Il balzo del Brasile


INDICE BOVESPA: PC: 81365

 EURBRL: PC: 4,3075

Che cosa è accaduto? 


Il primo semestre dell’anno non è stato positivo per il paese sudamericano, né lato azionario né lato valutario, ma il secondo semestre sta fornendo dei segnali interessanti di inversione di tendenza.

L’indice Bovespa si è riportato in territorio positivo, con un guadagno da inizio anno del 6,4%  in divisa locale - a fronte di uno -0,6% dell’Eurostoxx50 - ma tenendo conto dell’effetto cambio per un investitore dell’area euro la performance rimane negativa per il -1,7%, un risultato simile a quello che si avrebbe avuto investendo sull’azionario italiano. Sanza infamia e sanza lodo...

Dai minimi del 19 giugno a 69070, la Borsa è risata con forza, riportandosi al di sopra di quota 81000; dal picco del 6 luglio a 4,6454 - non lontano dal livello critico di resistenza corrispondente ai picchi a 4,6835 dell’8 giugno - il cross Euro/Real ha invertito tendenza ridiscendendo verso 4,300: un balzo dell’8% per il Real brasiliano, in corrispondenza del rally del Bovespa (che per un investitore dell’area euro dal 6 luglio ha messo a segno uno straordinario +16%!).

Il cross sta raggiungendo l’obiettivo indicato nell’analisi del 6 luglio, il forte supporto in area 4,2000-4,3000. Su orizzonti plurimensili un segnale di negatività per l’euro si avrebbe solo alla violazione del supporto critico in area 3,9000-4,0000 ma tale eventualità appare ancora prematura. In ogni caso la divisa sudamericana a livello tattico rimane ben impostata e tornerebbe debole solo su risalite del cross al di sopra della resistenza a ridosso di 4,550 (resistenza critica in area 4,700-4,800).

Che cosa possiamo aspettarci nei mesi a venire?

Per la Borsa brasiliana la tenuta del supporto a 75350 conserva un’impostazione tonica, con possibili ulteriori rialzi verso quota 85000.

Ancorché non emergano segnali convincenti di esaurimento del trend dominante di EurBrl, che rimane impostato al rialzo su orizzonti strategici, visti i livelli raggiunti dalla divisa unica si suggerisce di mantenere aperte le posizioni incrementate negli ultimi mesi, anche per sfruttare il carry decisamente favorevole, ovviamente per importi contenuti all’interno di una più ampia diversificazione valutaria strategica. Su scadenze intermedie a 3-5 anni la divisa brasiliana, infatti, è remunerata al 9,30-10,20%, mentre i Btp italiani su analoghe scadenze rendono solamente tra l’1,40 e il 2,1%, nonostante i rialzi dall’inizio del mese di maggio sulla curva dei rendimenti italiani.

Non emergono elementi di particolare criticità per i prossimi mesi, ancorché là volatilità, come sappiamo, rimanga una costante nei paesi emergenti come il Brasile.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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