Borse emergenti, tre da seguire nel 2020


Sulla base delle preferenze degli analisti internazionali. Piace molto il Brasile, ampiamente sui massimi storici. Poi il Vietnam, mentre l’indice Csi 300 cinese confermerà probabilmente un’elevata volatilità.

Hot markets

Il 2019 non si è chiuso certamente male per chi ha puntato sui mercati azionari emergenti, con soprattutto la Cina in netto rialzo, malgrado le tensioni geopolitiche. Questo però è il passato. Nel 2020 invece cosa potrebbe succedere? Le previsioni – allo stadio attuale – sono abbastanza prudenziali, con una logica che si fa strada nelle analisi degli specialisti di “emerging”: sarà un anno di trend divergenti in attesa di un 2021 pronosticato come più favorevole per l’intero contesto. Quindi la selezione risulterà decisiva. Analizzando vari studi si evidenziano alcuni mercati più gettonati. Sono soprattutto Brasile, Vietnam e Cina, quest’ultima con non pochi se e ma. Meritano davvero maggiore attenzione? Ecco allora una valutazione del quadro delle rispettive Borse, considerando inoltre i relativi Etf quotati a Milano.

Il Bovespa continua a salire

Il +31,6% dell’indice brasiliano nel corso del 2019 fa seguito a un movimento rialzista iniziato nel 2016, sebbene il quadro politico-economico sia stato particolarmente incerto negli ultimi anni. Eppure molti analisti ritengono che il Bovespa sia ancora poco caro rispetto alla media delle altre Borse emergenti e che quindi possa procedere nel suo “uptrend”. C’è chi lo vede addirittura a livelli di 140.000 punti contro i 115.600 della chiusura del 2019. In effetti tutti gli indicatori dicono “buy” ma l’assenza di riferimenti grafici – muovendosi su massimi storici assoluti – non agevola una valutazione attendibile. Si noti che la volatilità è assai bassa (sui 15,26), ai minimi dell’ultimo quinquennio, e che l’Adx (Average directional Index) si colloca in una fase di lateralità. Infine l’intervallo fra medie mobili a 9 e a 26 periodi si è allargato molto, confermando l’accelerazione delle ultime settimane.

L’Etf più liquido (in termini di dimensione del fondo) trattato su Borsa Italiana è l’iShares Msci Brazil – Isin IE00B0M63516 – ma essendo a distribuzione di dividendi, nell’ottica di un’analisi più strettamente correlata all’indice, è preferibile esaminare il Lyxor Msci Brazil – Isin LU1900066207 – la cui valuta di denominazione è fra l’altro l’euro.

Ultima quotazione

22,46 euro

Valuta denominazione

Eur

Resistenza chiave

n.v.

Supporto chiave

19,5 euro

Performance 2019

+27,5%

Volatilità

24,1%

Il Vietnam ha forti potenzialità di rialzo

L’Ftse vietnamita è sempre piaciuto ai mercati finanziari per due motivi: l’economia nazionale è in forte crescita – grazie ai consumi interni – e la delocalizzazione dalla Cina verso produttori di Hanoi e dintorni registra segnali di espansione. Inoltre si tratta di una Borsa poco volatile, che da metà 2018 si muove in una fase di lateralità, interpretata come stasi in previsione di un possibile toro nel corso del 2020. Poco sotto i 1.000 punti, trova un supporto nell’area dei 920 e una resistenza sui 1.031. C’è chi prevede possibili potenzialità di netto rialzo, sempre che i contesti macroeconomici internazionali non subiscano violente tensioni. L’unico Etf per puntare su Hanoi è l’Xtrackers Ftse Vietnam – Isin LU0322252924 – vecchia conoscenza per chi opera sui mercati emergenti.

Ultima quotazione

26,9 euro

Valuta denominazione

Usd

Resistenza chiave

30,4 euro

Supporto chiave

25 euro

Performance 2019

+5,9%

Volatilità

15%

La Cina fra mille interrogativi

Nella non semplice panoramica di indici riferiti alle Borse cinesi il più utilizzato è lo Shanghai Shenzhen Csi 300, composto dai 300 titoli azionari con maggiori capitalizzazione di mercato e liquidità dell’intero universo di società quotate e appartenenti alla classe A. Notevolmente più volatile rispetto ad altri mercati emergenti nell’ultimo anno ha registrato una performance del 36%, potenzialmente maggiore in presenza di un trading dinamico. Lo dimostrano i numeri: nel 2019 minimo e massimo si sono collocati fra 2.935 e 4.126 punti. E’ quasi scontato che ciò si ripeterà nel 2020, data la forte esposizione dell’indice all’andamento dell’export cinese.

Quale Etf scegliere fra i tanti riferiti agli indici di questo mercato asiatico? Considerando il riferimento allo Shanghai Shenzhen Csi 300, la selezione si riduce a due Xtrackers ma in termini di dimensioni del fondo a prevalere è un terzo prodotto dello stesso emittente, seppur relativo all’Msci China, che in realtà replica azioni quotate sulla Borsa di Hong Kong (titoli H, B, Red Chips e P Chips). Data la complessità del quadro valutiamo quello che ha messo a segno la migliore performance nel 2019, ovvero l’Xtrackers Csi 300 Swap – Isin LU0779800910 – che lo scorso anno ha riportato un +44,5%.

Ultima quotazione

11,4 euro

Valuta denominazione

Usd

Resistenza chiave

11,45 euro

Supporto chiave

9,78 euro

Performance 2019

+44,5%

Volatilità

21,6%