Solo lo stocastico orizzontale rivela l’attività storica del gestore nei vari periodi ed è pertanto uno strumento di confronto indispensabile.


Tratterò per due appuntamenti alcuni fondi della categoria Obbligazionari Paesi Emergenti in euro che mi sono stati segnalati dallo stocastico orizzontale.

Il fondo e lo stocastico orizzontale

Il fondo BNY Mellon Global Funds PLC - BNY Mellon Emerging Markets Debt Fund – ISIN IE00B06YC548 è rimasto per oltre il 53% del periodo preso in considerazione (maggio 2007 / luglio 2020) al di sopra di 70 e poco più del 24% al di sopra di 90; ossia tra gli asset del paniere che si sono comportati meglio.

Non male…

Inoltre, è sceso solo per il 4.5% del periodo sotto 10 anche se parliamo degli anni 2011 e 2013.

Conoscete già questo asset in quanto qualche mese fa avevo presentato lo stesso fondo classe C, mentre oggi questo fratellino è della classe A.

Dalla fine del 2013 lo stocastico orizzontale è rimasto al di sopra di 15 interessando a lungo i livelli sopra 80, vedi anche l’ultimo periodo.

Il fondo si è dunque comportato storicamente bene ed è senz’altro da prendere in considerazione.

L’operatività è molto semplice: si prende una posizione quando lo stocastico rompe al rialzo l’area 20/30.

Ricordo per coloro interessati al calcolo dello stocastico orizzontale da me ideato secoli fa, e già, il numero speciale del Lombard report dell’11 novembre 2019 disponibile di seguito: https://tradinglibrarymultimedia.it/sfogliabili/LombardReport/n_34/#p=1

Il fondo e l’analisi tecnica

Non osserverò oggi l’asset nei confronti del suo benchmark, quindi il relativo composite, ma avrò un altro approccio, uno dei tanti possibili.

Ci sono “n” possibilità per scegliere un asset.

Poi è noioso fare sempre le stesse cose.

Possiamo quindi utilizzare un indicatore primitivo (hu! hu!).

Su un grafico settimanale divido semplicemente la performance percentuale a 52 periodi con la volatilità (calcolata a 10 settimane poi annualizzata) per ottenere un tracciato che ricorda, ovviamente, quello della performance anche se prende in considerazione la rischiosità del sottostante. Una “specie” di indicatore rendimento/rischio.

La volatilità essendo sempre positiva, i passaggi dell’indicatore sopra e sotto lo 0 coincideranno con quelli della performance annua, ma gli estremi saranno molto diversi e offriranno segnali divergenti.

Sul grafico vediamo in alto la performance a 52 settimane, sotto questo indicatore e quindi il nav.

Questo semplice indicatore offre generalmente livelli statici molto interessanti; in questo caso evidenziati con una freccia rossa.

Nel caso di un fondo obbligazionario, scelto un asset storicamente affidabile con una metodologia statistica, tecnica o, meglio ancora, con lo stocastico orizzontale (cosa dovevo scrivere?…), in molti casi è “sufficiente” attendere la ripresa dell’asset dopo una correzione che potrebbe essere osservata con il ritorno nei valori positivi dell’indice come sopra, mentre il test delle resistenze statiche potrebbe indicare un segnale di uscita, di switch all’interno dello stesso comparto o, banalmente, di non acquisto.

Ritornando al fondo, il nav interessa il supporto della tendenza in essere dalla fine del 2008 riportandosi all’interno della stessa dopo il recente lockdown.

Il nostro “amico primitivo” non ha ancora generato un segnale d’ingresso, ma non dovrebbe tardare.

In ogni caso, lo stocastico orizzontale ci ha indicato questo asset come storicamente affidabile, mentre il nav si è riportato all’interno di una tendenza rialzista di medio/lungo periodo.

What else?

Secondo il mio modesto parere, uno dei “segreti” per intervenire sui fondi obbligazionari è lavorare sul timing per cercare di ottimizzare la redditività.

Don’t forget: l’obiettivo principale è sempre quello di preservare il capitale investito.

Cordialmente

Giovanni Maiani