Mercato obbligazionario: FED e BCE si sono pronunciate


I mercati attendevano una chiara presa di posizione sia da parte della FED sia da parte della BCE, e sono stati accontentati. Le due recenti riunioni sono state indubbiamente le più importanti degli ultimi mesi poiché hanno delineato molto chiaramente l’orientamento monetario a lungo termine.

La FED ha quindi sciolto i dubbi sul numero degli aumenti dei tassi per il 2018, che saranno quattro, tutti da un quarto di punto. L’ultimo effettuato ha portato i tassi nel range 1,75%-2%.  Nel comunicato ufficiale, inoltre, è venuta meno l’atteggiamento prudenziale che aveva caratterizzato le precedenti riunioni, con la soppressione del riferimento al fatto che “i tassi rimarranno per qualche tempo sotto il loro livello di equilibrio di lungo termine”. Ora le proiezioni sono per altri tre rialzi (contro i due previsti precedentemente) nel corso del 2019 e se la tabella di marcia sarà rispettata, gli USA entro il prossimo anno e mezzo avranno il tasso-chiave attorno al 3%.

La BCE, come ampiamente atteso dei mercati, ha stabilito che dopo la fine di settembre, “il passo mensile degli acquisti netti di titoli sarà ridotto a 15 miliardi di euro fino alla fine di dicembre 2018” e quindi avrà termine. Tassi ovviamente fermi, ma delineamento netto della politica monetaria di lungo termine, con una previsione di rialzo dei tassi nel 2019.

Il mercato obbligazionario si è quindi “appoggiato” su queste “certezze” ed è ora entrato nella fase di assestamento che potrà in parte essere condizionato dall’incedere dell’estate. La prospettiva di un rialzo dei tassi nella seconda parte del 2019 ha raffreddato un po’ i rendimenti impliciti, che hanno recuperato qualche basis points restringendo leggermente.

La nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra quindi questa settimana rendimenti impliciti in lieve contrazione rispetto alla scorsa rilevazione. Sul tratto a lunga siamo ora sopra area 1,50% per le scadenze dal 2039 per raggiungere area 1,57% per le scadenze dal 2048; sulla scadenza a 10 anni siamo scesi in area 0,92% rispetto alla precedente lettura di 1,05%. Meno mossa la parte a breve che ha leggermente ridotto lo steepenig osservato la scorsa settimana, ma senza modificare il quadro di fondo. Restringono leggermente anche i forward su Euribor 6 mesi, che sul tratto a lunga sono ora poco sotto area 2,10% (contro il 2,12% della scorsa rilevazione) e con un movimento di leggero appiattimento sulla parte a breve.

Movimenti di lieve contrazione anche per i rendimenti dei benchmark decennali, così come per gli spread contro Bund, con la sola eccezione di Spagna e Italia che salgono di un’inezia. Il decennale tedesco torna in area 0,40% di rendimento (contro 0,50% della scorsa rilevazione), la Francia passa dallo 0,86% all’attuale 0,70% e l’Irlanda si porta a 0,85%. Per ciò che concerne i periferici, il nostro Btp scende al 2,69% di rendimento, il Portogallo scende a 1,81% e la Spagna scende all’1,32%. A livello di spread Vs Bund, mossi in ordine sparso, abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 145 bps, 96 bps e 233 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati la situazione di medio/lungo rimane invariata. Trendycator resta NEUTRAL sull’area UK e si conferma NEUTRAL anche sull’area BUND: l’area UK infatti ritorna sotto area 1,30%, mentre il decennale tedesco si riporta in area 0,40%. In contrazione il rendimento del nostro Btp che torna sotto area 2,70% e conferma l’impostazione LONG di Trendycator (verde) per la quinta settimana consecutiva. Prosegue anche il consolidamento per l’area USA, che continua lateralizzare intorno ad area 3% e con Trendycator sempre saldamente rialzista.

Il bond della settimana
Il bond HY che analizziamo oggi è in circolazione da fine 2017: emesso da Intralot per un ammontare di 500 Mln Euro, paga cedola annuale del 5,25% su base semestralmente e quota oggi sul mercato OTC in area 91,50 con lotto minimo 100.000 Euro. L’emissione è stata finalizzata sia all’estinzione di debiti bancari (165 Mln Euro) sia al rimborso anticipato della precedente emissione HY (esercizio call) al 6,75% e scadenza 2021 (250 Mln Euro).

Intralot è un azienda greca tra le più conosciute al mondo per le scommesse sportive e i giochi; ha chiuso il primo semestre 2017 con ricavi in aumento del 15,1% a quota 733 Mln Euro con un incremento del 15,1% rispetto ai 637 Mln Euro registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile lordo è salito del 6,5% rispetto all’anno precedente a 127 Mln Euro, e gli utili ante imposte e ammortamenti sono cresciuti del 2,6% a 92 Mln Euro.

Complessa la struttura dell’opzione call a favore dell’emittente, di cui mettiamo qui uno schema riassuntivo, premettendo che l’emittente ha facoltà di richiamo anticipato in qualsiasi momento, per l’intero ammontare del prestito o per una sola parte.

Inutile dire che il bond è ad altissimo rischio per cui ribadiamo ancora una volta le premesse fatte nello scorso articolo con l’introduzione del bond della settimana.

I bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.