NASDAQ100 WEEKLY - L'indice tecnologico USA è vicinissimo ai massimi storici !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.

IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

Non abbiamo fatto in tempo, la scorsa settimana, ha riportare le buone notizie provenienti dalla CINA circa l’onorare i termini dell’accordo commerciale di fase uno, che a metà settimana un’”escalation” di dichiarazioni (da parte di entrambi i contendenti) e provvedimenti immediati e futuri (da parte americana), hanno alzato nuovamente una forte tensione nei rapporti.

A seguito dell’Assemblea nazionale del Popolo tenutasi a Pechino, tra le altre misure all'ordine del giorno c'era la promulgazione della controversa Legge sulla sicurezza nazionale (fermata nei mesi scorsi dal Coronavirus), che prevede la criminalizzazione del secessionismo, dell'eversione, dell'ingerenza straniera e del terrorismo a Hong Kong, si sono (come al solito) scatenate le dichiarazioni bellicose ed offensive del segretario Mike Pompeo e del presidente Trump (che riporteremo in altro capitolo) includendo anche le società cinesi quotate a Wall Street. Non è il caso di Huawei Technologies, della quale parleremo in seguito che, pur non essendo quotata negli States, sta combattendo un altro tipo di battaglia che da puro livello ipertecnologico si è spostata (volutamente dagli Stati Uniti) a cybersicurezza, alzando ancor più le tensioni tra le due super-potenze.

  I tre principali indici azionari USA hanno aperto la settimana delle contrattazioni in gap up mostrando un bel segnale di forza, poi durante la settimana gli scenari hanno confermato che i tre indici vanno ad una la velocità diversa, cosa che accade da diverse settimane. Di certo c’è che fin quando il sentimento ed il posizionamento dei grandi istituzionali, tra i quali anche i fondi discrezionali, è basso il mercato non verrà giù. Qualcosa sta cambiando a livello di mercato dei derivati nel quale, negli ultimi giorni, le opzioni call acquistate sono il doppio delle opzioni put acquistate, quindi sembra che gli investitori si stiano posizionando in attesa più per un rialzo che per proteggersi dal ribasso (v.grafico).

Questa settimana i mercati USA rimarranno chiusi, lunedì 25 maggio, per il Memorial Day.

Passiamo ora ad analizzare i tre principali indici azionari sottolineando le diverse configurazioni grafiche, la diversa forza e le diverse prospettive per il futuro. Iniziamo, pertanto, con il più solido e performante, il NASDAQ100, che ha chiuso l’ampio GAP aperto il 24 febbraio scorso, portandosi ad un – 1% ca. dai massimi storici. Ribadiamo la nostra incredulità che, de facto, ha condizionato il nostro prudente posizionamento. Prepariamoci ad aggiornare nuovi livelli dei massimi.

Tralasciamo il commento delle onde al rialzo in quanto molto probabilmente, per non dire sicuramente, il conteggio andrà modificato. Al ribasso troviamo dei livelli di supporto non molto definiti come nel caso della scorsa settimana, come primo livello l’area 8850, un po' sopra il ritracciamento del 27,2% min/max di onda (B ?) ed a seguire l’area 8460, ritracciamento del 38,2% ed infine area 8375/8350 M.M. EXP a 200 con possibile chiusura del GAP a 8338. La settimana si è chiusa a 9413.99 con un guadagno del + 2,86% che porta il segno positivo da inizio 2020 al + 7,80%.

Un po' più debolezza sull’indice S&P500, che sta disegnando un wedge a M tra i livelli in area 2950 e 2750. Lasciamo inalterato il conteggio delle onde in quanto il ritracciamento del 61,8% del range max/min di onda A, congiuntamente alla M.M. Exp a 200 sta facendo il suo dovere fermando il rialzo. La rottura della resistenza di 2950 proietterebbe i prezzi alla successiva resistenza posta al 76,4% del ritracciamento in area 3110/3130 ma i serbatoi del propellente sembrano scarichi. Al contrario primo supporto in area 2740/2730 (ritracciamento del 27,2% dell’onda B (?) ed ulteriore discesa in area 2660 (ritracciamento del 38,2%).. La settimana di contrattazione si è chiusa a 2955.45 con un guadagno del + 3,20% che ha portato il deficit da inizio anno a – 8,52%.

Infine lo sfiatato indice DOW JONES che si è riportato sotto il livello di ritracciamento del 50% del range max/min sfiorando l’area 22550 ritracciamento del 38,2%. Al momento sembra molto difficile riuscire andare a testare la resistenza del ritracciamento del 61,8% del range max/min. in area 25230 con chiusura del primo Gap visibile sul grafico. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 24465.16 il che porta il guadagno al + 3,29% ed il deficit da inizio anno al – 14,27%. Di seguito i relativi grafici:

ORO INDEX

Nulla di fatto nella scorsa settimana per la commodity. Ad un inizio settimana brillante, ma solo in intraday, nel quale ha fatto segnare un massimo di 1775,80 $/oz., hanno fatto seguito una chiusura e le successive quattro giornate senza forza relativa, anzi con qualche debolezza di troppo (v. nella giornata di giovedì). Il triangolo che avevamo disegnato sul grafico nelle precedenti settimane era stato rotto al rialzo due venerdì fa, ma la chiusura di questa settimana ha negato tale rottura e riportato i prezzi nel range 1750/1700 $/oz. Rimane pur vero che ora sono ben 5 le settimane che fa registrare un minimo superiore alla precedente.  

