Per ora una correzione


Il nostro derivato si è avvicinato all'area critica individuata nel report di sabato (link: https://www.lombardreport.com/2022/11/12/azioni-sogefi-azioni-unieuro/): cento punti in più o in meno fanno poca differenza. De facto è una zona in cui ci possono inevitabilmente essere dei vuoti d'aria, poi la scusa può essere quella di un missile lanciato per errore dall'Ucraina in territorio polacco (quindi cosa si fa? La Nato dichiara guerra all'Ucraina ??) oppure la dichiarazione di qualche banchiere centrale oppure ancora un dato macro. Ricordiamoci che il nostro indice e più in generale quelli europei hanno corso moltissimo dai minimi di fine settembre, quindi sarà da valutare se e come le vendite verranno mano a mano riassorbite. Al momento quindi penso che qualunque correzione sia salutare purchè non si estenda sotto i 22500 che sono oggettivamente molto lontani. E' anche plausibile che i mercati (in generale) vengano in qualche modo "sostenuti" da qui a fine anno in considerazione dell'annus horribilis vissuto (e dei rendiconti delle gestioni che verranno presentati al 31/12 facendo andare di traverso il panettone anche quello più light). Quest'anno la proporzione aurea (60% bonds+40%azioni) si è trasformata in una zavorra per chiunque fosse rimasto investito. Solitamente siamo stati abituati a vedere azioni in discesa e bonds in salita e viceversa. Non è stato così questa volta e quindi è come se si fosse fatto un all-in di portafoglio su un unico asset in forte discesa. A questo si aggiunge l'inflazione dell'8%, punto più, punto meno. Per la serie "cornuti e mazziati". 

Anche se è estremamente presto per dirlo, credo che i mercati stiano in qualche modo "fiutando" la fine del conflitto in Ucraina, tant'è che molti indici europei (Italia in primis) si trovano a circa il 50% di ritracciamento del downside di questi dieci mesi. E, si sa, i mercati anticipano sempre tutto. Un amico in settimana mi chiedeva come fosse possibile avere Borse in salita quando si sta andando verso una recessione. Forse perché tornerebbe il tormentone del "tanto peggio quanto meglio": in USA le grandi aziende iniziano a licenziare, più disoccupazione, minore domanda aggregata, minore spesa, minore inflazione ed ecco che magicamente i tassi si assesteranno in attesa magari di qualche nuovo "bubbone" su cui versare l'acqua per spegnere il nuovo incendio (politiche monetarie più accomodanti). Insomma, la giostra è sempre questa. 

Detto questo Antares Vision nella seduta di ieri ha preso lo stop attorno al punto di entrata a 8.70 (close a 8.68) ed oggi è scesa ulteriormente. Meglio così: stop stretti specialmente quando si è in profit permettono di portare a casa. Poi magari si rientrerà a prezzi più alti ma comunque con maggior convinzione.

L'aspetto positivo è che ho notato che le vendite sul mercato tendono ad essere riassorbite nella parte finale della seduta, quasi a dire: facciamo cadere i frutti dall'albero e poi li raccogliamo subito, pronti magari per un nuovo scrollone su qualche altra pianta nei giorni successivi. Insomma, nelle scorse settimane si è creato un forte spread tra mercati europei ed americani: l'Europa saliva e gli americani scendevano. Ora questo spread si sta chiudendo. Come? Facendo scendere l'Europa fino all'apertura degli americani che, salendo dopo le 15.30, faranno riassorbire tutte le vendite degli europei facendoli aprire più alti il giorno dopo. Una sorta di yo-yo.  

L'unico appunto negativo è che mancano i volumi, gran parte dei quali vengono fatti SOLO in chiusura di seduta. 

Osservando i preziosi notiamo che oggi (giovedì guarda che sorpresa!!) sono oggetto di profit taking. L'argento ad esempio ha sentito l'area collocata tra 22.00 e 22.50 USD che era stato un fortissimo supporto nei mesi passati come mostra il seguente grafico weekly. Solo una salita sopra questi livelli ed un successivo consolidamento potrebbe permettere di avere un eventuale ulteriore allungo. 

Buona serata a tutti.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)