NASDAQ100 WEEKLY - Settimana pessima per gli indici azionari USA alle prese, ora, con il re-test dei minimi di maggio !


INFLAZONE, INFLAZIONE, INFLAZIONE ! I DATI E LE MANOVRE AL DI QUA’ E AL DI LA’ DELL’ATLANTICO HANNO DEPRESSO I LISTINI AZIONARI !

La settimana appena trascorsa è stata scossa da due eventi inaspettati: 1) le dichiarazioni molto aggressive in materia di politica monetaria da parte dei membri della BCE, mentre la manovra sui tassi con il primo rialzo dello 0,25% era stata già metabolizzata; 2) il pessimo dato sull’inflazione USA (CPI) con quello headline al +1% mese su mese ed il dato anno su anno al nuovo massimo da 41 anni, pompato dal settore Energy e da quello del Food, mentre leggermente meno brutto il dato “core”, che pur sorprendendo al rialzo pompato dalle tariffe aeree e dal settore alloggi, mantiene il trend discendente anno su anno. Risultato: un dollaro che ha accentuato la sua forza e conseguentemente una valanga di vendite sui listini azionari a stelle e strisce (con i soliti settori tech, consumer discretionary e financials a guidare il movimento) e continentali con l’Italia, manco a dirlo, fanalino di coda con una perdita del – 5,17% nella sola seduta di venerdì scorso (v. grafico CPI components):

Il sentiment negativo è individuato, in un gran parte degli analisti, sul fatto che la FED non riesce a controllare l’inflazione non avendo gli strumenti per farlo, se non a scapito di una forte recessione dell’economia. Mentre per quanto riguarda l’Eurozona, paradossalmente, una politica di rialzi più moderata pare essere assai meno probabile che in USA, in quanto il movimento sull'inflazione è meno maturo, rischia di essere più forte, meno sensibile alla politica monetaria in quanto più "da costi", e lo shock “inflazione + stretta monetaria” avviene su un’economia più debole e disuniforme, un problema che gli spreads vanno ad aggravare alimentando ogni genere di circolo vizioso, cosa che si sta già riflettendo su Piazza Affari.

La reazione è stata la normale conseguenza di questi numeri.  Se il mercato si illudeva che i dati odierni potessero iniziare a dare l'impressione di un incanalarsi dell'inflazione verso un percorso di ribasso, condizione richiesta dalla FED per rallentare il programma di rialzi, ha ottenuto proprio un quadro contrario. Questi numeri non faranno che aumentare l'urgenza di Powell e C. di alzare i tassi. D'altronde, si trovano con i Fed Funds sotto l'1% e l'inflazione ai massimi dal 1981. Come possiamo osservare dal seguente grafico, a quei tempi i Fed Funds erano al 13%, ma bisogna tenere a mente che debito e leva a quei tempi erano una frazione di quelli attuali. La verità è che sono terribilmente in ritardo.

Con il FOMC la prossima settimana, non c'è da essere troppo fiduciosi che le acque si quietino a breve. Vedremo se ci sarà un test dei minimi di maggio, per l'azionario USA, e, nel caso, quale sarà l'esito. Un aspetto strano del crash degli ultimi giorni e delle ultime settimane (come evidenziato in articoli precedenti) è che la volatilità implicita sta salendo molto meno che nelle precedenti occasioni, come si nota dal grafico del VIX, incapace di riportarsi sopra 30 vol, nonostante la chiusura di stasera corrisponda praticamente al minimo in chiusura di maggio, a 3900 punti (a parziale danno del nostro investimento sul relativo ETF). Sembra che siano tutti pessimisti e ultra lunghi di volatilità e protezione al ribasso (come noi), e quindi l'asset sottoperforma, come qualsiasi altro settore.