Per la nostra operatività, forse non tutto è perduto, la mancanza di “momentum” potrebbe favorire una discesa momentanea fino in area 1670 $/oz. ca. che permetterebbe l’acquisto del relativo ETF a 145 che era ferma su valori forse troppo bassi per il periodo. Prossimi step al rialzo, l’area 1830-1860 $/oz. La settimana della commodity si è chiusa a 1734.70 $/oz. con una modesta perdita del – 1,11% che porta il guadagno da inizio anno al + 14,13%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:

LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP

Si è tenuta a Pechino l'Assemblea nazionale del popolo e tra le altre misure all'ordine del giorno c'era la promulgazione della controversa Legge sulla sicurezza nazionale (fermata nei mesi scorsi dal coronavirus), che prevede la criminalizzazione del secessionismo, dell'eversione, dell'ingerenza straniera e del terrorismo a Hong Kong.

A questo proposito, il sempre bellicoso Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha avvertito che legge citata potrebbe significare che gli Stati Uniti ritireranno da Hong Kong lo 'status speciale' che le permette di essere il principale centro finanziario dell'Asia.

Gli Stati Uniti hanno minacciato di imporre pesanti sanzioni contro i politici e le banche che fanno affari con la CINA, nel caso in cui questo Paese tirerà fuori la legge sulla sicurezza nazionale che intende imporre a Hong Kong. Come già detto, questo tipo di dichiarazioni su Hong Kong e Taiwan sono particolarmente offensivi per il governo cinese.

Inoltre, il Senato statunitense ha approvato una legge che impone alle aziende estere quotate in USA di dimostrare di non essere proprietà o sotto il controllo di un governo estero. La legge, che prevede anche il delisting delle aziende che non danno la possibilità di ispezionare i bilanci di 3 anni, sembra fatta apposta per danneggiare significativamente i titoli cinesi quotati a Wall Street. Ma l'effetto è rimasto confinato ad una manciata di nomi (Ali Baba, Baidu ed altre). Il gigante cinese Baidu ha già minacciato di interrompere il trading sul Nasdaq. mentre le autorità cinesi hanno avvertito che prenderanno dure rappresaglie se la situazione continuerà in questo modo.

Mentre Trump in un suo tweet aggredisce la controparte con queste parole: “Il portavoce parla stupidamente a nome della Cina, cercando disperatamente di deviare il dolore e la carneficina che il loro paese ha diffuso in tutto il mondo. La sua disinformazione e attacco di propaganda contro gli Stati Uniti e l'Europa è una vergogna !”.

Per il momento, il gigante asiatico ha esortato gli Stati Uniti a non interferire nei loro affari interni, come ha fatto qualche mese fa. La Cina ha promesso di continuare a lavorare per l’attuazione del suo accordo commerciale di “prima fase” con gli Stati Uniti.

In un rapporto sul lavoro reso pubblico dal governo al National People’s Congress (NPC), il premier cinese, Li Keqiang, ha promesso che Pechino lavorerà per la liberalizzazione del commercio e degli investimenti globali, dichiarando: “Lavoreremo con gli Stati Uniti per attuare l’accordo economico-commerciale CINA-USA di fase uno. La CINA continuerà a rafforzare la cooperazione economica e commerciale con altri paesi per offrire vantaggi reciproci. Parteciperemo attivamente alla riforma dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio) e lavoreremo per la firma del Partenariato economico globale regionale, promuovendo nel contempo i negoziati di libero scambio con il Giappone e la Repubblica di Corea”.

Ben più ferma la dichiarazione di Zhang Yesui, portavoce del 13° Assemblea Nazionale del popolo, che ha affermato: “una relazione stabile e in crescita tra Cina e Stati Uniti è nel migliore interesse del popolo cinese e americano. La massima priorità è lavorare insieme per combattere il Covid-19 e garantire la stabilità economica globale, ma se gli Stati Uniti mantengono una mentalità da guerra fredda, la Cina sarà costretta a reagire”.

Passiamo ad argomento di politica interna, con i Democratici nel comitato di sorveglianza della Camera hanno annunciato nel fine settimana un nuovo disegno di legge per proteggere gli ispettori generali dalle critiche della politica in risposta agli “implacabili attacchi” del presidente Donald Trump contro i cani da guardia del governo.

