Mercato obbligazionario: eppur si muove


Piccoli ma importanti movimenti questa settimana sul mercato obbligazionario, con i rendimenti che apparentemente non si sono mossi, ma che in realtà lo hanno fatto nel tratto a breve, quasi senza dare nell’occhio. Un importante dato macro uscito in settimana è sena dubbio quello che riguarda l’inflazione USA che ha visto una tendenza ben definita anche se con dati apparentemente contrastanti.

Il quadro di fondo e l’aderenza della politica monetaria della FED sono comunque confermate, visto che l’indice sui prezzi al consumo USA è sceso dello 0,10% a marzo (è il primo calo da dieci mesi a questa parte), ma l’inflazione annua ha registrato un aumento pari al 2,40% e l’inflazione “core” è salita del 2,10% su base annua.

Intanto, nuovi elementi di tensione giungono sui mercati in merito alla guerra in Siria, con i siparietti di Trump e Putin che si misurano a distanza; nessuno ovviamente sa come si evolverà questa vicenda e anche se per ora i mercati pare se ne curino poco (a parte la Borsa russa che ha preso una batosta non da poco, ora in fase di recupero), non sottovalutiamo l’impatto emotivo di un conflitto.

La nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra questa settimana rendimenti impliciti leggermente superiori rispetto alla scorsa rilevazione. Sul tratto a lunga siamo ora in area 1,50% per le scadenze dal 2038 (contro il 2039 della scorsa rilevazione) e siamo nuovamente prossimi ad area 1,40% per le scadenze 2034; sulla scadenza a 10 anni siamo ora in area 0,99% rispetto alla precedente lettura di 0,98%; sul tratto a lunga rimaniamo sotto 1,60% di rendimento per rimanervi sino alle scadenze oltre il 2048. Interessante il movimento sulla parte a breve, che ha visto un innalzamento sensibile dei rendimenti, imprimendo alla curva una maggior ripidità soprattutto nel tratto sino ai 3 anni. Sostanzialmente stabili i forward su Euribor 6 mesi, che sul tratto a lunga sono ora in area 2,06% (contro il 2,05% della scorsa settimana).

Altra settimana sostanzialmente stabile sul fronte dei rendimenti dei benchmark decennali, che poco o nulla si sono mossi rispetto alla scorsa rilevazione. Il decennale tedesco consolida sempre in area 0,53% di rendimento (da 0,51% della scorsa rilevazione), la Francia passa dallo 0,75% all’attuale 0,76% e l’Irlanda salicchia a 0,93%. Per ciò che concerne i c.d. periferici, il nostro Btp si porta a 1,81% di rendimento, il Portogallo scende a 1,70% e la Spagna rimane all’1,25%. Non del tutto uniformi invece i movimenti degli spread, con il Portogallo che stringe un po’, così come la Spagna, mentre l’Italia allarga di un inezia, rispettivamente a 117 bps, 73 bps e 129 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati continuano a non intervenire modifiche sostanziali all’impianto generale. Il modello Trendycator, infatti, è sempre LONG sull’area UK e rimane neutrale sull’area BUND: l’area UK torna a salire e ora viaggia in area 1,39%, mentre il Bund prosegue il consolidamento di area 0,50%, con Trendycator in posizione neutrale (grigio). Poco o nulla cambia per il nostro Btp che si dibatte tra 1,70% e 1,80% di rendimento e Trendycator sempre in zona neutrale, non ancora in grado di confermare il potenziale BOTTOM realizzato a fine 2017. L’area USA prosegue il consolidamento del rialzo dei rendimenti che ha toccato area 3%, portandosi a 2,83% di rendimento con il modello Trendycator sempre impostato al rialzo.

Continuiamo pertanto a vivere un mercato obbligazionario di fatto laterale tra diverse fasce di rendimento, ma comunque ristrette in un pugno di basis points. D’altronde è abbastanza normale che sia così, poiché le Banche Centrali hanno impostato un passaggio dalla politica espansiva a quella restrittiva in modo molto molto soft; in questa ultima settimana è stato interessante il movimento sulla parte a breve della curva, poiché ci stiamo concretamente allontanando dai tassi negativi, per lungo tempo (forse troppo…) hanno afflitto il mercato soprattutto dei bond a breve termine.