In definitiva noi riteniamo di essere ancora lontani dalla capitolazione ma c'è altro ribasso davanti. Pure lo scorso rimbalzo è stato preceduto da un fenomeno simile, di minore entità. La sorpresa è stata che il rimbalzo è stato di modesta entità e di durata altrettanto breve, pertanto non possiamo pensare che sentiment e positioning si siano già ripresi dai livelli che avevano scatenato il rimbalzo della scorsa settimana, riuscendo a ritracciare interamente il movimento nelle ultime 3 sedute. Quindi propendiamo per un movimento emotivo fine a sè stesso e rimaniamo convinti che il retail USA, vessato dal crollo del Nasdaq e del tech, da quello delle criptovalute e dal picco dell’inflazione, sia vicino alla fase di repulsione.

Chiaro che la situazione macro non è bella, con l'inflazione rampante a erodere i redditi, la FED all'attacco, l'immobiliare che comincia a dare segni di cedimento. Chiaro, però, che se in USA non si ride, in Europa con un’inflazione più influenzata da energy e food e meno da domanda, ancora in fase di accelerazione a guardare i PPI, una guerra in corso, una BCE altrettanto aggressiva, e un’economia più aperta e fragile e disomogenea, si rischia di avere guai anche peggiori. Gli asset europei sembrano quindi meno appetibili, in particolare alla luce della recente outperformance. E anche gli emergenti hanno poco da gioire da questo quadro di FED aggressiva e Dollaro rampante.

Per quanto riguarda gli investimenti di carattere monetario, l'aggressività della BCE di giovedì scorso in materia di tassi e l’inaspettato dato del CPI USA, in simpatia il primo e realistico il secondo, hanno presumibilmente contribuito al sentiment rialzista dei tassi USA con l'entità del tightening in autunno dopo i prossimi rialzi da 50 bps già annunciati per giugno e luglio. Alcuni vedono rialzi da 50 bps fino a fine anno e non sono in pochi a considerare la possibilità di un rialzo da 75 bps già la prossima settimana. Ovviamente questa situazione si riflette pienamente nella Fed Fund strip, che ora prezza una probabilità superiore al 50% che uno tra i FOMC di giugno e luglio veda un rialzo da 75 bps, e un tasso di arrivo per fine anno quasi al 3.25% e il 2 anni treasury ad un passo dal 3.0%.

 

I rendimenti dei titoli di stato sono tornati nuovamente a salire con il decennale nettamente sopra il 3% (ha chiuso la settimana al 3,159%) ed anche il 2 anni si colloca insieme al resto della curva treasury sopra il 3%, ai massimi, tra l'altro, da fine 2007.  

Continua la risalita dei breakeven inflation. Il rendimento del titolo del 10 anni legato all’inflazione passa dal 2.74% di due venerdì fa al 2,76% di venerdì scorso.

Passiamo l’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Il listino tech dopo la fase di consolidamento, complice il pessimo dato sull’inflazione statunitense, ha preso nettamente la via del ribasso tra giovedì e venerdì scorso. Come scritto in precedenza, configurare il rimbalzo di due settimane fa come fine di onda 4 ci pare altamente riduttivo, sia nell’ampiezza del movimento che per la sua breve durata. Pertanto gli scenari futuri sono due: 1) rimbalzo immediato o tutt’al più re-test dei minimi di maggio in area 11500 (cosa che sta avvenendo ora) cui seguirà un corposo rimbalzo verso l’area 13500/14000 dove transita anche la M.M. Exp. a 200 periodi; 2) prosecuzione di onda 3 al ribasso con rottura dei minimi di maggio e come primo obiettivo l’area di supporto dei 10100/10000 (cosa ovviamente non augurabile vista anche l’ingente perdita percentuale da inizio anno). Il livello dei RSI a 39 indica che c’è ancora spazio per la continuazione del ribasso prima di un rimbalzo tecnico. La settimana si è chiusa a 11832.82 con una perdita del – 5,70% che porta ad un deficit da inizio anno del – 27,50%.

Identico discorso fatto per il Nasdaq100 vale per l'indice S&P500. Dopo la fase di consolidamento, giovedì e venerdì cruciali hanno spinto i prezzi a rompere ben due supporti (soprattutto l’area 3930), avvicinandosi al minimo di maggio a 3810 lasciando un gap aperto. Quindi, reazione immediata con o senza re-test del minimo (cosa che sta avvenendo ora) verso le aree di resistenza 4225, poi 4300; oppure rottura del minimo e proiezione del ribasso prima sul supporto in area 3750, poi in area 3660. Il livello di RSI a 38 permette la prosecuzione del ribasso prima di un rimbalzo tecnico. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3900.85 con una perdita del – 5,05% che porta a segnare un – 18,16% da inizio anno.

