Il canguro difende le posizioni


EURAUD (PC: 1,5776)

Che cosa è accaduto? 
A partire dal mese di febbraio 2016 il dollaro australiano ha avuto un andamento moderatamente positivo nei confronti del dollaro Usa, interrompendo così un lungo trend ribassista. Contro euro, a partire da febbraio 2017 l'aussie si è nuovamente deprezzato, di circa il 13-14%, con il cross che si è avvicinato ad importanti livelli di resistenza (max 1,6192 il 28 marzo 2018), non lontano dai picchi registrati nel febbraio 2016 e precedentemente nell’agosto 2015 in area 1,6250-1,6600. Nelle ultime settimane le quotazioni sono poi ripiegate verso 1,5275, raggiungendo l’obiettivo della figura “doppio massimosegnalata l’11 maggio. Nel corso del mese di giugno le quotazioni sono poi risalite verso 1,5825.

Che cosa possiamo aspettarci?
Anche se non si possono escludere ulteriori salite del cross EurAud verso i picchi in area 1,6250-1,6600, sembra poco probabile l'avvio di un forte trend rialzista dell'euro su orizzonti strategici. Per le settimane a venire un segnale di rinnovata debolezza per l’euro si avrebbe su ridiscese al di sotto di 1,5600, ma solo la violazione del forte supporto in area 1,5250-1,5275 (al momento poco probabile) fornirebbe un segnale negativo per l’euro in ottica plurimensile (supporto critico a 1,5000). Al superamento di 1,5800 il cross potrebbe spingersi verso 1,6000, dove dovrebbero comunque prevalere i realizzi.

Operativamente:
la prosecuzione della fase in atto, sostanzialmente laterale su orizzonti pluriennali, rende possibile il mantenimento di obbligazioni denominate in Aud e un eventuale incremento su salite verso 1,6000, all'interno di una prudente diversificazione strategica. Su scadenze intermedie, 3-5 anni, i rendimenti sui governativi australiani si aggirano sul 2,05-2,25%. Il tasso di inflazione è a ridosso del 2%, sono possibili lievi rialzi nei prossimi anni ma non in misura tale da compromettere la tenuta del cambio. Anche la Borsa australiana rimane ben impostata, con l’indice All Ordinaries inserito in un macro-trend rialzista, a conferma di un quadro generale di stabilità.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)