Obiettivo reddito: la piroetta fra azione e bond Intesa può rendere bene


Nella prima parte dell’anno sfruttare ogni debolezza per collocarsi sull’azione fino al pagamento del dividendo e passare poi per il seguito dei mesi su un’emissione obbligazionaria non troppo lunga: è un esercizio facile e redditizio.

Cedole & dividendi

Pensare di ottenere reddito collocandosi a lungo termine sullo stesso asset finanziario è ormai un’illusione, salvo che si accetti di correre rischi. Ciò comporta la necessità di trovare nuove soluzioni, che incrementino la rimuneratività di un patrimonio, piccolo o grande che sia. Ecco perché oggi proponiamo una tattica piuttosto facile da gestire, consistente nel passare dall’azionario all’obbligazionario relativamente a Intesa Sanpaolo, una delle banche europee più solide e generose in termini di dividendi.

Il nostro obiettivo reddito si struttura allora su un dato di fatto. Il piano di impresa 2018-2021 di Intesa parla di un impegno alla distribuzione di dividendi cash corrispondenti a un “payout ratio” sul risultato netto pari all’85% per il 2018, 80% per il 2019, 75% per il 2020 e 70% per il 2021. Naturalmente si tratta di un vincolo di principio: 85% del risultato netto può voler dire tanto o poco, a seconda di quest’ultimo. Ipotizzando che per l’anno appena terminato – non semplice per il settore creditizio – ciò comportasse un taglio del 20% rispetto a quanto pagato il 23 maggio scorso (0,203 euro) per l’azione ordinaria ne deriverebbe comunque un risultato di 0,1624 euro, corrispondente a uno yield lordo - alla quotazione in corso di 1,999 euro (chiusura di venerdì 4 gennaio) - dell’8,12%. Se invece Intesa mantenesse circa 0,20 euro il rendimento salirebbe al 10%. Avremmo ampiamente soddisfatto l’obiettivo reddito perseguito.

Naturalmente ciò deriva dalla debolezza in corso del titolo, che non si esclude possa perfino accentuarsi nei prossimi tempi. Oggi quindi l’azionario conviene decisamente rispetto all’obbligazionario, al punto tale che appare appropriato switciare da quest’ultimo sul primo. Verosimilmente fino al 20 maggio circa (la data precisa di stacco dividendo non è nota) un piano di acquisti su Intesa ordinaria si rivelerà una scelta fra le più tranquille nell’ambito del Ftse Mib. E’ il caso allora di analizzare il titolo, che si trova poco sopra un supporto importante (a 1,88), testato già più volte da ottobre in poi. Potrebbe romperlo al ribasso? Sì, poiché si muove pur sempre all’interno di un chiaro canale ribassista, che solo il superamento di quota 2,16-2,17 infirmerebbe. Graficamente parlando si potrebbe addirittura ipotizzare una discesa a 1,60, poco sopra lo storico supporto di 1,559. Si tratta di una supposizione poco probabile ma ogni discesa sotto 1,88 si trasforma in occasione di “buy” nell’ottica di dividendo nonché di possibile recupero nei mesi.

Giunti all’appuntamento di maggio, incassato il dividendo e inevitabilmente sentito l’effetto stacco sul valore dell’azione, l’opzione più tranquilla consisterebbe nel passare su un bond della stessa Intesa, senza dover pagare un eccessivo rateo cedolare. Al momento un titolo interessante a tale scopo sarebbe l’ Isp-Tv Euribor 3 mesi + 2,37% Sub 30gn22 (Isin IT0005118838 – quotato su Tlx), a taglio 1.000 euro, con tasso cedola in corso del 2,08% e che ora quota 99,7 euro. Impossibile prevedere come prezzerà a fine maggio, anche perché il suo storico evidenzia, nell’ultimo anno, un minimo a 96 euro e un massimo a 105,3. Si tratta di un subordinato Tier 2 sempre molto liquido e che potrebbe avvantaggiarsi di un ipotetico rialzo dei tassi di interesse in area Bce nel corso del 2019. Con uno stacco cedola trimestrale (quello primaverile è previsto il 30/6) facilita un cash flow regolare e controllato, ideale per chi voglia puntare a frequenti “buy” e “sell”.

La piroetta fra azione e bond potrà logicamente proseguire nel tempo, anzi dovrà in rapporto all’obiettivo reddito. Noi continueremo a verificare l’evoluzione delle quotazioni e a seguire eventuali altre occasioni che dovessero presentarsi. Intanto riassumiamo la strategia con questa tempistica:

Nei primi 3/4 mesi dell’anno

Sfruttare debolezze per entrare sull’azione

A metà maggio

Incassare il dividendo

A fine maggio

Switciare su un bond a tasso variabile

Nell’anno successivo

Si riparte con la stessa metodologia

Rendimenti? Decisamente elevati, ben più elevati del semplice collocamento su un’obbligazione del settore bancario.