Infine l’indice DOW JONES che, pur perdendo meno degli altri due indici maggiori, si è avvicinato anch’esso al minimo di maggio scorso. Notiamo come la M.M. a 50 periodi abbia fermato il rimbalzo di onda 4 e la conseguente fase di consolidamento. Gli scenari futuri sono molto simili agli altri due indici maggiori con la possibilità di una reazione immediata con o senza re-test del minimo a 30635 (cosa che sta avvenendo ora) e obiettivo l’area di resistenza a 34000 dove staziona anche la M.M. Exp a 200 periodi, oppure prosecuzione della fase ribassista con obiettivo l’area di supporto 29500.Il livello di RSI a 37 permette ulteriori ribassi, ma non di molto, prima di un rimbalzo tecnico. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 31392.80 con una perdita del – 4,58% che porta a segnare un – 13,61% da inizio anno.

ORO INDEX 

Nel fine settimana nero, l’unico ripensamento lo hanno avuto i preziosi, che dopo aver inizialmente seguito il trend generale, hanno poi invertito la marcia e chiuso con buoni guadagni, trascinando ad un insperato rialzo il settore goldminer, nonostante il forte rialzo del Dollaro.

Graficamente, lunedì scorso parlavamo di una candela outside rispetto alla precedente che, però, non aveva sortito effetto circa una possibile accelerazione da una parte o dall’altra vista la chiusura settimanale dei prezzi molto vicino all’apertura. Nella settimana appena trascorsa notiamo la formazione di un’altra candela outside con massimo a 1879.6 $/oz. che sebbene non abbia provocato un’accelerazione rialzista e non abbia chiuso le contrattazioni sopra il massimo della candela precedente a 1878.6, quanto meno ha chiuso a ridosso dei massimi settimanali a 1875.5. Aspettarsi una continuazione del rialzo sarebbe nella regola ma, come abbiamo visto spesso su questa commodity, la formazione di segnali contrastanti è insita nelle sue corde. Pertanto aspettiamo che i prezzi dell’Oro rompano con forza l’area 1900 $/oz. prima di pensare ad eventuali acquisti.    

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, sul Platino non abbiamo fatto in tempo a scrivere che finalmente i prezzi erano riusciti a rompere al rialzo la barriera psicologica dei 1000 $/oz. e tutte e tre le medie mobili a 50 ed a 200 (exp e semplice) che, nel corso della scorsa settimana, ben quattro sedute negative hanno riportato tutto come era prima con un minimo in area 950 $/oz. ed una chiusura settimanale in area 970 $/oz. Sull’Argento stessa solfa della scorsa settimana con i prezzi che continuano a cincischiare tra le aree dei 21,50 e dei 22,50 $/oz. per poi chiudere la settimana nuovamente sotto l’area dei 22 $/oz.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1875.50 $/oz., con un guadagno del + 1,37% che porta ad un guadagno del + 2,56% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1870.9 $/oz. con un guadagno del + 1,07%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2022:

LA GUERRA – RUSSIA – UCRAINA - (EUROPA)

Il viceministro agli affari esteri dell’Ucraina, Dmytro Senik, ieri, come riporta Reuters, ha fatto sapere che Kiev ha aperto due corridoi attraverso Polonia e Romania per esportare il grano. Secondo Senik l’invasione russa dell’Ucraina ha messo a rischio la sicurezza alimentare globale bloccando l’esportazione di grano dal Mar Nero di Kiev. Senik, inoltre, ha detto che sono in corso colloqui con gli stati baltici per l’apertura di un terzo corridoio per l’esportazione di prodotti alimentari. Il viceministro ucraino ha dichiarato a Reuters: “Questi percorsi non sono perfetti perché creano alcuni colli di bottiglia, ma nel frattempo stiamo facendo del nostro meglio per svilupparli”. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, ieri ha detto che questa settimana avrà colloqui con i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin per parlare dell’esportazione del grano ucraino.