Il disegno di legge è arrivato una settimana dopo che Trump ha licenziato l’ispettore generale del Dipartimento di Stato Steve Linick su raccomandazione del segretario di Stato, Mike Pompeo (ancora lui). Secondo quanto riferito, Linick stava conducendo almeno due indagini sull’operato di Pompeo quando è stato rimosso venerdì sera.

Il Presidente della commissione, Carolyn Maloney; in un comunicato stampa ha dichiarato: “Sfortunatamente, questo disegno di legge è diventato necessario perché l’amministrazione Trump ha lanciato una campagna denigratoria contro gli ispettori generali che svolgono il proprio lavoro cioè: indagare su reati, frodi, abusi e riferire la verità sulle responsabilità di questa amministrazione”.

Trump ha licenziato diversi ispettori generali negli ultimi mesi.

Ad aprile, il Presidente ha ordinato la rimozione di Michael Atkinson, ispettore generale dei servizi segreti che aveva segnalato la denuncia degli informatori ucraini che è diventato un importante catalizzatore per l’eventuale impeachment di Trump alla Camera. Trump è stato assolto al Senato.

Giorni dopo, Trump ha rimosso l’ispettore generale del Pentagono Glenn Fine, che stava supervisionando il pacchetto di aiuti per il Coronavirus da 2 trilioni $ ed infine, venerdì scorso, Trump ha rimosso Linick.

Pompeo ha confermato questa settimana di aver invitato Trump a licenziare Linick, sostenendo che la sua raccomandazione non era in alcun modo intesa come punizione politica e che il Presidente aveva il diritto di licenziare Linick Trump ha detto di non sapere nulla di Linick, tranne che lavorava per l’amministrazione dell’ex Presidente Barack Obama, ma che ha comunque seguito la raccomandazione di Pompeo.

Trump ha dichiarato al Presidente della Camera, Nancy Pelosi di aver perso la fiducia nell’ispettore, senza ulteriori spiegazioni. In seguito Pelosi ha dichiarato che il licenziamento potrebbe essere “illegale” se si trattasse di un atto di ritorsione.

La legislazione, soprannominata “Inspector General Independence Act”, prevedeva nove ragioni specifiche per cui un presidente avrebbe rimosso un ispettore generale, tra cui “abbandono del dovere”, “negligenza” e commettere una “consapevole violazione della legge o del regolamento”.

Stephen Lynch, D-Mass., presidente della sottocommissione per la sicurezza nazionale ha dichiarato: “Gli incessanti attacchi del presidente Trump contro questi onesti e dedicati ispettori di sorveglianza del governo sono contrari ai nostri valori democratici fondamentali”.

Cui ha fatto seguito le dichiarazioni di Gerry Connolly, Presidente della sottocommissione per le operazioni governative: “L’amministrazione Trump ha ripetutamente dimostrato totale disprezzo per il controllo indipendente. Questa legislazione proteggerà gli ispettori generali da indebite interferenze e punizioni politiche per il semplice espletamento delle loro responsabilità. L’indipendenza degli ispettori generali è essenziale per la nostra democrazia”. E rivolgendosi ai repubblicani del Congresso ha detto loro: “La non azione e il silenzio non faranno altro che incoraggiare questo comportamento sconsiderato”.

Per quanto riguarda il piano di un pacchetto di aiuti da 3 trilioni $ approvato la scorsa settimana dai democratici della Camere per espandere la rete di sicurezza sociale alle persone ed alle piccole aziende durante la crisi, i repubblicani al Senato hanno iniziato ad aprire le porte a una proposta di aiuti anche se più ristretta. Il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell, ha detto a Trump che il prossimo disegno di legge non dovrebbe costare più di 1 trilione $ mentre il Presidente (sempre con un occhio alle prossime presidenziali) si è mostrato più propenso ad allargare detta spesa ed a condonare una fetta sempre più alta di essa.

Il Senato prevede di riunirsi il prossimo 1° giugno. 

Infine, a proposito di pandemia, mentre i rappresentanti politici dell’amministrazione Trump continuano a spingere per le riaperture rapide in tutti i settori dell’economia ed in più Stati possibili oltre a riportare dichiarazioni che il vaccino sia pronto già per la fine dell’anno, arrivano nette le smentite da parte del settore sanitario ad iniziare, sembra strano, proprio dal Dottor Fauci gran consigliere sanitario di Trump oltre che direttore del National Institute of Allergy and Malattie infettive, che ha avvertito i membri del Congresso che gli Stati Uniti potrebbero affrontare ancora più “sofferenza e morte” a causa del Coronavirus se alcuni Stati si affrettassero a riaprire le attività troppo presto aggiungendo che gli Stati devono prendere “precauzioni molto significative”. Per quanto riguarda il vaccino ha detto che è molto improbabile che gli Stati Uniti potessero iniziare a lanciare un vaccino contro il Coronavirus entro dicembre anche se i dati sui vaccini della società biotecnologica MODERNA, pubblicati all’inizio di questa settimana, sono stati molto incoraggianti, ma ancora in “Fase 1”.

