NASDAQ100 WEEKLY - I nuovi focolai di infezione da COVID-19 negli USA frenano la salita degli indici azionari.


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Ad un inizio di settimana caratterizzato dai rialzi dei 3 principali indici azionari USA, con il NASDAQ100 a far registrare nuovi massimi storici in area 10300 (del quale parleremo in seguito), grazie all’apertura da parte dell’amministrazione Trump nel prorogare i pacchetti di stimoli economici, tra i quali l’estensione dei sussidi di disoccupazione ed il PPP, ha fatto seguito una “3 giorni” di massimi e minimi decrescenti con una chiusura di venerdì che registrava perdite intorno al – 2,5%. Ovviamente la causa scatenante è stata l’aggravarsi del numero dei focolai di pandemia in diversi Stati dell’Unione, precisamente in 35 stati su 50 ad iniziare da Florida, Texas ed Arizona (le più colpite), per finire a Georgia, Carolina del Sud e del Nord, Alabama, Nevada. Altre cause sono da ritrovarsi nella “riapertura” di Trump a favore dei dazi doganali contro la UE per 3,1 mld $ e contro la CINA per la verifica dell’accordo sulle importazioni di aragoste dal Maine, con relativa risposta UE che ha chiesto al WTO l’autorizzazione a mettere dazi sui prodotti USA quali, carbone, agricoli, ittici e del settore aereo. Inoltre ad aver contribuito a peggiorare la situazione, anche il fatto che il Senato USA sta procedendo con le sanzioni verso la Cina che sta imponendo una legge di sicurezza nazionale ad Hong Kong e Taiwan e per tutta risposta la CINA ha mandato a dire agli USA che le interferenze nella loro politica interna possono indebolire il suo impegno nel rispettare l'accordo commerciale e così gli USA hanno imposto limitazioni ad alcuni funzionari cinesi legati alla questione Hong Kong e Taiwan.

Infine, a livello strettamente tecnico, una parte della discesa degli indici è stata causata da un “upgrade” generalizzato sui titoli, fenomeno che avviene solitamente quando gli analisti si trovano ad inseguire i prezzi a causa di una fase particolarmente positiva, ma non perchè avvengono effettivi cambi del quadro micro, ma perchè gli analisti pessimisti capitolano e quelli ottimisti vogliono avere un target superiore ai prezzi attuali ai quali scambia l'azione. Due esempi su tutti: TESLA da 650 a 1200 $ per Jefferies, APPLE da 320 a 420 $ per Citigroup.

Come detto in precedenza, anche nelle avversità l’indice NASDAQ100 mostra una forza maggiore rispetto agli altri due. Innanzitutto, nella giornata di martedì scorso è riuscito a far registrare un nuovo massimo storico a 10306.90 in perfetta concomitanza con la resistenza posta in area 10333 pari all’estensione del 127,2% del movimento di onda 2-3-4 (in giallo), poi anche se presenta un RSI deboluccio (in ogni caso sopra i 50) è comunque nettamente superiore all’RSI degli altri due indici. Di contro, i volumi di trading su questo indice sono esplosi, superando quelli dell’S&P 500 con un ratio di oltre 1.4. Durante la bolla tecnologica degli anni 2000 si erano mantenuti attorno a 1.2, 1.3 volte per 18 mesi, ma non hanno mai raggiunto questi livelli. Ma ora la situazione della liquidità presente sul mercato oggi è differente da quel periodo, pertanto è possibile una ulteriore estensione dell’indice fino in area 10650 (estensione del 138,2%) anche se è auspicabile un consolidamento in area 10000, così non fosse il primo supporto rilevante lo troviamo in area 9500/9350 (ultimo swing e ritracciamento del 27,2% della gamba formatasi dai minimi di marzo scorso. La settimana si è chiusa a 9849.36 con una perdita del – 1,59% che porta il segno positivo da inizio 2020 al + 12,78%.

