NASDAQ100 WEEKLY - Settimana ancora positiva per gli indici azionari USA...


CON L’ORA LEGALE IN VIGORE ANCHE DA NOI, LE CONTRATTAZIONI AZIONARIE IN USA APRONO NUOVAMENTE ALLE ORE 15:30

ANCORA SOTTO PRESSIONE IL SETTORE BANCARIO CHE FA SCENDERE ULTERIORMENTE I RENDIMENTI DEI BONDS, MENTRE I LISTINI AZIONARI USA VANNO AL RIALZO.

Vi è una divergenza enorme tra l’attuale scenario dell'azionario USA, che è in progresso da inizio anno (soprattutto l’indice tech), e i tassi futuri che scontano una FED che si precipita a tagliare nella seconda parte dell'anno, uno scenario coerente con un marcato rallentamento. Come mai?

Pensiamo che i tassi guardino al ciclo e scontino un marcato rallentamento causato dall'inasprirsi delle condizioni finanziarie, legato all'impatto ritardato del continuato rialzo dei tassi da parte della FED, aggravato dagli effetti della crisi bancaria sulla propensione al credito delle banche. L'azionario per contro guarda ai profitti, che ancora non sono stati impattati, e al calo dei tassi visto come "pivot" della FED, verso una serie di tagli (il cui ammontare lo leggerete più avanti). Non a caso l’indice big tech, l'azionario percepito come quello con "la duration più lunga" (inteso come sensibilità ai tassi) ha sovraperformato alla grande di recente. Vedremo chi avrà ragione.

Come detto, le pressioni sul settore bancario continuano e dopo i selloff sui titoli della Silicon Valley Bank, Silvergate, First Republic Bank, Credit Suisse e le altre, il mercato è a caccia di vulnerabilità e Deutsche Bank, con il suo passato chiacchierato, il suo enorme book di derivati e il suo coinvolgimento ad ampio spettro, che comprende anche commercial real estate USA, è stata rapidamente venduta a Wall Street con gli ADR che sono arrivati a perdere oltre 10 punti percentuali in una sola seduta. Naturalmente Deutsche Bank non è il Credit Suisse. La sua ristrutturazione è avvenuta alcuni anni fa, produce utili, ha una raccolta più granulare e retail di quella di Credit Suisse, che era concentrata in clienti grossi, rapidi a dileguarsi. Un epilogo alla svizzera sembra molto improbabile. Ma ormai il mercato ha i nervi a fior di pelle e così il settore bancario ha accumulato perdite consistenti.

Esiste qualche aspetto positivo da sottolineare da questa vicenda?

Per esempio la rapidità con cui le autorità stanno spegnendo, a volte con modalità discutibili, ma sempre decide e determinate, i focolai di crisi sistemica emersi. In questo la situazione è diversa dal 2008, quando molti schemi di supporto non esistevano e le autorità si muovevano in un contesto legale molto più rigido. In questo senso la Grande Crisi Finanziaria non è passata invano. E poi, vedi mai che questa brusca sveglia riporti le politiche monetarie a più miti consigli. Deutsche Bank nel seguente grafico mostra come tutti i rialzi dei tassi della FED sono evoluti presto o tardi in un qualche incidente.

Questo ciclo è il più violento dai primi anni 80 (senza considerare la riduzione del bilancio) ed è avvenuto con la crescita più modesta, e la maggior inversione della curva.

Gli aspetti positivi, nel corso della scorsa settimana, hanno riguardato l’attenzione posta per la First Republic Bank che nella giornata di lunedì scorso ha perso un altro 47%. L’ennesimo crollo del titolo però non ha suscitato particolare clamore forse perché Jp Morgan ha proposto di trasformare in capitale i 30 mld $ di depositi dati a First Republic Bank da un consorzio di banche USA nell’arco della scorsa settimana. Ovviamente ciò rappresenta solo un’ancora di salvataggio per dare tempo al management di negoziare una vendita a condizioni decenti, soprattutto alla luce del secondo declassamento del rating della banca da S&P in una settimana, a B+.