Più drastico nelle dichiarazioni lo scienziato, Xinhua Yan, che lavora nel laboratorio di MODERNA a Cambridge, che sta testando il vaccino e dice testualmente: “è impossibile che il vaccino possa essere pronto nel 2020 e sbalorditivo che ciò venga dichiarato”. Dello stesso avviso il dott. Carlos del Rio, professore di medicina della Emory University, sito che sta testando alcuni candidati al vaccino Covid-19 di Moderna che ha dichiarato: “cercare di pensare che, un anno dopo l’identificazione di un virus, avremo un vaccino pronto per essere distribuito e soprattutto pronto per essere distribuito in maniera massiccia, è semplicemente sbalorditivo per me”.

LA POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE

La settimana appena conclusa è stata densa di appuntamenti in casa Federal Reserve; sono stati pubblicati mercoledì i verbali della riunione dei capi della Fed (FOMC) riferiti all'incontro di fine aprile; ciò che è emerso è che la Banca centrale americana teme il Coronavirus ma non si tira indietro nel fronteggiare la grave crisi che gli USA stanno e dovranno affrontare in futuro, anzi la spinge ad andare all'azione piuttosto che esserne paralizzata. Si è discusso in maniera chiara la politica economica che si dovrà adottare in questo periodo; il cammino dei tassi d’interesse, le sue future politiche sul costo del denaro (ad esempio indicando precisi esiti macroeconomici per ipotizzare rialzi dei tassi). Ha considerato anche la possibilità di adottare nuovi programmi per il controllo dell’andamento della curva dei rendimenti. Questo significherebbe adottare un target per i rendimenti obbligazionari, sopra il quale la FED interverrebbe con acquisti di asset sul mercato fino a che lo yield non sia tornato ai livelli prestabiliti (un simile programma è stato lanciato dalla Bank of Japan nel 2016). Secondo alcuni analisti, simili programmi potrebbero comportare un Quantative Easing (QE) indefinito. Non è mancato il dibattito sull’impatto che le attuali condizioni economiche potrebbero avere sul settore bancario, in termini di esplosioni di sofferenze, e come meglio fare i conti con simili timori di rinnovata instabilità. In particolare è stata citata la necessità di incoraggiare le banche a “prepararsi per scenari peggiori limitando ulteriormente i pagamenti di dividendi agli azionisti e preservando quindi capitale per assorbire perdite”. L’unico tabù, per Powell e la FED, è rimasto quello di ricorrere a tassi negativi quale misura anti-crisi. Nell'incontro è emerso lo scetticismo per una piena ripresa economica nel prossimo anno; infatti la possibilità di un ritorno alle restrizioni nel prossimo autunno a causa di una nuova ondata di pandemia potrebbe far tornare gli Stati Uniti nel baratro della crisi, aumentando la disoccupazione, il tasso di inflazione e gli investimenti produttivi.

Powell insieme al segretario del tesoro Mnuchin durante un'audizione virtuale davanti al comitato bancario del Senato (il giorno prima dell’uscita delle Minute), aveva dichiarato che la FED farà tutto quello che sarà necessario per sostenere l'economia americana in questi difficilissimi tempi, gli USA affrontano la crisi economica più grave in assoluto dai tempi della grande depressione; sul fronte politico bisognerà attendere il consenso allo stanziamento di maggiori aiuti finanziari sia da parte democratica che da parte repubblicana. La discussione verte sulla possibilità o meno di acconsentire a nuovi stimoli fiscali oltre a quelli già approvati nel “Care act” (3 mila miliardi di dollari a imprese e lavoratori). Powell sostiene che la volontà della FED di poter dare ulteriori stimoli fiscali con almeno 4 nuovi programmi di prestito è una possibilità reale, la quale però deve essere necessariamente coadiuvata da una volontà politica forte in tal senso. Inoltre l’Istituto sta ancora cercando di lanciare un sistema di prestiti alle piccole e medie imprese (main street), il quale sarà tutt'altro che di semplice realizzazione, vista la varietà delle imprese che lo richiederanno.

Il segretario al tesoro, ha dichiarato che il tesoro e la FED soni pronti ad assumersi il rischio di eventuali perdite che potranno avere a fronte dello stanziamento totale dei 500 miliardi $ inclusi nel “Cares act”, denaro che potrebbe non tornare mai più indietro; fino ad ora sono stati stanziati 195 miliardi $ mentre 259 miliardi $ sono rimasti congelati per creare o espandere programmi secondo le necessità; ricordiamo i restanti 46 miliardi $ destinati alle compagnie aeree. Munchin ha affermato che le future mosse della FED e del tesoro saranno molto condizionate anche dagli stimoli economici che perverranno a seguito della riapertura delle attività economiche e che i capitali alle imprese inizieranno ad essere distribuiti entro la fine del mese. Infine ha dichiarato come abbia lavorato a stretto contatto con la small business administration sul programma di protezione della busta paga, per garantire lo stipendio a milioni di americani (oltre 530 miliari di dollari), inoltre sono stati approvati 25 miliardi di dollari solo per i salari del settore aereo, ampiamente in crisi.

Nella giornata di giovedì altre dichiarazioni del presidente Powell, anche se dello stesso tenore dei giorni precedenti: “Il calo delle attività è stato eccezionalmente brusco, e la ripresa dovrebbe partire nella seconda parte dell'anno, ma sarà graduale e incerta, rallentata dalla chiusura di migliaia di piccoli business. Richiederà altri interventi di politica monetaria, e soprattutto fiscale. Su questo scenario si innestano rilevanti rischi al ribasso. La FED è determinata a usare tutti i suoi strumenti per garantire la ripresa, ma il suo mestiere è prestare denaro, la spesa pubblica è prerogativa delle politiche fiscali del Governo”.

A fare eco alle dichiarazioni di Powell è intervenuto il Vice presidente FED, Clarida, sottolineando l'importanza dello sforzo della Banca centrale americana nel fronteggiare la crisi, ponendo però l'accento sulla fondamentale importanza delle diverse responsabilità in gioco; “la FED attua politiche monetarie tali per far sì che l'economia abbia un più ampio respiro per una rapida ripresa e presta soldi, mentre Washington deve garantire un sostegno fiscale diretto a tali politiche, assumendo una strategia di aiuti e spesa contingente all'emergenza”.

Venendo ad un argomento ampiamente discusso in questi giorni, anche da Trump (che è favorevole) circa il passaggio in negativo della curva dei tassi nel 2021, Il Presidente FED ha ribadito che il Comitato non considera i tassi negativi uno strumento attraente.

Jerome Powell ha dichiarato: “L’economia americana si riprenderà dall’attuale crisi ma potrebbe aver bisogno di un vaccino contro il Coronavirus affinché il recupero sia completo. A lungo termine e anche a medio termine, non scommetterei contro l’economia americana. L’economia americana si riprenderà. Tuttavia la ripresa, molto probabilmente, dipenderà da come gli americani si sentiranno sicuri di non contrarre nuovamente la malattia. Supponendo che non vi sia una seconda ondata di pandemia, penso che vedremo l’economia riprendersi costantemente durante la seconda metà dell’anno. L’economia americana intesa come PIL potrebbe ridursi del 30% nel secondo trimestre, ma eviterà un crollo economico simile alla depressione degli anni ’20 o ‘30, anche se i numeri dei senza lavoro assomigliano molto a quelli di quel periodo, quando il tasso raggiunse il picco vicino al 25%. Tuttavia, la natura dell’attuale disagio unita al dinamismo degli Stati Uniti e la forza del suo sistema finanziario dovrebbero spianare la strada a un rimbalzo significativo”.

Dello stesso parere anche il co-stratega sui cambi valutari e tassi di Goldman Sachs, Zach Pandl, che dice: “considerare di tagliare i tassi di interesse in territorio negativo non sarebbe una politica monetaria molto utile, ma se l’economia dovesse avere un’altra grande battuta d’arresto dovuta ad una seconda ondata di infezioni che farebbe deragliare l’imminente ripresa economica statunitense, allora penso che ciò apra alla possibilità di una serie di azioni aggiuntive da parte della FED”. Aggiungendo: “penso che la politica fiscale dovrebbe fare il primo passo, ma nel caso l’economia dovesse stentare a riprendersi penso che i politici vorranno provare nuove cose. Le probabilità sono basse ma solo in quello scenario potremmo vedere una possibilità di tassi in negativo”. Infine a proposito del dollaro USA ha detto: “Il dollaro USA è rimasto forte nelle ultime settimane poiché gli investitori cercano attività più sicure per parcheggiare i loro soldi dopo che la pandemia ha smorzato le prospettive economiche a livello globale. Ma man mano che l’economia globale si riprenderà nei prossimi anni, tale forza nella valuta svanirà e la mia stima è che il biglietto verde sia sopravvalutato di circa il 20%”.

DATI MACROECONOMICI

Iniziamo con i dati sull'immobiliare che in Aprile ha riportato i segni del “lockdown”, con i nuovi cantieri in calo del 30% a 1,07 milioni di unità abitative rispetto a 1,35 mln di Marzo ma leggermente superiori alle attese degli economisti poste a 1,0 mln di unità; i permessi di costruzione in calo del 20% a 891.000 unità rispetto a 1,27 mln del mese precedente e minore delle attese poste a 927.000.

Sul fronte delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono calati la settimana scorsa, ma sono usciti marginalmente sopra il consenso, al sempre enorme numero di 2.438.000. Il calo rispetto al dato della settimana precedente posto a 2.687.000 si vede, ma è meno vistoso a causa di una revisione al ribasso del numero, dovuta ad un errore nel conteggio da parte di uno Stato. Ciò indica che una settimana fa i richiedenti erano ancor in numero superiore a coloro che abbandonavano il sussidio, avendo ritrovato lavoro.

Il dato preliminare sull’attività economica manifatturiera nell’area di Philadelphia è migliorato un po' a Maggio a – 43,1 rispetto ad Aprile – 56,4, ma meno delle attese poste a 41,5. Migliorano leggermente alcune componenti ma soprattutto emerge un’aspettativa di recupero elevatissima (in termini di condizione economica generale ma anche di nuovi ordini) entro i prossimi 6 mesi a 49,7.

Infine il dato preliminare di Maggio sui PMI a cura di Markit sia nel settore manifatturierio che in quello dei servizi, entrambi in netto miglioramento, rispettivamente a 39,8 e 36,9 rispetto al mese di Aprile dove si era verificata una crisi storica a 36,1 e 26,7. Il commento di Markit dice: “calo eccezionale ma segnali di bottom ad Aprile”.

FOCUS SU TITOLI

HUAWEI, La più grande azienda tecnologica cinese ha affermato che sarà "significativamente influenzata" da un decreto del Dipartimento del Commercio che impedisce a qualsiasi azienda che produce “chip” che utilizza apparecchiature americane, di fornire Huawei senza l'approvazione del governo degli Stati Uniti. Ciò significa che aziende come Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. e i suoi concorrenti dovranno tagliare le vendite alla compagnia cinese a meno che non ottengano esoneri, tagliando efficacemente l'accesso di Huawei al silicio d’avanguardia di cui ha bisogno per smartphone e dispositivi di rete.

La diatriba va avanti dal 1° dicembre 2018 quando la figlia del fondatore di Huawei, Meng Wanzhou, è stata arrestata in Canada e tuttora in attesa di estradizione su richiesta degli Stati Uniti. L’accusa si basa ancora su fantomatiche frodi finanziarie e violazioni delle sanzioni americane contro l’Iran, in virtù del fatto che ella è direttore finanziario e vicepresidente di Huawei. Questa situazione e la decisione del Dipartimento del Commercio, hanno acuito le tensioni tra Pechino e Washington con la CINA che considera Huawei un campione nazionale a causa del suo successo nel dominare la tecnologia di rete globale e minacciando ritorsioni, se gli States scegliessero di andare avanti con ulteriori restrizioni.

Mentre il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, non ha rilasciato dichiarazioni, il Presidente Guo Ping ha affermato: "La nostra attività ne risentirà in modo significativo, dati i cambiamenti nel settore nell'ultimo anno, ci siamo resi conto più chiaramente che gli standard frammentati e le catene di approvvigionamento non giovano a nessuno. Se dovesse verificarsi un'ulteriore frammentazione, l'intero settore pagherebbe un prezzo terribile".

Molto più diretto nelle accuse agli Stati Uniti, il collega Richard Yu, che gestisce la divisione consumatori responsabile degli smartphone. Ha affermato che le restrizioni che apparentemente mirano a placare le preoccupazioni sulla sicurezza informatica degli Stati Uniti sono progettate per salvaguardare il dominio americano sulla tecnologia globale. Nello specifico ha dichiarato: "Le cosiddette ragioni della cybersecurity sono solo una scusa, la chiave è la minaccia di Huawei all'egemonia tecnologica degli Stati Uniti”.

Il portavoce della società Joe Kelly ha dichiarato: “Gli Stati Uniti stanno sfruttando i propri punti di forza tecnologici per schiacciare le aziende al di fuori dei propri confini, ciò servirà solo a minare la fiducia delle società internazionali nella tecnologia e nelle catene di approvvigionamento statunitensi. In definitiva, questo danneggerà gli interessi degli Stati Uniti".

AMAZON: + 1,12%. Il colosso dell’e-commerce sta pensando di rilevare JC PENNEY catena di grandi magazzini statunitense che sta fallendo per bancarotta a seguito della profonda crisi covid-19. Sta trattando valutando l'acquisizione di una parte del business; il fondatore nonche A.D. della società, Jeff Bezos, vorrebbe implementare i magazzini di spedizione e ritiro dei suoi prodotti, convertendo a questa funzione i negozi di JC, sperimentando anche tecniche di ritiro senza dover scendere dall'auto. L'interesse del colosso Usa sarebbe orientato più che all'acquisizione totale del gruppo, all'acquisizione di parte del suo business. Consideriamo anche che una buona parte dei negozi del gruppo JC PENNEY si trovano in grandi magazzini declassati alla lettera C, che negli Stati Uniti significa che potrebbero chiudere da un momento all'altro. AMAZON da un po' di tempo sta sperimentando un certo interesse nel settore dell'abbigliamento, che ha portato l'azienda a creare un proprio marchio ed ha ancora molto margine di espansione e potrebbe trovare in JC PENNEY una vetrina adatta per rafforzare i propri marchi nel settore dell’abbigliamento.

