Messico e nuvole


EurMxn (PC 22,035)

Il major trend rimane a favore dell’euro, col peso messicano che ha perso fino ad un terzo del suo valore nel movimento fortemente rialzista dell’euro sviluppatosi dall’aprile 2015 a metà giugno di quest’anno (max 24,453 il 14 giugno). Nelle ultime settimane, tuttavia, il cross denota una marcata perdita di spinta (-10% dai picchi di metà giugno), che potrebbe preludere a una ridiscesa dell’euro su orizzonti plurimensili. Il segnale si avrebbe alla violazione del forte supporto a ridosso di quota 22 (in fase di test) sotto cui il cambio potrebbe riportarsi verso 21 e quindi (al momento prematuro) verso il supporto critico in area 19,65-20,00.

Acquisiti di pesos messicani sono valutabili alla violazione di quota 22 oppure su risalite del cross verso area 23,00/50. Come investimenti obbligazionari meglio rimanere su scadenze molto brevi (<1 anno, max 3 anni comunque), su cui i rendimenti si aggirano a ridosso dell’8 %. L’inflazione annua denota una tendenza al ribasso e per quest’anno dovrebbe stabilizzarsi a ridosso del 4,3%, in forte calo rispetto al 6% dello scorso anno: un ulteriore calo verso il 3,6% è poi previsto per il 2019 e ciò dovrebbe aiutare la divisa messicana a difendere le posizioni, garantendo quindi un buon carry per un investitore in euro, oramai abituato allo zero-virgola.

Vista la volatilità del cambio è comunque opportuno inserire Pesos per importi percentualmente contenuti del portafoglio complessivo e all’interno di una più ampia diversificazione valutaria strategica.

Risalite dell’euro al di sopra dei picchi a ridosso di 24,70 fornirebbero invece un segnale di rinnovata forza per l’euro e quindi di attenzione sul peso, ma tale eventualità appare poco probabile.

Messico e nuvole, la faccia triste dell’America cantava Paolo Conte nella celebre canzone, ma tutto sommato il Paese centro-americano lato mercati finanziari non è neppure andato malaccio da inizio anno, visto l’apprezzamento della sua borsa (valorizzata in euro ytd sul +6%) e con rendimenti obbligazionari dei titoli governativi tutt’altro che disprezzabili...stiamo a vedere.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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