Per quanto riguarda la Silicon Valley Bank, le autorità di regolamentazione stanno valutando la possibilità di vendere la banca privata di SVB Financial separatamente dalla banca principale. I media riportano che SVB potrebbe essere venduta a First Citizens (la banca della Carolina del Nord che ha acquisito CIT) o scindere il ramo finanziario dalla banca privata - essenzialmente il franchising legacy Boston Private – da vendere separatamente.

Signature Bank è stat già acquisita dalla New York Community Bank che ha annunciato un accordo per l'acquisizione della maggior parte delle attività e dei depositi di Signature Bank (ad eccezione dei circa 4 miliardi di dollari di depositi legati alle criptovalute della banca). Si tratta di una transazione logica sia dal punto di vista geografico che di prodotto.

Infine la notizia che più ha fatto scalpore che UBS acquisisce il Credit Suisse. UBS ha annunciato un accordo per l'acquisizione di Credit Suisse per 0,76 CHF/az., ovvero per 3 mld di Franchi svizzeri. Si prevede che la transazione produrrà 8 miliardi di franchi svizzeri in risparmi sui costi entro il 2027, entro il quale la gestione del tempo prevede un aumento del dividendo. UBS gode di sostanziali protezioni dai ribassi e del sostegno alla liquidità da parte della Banca nazionale svizzera. Contemporaneamente all'invito agli investitori, la Federal Reserve ha emesso un annuncio congiunto con altre cinque importanti banche centrali (compresa quella svizzera) riguardante modifiche alle operazioni della linea di swap al fine di migliorare la liquidità in USD.

A dare ulteriore supporto al settore bancario, la FED si sta prendendo cura della crisi di liquidità, che le ha imposto di fare risalire in maniera significativa (300 mld $) il proprio bilancio, anche se il QE è un’altra cosa. Mentre su Bloomberg è apparsa la news sulla possibilità di estendere i depositi protetti dalla FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) oltre i 250.000 $. In un primo momento anche le dichiarazioni caute e concilianti del Segretario del Tesoro, Yanet Yellen, alla American Bankers Association conference hanno dato una mano al sentiment, per poi fare marcia indietro dichiarando che al momento una garanzia totale per i depositi "non è presa in considerazione" e nemmeno si considera di modificare la soglia della FDIC di 250.000 $.

In conclusione il settore bancario recupera buona parte delle perdite pregresse anche se, con gli alti e bassi visti nella settimana, il settore non ha mai dato l’impressione di poter recuperare interamente le perdite.

Oltre al settore bancario a farne le spese è anche il settore immobiliare. Da una parte il discorso è sempre legato all'enorme ammontare di case in costruzione, il cui arrivo sul mercato nei prossimi mesi metterà pressione ai prezzi e forse sull'attività (v. grafico):

Dall’altra abbiamo il residenziale con mutui erogati in maniera allegra e che sta andando in sofferenza in quanto il comparto è dominato dalle banche regionali come finanziamenti. Quindi qui troviamo un potenziale circolo vizioso, con la crisi delle banche che va a impattare su un settore su cui il loro business si concentra, indebolendolo e ottenendo di rimando un deterioramento degli asset, che peggiora la crisi delle banche. In verità il Commercial Real Estate era già debole per via del rialzo dei tassi, del rallentamento macro e, strutturalmente, del calo della domanda di spazi commerciali e uffici nel post Covid. Non a caso l'indice che anticipa l'attività del settore, l'AIA Architecture buildings, sta segnalando ulteriore debolezza in arrivo (v. grafico):

E veniamo alla decisione del FOMC in materia di tassi di interesse. Il Comitato, con decisione unanime ha alzato di 25 bps il tasso al 4.75-5%, come da largo consenso. Nello Statement (del quale parleremo nel relativo capitolo) si è osservato che la creazione di posti di lavoro ha accelerato e che l'inflazione, che nel precedente FOMC era definita in calo, è rimasta elevata. Si è sottolineata la resilienza del sistema bancario, ma si è osservato che i recenti sviluppi probabilmente produrranno un inasprimento delle condizioni di credito ad aziende e consumatori e peseranno sull'economia, e che l'entità di questi effetti è incerta. (Quindi non si è capito il motivo di alzarli, ndr). Infine la pillola è stata addolcita con la dichiarazione: "un addizionale stretta potrebbe essere necessaria" al posto della dichiarazione nel precedente FOMC: “rialzi continuati potrebbero essere necessari”.