Per quanto riguarda l’indice S&P500 la figura di “island reversal”, costruita nella scorsa settimana, sta facendo il suo dovere. L’area 3150 (testata ben 3 volte) ha sempre ricacciato indietro i prezzi non dando la possibilità di richiudere il Gap con l’ ”island”. Quindi questo diventa il primo obiettivo rialzista per il prossimo futuro. Di contro i prezzi non hanno ancora provocato la rottura al ribasso della M.M. Exp a 200 (in giallo) che è quasi coincidente con il vero supporto in area 2950, che ha dapprima fermato il rialzo (fine aprile e maggio) e poi ha fermato il ribasso a metà giugno (ritracciamento del 27,2% dai massimi relativi). La rottura al ribasso di tale livello (non auspicabile) proietterebbe i valori in area 2835 dando vita (probabilmente) ad una fase correttiva. La settimana di contrattazione si è chiusa a 3009.05 con una perdita del + 2,86% che ha portato il deficit da inizio anno a – 6,86%.

Infine l’indice DOW JONES, si presenta come la “brutta copia” dell’indice S&P500 con il pattern grafico dell’ "island reversal" con l’aggravante della rottura delle M.M a 200 (semplice ed esponenziale). Il ribasso si è fermato proprio in area 25000 (zona con ben 4 minimi giornalieri) e ritracciamento del 27,2% dai massimi relativi. La rottura di tale livello proietterebbe il ribasso verso un altro supporto in area 24000 con relativa chiusura di un Gap di fine maggio. Al rialzo, prima la rottura delle resistenze delle M.M. a 200 e poi la chiusura del Gap. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 25015.55 il che porta ad una perdita del 3,31% ed il deficit da inizio anno al – 12,34%. Di seguito i relativi grafici:

ORO INDEX

L’area 1750$/oz. è stata, finalmente, rotta al rialzo dalla commodity, ma continua a mancare la forza necessaria per indurre anche i più reticenti ad acquistare ORO. La settimana era propizia in relazione alla discesa degli indici azionari, anche se il dollaro ha ripreso un po' di forza ma, evidentemente, bisognerà attendere ancora che l’attuale clima economico ed il continuo stampaggio di denaro, faccia innalzare il livello di inflazione in modo più consistente e rapido.

Nella seconda metà dell’anno dovremmo assistere ad una ripresa degli acquisti da parte dei grandi assenti del primo semestre, in primis CINA ed INDIA ed a seguire la RUSSIA, fermo restando che non inizi un nuovo corso pandemico, mentre una mano sostanziale potrebbe arrivare dagli investitori in ETF, comparto che in borsa rimane sempre insaziabile, e dai movimenti speculativi in futures che dal picco del 50% dell’estate 2019 è sceso a meno del 30% di oggi (v. grafico).

La mancanza di volatilità sull’ORO, seppur con nuovi massimi relativi aggiornati, anche nel nostro investimento sull’ETF (PHAU) con la strategia “The Challenger”, non ha prodotto il rialzo sperato dovendoci accontentare di un modesto guadagno. Continuiamo a rimanere fiduciosi circa un prossimo attacco al target posto in area 1850$/oz. dove si svilupperà la battaglia per gli auspicati nuovi massimi in area 2000 $/oz.

 La settimana della commodity si è chiusa a 1770.50 $/oz. con un buon rialzo del + 1,57% che porta il guadagno da inizio anno al + 16,69%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:

LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP

L'allentamento delle restrizioni nella fase di riapertura alla vita sociale ed economica sta delineando quella che sembra essere per il presidente Trump una discesa, neanche troppo lenta, del consenso elettorale americano; emblematica è l'immagine della ripartenza della campagna presidenziale a Tulsa, Oklahoma, dove i partecipanti erano meno di un terzo della capienza della struttura ospitante l'evento, mentre il diretto candidato democratico Joe Biden, segna un distacco elettorale di almeno 14 punti sull'attuale presidente e un vantaggio sui sei cosiddetti “Battleground States”, in italiano Stati in bilico, (Arizona, North Carolina, Michigan, Wisconsin, Florida e Pennsylvania), dove non vi è un elettorato preponderante né a favore dei democratici, né a favore dei repubblicani e dove quindi si gioca buona parte della probabilità di elezione.

