Commodities week – c’è un po’ di movimento, soprattutto per cereali e cacao


L’ormai tradizionale analisi di fine settimana evidenzia un contesto più dinamico, sebbene ancora contrastato.

Hot markets

Il panorama generale delle materie prime sta lentamente evolvendo ma ciò non è sufficiente a identificare una svolta rialzista per il settore, dopo settimane di profondo rosso.

In estrema sintesi si può tracciare questa fotografia:

sempre forti crude oil, brent oil e natural gas

► improvviso recupero per wheat (grano) e corn (mais)

► cocoa (cacao) e palladio ritrovano vigore

► negativi zinco, nickel, platino, rame e argento

► l’oro è piatto.

Le valutazioni si basano su un’analisi delle medie mobili corte e lunghe dei future riferiti a ciascuna materia prima.

L’approfondimento di alcune situazioni è inevitabile passando a un esame anche di quanto avviene per i relativi Etc quotati a Borsa Italiana.

Wheat (grano): il rialzo di inizio agosto a 575 $ del relativo future (dicembre 2018) è stato annullato da una successiva correzione con minimo a 513 $. Poi un rimbalzo: ieri chiusura a 546,5 $ (+2%). Il relativo Etc (Etfs wheat – Isin GB00B15KY765) evidenzia ancor meglio del derivato un possibile testa e spalle in formazione, che solo una rottura dei massimi a 0,6467 sconfesserebbe, anche perché è in atto da mesi un trend con successivi massimi e minimi crescenti. Una situazione quindi in piena evoluzione, dovuta ai timori che la Russia possa imporre ai suoi esportatori un tetto alle vendite all’estero, timori però basati più su speculazioni che su annunci concreti. Una riunione decisiva in merito è prevista per il 3 settembre.

Cacao: + 200 $ in due settimane. E’ quanto ha fatto registrate il cocoa future (scadenza dicembre 2018), chiudendo ieri a 2.333 $, contro un minimo nelle ultime 52 settimane a 1.800 $. Le previsioni di un surplus produttivo a livello mondiale per il 2018-2019 si stanno riducendo, ma l’analisi grafica conferma che si è ancora all’interno di un canale ribassista di medio periodo. Il superamento dei 2.400 ma ancor più dei 2.500 rappresenterebbe un vero segnale di “upside”, il che si palesa anche sul relativo Etc quotato a Milano (Isin JE00B2QXZK10), uno dei pochi con performance positive da inizio anno (+20,37%). La quotazione di ieri a 2,11 si confronta con un equivalente livello di netto recupero all’eventuale superamento dei 2,30.

Caffe: la tentazione di andare short è evidente e le notizie provenienti dai mercati lo testimoniano. Eppure! Alcuni analisti ritengono che il mercato abbia esagerato con le posizioni ribassiste e che si trovi a poter affrontare un eventuale loro improvvisa chiusura. L’Etc corto quotato a Milano (Etfs 1x Daily Short Coffee – Isin JE00B24DK538) ha messo a segno +35% da gennaio, grazie a una forte accelerazione del trend. E’ stata forse un’occasione persa per gli investitori più prudenti, dato il bassissimo numero di contratti – mediamente fra i 10/15 ogni mese – ma il mercato ha preferito andare a leva, utilizzando l’Etfs 3x Daily Short Coffee (Isin JE00BYQY3K46), che da inizio anno ha registrato addirittura un +110,8%, con scambi e controvalori di tutto rispetto. Adesso c’è da muoversi nel contradditorio dibattito fra chi segnala che il future è poco sopra i minimi storici degli ultimi dieci anni, su valori che potrebbero lasciar intendere la fine di un trend, e chi invece analizza le notizie di raccolti in forte eccesso, pur di fronte a una domanda dinamica. Una storia quindi da seguire.