalla BCE e tra ciò che invece sta accadendo nella realtà. Come detto la volta scorsa, e pur sapendo che è ben possibile che il mercato ci smentisca, rimaniamo per ora dell’idea che una politica monetaria anche solo lievemente più restrittiva sia assolutamente aderente alle dinamiche che stiamo osservando sui mercati e pertanto non riteniamo peregrina l’idea che la BCE in primis sarà costretta a rivedere in termini più aggressivi la propria politica. Ai posteri l’ardua sentenza…