Mercato obbligazionario: alla fine, anche la BCE sta per muoversi …


Politiche monetarie sotto i riflettori in questo mese di maggio, con le due riunioni di FED e BCE che sono state forse le più attese da anni a questa parte. Nessuna novità da parte della FED, che ha alzato di ben 50bps i tassi, come da attese dei mercati, e nessuna novità dalla BCE che ha mantenuto fermi i tassi ancora una volta. Salvo poi aprire la porta ad un rialzo nella riunione di luglio prossimo.

Quindi, con una lentezza che farebbe invidia ad un bradipo, la BCE si appresta a seguire tutte le principali Banche Centrali nel rialzo dei tassi a fronte di un livello di inflazione ormai fuori controllo. Di fatto siamo gli unici in tutto l’Occidente ad avere ancora i tassi fermi ai livelli del 2016.

Queste le parole della Lagarde: Il primo rialzo dei tassi "avverrà qualche tempo dopo" il termine degli acquisti netti di titoli, specificando che all’interno del board non hanno “ancora definito con precisione la nozione di 'un po' di tempo', ma sono stata molto chiara che potrebbe significare un periodo di sole poche settimane”. Tradotto, possibile primo rialzo dei tassi al meeting del 21 luglio. Lagarde ha poi aggiunto che dopo il primo rialzo dei tassi, "il processo di normalizzazione sarà graduale", e che di fronte ad un cambiamento strutturale dell'inflazione "è giusto che la politica monetaria torni a un assetto più normale".

Bene, solo con mesi e mesi di ritardo e con l’inflazione che veleggia serena oltre l’8%. Ottimo tempismo.

Sul fronte inflazione, poi, Lagarde ha affermato che “le stime di inflazione sono pari o superiori al 2%, secondo una serie di proiezioni. E le nostre proiezioni sull'inflazione indicano sempre più che l'inflazione è in linea con l'obiettivo a medio termine". Se con queste stime ci azzeccano come ci hanno azzeccato quando l’inflazione era a livelli omeopatici siamo messi molto male.

Ma la chicca è questa: Lagarde ha spiegato che l'impegno della Bce per la stabilità dei prezzi "contribuirà a garantire che l'inflazione torni al 2% una volta superati i vari shock dell'offerta. Inoltre, la Bce ha costantemente sottolineato l'opzionalità nella sua politica monetaria, che crea spazio per rispondere alle sorprese dell'inflazione in modo tempestivo ed efficiente". A voi valutare se la Lagarde sta guardando lo stesso film che stiamo guardando noi o se è ancora ferma ad Alice nel paese delle meraviglie…

Un po’ più concreto è invece parso Klaas Knot, governatore della Banca Nazionale olandese. Infatti, senza mezzi termini ha dichiarato pochi giorni fa che si sta valutando seriamente un aumento di 50bps nella riunione di luglio, se i dati sull’inflazione che saranno presentati a giugno mostreranno una pressione più elevata rispetto alle previsioni di fine anno.

Che sia come sia, pare evidente che a luglio avrà luogo il primo rialzo. Che poi sia di 25bps o di 50bps lo vedremo. Certo che a questo punto, per la BCE la strada è decisamente più in salita rispetto alla FED di Powell, visto che a breve si avrà anche la conferma ufficiale di essere in recessione, o meglio, in stagflazione visto il grave ritardo con cui le Banche Centrali hanno reagito e agito.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una sostanziale stabilità dei rendimenti rispetto all’analisi precedente. Infatti, rispetto alla scorsa osservazione il rendimento della scadenza a 10 anni è poco mosso e ora in area 1,72% rispetto all’1,71% precedente, mentre la scadenza trentennale sale un po’ e si porta ora in area 1,49% rispetto all’1,45% precedente. Abbastanza stabile anche la conformazione della curva, che sulla parte a breve mantiene l’accelerazione verticale così come la forte inclinazione negativa per le scadenze ora dal 2039 in poi. La curva evidenzia ora un massimo di rendimento proprio sulle scadenze 2037-2038, stabile rispetto alla scorsa analisi e attestandosi su area 1,88% dal precedente 1,89% di rendimento. Ormai nette e chiare le indicazioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi con la curva sempre impennata sulla parte a breve e con previsione di tassi positivi ormai imminenti. Stabile anche il tratto a lunga ben saldo sopra area 2,00% con punte sino ad area 2,25%.


Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, la situazione si è ormai stabilizzata sul cambio di politica monetaria da parte delle Banche Centrali. Il modello Trendycator si mantiene quindi LONG su tu tutti governativi delle principali aree valutarie, con l’area UK che ha ora rendimenti in trading range tra area 1,80% area 2,00% per il GILT e con Trendycator in stato LONG. Il BUND, ha definitivamente riconquistato l’area dei redimenti positivi, e ora gravita poco sotto area 1,00% con Trendycator che consolida lo stato LONG. Stesso copione anche i rendimenti del nostro Btp decennale, in trading range tra area 2,80% e area 3,00% con Trendycator sempre LONG. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che dopo essere volati sino al 3,00% sono ora in lieve ripiegamento per assestarsi poco sopra area 2,80% con Trendycator sempre LONG.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking (Fig.4) dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Analisi in evidenza
Proseguiamo la nostra consueta analisi del cambio EUR/USD, importante valuta di riferimento per gli investimenti sul reddito fisso, vista la grande varietà di bond denominati in questa valuta.

Il supportone in area 1,03/1,04 è stato testato e, come da programma ha al momento respinto le quotazioni portando il cambio EUR/USD sopra 1,05 in classico stile di pullback verso area 1,06 precedentemente violata al ribasso.

Come già osservato nella scorsa analisi, sul livello di 1,03 “si giocherà una partita molto importante per il cambio EUR/USD: sotto quel livello si aprono spazi di rafforzamento della valuta USA che ci riportano indietro di un ventennio, quando il cambio era sotto la parità”.

Ora le variabili scaturenti dalle prossime proiezioni sull’inflazione, e quindi le decisioni di politica monetaria delle Banche Centrali, fanno sì che gli equilibri si facciano delicati. La distanza tra FED e BCE non può non impattare sul valore della valuta di riferimento, e infatti visto l’ormai prossimo rialzo dei tassi da parte BCE l’euro ha riconquistato un po’ di terreno.

Che la corsa del dollaro sia finita qui? Difficile dirlo in questo momento, abbiamo ancora troppi pochi elementi. Vale però la raccomandazione già fatta da qualche tempo a questa parte sull’essere molto prudenti. Anche considerando che dall’ingresso del modello Trendycator in stato SHORT la valuta USA si è apprezzata di oltre il 10% rispetto all’euro.

Primo livello di allerta per alleggerire le posizioni è la violazione confermata di area 1,06 ora resistenza. La conferma definitiva di un eventuale cambio di scenario lo avremo quando il modello Trendycator abbandonerà lo stato SHORT.