Mercato obbligazionario: ma la Consob, da che parte sta?


In queste ultime settimane si fa molto parlare delle varie strategie che il Tesoro potrebbe adottare (leggasi tipologie e ammontare di nuove emissioni governative) per convincere gli investitori italiani a sottoscrivere nuovi Btp, con l’intento di raccogliere all’interno del Paese le risorse finanziarie necessarie per far fronte alle conseguenze del COVID-19.

E fin qui tutto bene: il Btp Italia di maggio è stato un successone e ha obiettivamente offerto un rendimento allettante; il nuovo Btp Futura di cui stiamo aspettando le comunicazioni inerenti le caratteristiche pare almeno considerabile. Ma altre novità potrebbero essere in cantiere, stando a quanto proposto dal presidente Paolo Savona all’incontro annuale della Consob.

Lo sappiamo, la ricchezza privata (in termini di risparmio si in forma finanziaria sia in forma liquida) è pari a poco più di 8 volte i redditi disponibili delle famiglie, cioè largo circa oltre 9.700 Mld Euro. Da qui l’idea lanciata da Savona di emettere Btp “irredimibili”, cioè di fatto senza scadenza, ovvero perpetuals. Una sorta di amarcord delle emissioni nei periodi post-bellici, che nell’intento di Savona “limiterebbero i rischi per il futuro del Paese”, poiché prevede che dopo questa fase di garanzie statali e incentivi ai prestiti alle imprese, il rapporto debito/PIL in Italia ne uscirà innalzato e vi sarebbe il rischio che le istituzioni sovranazionali lo percepiscano non più sostenibile.

 Servirebbe, quindi, un incentivo affinché i risparmiatori investissero una porzione maggiore dei loro portafogli in Btp, che nel caso dell’ipotesi perpetual sarebbero proprio come quelli dei periodi successivi alle guerre, ovvero con un rendimento agganciato all’inflazione, fino ad un massimo del 2%, che sarebbe anche – fa nota Savona - il tasso di riferimento della BCE per il medio termine. Tuttavia, forse preso dall’enfasi nel promuovere questa idea, il presidente è un po’ scivolato, affermando che qualora non vi fossero sufficienti sottoscrizioni di questi bond, i risparmiatori creerebbero le condizioni per un aumento della pressione fiscale.

Insomma, saremo tutti costretti a comprare Btp irredimibili sotto la “minaccia” che lo Stato possa mettere le mani nelle nostre tasche aumentando le tasse? Probabilmente è stata solo una gaffe quella di Savona, o forse anche un suo timore. Resta però il fatto che i toni usati durante il discorso non sono consoni per una personalità che guida la Commissione di Vigilanza sulla Borsa, cioè che dovrebbe tutelare i risparmiatori.

Anche perché, così come sono stati presentati, questi Btp sono davvero privi di appeal, considerando che sarebbero emessi ad un rendimento agganciato all’inflazione nell’Eurozona ma fino a un massimo del 2%. Se consideriamo che oggi il BTp 2067 – cioè il governativo di durata residua più lunga attualmente in circolazione – offre un rendimento che oscilla tra il 2,50% ed il 3,00% (in base all’andamento delle quotazioni), è chiaro che sarebbero condizioni fuori mercato. Di fatto si pretenderebbe che i Btp irredimibili offrissero di meno, pur durando molto di più o senza possedere alcuna data di scadenza.

Come sempre, staremo a vedere.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve questa settimana mostra una ripresa della discesa dei rendimenti, dopo la fase di stasi delle settimane precedenti. Abbiamo ora rendimenti negativi sino alle scadenze 2033 con la parte a lunga che si restringe con le scadenze 2050 ora in area 0,08% rispetto allo 0,16% della scorsa rilevazione. Ritocca al ribasso anche la scadenza a 10 anni che approfondisce in territorio negativo portandosi ora in area -0,12%. Poche e di poco conto le variazioni alla forma della curva, sempre a “schiena d’asino” e con la parte a medio-lungo che torna a restringere mantenendo però sostanzialmente stabile la ripidità sul tratto a medio. Rendimenti a lunga in discesa che toccano ora un massimo in area 0,14% per le scadenze 2040 per poi riprendere a scendere. Più stabili invece i forward su Euribor 6 mesi sul tratto a lunga, rimangono sempre un po’ sotto area 0,60%, e con il tratto a breve confermato in area -0,45%.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali non si notano variazioni rispetto all’analisi della scorsa settimana. Stabile, quindi, come da molto tempo a questa parte il quadro in ottica strategica. Trendycator sempre SHORT sull’area UK, con i rendimenti nuovamente in consolidamento nei pressi di area 0,20%. Situazione analoga per il BUND, con il modello Trendycator che si mantiene SHORT e con il rendimento del decennale tedesco che rimane nei pressi di area -0,40% come la settimana scorsa. Prosegue anche la fase di relativa tranquillità sul nostro Btp, che prosegue senza scossoni a contrarre i rendimenti, ora sotto area 1,40% e con Trendycator stabile su NEUTRAL. Calma piatta anche sull’area USD con i rendimenti nuovamente inchiodati poco sopra di area 0,70% e Trendycator saldamente SHORT.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Questa settimana diamo uno sguardo ai governativi polacchi, visto che il modello Trendycator è da poco entrato in conformazione SHORT, lasciando quindi presagire una discesa dei rendimenti. I rendimenti del decennale polacco sono di fatto inseriti in un canale discendente moderato ma costante dall’autunno del 2018 e sono passati dal 3,50% all’attuale 1,40%.

La Polonia è accreditata di rating più che decorosi, pari ad A2 per Moody’s e pari ad A- sia per Standard & Poor’s sia per Fitch. Per cui, facendo un rapidissimo paragone (giusto per avere un riferimento) con il nostro debito governativo (anch’esso oggi in area 1,40% di rendimento ma con rating peggiori), è possibile che fermo restando le attuali condizioni di mercato, ci sia spazio per i bond polacchi di vedere un restringimento dei rendimenti.   

Sotto il profilo del rischio cambio, la situazione attuale vede lo Zloty polacco in fase di debolezza nei confronti del nostro Euro, ma pare in fase di rientro/indebolimento dopo l’exploit di inizio 2020 che ha visto schizzare il cambio EUR/PLN fin sopra 4,60 come illustrato nel grafico qui sotto.

Il Trendycator è ancora in stato LONG, ma già si nota un primo tentativo del cambio di scendere sotto area 4,40 per ora senza successo. La violazione confermata di area 4,45/4,40 potrebbe dare l’avvio alla ripresa del movimento correttivo, favorendo quindi gli investimenti in Zloty. Sopra 4,50 avremo il primo segnale di allerta che potrebbe far rivede i massimi a 4,60.