Uno dei capisaldi di Trump rimane l'accordo commerciale con la CINA, che per il momento, non risulta essere compromesso, assicura l'ex top negoziatore della Casa Bianca Clete Willems che ha commentato dopo che il consigliere della Casa Bianca, Peter Navarro, aveva suscitato confusione sullo status dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e CINA facendo, de facto, vacillare brevemente gli investitori. Willems ha dichiarato che il presidente Usa è riuscito a fare un deal con la potenza asiatica che nessuno prima era stato in grado di siglare, costringendo Pechino a vari obblighi di natura commerciale verso gli Stati Uniti; d'altro canto però la difficile situazione di ripresa dell'attività economica nel paese e i tumulti politici scaturiti dal movimento Black Lives Matter, stanno mettendo molta pressione a Trump che invece di agire sulla comprensione dei motivi reali e sistemici sottostanti alla violenza delle proteste, pensa  solamente a reprimerle, anche con la forza se necessario, dando ampio margine di attacco ai suoi avversari, i quali non si devono nemmeno troppo sforzare a trovare falle nell'amministrazione avversaria, che sembra agire appositamente contro la propria probabilità di rielezione; a tal proposito una delle ultime azioni politiche di Trump è stato chiedere alla Corte Suprema di eliminare la riforma sulla sanità, Obama Care, poiché ritenuta incostituzionale, mettendo a repentaglio milioni di assicurazioni sanitarie a danno di milioni di americani nel mezzo dell'emergenza Covid 19 e dando adito ad aspre polemiche sull'inadeguatezza della risposta dell'attuale presidenza alla pandemia.

Il sentore di una possibile vittoria di Joe Biden sta pian piano imperversando anche nel settore della finanza americana; vari finanzieri, lobbisti, industriali, analisti e avvocati hanno parlato di come il mercato si stia preparando ad una possibile vittoria del candidato democratico, ed un recente sondaggio condotto dal Wall Street Journal, in collaborazione con NBC news ha mostrato che il 54% degli elettori ripone ancora molta fiducia nell'attuale presidenza a livello di gestione economica, ma una buona parte di essi, con una percentuale che oscilla dal 35 al 45 % afferma che comunque voterà per Biden alle prossime elezioni; Trump quindi rimane favorito rispetto alla conduzione economica del paese, considerando anche l'intenzione dell'avversario democratico di aumentare le tasse dal 21 al 28%, generando così una cassa da trilioni di dollari per lo stato, a discapito dei contribuenti.

Alcuni analisti nel settore finanziario pensano che Biden possa costituire una minaccia per l'economia americana a causa delle sue politiche non diffusamente capitalistiche, a differenza di Trump, il quale ha fatto la fortuna di molti che hanno visto sotto la sua guida economica aumentare i propri successi monetari; le critiche rivolte al presidente sono per la maggiore riguardanti la sua gestione della pandemia, dove gli Stati Uniti primeggiano per morti e contagi, al contrario di un Europa che si è dimostrata molto più efficiente nell'affrontare il problema Covid 19 sia a livello di celerità nella risposta sanitaria che in quella economica. Biden ha avuto il merito di creare un discreto flusso di denaro per il finanziamento della sua campagna elettorale 2020, e molti di questi soldi provengono proprio dal settore dell'imprenditoria e della finanza, denotando che a fronte di un certo scetticismo sulle capacità di gestione economica da parte dell'Ex vice presidente, esiste anche una parte del settore che è disposto a dargli fiducia; Biden fino ad ora ha raccolto 80 milioni di dollari, di cui 29 da coloro che lavorano in società finanziarie, mentre Trump 74 milioni $.

LA POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE

La Federal Reserve sta chiedendo alle grandi banche di preservare il proprio capitale in vista dell'incertezza derivante da una possibile nuova ondata del virus nel terzo trimestre, ciò significa che secondo uno studio effettuato dalla stessa Banca Centrale, in una prospettiva di ripresa economica secondo uno schema a U o a W, la maggior parte delle banche resisterebbe allo stress test, ma ai minimi di capitale storico, ed è quindi necessaria la revisione dei piani di capitale, i quali andranno poi verificati e riaggiornati trimestralmente, necessarie sono anche politiche volte a sospendere i riacquisti di azioni e la limitazione al pagamento dei dividendi, possibili solo in base ai rendimenti recenti delle banche in termini di guadagni.

La FED ha condotto le analisi degli stress test su 34 banche americane, prevedendone la perdita dei prestiti per un ammontare variabile tra i 560 e i 700 mld $, poiché in un ipotetico scenario di ripresa pandemica, la disoccupazione potrebbe toccare il 19,5% ed i coefficienti patrimoniali potrebbero toccare il minimo del 7,7%.

Nel frattempo il famoso piano di aiuti annunciato a marzo dalla Banca Centrale statunitense sembra aver avuto una battuta d'arresto; infatti su un ammontare totale di 2,3 trilioni di dollari in aiuti alle imprese, la FED ne ha, fino ad ora, elargito solamente il 6,2%, che corrisponde a circa 143 mln $. L'iniziativa più ambiziosa, il Main Street Lending Program, deve ancora essere attuata, mentre gli altri piani sono stati attuati in maniera irrisoria rispetto al potenziale promesso; questa situazione potrebbe essere stata data dalla lenta, ma esistente, ripresa economica Usa, la quale non ha reso necessaria l'attuazione degli aiuti nella loro totalità; altra questione problematica nei prestiti a piccole e medie imprese potrebbero essere le condizioni di pagamento non troppo favorevoli sia per le banche, che lamentano rendimenti troppo bassi, sia per i richiedenti prestito, i quali lamentano tassi di interesse troppo alti e richieste di rimborso in tempi troppo celeri.

La questione razziale che imperversa sul suolo nazionale, non si limita a toccare dinamiche puramente sociali o politiche, ma coinvolge anche le azioni future della FED; la senatrice progressista del Massachussets, Elizabeth Warren, nella giornata di giovedì ha interrogato il presidente Powell circa le politiche monetarie che il capo della Banca Centrale intenderà attuare per colmare il gap razziale che ha colpito più duramente il tenore di vita della comunità nera ed ispanica, rispetto a quella bianca a causa della pandemia. Warren lamenta l'assenza di politiche concrete specifiche da parte della FED per fronteggiare questa enorme disparità e chiede al presidente se il piano di aiuti stanziato non consideri in qualche modo in maniera diversa le comunità a cui è destinato, ovviamente in un’ottica svantaggiosa per afroamericani e ispanici. Il banchiere numero uno d'America ha sin da subito riconosciuto l'enorme disparità nell'intensità con la quale la pandemia ha colpito le comunità minoritarie rispetto a quelle maggioritarie ed elitarie e davanti al comitato bancario del senato ha affermato che la disuguaglianza nell'economia americana è un elemento dannoso in qualsiasi momento ed epoca storica.

Infine passiamo alle dichiarazioni dei presidenti FED che hanno parlato in settimana; il presidente della FED di Dallas, Robert Kaplan, fa un discorso economico intriso di significato sociale e comunitario, portando il proprio pensiero in linea con le dichiarazioni della senatrice Warren; secondo Kaplan, infatti, salvare l'economia significa prima di tutto salvare le persone, ed è proprio per questo che implementare i protocolli sanitari e agire con politiche che salvaguardino i cittadini, diminuendo le disuguaglianze sociali potrebbe rivelarsi la chiave per una ripresa economica più veloce.

Neil Kashkari, presidente della FED di Minneapolis, si dice ancora molto preoccupato per una seconda ondata del virus in autunno e prospetta uno scenario molto poco incoraggiante se non si riuscirà a contenere l'ondata; i recenti progressi dell'economia statunitense potrebbero subire una rapida inversione di rotta con un rialzo del tasso di disoccupazione. Sulla stessa scia di Kashkari sono Loretta Mester e Raphael Bostic; la prima è presidente della FED di Cleveland, la quale prospetta diversi scenari futuri ai quali si potrà andare incontro e molto dipenderà dall'andamento del virus, ma il caposaldo del suo pensiero è che l'economia impiegherà comunque molto tempo per riprendersi e sarà fondamentale che la FED mantenga le sue politiche monetarie fino al 2023 per accompagnare il processo di lenta guarigione; mentre Bostic, presidente della FED di Atlanta, e come Kashkari, ha dichiarato di essere molto preoccupato per una nuova ondata epidemica, che con tutta probabilità farà rinchiudere i consumatori in casa e rallenterà ancora una volta la ripresa economica, già molto compromessa.

Di diverso tenore sono le dichiarazioni del presidente della FED di St. Louis, James Bullard, il quale rimane ottimista circa l'andamento dell'economia a stelle e strisce; Bullard sostiene che gli sforzi attuati dalla Banca Centrale siano stati così aggressivi ed efficaci in risposta alla crisi, che l'obiettivo di mantenere il raggiungimento dell'inflazione al 2% nella seconda metà dell'anno sarà più che una mera speranza.

DATI MACROECONOMICI

La settimana dei dati macroeconomici si è aperta con il dato relativo alla vendita degli edifici residenziali esistenti a maggio; 3,91 milioni di americani hanno comprato, meno di quelli auspicati nelle previsioni, che erano di 4,12 milioni e in calo rispetto al mese precedente dove il dato si attestava a 4,33 milioni.

Ottime notizie per quanto riguarda il dato preliminare di Giugno, a cura di Markit, dei PMI sugli acquisti nel settore manifatturiero; il dato attuale è di 49.6 punti, quasi 10 punti in più rispetto a maggio e quasi 2 punti sopra all'aspettativa di 48, manca poco per uscire dalla contrazione. Per quanto riguarda il dato preliminare sull'indice PMI dei servizi nel settore privato il dato atteso non si discosta di molto da quello reale; 46.7 a giugno con previsione di 48 punti; nettamente migliore invece rispetto a quello di maggio di 37.5 punti. Le nuove case vendute nel mese di maggio sono state 676 mila, più di quello che si aspettavano gli analisti (640 mila), e molte di più rispetto al mese di aprile dove sono stati venduti immobili abitativi per 580 mila unità (dato rivisto da 623 mila).

Hanno invece sorpreso in positivo i dati sugli ordini di beni durevoli ad iniziare da quelli non della difesa, esclusi gli aeromobili, che sono aumentati al 2,3%, mentre ad aprile erano scesi al - 6,5%, disattendendo gli economisti che li avevano dati all'1%.

Gli ordini di beni durevoli di base, escluso il settore dei trasporti, a maggio hanno segnato un trend in rialzo del 4%, con dato atteso del 2,5% dal precedente -8,2%.

Rimane in rosso il dato sulle nuove richieste di disoccupazione; 1,480 milioni di nuove richieste, superiori a quelle che ci si auspicava di 1,300 milioni, ma leggermente meno delle indennità richieste la settimana precedente, (11/06/2020-18/06/2020) di 1,540 milioni;

mentre il prodotto interno lordo (GDP) viene confermato in contrazione del - 5% in relazione al primo trimestre 2020.

A maggio l'indice principale PCE dei prezzi al consumo, esclusi cibo ed energia, è cresciuto dello 0,1% su base mensile, dopo la variazione negativa del dato precedente del - 0,4% e con un'attesa dello 0,2%; il medesimo indice calcolato rispetto ad un anno fa mantiene la crescita del + 1% come ad aprile ed è in linea con le aspettative dello 0,9%.

Il dato sulla spesa personale è cresciuta dell'8,2% a maggio, rispetto alla rilevazione di aprile del -12,6% (dato rivisto dal – 13.6%), leggermente sotto le aspettative del 9%.

Gli esperti dell'Università del Michigan hanno pubblicato l'indice sulla fiducia dei consumatori Usa nel mese di giugno; il risultato di 78.1 punti è leggermente inferiore al consensus di 79 punti, ma in crescita rispetto alla lettura di maggio di 78.9 punti.

FOCUS SU TITOLI

AMAZON + 0,67%.  Il colosso di Jeff Bezos, acquisisce Zoox, azienda californiana specializzata in servizi di trasporto di persone con la peculiarità di utilizzare macchine completamente elettriche e con un progetto di implementazione di un software che permetta il trasporto in modalità completamente autonoma, senza bisogno del conducente. Amazon ha messo sul piatto circa 1,2 mld $, facendo un affare se si pensa che Zoox, fino a due anni fa, era valutata 3,2 mld $; questa acquisizione permetterà alla start up californiana di poter andare avanti con i propri progetti, di molto rallentati a causa della pandemia e a Bezos di ripensare ed innovare il proprio sistema di trasporto merci.

GILEAD SCIENCES - 3,74%. Buone notizie per la casa farmaceutica statunitense; il farmaco contro il Covid 19, Remdesivir, verrà utilizzato anche nel continente europeo. L'agenzia europea del farmaco dopo un'attenta analisi, ha convenuto sull'efficacia del farmaco che potrà essere utilizzato da adulti e adolescenti con più di 12 anni di età; la commercializzazione sarà attiva dopo l'approvazione della Commissione europea.

TESLA – 4,11%. Elon Musk si conferma un imprenditore visionario e pionieristico come pochi ce ne sono; sembrerebbe che la sua nuova Tesla Roadster, potrebbe avere un sistema di propulsione alimentato da razzi e arrivare a fare da 0 a 100 km/h in tempi record; i razzi per aumentare le prestazioni dell'autovettura avrebbero inoltre un vantaggio rispetto a qualsiasi altro veicolo, cioè non sono limitati dall'aderenza degli pneumatici. Il lancio della Tesla Roadster, a causa di altre priorità di produzione, come il lancio del Cybertruck e un aumento della produzione della Tesla Y, slitterà al 2022.

AMERICAN AIRLINES – 22,63%. Il vettore aereo prevede di raccogliere 3 mld $ vendendo azioni e titoli senior convertibili, metà di quelli dovuti nel 2025 e l'altra metà più tardi, secondo una dichiarazione. Intende inoltre stipulare un nuovo finanziamento a termine di 500 mln $ entro il 2024. Le offerte di azioni e di titoli convertibili includono un'opzione di 30 giorni per i sottoscrittori per l'acquisto di un massimo di 112,5 mln $ di ulteriori azioni ordinarie e di un massimo di 112,5 mln $ di ulteriori titoli convertibili, ha affermato la società. Goldman Sachs, Citigroup, BofA Securities e JP Morgan fungeranno da rappresentanti per i sottoscrittori. Il vicepresidente Mike Pence venerdì si incontrerà con i dirigenti di American Airlines, Delta Air Lines, Southwest Airlines, United Airlines e JetBlue Airways, per discutere delle restrizioni di viaggio imposte ai viaggiatori statunitensi dall'Europa, implementando controlli di temperatura negli aeroporti statunitensi, tracciamento dei contatti dei passeggeri delle compagnie aeree. L’urgenza è dovuta al fatto che i viaggi per e dall’Europa rappresentano una buona fetta di ricavi per United, Delta ed American.

CERNER – 9,07%. Il titolo biotecnologico non riesce a prendere il volo, nonostante abbia avuto una crescita costante negli ultimi cinque anni, da 4,43 mld a 5,69 mld $ l'anno scorso. L'utile netto è stato di 529,45 mln $ nel 2019. La società con sede a North Kansas City, nel Missouri, ha ottenuto alcuni importanti contratti governativi. L'anno scorso, si è aggiudicata un contratto da 16,1 mld $ per aggiornare il sistema di cartelle cliniche elettroniche (EHR) per il Dipartimento degli affari dei veterani degli Stati Uniti. CERNER ha ancora altri cinque anni di contratto da 4,3 mld $ per ricostruire il sistema EHR per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

FACEBOOK – 9,51%. Il colosso dei social, ha lasciato sul parterre una pesante perdita, sulla scia di un annuncio di Verizon che sta "sospendendo" l'acquisto di annunci online da Facebook e dalla sua consociata Instagram. A causa di una lettera aperta pubblicata dalla Anti-Defamation League che critica Verizon per la presenza di uno dei suoi annunci trovati su Facebook "accanto a un video del gruppo cospirazionista, QAnon, che attinge alla retorica odiosa e antisemita". Verizon ha anche annunciato che sospenderà i suoi annunci fino a quando FACEBOOK: "creerà una soluzione accettabile che ci mette ad agio nostro e dei nostri clienti".

MARRIOTT INTL. – 9,75% e WYNN RESORT – 20,44%. Come riportato in precedenza, a livello macroeconomico il mercato teme che l'amministrazione Trump stia per iniziare una guerra commerciale con l'Europa e non solo, anche contro CINA e Canada. Se a ciò si aggiunge che dall'Istituto Nazionale per le allergie e le malattie infettive (il gruppo del dottor Fauci) la maggior parte degli Stati dell’Unione sta segnalando un aumento dell'incidenza dell'infezione da coronavirus, aumenti consistenti che stanno coinvolgendo molte parti del pianeta che avevano sottovalutato il fenomeno, ecco che le società di servizi viaggio, ricezione alberghiera ed intrattenimento saranno penalizzate dagli investitori.  

ROSS STORES – 10,25% e ULTA BEAUTY – 10,46%. L'incertezza relativa alla pandemia da coronavirus, con l’aumento del numero di casi ha reso vulnerabili la maggior parte delle aziende del settore del commercio al dettaglio. Molti rivenditori hanno dovuto ricorrere alla protezione in caso di fallimento a causa delle pressioni finanziarie e dai grandi magazzini ai rivenditori specializzati, la perdita dei clienti nei negozi è stata il colpo finale per molte aziende che avevano già affrontato sfide significative a causa della concorrenza nel commercio elettronico. In vista di una probabile recessione economica, i rivenditori al dettaglio dovrebbero avere un vantaggio naturale rispetto alle loro controparti a prezzo pieno ma, come per Ross Stores ed Ulta Beuaty, è importante che gli acquirenti visitino i loro negozi a caccia delle occasioni, Ulta Beuaty sta anche offrendo un servizio di ritiro prodotti a bordo strada, ma l’impatto sulle vendite è stato molto evidente.

PORTAFOGLIO AZIONARIO

Sull’operatività settimanale con il Portafoglio “The Challenger”, altri due acquisti in settimana con i primi lotti. Il primo sull’ETF Food & Beverage, non volatile ed acquistato in prospettiva futura con la speranza di una NON ricaduta nella pandemia; il secondo sulla nota casa farmaceutica PFIZER in procinto di possibili fusioni od incorporazioni di altre società del settore. Tenuta del prezzo del petrolio, anche se il livello 40 $/b si sta rivelando una bella resistenza, dell’ORO abbiamo già parlato, male per il settore viaggi e turismo con Deutsche Lufthansa che si è rimangiato tutto il guadagno (le voci provenienti dalla Germania circa l’aiuto economico dello Stato, sono solo voci. Se l’Italia, senza il becco di un quattrino ha perpetuato aiuti, (agli inizi statali ed in seguito privati) su una ALITALIA in debito gestionale costante, non si vede per quale ragione uno dei fiori all’occhiello tedeschi sui mercati internazionali, debba essere abbandonata dal proprio Governo in questa fase di difficoltà per entrambi. Di diverso avviso le cose per TUI che, complici i report di una (modesta) ripresa dei casi di pandemia, stanno affossando i valori del titolo per il quale ci stiamo preparando ad un nuovo acquisto con il secondo lotto.

Continua bene l’operatività con il Portafoglio LombardReport nel quale abbiamo raggiunto il target in modalità Breakout con il titolo del Nasdaq, NETFLIX, ed in modalità “swing” sul titolo FINECOBANK con la strategia FTSEMIB40. Inoltre, con la stategia “Breakout” abbiamo acquistato il titolo italiano ASTM. Per concludere, con la strategia WEEKLY sul NASDAQ100, la flessione dell’indice di riferimento, dovrebbe darci la possibilità di acquistare, lunedì in apertura, altri due titoli, FISERV ed ULTA BEATY, mentre il titolo in portafoglio, BIOGEN, ha ampliato le perdite rispetto alla scorsa settimana. Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA.

Non presenti.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (6/29/2020)

* 6/29/2020 USA$FISV (FISERV) Acquista limit prezzo 98.10 - 

* 6/29/2020 USA_154458 (ULTA SALON COSM) Acquista limit prezzo 201.75 -


Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO