In ottica soprattutto obbligazionaria. Ancora molto deboli, sebbene qualche lumicino di speranza cominci ad accendersi qua e là. L’effetto Covid è stato devastante in particolare per real brasiliano e rand sudafricano.
Hot markets
Prosegue la fase di spossatezza delle valute emergenti, che non traggono vantaggio nemmeno dal calo del dollaro. Torniamo allora sul tema, analizzando le singole divise.
Lira turca (ultimo cross 9,2 Eur/Try) – Ha rotto il livello dei 9 contro euro ed è addirittura salita a 9,25 in intraday, con un crollo che non sembra trovare pace. Da notare un fattore di analisi tecnica molto interessante: da fine giugno la media mobile a 10 sedute segue con precisione quasi millimetrica un indebolimento che in realtà andrebbe definito sfinimento. Perché si possa ipotizzare un’inversione occorre che il Try torni sotto gli 8,81, quindi gli 8,5 e infine i 7,95. È un abisso da percorrere, dentro al quale si può soltanto agire con ottiche di breve periodo, dopo il superamento quanto meno della media mobile a 20 sedute, ora a 8,99. La valutazione resta quindi assolutamente negativa in attesa di una stabilizzazione, di cui per ora non si è registrato alcun segnale.
Peso messicano (ultimo cross 25,3 Eur/Mxn) – Delle valute emergenti è la più volatile e quella che sta tentando di allontanarsi per prima dai picchi di debolezza a quasi 28. Il cross in corso ne è la prima conferma ma attenzione – va ribadito – alla volatilità, che dipende da tanti fattori. Certamente l’eventuale elezione di Biden alla Presidenza degli Usa potrebbe avvantaggiare il peso. La media mobile a 200 si avvicina e rappresenta la prima sfida che la divisa deve affrontare. Attualmente la distanza si limita a un 2,7%, valore contenuto. Subito dopo occorre però che affronti la resistenza dei 24,3.
Rand sudafricano (ultimo cross 19,5 Eur/Zar) – Doppio minimo sull’euro e poi un timido tentativo di rafforzamento. Quanto più sorprende è il quasi annullamento della correlazione con la quotazione dell’oro, che per lungo tempo aveva contraddistinto la divisa di Pretoria e dintorni. In effetti la situazione economica è peggiorata con il Covid, che ha tramortito il rand, a causa anche di minori scambi commerciali con l’estero. Come nel caso del peso la media mobile a 200 si sta avvicinando (distanza attuale 4,2%) e rappresenta una barriera importante, superata la quale un ritorno nell’area dei 18 costituirebbe un obiettivo possibile.
Real brasiliano (ultimo cross 6,57 Eur/Brl) – Doppio minimo sull’euro oltre i 6,6 Eur/Brl e quindi doppio massimo per la nostra divisa. A fine agosto si era registrata un’inversione di rafforzamento che non ha però avuto vita lunga per il real, penalizzato da troppe vicende politiche, sanitarie ed economiche. Senz'altro il segnale dal punto di vista grafico è interessante ma è opportuno attendere un movimento verso i 6,30/6,20, perché nella fase in corso tutti gli indicatori e le medie mobili ripetono ancora “sell”, anzi “strong sell”. L’effetto Covid si è sentito pesantemente su questa valuta.
Rublo russo (ultimo cross 91,8 Eur/Rub) – Il livello degli 80 sembrava quasi un picco insostenibile e invece la valuta russa ha continuato a indebolirsi scendendo (e quindi salendo in ottica di euro) fino ai 92. Ciò sta avvenendo sull’onda di tensioni di politica internazionale e della debilitazione di alcune voci della bilancia commerciale, a cominciare dal petrolio. Forse si è ecceduto però nelle previsioni e vari analisti ritengono che entro fine anno il rublo potrebbe tornare sotto i 90, anzi verso gli 80. Noi però delle supposizioni ci fidiamo poco e indichiamo allora una resistenza (supporto per l’euro) a 88, soltanto oltre il quale si assisterebbe a un primo passo di inversione, con possibili ulteriori livelli a 85 e a 82,3. In quanto tempo ci arriverà?