Nel fine settimana la presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è recata in visita in Ucraina per la seconda volta dall’inizio della guerra. Nel corso della visita la politica tedesca ha detto che i colloqui di sabato con Zelensky permetteranno di definire, entro la fine della settimana la possibilità di raccomandare l’Ucraina come candidata per l’adesione a stato membro dell’Unione Europea. Zelensky intervenendo alla stessa conferenza ha detto: “Tutta l’Europa rimane un obiettivo per la Russia e l’Ucraina è solamente la prima tappa in questa aggressione”. “Questo è il motivo per cui una risposta positiva da parte dell’Unione Europea alla richiesta ucraina di adesione può essere una risposta positiva alla domanda se il progetto europeo abbia un futuro”. Nei giorni scorsi Zelensky ha toccato il tema adesione all’Unione Europea anche in una conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron: “Attenzione speciale è stata dedicata al percorso dell’Ucraina verso l’UE, stiamo coordinando i passi”, si legge, tra le altre cose, in un tweet pubblicato giovedì scorso dal presidente ucraino.

Ieri Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, durante una visita in Finlandia è tornato a parlare della richiesta di adesione all’alleanza arrivata da Helsinki e Stoccolma, in particolare ha parlato della posizione della Turchia in merito alla questione. Ad una conferenza congiunta con il presidente finlandese Sauli Niinistö, Stoltenberg ha definito “legittime” le preoccupazioni di Ankara. La Turchia si oppone ad un’adesione alla NATO dei due paesi scandinavi sostenendo che essi supportano ed ospitano militanti curdi ed altri gruppi che considera terroristi. Stoltenberg ha detto: “Dobbiamo ricordare e capire che nessun alleato della NATO ha subito più attacchi terroristici della Turchia”. Il segretario generale della NATO ed il presidente finlandese hanno fatto sapere che i colloqui con Ankara continueranno, Stoltenberg inoltre ha sottolineato che il meeting dell’alleanza a Madrid in programma per la fine del mese non rappresenta una deadline.

LA POLITICA USA

Il disegno di legge “Protecting Our Kids Act”, che punta a dare una risposta al problema dell’accesso facile alle armi negli Stati Uniti, mercoledì scorso ha ottenuto l’approvazione della Camera con 223 voti favorevoli e 204 contrari. La proposta di legge prevede l’innalzamento da 18 a 21 anni dell’età minima necessaria per l’acquisto di un fucile d’assalto (misura sottoposta in precedenza ad una votazione per la sua inclusione nel disegno di legge), il divieto di vendita di caricatori di grande capacità e l’introduzione di nuove regole per la corretta conservazione delle armi in casa. L’Untraceable Firearms Act, che fa parte del disegno di legge, invece aumenterebbe le norme che riguardano le “armi fantasma”, armi che non hanno un numero di serie. Il disegno di legge approvato dalla Camera, con ogni probabilità non avrà la stessa fortuna al Senato, dove per ottenere risultati sul tema è necessario trovare un punto di

incontro tra i due schieramenti. Nei giorni scorsi si è formato un gruppo bipartisan di senatori democratici e repubblicani per trovare una possibile soluzione. Martedì la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha detto che Biden sostiene le leggi red-flag (leggi che autorizzino familiari, colleghi o la polizia a richiedere ad un tribunale di sequestrare armi di una persona per un determinato periodo se questa persona è considerata essere pericolosa per sé o per gli altri) e controlli dei precedenti più rigorosi: “Comprendiamo che non tutte le componenti di ciò che sta chiedendo il Presidente fermeranno ogni tragedia. Ma dobbiamo fare dei passi, dobbiamo andare avanti e dobbiamo fare qualcosa”.