A livello di mercato monetario, conseguentemente alle dichiarazioni riportate dal Presidente FED, Powell, il target dei Fed Funds hanno visto un modesto rialzo per il 2024 (da 4.1% al 4.3%), ma è rimasto invariato per fine 2023 al 5.1%.

Spettacolare ed incredibile, invece, la chiusura di settimana scorsa con i Fed Funds strip che scontano appena il 20% di probabilità di un rialzo dei tassi a maggio, la certezza di un taglio da 25 bps a giugno, 3 tagli da 25 bps entro dicembre, più un 50% di probabilità di un quarto. Prima delle vicende bancarie ci si attendeva almeno 25 se non 50 bps in più.

Anche i movimenti sui tassi hanno risentito delle decisioni della FED ma, soprattutto, della retorica accomodante, con il 2 anni USA che è crollato di ben 110 bps sotto i Fed Funds scendendo nuovamente al di sotto del 3,76% ed il 10 anni che chiude al 3,37%.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Continua il sentiment positivo sull’indice tech che performa meglio degli altri due listini maggiori non risentendo della crisi del settore bancario e che alla lunga trarrà beneficio dalla discesa dei tassi. E ciò non può che confortarci vista l’esposizione sui nostri Portafogli azionari. Graficamente notiamo subito il superamento di onda c in area 12800, anche se solo in intraday, che ci permette di siglare come onda e il max di mercoledì scorso in area 12950. Prossimo obiettivo rialzista l’attacco al max di onda 4 a 13720 a completamento dell’onda e. Possibili ripiegamenti in area 12250. Il valore dell’RSI a 62 permette un ulteriore allungo prima di una pausa. Vedremo. La settimana si è chiusa a 12767.05 con un guadagno del + 1,97% che porta ad un profit da inizio anno del + 16,70%.

Storia senz’altro diversa sull’indice S&P500 che continua la fase di lateralizzazione a cavallo delle due M.M. a 200 periodi, semplice (in bianco) ed esponenziale (in giallo), tra le aree 3900 e 4000 largo. Ribadiamo che i prezzi dovrebbero portarsi sopra area 4000 e consolidare sopra di essa per tentare un attacco al max di onda c in area 4200. Un ritorno graduale alla normalità del settore bancario potrebbe essere la benzina che alimenterebbe il rialzo. Viceversa, altresì importante non perdere il minimo di onda d in area 3810 men che meno il minimo di onda b in area 3765. Il valore dell’RSI a 50 indica che tutte e due le ipotesi sono possibili con uguali probabilità. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3970.98 con un guadagno del + 1,39% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 3,42%.

Lieve recupero rispetto a due venerdì fa per l’indice delle blue-chip DOW JONES che continua a dimostrare una certa debolezza. Graficamente i prezzi non sono ancora riusciti a recuperare la M.M. semplice a 200 periodi (linea bianca) riuscendo solo momentaneamente a superare l’area di resistenza dei 32400/32500 punti per poi rientrare verso l’area di supporto posta in area 31700/31650 che rappresenta il ritracciamento del 50% della gamba rialzista A. A seguire troviamo il supporto in area 31000. Ribadiamo che sarebbe molto importante ritrovare l’area 33000 riportandosi sopra le due M.M. a 200 periodi. Il livello di RSI, in ripresa dai minimi, indica ancora un po' di debolezza. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 32237.53 con un guadagno del + 1,18% e che porta a segnare una perdita da inizio anno del – 2,74%.

