Crollo due giorni prima della scadenza tecnica! Poi Ubs viene convinta a comprare Credit Suisse


Esattamente come accaduto per il futures di dicembre, la scadenza ha portato fortissime vendite con cali vistosissimi dell'ordine del 3% e oltre in una singola seduta, quella del 14 marzo.

La medesima dinamica si era vista in occasione delle scadenze tecniche di dicembre scorso, in cui dopo un salto enorme attuato sin da ottobre, anche grazie alla dinamica inflattiva che mostrava cenni di cedimento, si è verificata una caduta netta dei lisitini, importante nella dimensione.

Questa volta, a differenza dell'ultima, c'è stata la forte influenza della vicenda che sta coinvolgendo Credit Suisse, dopo che un allarme sul rischio di stabilità dello stesso istituto bancario, è stato scatenato dal rifiuto di uno dei suoi azionisti più importanti di apportare risorse per un aumento di capitale.

Una bella gatta da pelare per la Banca Centrale Svizzera che si è trovata di fronte al salvataggio di un gigante e che certamente può avere conseguenze per tutto il settore bancario europeo anche se al momento, le misure messe in atto hanno tranquillizzato gli investitori..

Di riflesso, ulteriori gatte da pelare anche per la Bce.

La vicenda infatti, andando a colpire proprio il settore che si è cercato maggiormente di tutelare come il settore bancario è andata a verificarsi proprio il giorno prima del meeting tanto atteso del 15 marzo.

Il dilemma che si presentava alla Lagarde & Co era se toccare ulteriormente i tassi al rialzo, con il rischio di una crisi di sistema alle porte, oppure non intervenire affatto, in questo meeting.

Questa era l'ipotesi più gettonata e forse anche quella che il mercato sperava maggiormente!

Tra le righe avevamo sottolineato nei recenti articoli, come le borse euroee avessero dato una prova di forza che era andata oltre ogni aspettativa e avevamo puntato l'attenzione sul divario tra Dow Jones e Dax, con il secondo che ancora alla scorsa settimana, era in vantaggio di circa il 20%.

Un divario enorme e non giustificabile sotto nessun punto di vista, dai fondamentali macro ai risultati aziendali.

A sostenere tutto il sistema finanziario era il settore bancario.

La vicenda del crack di SVP negli Stati Uniti, aveva già scosso i mercati, ma successivamente, le preoccupazioni innescate dalla vicenda Credit Suisse, non potevano far altro che aumentare le tensioni.

La Bce però, non ha desistito nella lotta all'inflazione, e nella riunione ha deciso di alzare i tassi dello 0,5%, mossa che a ben vedere ha anche tranquillizzato molti operatori perchè se l'aumento annunciato fosse stato del tutto omesso, il dubbio che il board della Bce fosse a conoscenza di pericoli di sistema sarebbe stato al primo posto nei pensieri degli investitori.

Quindi, paradossalemente, il rialzo dello 0.5% ha avuto il significato di fugare ogni dubbio.

In sostanza: La Bce ha voluto comunicare tramite la sua azione, di essere padrona della situazione e nessun rischio pandemico è all'orizzonte!

Ora però, dopo i cali settimanali, la situazione si è riequilibrata, se non altro, tra la dinamica tecnica americana e quella europea.

Importantissimo l'appuntamento settimanale previsto per mercoledi con la Fed che decreterà la sua decisione sui tassi d'interesse.

Andiamo a vedere come, nel dettaglio.

DOW JONES

Il Dow Jones, si trova in una figura di compressione che prelude ad una oscillazione tra i 33500 e i 30500, con una particolare configurazione che però, rende molto più probabile il ritorno sui 29500.

Chiaramente una volta toccati i 29500, sarà necessaria una nuova analisi per decifrarne le ulteriori evoluzioni, premesso che al momento da quei punti, ovvero 30500 e 29500 circa, è prevista una tenuta con rimbalzo. 

NASDAQ

Diversa la situazione tecnIca del Nasdaq, più positivamente impostato.

Il range tra 11800 e 12700 costituisce le base di un uptrend che però sarà influenzato dalla decisione di mercoledì prossimo che la Fed decreterà.

Se da un verso infatti, la propensione rialzista può acquisire forza con un morbido atteggiamento da parte della Fed, d'altro canto, un rialzo superiore alle attese dei tassi d'interesse (alquanto improbabile al momento) provocherebbe uno shock temporaneo che può stravolgere il quadro.

Certamente un rialzo dei tassi, porterà il mercato nuovamente a barcamenarsi tra i 12000 e gli 11800 per decidere se dirigersi verso gli 11000 oppure rimbalzare nuovamente e in maniera più decisa verso i 13000.

Quindi lo switch direzionale lo posizioniamo ai 12000-11800 punti.

DAX

Per meglio comprendere la distanza tra America ed Europa finanziaria, basta osservare l'analisi del Dax il quale, per essere agli stessi valori del Dow Jones ad esempio , dovrebbe contrattare tra i 14000 e i 13300 punti, invece dei 14800 della chiusura di venerdi scorso, che sono comunque sempre più oggettivi dei 15600 di qualche seduta fa!

I 14000 pertanto sono il primo vero target  di questo movimento di correzione.

L'apertura e i primi scambi di questo lunedi, confermano la direzionalità in correzione, all'indomani della notizia dell'entrata di Ubs nel capitale di Credit Suisse.

Mossa spinta e voluta fortemente dalla Banca Centrale Svizzera che contribuirà fornendo un mare di liquidtà mentre Ubs entrerà con 3 miliardi di dollari nel capitale.

Il pre-market però della stessa Credit Suisse è drammatico e parla di un -72% in pre apertura tutto a scapito degli azionisti!

Impossibile dire ad ora se la crisi abbia o meno creato problemi di liquidità in altri Istituti europei, ma questa settimana può essere decisiva per comprenderlo.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)