Il titolo spicca anche tra i primi 1088 istituti di credito a livello mondiale per il suo rapporto tra la capitalizzazione e il risultato in conto economico.


Ho analizzato questo week end i primi 1088 istituti di credito a livello mondiale con una capitalizzazione di borsa di oltre 100 mln.

Tra questi, 52 presentavano una perdita sugli ultimi 12 mesi in conto economico e, quindi, gli altri 1036 avevano realizzato un utile netto nello stesso periodo.

Non parlo della trimestrale anche se è questo il periodo.

Il grafico accanto mostra l’elevata correlazione esistente tra utile netto degli ultimi 12 mesi e la capitalizzazione di borsa.

In vetta alla classifica degli utili più importanti abbiamo i grandi gruppi bancari cinesi seguiti da 3 big americani.

In questa sede voglio analizzare l’andamento di JP Morgan Chase sui mercati finanziari. Il punto rosso sul grafico a dispersione.

Nel mese di marzo 2009, come avvenuto per gran parte dei titoli azionari, non sempre per quelli italiani, il titolo ha iniziato una fase ascendente di medio/lungo periodo che ha portato alla realizzazione del massimo storico di 141.10 dollari.

Il successivo crollo ha trovato un valido supporto in corrispondenza di 76.91; praticamente il passaggio del supporto dinamico che sostiene il trend ascendente sopra evidenziato.

Da allora il titolo ha effettuato un effimero recuperato fino al 61.8% di Fibonacci, ma ora è sceso attorno al 25%. Tuttavia, la ripresa avvenuta durante le ultime settimane ha consentito la realizzazione di un supporto dinamico a 94.

Troviamo molte resistenze in area 102/105 e, di conseguenza, vorrei attendere l’eventuale superamento di 107 per essere più tranquillo.

Abbiamo pertanto un titolo inserito in un contesto rialzista, che rimbalza dal supporto che sostiene il trend in essere di oltre 11 anni, ma che appare ancora molto incerto e debole.

A dirla tutta vorrei vedere il titolo effettuare una breve discesa verso 86/83 per poter acquistare non tanto a un livello più basso, ma a un livello meno pericoloso (supponiamo che ne possa esisterne uno…).

La tenuta di tale area è fondamentale in quanto potrebbe evitare un segnale di inversione ribassista di medio/lungo periodo che potrebbe interessare no soltanto il titolo, ma l’intero mercato

Quindi il precedente “meno pericoloso” è riferito a una flessione del solo titolo.

Voglio impostare una strategia in questo modo.

Long su tenuta di 94 per il breve periodo e di 86/83 per il medio periodo, e sopra 107 con obiettivi rispettivi 102/107, 94 e 117, poi 130.

A disposizione

Giovanni Maiani