ORO INDEX 

Lunedì scorso il metallo giallo, con un balzo in intraday, ha superato la soglia psicologica dei 2000 $/oz. quando è sembrato molto evidente che la banca svizzera, Credit Suisse, avrebbe finito la sua vita autonoma andando a confluire nella maggior banca nazionale, UBS, con il beneplacito politico e finanziario del governo svizzero. I prezzi, subito rientrati sotto tale soglia hanno tentato, nella giornata di giovedì scorso, di riportarsi sopra i 2000 $ dopo le decisioni della FED in materia di tassi, ma anche questa volta non sono riusciti a chiudere la seduta sopra codesto limite chiudendo la settimana a 1983 $/oz. Ovviamente sarebbe molto importante che i prezzi consolidino intorno a tale soglia in attesa che i rialzisti si preparino a scardinare tale resistenza per andare ad attaccare i massimi di un anno fa a 2078 $/oz. Viceversa rimane importante non scendere sotto il supporto dei 1915/1920 $/oz.

Secondo un rapporto della banca francese, Société Générale, più a lungo durerà il conflitto Russia-Ucraina, più velocemente i paesi non allineati con l'Occidente saranno disposti a isolarsi dal dollaro USA. Ciò incoraggerà le banche centrali a continuare i loro forti acquisti di Oro anche in virtù del fatto che, in una fase successiva, il valore sarà sostenuto da rendimenti reali inferiori. Staremo a vedere !  

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, i prezzi del Platino continuano a rimanere invischiati tra i 960 ed i 1000 $/oz. comunque sopra la M.M. semplice a 200 periodi.

Discorso sempre diverso per le quotazioni dell’Argento che continua il suo rialzo raggiungendo l’obiettivo riportato la scorsa settimana dell’area 23,5 $/oz. Importante ora, vista anche la vicinanza della zona di ipercomprato, consolidare tra le aeree dei 23 e dei 24,5 $/oz. per poi pensare di andare all’attacco dei massimi di un anno fa in area 27/27,5 $/oz.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1983.80 $/oz., in guadagno del + 0,52% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 8,63%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1977.22 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2023:

GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)

La scorsa settimana il Presidente cinese Xi Jinping si è recato in visita di stato a Mosca dove ha incontrato il suo omologo Vladimir Putin. Sul tavolo del confronto tra i due leader c’è stato anche la guerra in Ucraina e il Presidente russo Vladimir Putin ha spiegato che le proposte cinesi potrebbero essere una base per un accordo di pace, ma che l’Occidente e Kiev non sono pronti. Gli Stati Uniti hanno respinto la proposta cinese, considerato che Pechino rifiuta di condannare l’invasione russa dell’Ucraina, e sostengono che un ‘cessate il fuoco’ ora bloccherebbe le conquiste territoriali russe e darebbe all’esercito di Putin più tempo per riorganizzarsi. Kiev ha accolto con favore un coinvolgimento della CINA sul piano diplomatico, tuttavia afferma che la Russia deve ritirare le proprie truppe.

Nell’ambito della visita di Xi Jinping, Putin ha anche detto che Russia, Cina e Mongolia hanno completato tutti gli accordi per terminare il gasdotto per inviare gas russo verso la CINA. Il Presidente russo ha anche detto che Mosca è pronta ad aumentare l’export di petrolio verso Pechino. In un comunicato congiunto rilasciato dopo i colloqui però si parla solamente di sforzi delle parti coinvolte nel gasdotto per far avanzare il lavoro sullo studio e l’approvazione del gasdotto stesso.

Come riporta la TASS, ieri il Presidente russo Vladimir Putin in un’intervista televisiva ha sottolineato che Mosca e Pechino non stanno creando un’alleanza militare e che questa cooperazione non rappresenta una minaccia per l’Occidente. Il Presidente russo ha detto: “Non stiamo creando alcuna alleanza militare con la CINA. Sì, collaboriamo anche sul binario della cooperazione tecnico-militare, non lo nascondiamo, ma è trasparente, non c’è niente di segreto”.

POLITICA USA

Nel corso del suo intervento alla sottocommissione per gli stanziamenti della Camera, giovedì scorso la segretaria al Tesoro Janet Yellen ha parlato del tetto del debito spiegando come un default del debito degli Stati Uniti avrebbe ripercussioni sullo status di valuta di riserva ricoperto dal dollaro. Inoltre, secondo Yellen un mancato aumento del tetto del debito porterebbe ad una recessione.

