La disoccupazione Usa ai minimi storici offre la bandiera verde alla Fed


Il bellissimo rimbalzo che abbiamo visto la scorsa settimana, di natura squisitamente tecnica, ha avuto la propria alba sin dalla seconda parte della mattinata del lunedi 3 ottobre, giorno "1" di un'ottava che partiva tra le tensioni accumulate nella precedente e da alcune indicazioni grafiche che evidenziavano delle debolezze che andavano accentuandosi, aveva riportato molta serenità e fatto scendere il livello di tensione necessario nell'azione.

Dopo aver retto in rimbalzo, sospesi a mezz'aria, per tutta la settimana, a far ripiombare il mercato è stato il dato relativo al tasso di disoccupazione americano che ha fatto registrare un miglioramento rispetto alla precedente rilevazione che lo vedeva fermo al 3,7%.

All'uscita del valore di 3,5% il mercato non ha avuto dubbi ed alle ore 14.30 è iniziata una giornata completamente sotto pressione, che ha portato a chiudere tutti gli indici, sui minimi di giornata e mettendo fine al rimbalzo.

Il paradosso che un'economia in splendida forma debba essere raffreddata dalla camera di controllo delle banche centrali aveva già preso forma nei mesi scorsi e per lo stesso motivo avevamo parlato di "tiro al piccione" sui rimbalzi, ( Il gioco del "Tiro al piccione" sui rimbalzi - LombardReport.com ) ipotizzando questa, come la dinamica preferita dagli operatori.

La barbarità di questa tecnica si evidenzia nei volumi e nella formazione del percorso dalla dinamica molto semplice e rigorosamente affidata a degli algoritmi.

Si comprano posizioni short, tick per tick, inesorabilmente e a basso volume, portando il prezzo sempre più in alto, con l'ask del book che va a spostare le pretese parallelamente al bid. Nel timore di aver usato eccessivamente una terminologia tecnica, semplifico spiegando che il bid è il miglior prezzo in acquisto e l'ask il miglior prezzo in vendita. Questi due valori, in cui viene deciso istante per istante il prezzo dello strumento, vengono artificiosamente fatti crescere, favoriti dall'assenza di grandi quantità nei vari livelli, e giocando qualche brutto scherzo a chi va a ricoprire le proprie posizioni in short, impaurito dall'inesorabilità della risalita, nonchè a qualche trader che entra in controtendenza, tentando di anticipare il movimento.

I più esperti sanno bene che bisogna avere dei target stretti e soprattutto certi, per uscirne vincenti, amaggior ragione in un quadro che presenta massimi decresenti e minimi in formazione, ovvero, pronti ad essere cancellati.

All'arrivo dei cacciatori, insomma, sarebbe bene non farsi trovare appollaiati sulle cime degli alberi.

Rendendo quindi il ritmo, così facendo, quanto mai soporifero, si sale generalmente a chiudere delle figure lasciate aperte dalla furia precedente, costruendo un "castello di carta" per poi togliere la cloche di comando in mano agli algortimi per riaffidarla a sapienti mani rabbiose di colpire le profondità dei book.

In questo il mercato sa essere tanto cinico quanto violento.

Resta da verificare se i minimi raggiunti il 3 ottobre, siano un livello che fungerà da supporto o se verrà rotto; questo dilemma verrà risolto definitivamente dal dato relativo ai prezzi al consumo statunitensi in uscita giovedì 13 ottobre.

L'Opec ce l'ha messa tutta come si suol dire, nel tentativo di vedere in rialzo i propri margini, facendo crescere il prezzo del greggio di circa 10 dollari a seguito del taglio della produzione monstre da 2 milioni di barili al giorno, tornando a sollecitare la crescita inflazionistica.

Per ogni ulteriore valutazione non ci resta che attendere giovedì laddove ogni dubbio verrà fugato.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)