FACEBOOK. +11,39%. Facebook vuole fare concorrenza ad Amazon? Il CEO Mark Zuckerberg, sembra aver intravisto potenzialità ulteriori per le sue molteplici piattaforme social, (Facebook, Instagram, Whattsapp), le quali potrebbero arrivare ad integrare un sistema di e-commerce, permettendo ad un numero enorme di utenti di creare un mercato di compravendita di grandissima portata, senza alcun rimando a siti esterni per finalizzare l'acquisto. Gli utenti potranno contattare le aziende attraverso WhatsApp, Messenger o Instagram Direct per fare domande o tracciare le consegne. Inoltre Zuckerberg ha annunciato che la visione lavorativa di FB nel prossimo futuro permetterà ad almeno il 50% dei suoi dipendenti di lavorare in remoto per sempre, obiettivo che entro 10 anni dovrà essere raggiunto.

APPLE +3,64%. Consegnata la nuova “app” che permette di tracciare, attraverso un sistema di notifiche bluetooth (che si possono disattivare in qualsiasi momento), gli utenti che dopo averla scaricata autodenunciano in maniera anonima la loro positività al virus, per far sì che le altre persone lo sappiano e possano prendere le dovute misure di sicurezza. Il sistema verrà utilizzato esclusivamente da parte delle autorità sanitarie pubbliche ufficiali e non sarà monetizzato. APPLE assicura che disattiveranno il sistema su base regionale quando non sarà più necessario. Fino ad ora a richiedere questo tipo di applicazione sono stati 22 paesi, tra cui anche l'Italia.

PORTAFOGLIO AZIONARIO

Nulla di nuovo in settimana sul Portafoglio “The Challenger”, la continua positività ci farebbe acquistare a prezzi troppo alti per una strategia in PAC. Siamo alla ricerca di qualche titolo molto sottovalutato. Infine per quanto riguarda la strategia “swing” con il portafoglio NASDAQ100, anche qui aspettiamo che l’indice scenda un po' per trovare buone occasioni a basso rischio.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA.

ANALOG DEVICES + 9,10%. La Società che progetta, produce e commercializza un portafoglio di segnali analogici, misti e digitali ad alte prestazioni, ha riportato utili nel 2° trimestre fiscale 2020 pari a 1,08 $/az. su ricavi per 1,32 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,04 $/az. su ricavi per 1,33 mld $. Il fatturato è diminuito del 13,70% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato che prevede utili nel terzo trimestre fiscale tra 0,97 e 1,19 $/az. su ricavi tra 1,25 e 1,39 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,03 $/az. su ricavi per 1,33 mld $.

Il presidente e CEO Vincent Roche ha dichiarato: " Durante questo periodo senza precedenti, ADI si è mossa con velocità e agilità per ruotare la nostra catena di approvvigionamento e soddisfare la domanda dei clienti, accelerando la produzione e le spedizioni di prodotti essenziali, comprese le soluzioni utilizzate nelle apparecchiature mediche nella lotta contro COVID-19. La nostra diversificazione tra clienti, applicazioni e mercati sta mitigando le attività commerciali globali più deboli. Ciò ci ha permesso di fornire risultati nel secondo trimestre all'interno delle nostre previsioni originali e generare un solido flusso netto di cassa, sottolineando la forza e la flessibilità del nostro modello di business in qualsiasi contesto economico”.

BAIDU + 3,46%. Ottimi guadagni per il provider di ricerca internet in lingua cinese che in settimana è arrivato a guadagnare fino al 21,0 % prima che le dichiarazioni dell’amministrazione Trump contro le società cinesi quotate a Wall Street, facessero precipitare le quotazioni. Il provider ha riportato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 1,25 $/az. su ricavi per 3,18 mld $. La stima degli utili degli analisti era pari a 0,57 $/az. su ricavi di 3,10 mld $. Il fatturato è diminuito del 11,4% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato che prevede un fatturato nel secondo trimestre tra 3,50 e 3,90 mld $. L'attuale stima degli analisti è pari a 3,60 mld $.  

Robin Li, cofondatore e CEO della società ha dichiarato: " "Con la pandemia sotto controllo in CINA, le attività offline stanno riprendendo e BAIDU trarrà beneficio da un riavvio dell'economia cinese, A marzo, un mese dopo il picco dei nuovi casi di pandemia, il traffico della società è rimasto solido con le “app” che hanno raggiunto i 222 milioni di utenti, in crescita del 28% su base annua, le query di ricerca in-app del 45% e il tempo di feed trascorso del 51%”.