Il presidente della commissione bilancio alla Camera Jodey Arrington (repubblicano) giovedì scorso ha detto che i repubblicani stanno elaborando un “pacchetto di riforme” che potrebbe essere approvato con sostegno bipartisan dalla Camera ed ottenere la firma del Presidente Joe Biden. Arrington ha dichiarato: “Se negozieremo, dovremo avere qualcosa su carta che ottenga il sostegno di almeno 218 dei nostri membri”. Secondo Arrington il completamento del documento sul tetto del debito al momento per i repubblicani è più importante che la presentazione di un budget. Inoltre, Arrington ha suggerito che i termini sul tetto del debito proposti dai repubblicani includeranno una priorità del debito che consentirebbe al Tesoro di continuare ad effettuare pagamenti sul debito, Social Security, Medicare e benefici per veterani e personale militare in servizio. Parlando alla commissione Ways and Means della Camera, la segretaria al Tesoro Janet Yellen lo scorso 10 marzo ha avvisato che la strategia di priorità non eviterebbe un default. Senza un innalzamento del tetto del debito, secondo una previsione di febbraio del Congressional Budget Office il governo federale potrebbe andare in default tra luglio e settembre.

Venerdì scorso durante una conferenza stampa lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, ad una domanda in merito ai colloqui sul tetto del debito ha risposto: “Sfortunatamente il Presidente non pensa siano importanti”. Il Presidente Joe Biden e i leader dem al Congresso hanno esortato McCarthy a rendere noti i piani repubblicani di tagli alla spesa, sostenendo che incontrarsi prima che questo avvenga non porterebbe risultati. Giovedì scorso Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato, ha detto che i democratici accolgono colloqui sul budget in qualsiasi momento, ma McCarthy deve presentare il suo piano: “Sedersi e non avere un piano, che senso ha? Cosa dirai, ‘grazie per il caffè’?”. La commissione bilancio della Camera, controllata dai repubblicani, deve ancora produrre un progetto di bilancio per l’anno fiscale 2024.

Il Presidente Joe Biden si è recato in visita in Canada. Nel corso di una conferenza stampa insieme al primo ministro canadese Justin Trudeau, Biden ha messo in dubbio il livello di cooperazione tra Cina e Russia, sottolineando come Pechino non abbia fornito armi a Mosca da utilizzare in Ucraina, mentre ha posto l’accento sul lavoro di espansione delle alleanze degli Stati Uniti. Il primo ministro canadese durante la conferenza stampa ha annunciato la firma da parte sua e di Biden di un accordo con IBM per sviluppare la capacità dei semiconduttori. USA e Canada hanno anche concordato una task force per la trasformazione energetica che si concentra sull’energia pulita ed hanno promesso di cooperare sulla catena di approvvigionamento di minerali critici. Prima dei meeting, i due leader avevano già raggiunto un accordo volto ad impedire ai richiedenti asilo di attraversare il confine terrestre condiviso tra USA e Canada attraverso passaggi non ufficiali.

POLITICA DELLA FED

In occasione del meeting di marzo, mercoledì scorso il FOMC ha deciso di adottare un rialzo dei tassi di interesse dello 0,25%, sottolineando anche che i futuri aumenti dei tassi non sono assicurati e che dipenderanno in gran parte dai dati in arrivo. Ora il tasso di riferimento dei federal funds è in un range compreso tra il 4,75% e il 5%. Le previsioni, come nell’ultima stima rilasciata a dicembre, indicano che il picco del tasso sarà al 5,1%; sette dei 18 funzionari della FED che hanno presentato le stime per il “dot plot” invece prevedono che i tassi andranno oltre al “tasso terminale” del 5,1%. La mediana delle stime indica una riduzione dei tassi dello 0,8% nel 2024 e 1,2% di tagli nel 2025.

Nella dichiarazione post-meeting del FOMC è stato affermato: “Il comitato prevede che potrebbe essere appropriato un ulteriore rafforzamento della politica in modo da raggiungere una posizione di politica monetaria che sia sufficientemente restrittiva da riportare l’inflazione al 2% nel tempo”. Nelle dichiarazioni precedenti invece si diceva che per far calare l’inflazione sarebbero appropriati “aumenti continui”.

Jerome Powell ha sottolineato che la lotta contro l’inflazione non è chiusa: “Il processo per riportare l’inflazione al 2% è ancora lungo ed è probabile che sarà accidentato”. Il Presidente della FED ha anche spiegato che gli ultimi eventi riguardanti il sistema bancario potrebbero portare ad un irrigidimento delle condizioni del credito ed è probabilmente questo il motivo che ha portato ad un ammorbidimento del tono della banca centrale. Inoltre Powell ha sottolineato che per il 2023 i tagli dei tassi non rientrano nel loro “scenario base”. Nel comunicato del FOMC viene sottolineato che il sistema bancario statunitense è “solido e resiliente”, ma in riferimento agli eventi recenti si specifica che probabilmente avranno come risultato condizioni di credito più rigide per famiglie ed imprese e peseranno sull’attività economica, le assunzioni e l’inflazione. “La portata di questi effetti è incerta. Il comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”. Powell ha fatto sapere che il FOMC aveva preso in considerazione una pausa nel rialzo dei tassi vista la crisi bancaria, per poi approvare in modo unanime l’aumento dei tassi a causa dei dati intermedi sull’inflazione e la forza del mercato del lavoro.

Nella conferenza successiva al meeting del FOMC, Powell, pur definendo “solido e resiliente” il sistema bancario, ha spiegato che la banca centrale sta monitorando un cambiamento nella disponibilità di credito per consumatori ed imprese: “Le condizioni finanziarie sembrano essersi inasprite e probabilmente più di quanto dicono gli indici tradizionali…La domanda per noi tuttavia è quanto sarà significativo, quale sarà la sua portata e la durata”.

Martedì scorso la segretaria al Tesoro Janet Yellen è intervenuta ad una conferenza dell’American Bankers Association a Washington ed ha commentato le misure intraprese in risposta agli ultimi avvenimenti che hanno interessato il sistema bancario: “I passi che abbiamo adottato non erano mirati ad aiutare banche specifiche o classi di banche. Il nostro intervento era necessario per proteggere il più ampio sistema bancario statunitense”. Yellen ha aggiunto che “azioni simili” potrebbero essere giustificate nel caso in cui istituti più piccoli subiscano un deflusso di depositi che comporti il rischio di contagio. Yellen ha spiegato che al momento è concentrata sul ripristinare la fiducia dei depositanti bancari, ma valuterà la regolamentazione bancaria per capire se servono modifiche per far fronte ai rischi che si presentano oggi per le banche e che riguardano maggiormente i tassi di interesse e la liquidità piuttosto che la qualità degli asset.

Mercoledì scorso la Yellen, parlando alla sottocommissione per gli stanziamenti del Senato, ad una domanda sulla possibilità che il Tesoro aggiri il Congresso per assicurare tutti i depositi, ha risposto spiegando di non aver preso in considerazione un’assicurazione generale o garanzie per tutti i depositi. Il giorno successivo invece è intervenuta alla sottocommissione per gli stanziamenti della Camera spiegando che le misure di emergenza federali adottate per sostenere i clienti della Silicon Valley Bank e della Signature Bank potrebbero essere utilizzate nuovamente se necessario. Yellen ha dichiarato: “Le azioni forti che abbiamo intrapreso assicurano che i depositi degli americani siano sicuri. Certamente, saremmo pronti ad intraprendere ulteriori azioni se giustificato”.

Il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard (noto falco), venerdì scorso ha fatto sapere di aver aumentato di uno 0,25% la propria stima relativa al livello al quale la FED quest’anno dovrebbe portare il suo tasso di riferimento. Bullard ora si aspetta un “tasso finale” del 5,6%. Il numero uno della FED di St. Louis ha detto di aver portato più in alto la propria proiezione dei tassi “in reazione alle notizie economiche più forti ed anche sul presupposto che lo stress finanziario si attenui nelle settimane e nei mesi a venire”. Bullard ha riconosciuto che potrebbe esserci uno scenario di peggioramento dello stress bancario che rimodella la politica monetaria, tuttavia per lui c’è un 80% di probabilità che lo stress finanziario passi e prevede che entro fine primavera o in estate la FED sarà nuovamente concentrata sull’obiettivo di portare l’inflazione al 2%.

