Rendimenti in netto calo dopo la FED.


E’ proprio il caso di dire che la FED ha dato una bella scossa al mercato obbligazionario con la decisione di porre fine agli aumenti dei tassi per tutto il 2019. I bond sovrani hanno visto infatti in questi giorni rendimenti in picchiata un po’ ovunque con il Bund che è tornato ad “offrire” rendimenti negativi.

La dicotomia FED/BCE vede la prima proiettata ad un solo rialzo nel 2020 – anche se già in molti iniziano a scommettere su un taglio del costo del denaro – con il piano di riduzione del bilancio dell’istituto che dovrebbe terminare a settembre, poiché conti alla mano Powell dovrà tornare a comprare Treasuries per mantenere invariati gli assets.

La BCE dal canto suo nell’ultima riunione ha spostato il primo rialzo dei tassi alla fine dell’anno, ma anche in questo caso sono rimasti in pochi a credere che la stretta monetaria nell’area Euro partirà nel 2019. Alcuni iniziano a dubitare persino che arrivi l’anno prossimo. Come sappiamo nessuna ipotesi (al momento) di un nuovo QE, ma sono previste ben sette nuove aste T-Ltro con cui le banche potranno ottenere ulteriori prestiti a 2 anni a condizioni estremamente “benevole”.

La combinazione tra FED e BCE ha pertanto sospinto i rendimenti sovrani ai minimi da diverso tempo a questa parte: il decennale USA è sceso al 2,50%, minimi da fine 2017; il Bund tedesco è sprofondato a -0,04%, il livello più basso da quasi tre anni a questa parte mentre il nostro BTP rende oggi tra il 2,40% e il 2,50%, cioè il livello più basso dal maggio del 2018.

Possibile che i mercati stiano scommettendo su un taglio dei tassi? Possibile che stiano scommettendo su un nuovo QE? Sì, è possibile, stando non solo alle indicazioni che giungono dai dati macro ma anche dalla conformazione delle curve dei rendimenti che in USA è addirittura invertita.

Come sempre cosa succederà lo vedremo nel corso tempo e siamo dell’idea che la questione nel suo complesso sia più delicata di quanto non appaia a prima vista. Quindi prudenza e stiamo alla finestra.

Tornando al nostro portafoglio, lieve correzione questa settimana dopo aver toccato la scorsa un nuovo massimo storico a 113,30. Ai prezzi correnti di mercato il NAV odierno vale 112,96 cioè indica un progresso del 2,11% da inizio anno e un progresso del 3,80% dai minimi di novembre.

Rimaniamo ancora liquidi in attesa di capire cosa può accadere.

Portafoglio aggiornato nell’apposita sezione.