EXPEDIA + 16,56%. La compagnia di viaggi online, ha pubblicato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 1,83 $/az. su ricavi per 2,21 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,04 $/az. su ricavi per 2,29 mld $. Il fatturato è diminuito del 15,3% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Peter Kern, Vice Presidente e CEO della società ha dichiarato: “Come tutte le compagnie di viaggio, il gruppo Expedia ha subito una forte riduzione degli affari dall'inizio di COVID-19. Fortunatamente, ci siamo avvantaggiati avendo implementato misure di risparmio sui costi all'inizio di quest'anno e con la pressione della pandemia abbiamo accelerato e ha ampliato la nostra ambizione di migliorare la nostra struttura dei costi a lungo termine. Abbiamo anche raccolto un significativo capitale aggiuntivo, per rafforzare ulteriormente la nostra posizione di liquidità mentre subiamo questa interruzione ma posizioniamo il business per il recupero”.

INTUIT  +1,13%. La società di gestione aziendale e finanziaria che aiutano a semplificare l'attività delle piccole imprese, dei consumatori e dei professionisti della contabilità, ha riportato utili nel 3° trimestre fiscale 2020 pari a 4,49 $/az. su ricavi per 3,0 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 5,48 $/az. su ricavi per 3,34 mld $. Il fatturato è diminuito del 8,30% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Sasan Goodarzi, CEO della società ha dichiarato: “Durante la prima metà dell'anno fiscale abbiamo aumentato le entrate totali della società del 14 percento e abbiamo visto che questo slancio continua anche all'inizio del terzo trimestre fiscale. Tuttavia, la pandemia ha portato l'IRS a prorogare il termine di deposito fiscale fino al 15 luglio e ciò ha comportato il cambiamento della tempistica di milioni di dichiarazioni fiscali nel corso della stagione, con un conseguente calo delle entrate totali dell'8% nel trimestre".

NVIDIA + 6,31%. La Società di visual computing che collega le persone attraverso il potente mezzo di computer grafica, ha pubblicato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 1,80 $/az. su ricavi per 3,08 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,68 $/az. su ricavi per 2,98 mld $. Il fatturato è aumentato del 38,7% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel secondo trimestre tra 1,83 e 2,06 $/az. su ricavi tra 3,58 e 3,72 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,79 $/az. su ricavi per 3,15 mld $.

Jensen Huang il CEO della società ha dichiarato: "NVIDIA ha registrato un trimestre eccellente. L'acquisizione di Mellanox espande le nostre opportunità di cloud e data center. Abbiamo alzato il livello per il calcolo della Intelligenza Artificiale (IA) con il lancio e la spedizione della nostra GPU Ampere. E la nostra conferenza GTC digitale ha attirato un numero record di sviluppatori, mettendo in evidenza l'adozione accelerata del computing GPU NVIDIA. La nostra attività nel Data Center ha raggiunto il record nel suo primo trimestre da 1 miliardo $. NVIDIA è ben posizionata per far avanzare le più potenti forze tecnologiche del nostro tempo: il cloud computing e l'IA".

ROSS STORES  + 10,04%. La catena di abbigliamento e moda per la casa, ha pubblicato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 0,87 $/az. su ricavi per 1,8 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,06 $/az. su ricavi per 2,12 mld $. Il fatturato è diminuito del 51,5% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Barbara Rentler, Amministratore delegato, ha commentato: "I nostri risultati del primo trimestre riflettono l'impatto senza precedenti che la pandemia ha avuto sulla nostra attività, che ha portato alla chiusura di tutti i negozi e alla nostra perdita operativa del primo trimestre in oltre 30 anni. il margine del periodo è stato influenzato negativamente dal significativo calo delle entrate derivante dalla chiusura dei negozi per circa la metà del trimestre ed anche da una commissione di valutazione dell'inventario, una tantum, non in contanti di 313 milioni $ o 58 cent/az. derivante dal lungo periodo di chiusura dei negozi”.

SYNOPSYS + 7,80%. La Società fornitrice di software, proprietà intellettuale e servizi utilizzati per progettare circuiti integrati e sistemi elettronici, ha riportato utili nel 2° trimestre fiscale 2020 pari a 1,22 $/az. su ricavi per 861,3 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,98 $/az. su ricavi per 837,0 mln $. Il fatturato è cresciuto del 3,0% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel terzo trimestre fiscale pari tra 1,33 e 1,38 $/az. su ricavi tra 875,0 e 905,0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,47 $/az. su ricavi per 948,71 mln $.

TAKE TWO + 6,01%. La società è arrivata a guadagnare in settimana fino al 12,71%. E’ uno sviluppatore, operatore di marketing ed editore di intrattenimento interattivo per i consumatori di tutto il mondo, ha riportato utili nel 4° trimestre 2019 pari a 1,07 $/az. su ricavi per 729,4 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,89 $/az. su ricavi per 582,22 mln $. Il fatturato è cresciuto del 41,1% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel primo trimestre 2020 pari tra 0,90 e 1,00 $/az. su ricavi tra 775,0 e 825,0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,50 $/az. su ricavi per 476,30 mln $.

La società ha dichiarato: “I risultati del quarto trimestre 2019 sono significativamente migliori del previsto. Tutti i nostri giochi hanno venduto più dei trimestri precedenti riportando ottime performance".

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (5/25/2020)

Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO