Volatilità in aumento e molto nervosismo intrinseco


Tra indicatori statunitensi che danno risposte controverse tra loro, come ad esempio i sussidi di disoccupazione in aumento e il boom di nuove case, si va ad inserire l'assenza di nuovi stimoli fiscali.

Il mix di questi ingrendienti, unita ai timori di nuovi lockdown, va a creare nervosismo tra gli operatori ed il conflitto diventa, talvolta, aspro,  e molto più lo sarà con l'approssimarsi della tornata elettorale negli Stati Uniti.

Tutto ciò lo si legge chiaramente nell'aumento della volatilità che fa ondeggiare gl'indici in maniera scoordinata , causando, a catena, un effetto confuso altrettanto nei movimenti azionari.

Sono giornate intense quelle che si stanno vivendo in questo settembre, forse addirittura maggiormente man mano che il mese prosegue verso la sua fine.

Gli indici statunitensi hanno lasciato circa il 10% del loro valore in queste tre settimane e l'ultima ottava è stata caratterizzata da cadute e successive riprese, ma che risultano, sensibilmente diverse dai normali movimenti, generalmente equilibrati dal senso comune di marcia, vale a dire da un trend ben definito.

Bank of America ha rilevato che nella scorsa settimana si è verificato il terzo esodo azionario più veloce della storia.

Grandi blocchi azionari sono usciti dal mercato quindi, per un controvalore di 25.8 miliardi di dollari.

Attualmente quindi, la lotta si sta facendo più aspra ed in particolare nella giornata di ieri, venerdi 25 settembre ndr, questo effetto nervosismo si è palesato ancor più vigorosamente specie nelle piazze europee, sebbene la giornata si sia chiusa con un ottimo rimbalzo, almeno a Wall Street.

Tendenzialmente è ipotizzabile, in caso di prosieguo di uno scenario di correzione, un riavvicinamento, almeno per quanto attiene al Nasdaq 100, alla sua media mobile a 200 giorni, che attualmente transita in area 9750, e, in uno scenario simile, chiaramente anche i nostri titoli sarebbero destinati a correggere le loro quotazioni, ma senza alcun dramma.

Questo almeno, è ciò che, personalmente, ho percepito, guardando i movimenti dei vari titoli azionari in tutta Europa, compresa ovviamente la piazza americana.

Per comprendere i movimenti che verranno, il trend che prevarrà in questo scontro di idee e di vedute, bisogna sempre entrare dentro  i movimenti, vivisezionare i grafici, utlizzando timeframe differenti e quando non vi è una direzione ben definita, la volatilità , prende il possesso dei movimenti, mettendo all'angolo qualsiasi orientamento dettato dal raziocinio.

E' lecito creare un assioma secondo il quale, con l'incrementarsi della volatilità, che, come abbiamo detto, sparisce quando si delinea il trend vincente, l'analisi tecnica incontra delle difficoltà oggettive perchè non contempla la variabile umana, ovvero, quel coacervo di emozioni che esula dal calcolo matematico o interpretativo di serie storiche.

Questa è la ragione principale per cui, quando ho la chiara sensazione di un "trigger point" del mercato, ovvero di una possibile inversione di trend, non lascio mai indicazioni per titoli che potrebbero avere un rimbalzo, quindi, mi è possibile, dare delle interpretazioni che conservino una adegauta percentuale di verificarsi.

Unica indicazione può essere data per Fiat Chrysler Automobiles.

Fiat potrebbe, in caso di brusco movimento , giungere ai 9.53€, livello al quale può essere tentato un ingresso long, a maggior ragione se l'evento avviene in maniera brusca.

Target price sempre ai 10€.

Tuttavia, è uno di quei tipici momenti da "wait and see", letteralmente, aspettiamo e vediamo!

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)