Mercoledì il senatore repubblicano John Cornyn, ha parlato di progressi costanti nel dialogo tra i due schieramenti: “È ancora presto, ma sono ottimista che le cose evolveranno nel migliore dei modi in futuro rispetto a dove siamo ora”. Il repubblicano ha detto di essersi concentrato sul garantire a giovani adulti l’accesso a servizi di salute mentale e sul fatto che le scuole abbiano sufficienti protocolli di sicurezza. Giovedì i negoziatori dem e repubblicani non hanno trovato un accordo: “Sono ancora ottimista sul fatto che avremo un disegno di legge. Ma è una questione complessa ed è impegnativa”, ha detto giovedì scorso Cornyn. Sabato il Presidente Joe Biden ha detto che i negoziatori del gruppo bipartisan di senatori, guidati dal dem Chris Murphy e dal repubblicano John Cornyn, sono ancora “moderatamente ottimisti”.

E giusto ieri un gruppo bipartisan di senatori ha annunciato di aver trovato un accordo. Le misure previste non includono l’innalzamento a 21 anni dell’età necessaria per acquistare fucili semiautomatici. Nel disegno di legge, invece, è incluso il sostegno per leggi “red flag” di stato, controlli dei precedenti più rigidi per gli acquirenti di armi sotto i 21 anni ed un giro di vite nei confronti dello “straw purchase”, ovvero l’acquisto di un’arma per una terza persona che non potrebbe detenerne una. Sono dieci i repubblicani che sostengono l’accordo preliminare, numero che garantirebbe il passaggio al Senato con un appoggio compatto dei senatori dem. Il gruppo di legislatori ha dichiarato: “Il nostro piano salva vite e protegge anche i diritti costituzionali degli americani rispettosi della legge”. Nella proposta anche investimenti per aumentare l’accesso a programmi di salute mentale e prevenzione del suicidio, risorse per ampliare servizi di salute mentale e di supporto nelle scuole. “Voglio ringraziare il senatore Chris Murphy e il gruppo bipartisan per la loro proposta sulla sicurezza delle armi. Non fa tutto quello che penso sia necessario, ma riflette passi importanti nella giusta direzione. Con sostegno bipartisan, non ci sono scuse per ritardi”, ha scritto ieri su Twitter il Presidente Biden.

In tema di transizione energetica, invece, la scorsa settimana l’amministrazione Biden ha proposto nuovi standard per il programma che prevede la costruzione di una rete nazionale di 500.000 stazioni di ricarica per veicoli elettrici entro il 2030. Secondo i funzionari dell’amministrazione, la proposta di standard minimi contribuirà a creare il terreno per la realizzazione di progetti di stazioni di ricarica accessibili a tutti indipendentemente dalla location, dal marchio del veicolo elettrico o dall’azienda di ricarica. Mercoledì il segretario dei trasporti, Pete Buttigieg ha detto: “Stiamo prestando attenzione non solo alla quantità di caricatori per veicoli elettrici, ma anche alla loro qualità”. “Tutti dovrebbero essere in grado di trovare una stazione di ricarica funzionante quando e dove ne hanno bisogno”. Tramite gli standard si costruirà una rete unificata di stazioni di ricarica con sistemi di pagamento, informazioni sui prezzi e velocità di ricarica simili.

LA POLITICA DELLA FED

Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha parlato alla commissione Finanze del Senato, dov’è stata invitata per discutere le proposte di bilancio dell’amministrazione, toccando ovviamente il tema inflazione. “Come ha detto il Presidente Biden la scorsa settimana, ora stiamo entrando in un periodo di transizione da uno di storica ripresa ad uno che può essere caratterizzato da una crescita stabile e costante. Fare questo passaggio è un elemento centrale del piano del Presidente per portare sotto controllo l’inflazione senza sacrificare le conquiste economiche che abbiamo fatto”.

Lo scenario macroeconomico attuale, secondo Yellen presenta “livelli inaccettabili di inflazione” oltre a difficoltà legate agli effetti della pandemia sulle catene di approvvigionamento e disturbi all’offerta nel mercato alimentare e del petrolio causati dalla guerra russa in Ucraina. “Per attenuare le pressioni inflazionistiche senza compromettere la forza del mercato del lavoro, è necessaria una politica di bilancio adeguata per integrare le azioni di politica monetaria della Federal Reserve”, ha aggiunto Yellen, secondo la quale proposte presidenziali come le iniziative rivolte all’energia pulita e i piani per riformare il mercato dei farmaci da prescrizione possono contribuire a diminuire i costi per i consumatori americani. Yellen sostiene che gli investimenti nell’istruzione, nella formazione, nell’assistenza all’infanzia e agli anziani porterebbero ad una forza lavoro più ampia, contribuendo ad abbassare l’inflazione. Yellen ha detto di aspettarsi che l’inflazione rimanga alta e che è probabile che l’amministrazione Biden aumenti la previsione di inflazione del 4,7% per quest’anno nella sua proposta di bilancio.

Alla domanda del senatore repubblicano Steve Daines sul ruolo dell’amministrazione nell’alimentare l’inflazione, Yellen ha sottolineato come quasi tutti i paesi sviluppati siano alle prese con inflazione elevata, nonostante abbiano politiche fiscali molto diverse, per questo non si può ricondurre la maggior parte dell’inflazione attuale all’impatto del pacchetto di stimoli adottato dagli USA.

Mercoledì parlando alla commissione Ways and Means della Camera Yellen ha detto: “Non vedo come l’inflazione possa essere una questione decennale”. Come accaduto al Senato, anche alla Camera i repubblicani hanno chiesto al segretario al Tesoro se l’adozione dell’American Rescue Plan possa essere una causa fondamentale dell’alta inflazione: “Quella spesa ha prodotto benefici eccellenti per gli americani e al massimo ha contribuito moderatamente all’inflazione”, ha detto Yellen. In un intervento di giovedì scorso, invece, Yellen ha dichiarato che secondo lei non ci sarà una recessione: “So che le persone sono molto turbate, e giustamente, per l’inflazione, ma non c’è niente che suggerisca che una recessione sia in programma”. Il segretario al Tesoro statunitense ha anche aggiunto che non si aspetta a breve un calo dei prezzi del carburante. “Vivremo con questa inflazione per un po’”, ha detto venerdì il Presidente americano Joe Biden, specificando che calerà in maniera graduale.

DATI MACROECONOMICI

La bilancia commerciale USA (la differenza in valore tra beni e servizi importati ed esportati) nel mese di aprile si attesta a -87,1 miliardi di dollari contro un consensus a -89,5 miliardi di dollari. Nel mese di marzo il dato era pari -107,7 miliardi di dollari (rivisto da -109,8 miliardi di dollari). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Dopo due settimane consecutive in calo, il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione torna a salire. Nella settimana terminata sabato 4 giugno le richieste iniziali sono state 229 mila, dato superiore alla precedente rilevazione di 202 mila (rivista da 200 mila) e superiore anche al consensus pari a 210 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Come detto in precedenza, pessimo il dato sull’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato a maggio ha registrato una crescita dell’8,6%, andando oltre al consensus fissato al +8,3% e alla crescita di aprile dell’8,3%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Meno brutto il dato sull’’indice dei prezzi al consumo core (ovvero, una rilevazione che esclude il settore del cibo e dell’energia), invece, a livello mensile a maggio, esattamente come ad aprile, segna una crescita dello 0,6%, appena sopra al consensus del +0,5%. Il dato annualizzato, invece, a maggio registra una crescita del 6,0%, contro un consensus del +5,9% ed una crescita di aprile del 6,2%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Minimo storico per l’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla University of Michigan con il dato preliminare di giugno fa un significativo passo indietro, passando dai 58,4 punti di maggio agli attuali 50,2 punti (mai così in basso). Il consensus prevedeva una contrazione decisamente più contenuta a 58,0 punti.

PORTAFOGLI AZIONARI

Settimana di passione sugli indici azionari e conseguentemente sui titoli dei nostri Portafogli. Non è, comunque, ancora il momento per apportare le dovute correzioni ad alcuni titoli in netta sofferenza con l’acquisto di ulteriori lotti. Per quanto riguarda il titolo BIOMARIN nel Portafoglio Storico, la notizia che ha depresso il prezzo del titolo è dovuta al fatto che la società ha deciso di posticipare la nuova presentazione della domanda di licenza per i prodotti biologici (BLA) per il suo farmaco candidato alla terapia genica sperimentale “valoctocogene roxaparvovec” o “valrox” per il trattamento di adulti con emofilia grave A. Secondo la società, il BLA era stato precedentemente programmato per essere nuovamente archiviato nel giugno 2022. Il processo sarà ora completato entro la fine di settembre. Questa decisione da parte della direzione si basa sulla richiesta della FDA di ulteriori informazioni e analisi dei dati sul farmaco. Nel Portafoglio The Challenge, al momento, abbiamo inserito solo un ordine per l’acquisto di un secondo lotto dell’ETC Crude Oil Short ritenendo che il prezzo del Petrolio possa arrivare a 130 $/b ma non salirà più di tanto.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

CROWDSTRIKE HLDG. + 4,46%. La società di sicurezza informatica basata su cloud, con la piattaforma CrowdStrike Falcon protegge i clienti dagli attacchi informatici sugli endpoint e sui carichi di lavoro all'interno o all'esterno della rete offrendo visibilità e protezione in tutta l'azienda, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 0,31 $/az. su ricavi per 487.8 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,23 $/az. su ricavi per 463.27 mln $. Il fatturato è cresciuto del 61,1% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2023 tra 0,27 e 0,28 $/az. su ricavi tra 512.7 e 516.8 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,24 $/az. su ricavi per 509.35 mln $. Infine la società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2023 tra 1,18 e 1,22 $/az. su ricavi tra 2,1905 e 2,2058 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,10 $/az. su ricavi per 2,15 mld $.

George Kurtz, co-fondatore e A.D. della società, ha affermato: "CrowdStrike ha realizzato un primo trimestre eccezionale all'inizio dell'anno fiscale 2023. L'ARR finale cresce del 61% anno su anno a 1,9 mld $ con oltre 190 mln $ di nuovo ARR netto.

Il flusso di cassa dalle operazioni cresce del 46% anno su anno fino a un record di 215 mln $ e il flusso netto di cassa cresce del 34% anno su anno fino a un record di 158 mln $. Abbiamo riscontrato la forza in tutta la piattaforma, incluso un trimestre record per i moduli distribuiti nel cloud pubblico e oltre il 100% di crescita dell'ARR su base annua per il nostro gruppo di prodotti emergente, che include i nostri moduli Discover, Spotlight, Identity Protection e Log Management. Pertanto aumentiamo le previsioni di entrate e profitti per l'anno fiscale 2023”.

DOCUSIGN – 21,31%. La società vende firme elettroniche e altri prodotti e servizi di transazione basati su cloud, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 0,438 $/az. su un fatturato di 588.70 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,46 $/az. su un fatturato pari a 581.76 mln $. Il fatturato è cresciuto del 25,5% su base annua. La società ha detto che prevede ricavi nel secondo trimestre fiscale 2023 tra 600,0 e 604,0 mln $, e per tutto l’anno fiscale 2023 ricavi tra 2,47 e 2,482 mld $. L'attuale stima degli analisti per i ricavi è rispettivamente pari a 601.71 mln $ per il prossimo trimestre e ricavi annui 2023 pari a 2,48 mld $.

Dan Springer, CEO della società, ha affermato: "Abbiamo ottenuto solidi risultati nel primo trimestre, aumentando i ricavi del 25% anno su anno e aggiungendo quasi 67.000 nuovi clienti, portando la nostra base clienti globale totale a 1,24 milioni unità. Abbiamo anche rafforzato il nostro team dirigenziale con nuove assunzioni chiave che, insieme a il nostro team esistente, ci siamo assicurati di essere ben posizionati per crescere ed aumentare la nostra attività. Con oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo e con il valore comprovato dei nostri prodotti e la significativa opportunità che abbiamo davanti a noi, siamo fiduciosi nella nostra capacità di affrontare con successo le sfide di un ambiente globale dinamico".

SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (13/06/2022)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.

Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.