In merito all’ultimo rialzo dei tassi da parte della banca centrale, il presidente della FED di Richmond Thomas Barkin venerdì scorso ha detto: “L’inflazione è alta. La domanda non sembrava diminuire. E quindi il caso di aumentare era piuttosto chiaro”.

DATI MACROECONOMICI

Il Chicago Fed National Activity Index ha deluso ma essendo una media di 85 indicatori macro non ha tutta questa rilevanza da un mese all'altro. L’indice mensile rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Chicago che stima l’attività economica generale e le pressioni inflazionistiche correlate, passa dal dato di 0,23 punti di gennaio a quello di -0,19 punti di febbraio.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione continuano a mantenersi su livelli molto bassi. Nella settimana terminata il 18 marzo sono state 191 mila, vale a dire in leggerissimo calo rispetto alle 192 mila della settimana precedente. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Le vendite di nuove case a livello mensile a febbraio sono uscite leggermente sotto attese, ma soprattutto il dato di gennaio è stato rivisto pesantemente al ribasso. Le vendite crescono dell’1,1%, con un dato che dalle 633 mila unità di gennaio (rivisto da 670 mila) passa alle 640 mila unità di febbraio; sotto al consensus che prevedeva un rialzo a 650 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

I PMi flash preliminari di marzo sono decisamente migliori delle attese, con i nuovi ordini tornati a crescere, trainati dai servizi, mentre nel manifatturiero restano in contrazione. Evidentemente l'economia USA sta davvero rimbalzando in questo primo trimestre del 2023. Il dato preliminare di marzo del PMI S&P Global del settore dei servizi si attesta a quota 53,8 punti segnando una crescita rispetto ai 50,6 punti di febbraio e andando oltre al consensus fissato a 50,5 punti.

Il dato preliminare del settore manifatturiero, invece, è pari a 49,3 punti, rilevazione superiore al consensus di 47,0 punti e al dato di febbraio di 47,3 punti. I dati sono rilasciati da Markit Economics.

Deludono gli ordini di beni durevoli, a livello mensile, a febbraio incassano un -1,0% contro un consensus del +0,6%; si tratta tuttavia di una contrazione meno marcata del -5,0% registrato a gennaio (rivisto da -4,5%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Mentre non sono male gli ordini di beni strumentali escludendo il settore della difesa e dell’aeronautica a livello mensile a febbraio crescono dello 0,2%. A gennaio era stata registrata una crescita dello 0,3% (rivista da +0,8%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

PORTAFOGLI AZIONARI

Anche nella settimana appena trascorsa, abbiamo proseguito il viaggio di due settimane fa con i listini azionari internazionali che reagiscono abbastanza bene ed il NASDAQ100 che sovraperforma su tutti ed a beneficiarne è soprattutto il Portafoglio Storico che anche nell’ultima ottava porta a casa due bei tozzi di pane con due strategie diverse. La prima, in ordine cronologico riguarda la strategia “Azioni Italia” con il titolo UNICREDIT che nel giro di 24 ore ci regala un bel + 9,97% facendoci mordere le mani per essere stati conservativi. Accontentiamoci. Il secondo tozzo di pane ci viene offerto, per l’ennesima volta, dalla strategia “Nasdaq Weekly” con il titolo VERTEX PHARMA che ci regala un buon + 7%. Per quanto riguarda gli altri titoli, direi che siamo messi abbastanza bene con ELECTRONIC ARTS, INTUITIVE SURGICAL e TALANX, mentre soffriamo sempre sul titolo AMGEN (anche se sta tentando un timido recupero) e sul ROSS STORES. Tutti gli altri titoli se la stanno giocando. Vi informo che da oggi abbiamo eliminato dal Portafoglio il titolo AURORA CANNABIS, che va a finire nello “Storico trades”. Scommessa che non è andata a buon fine. Nessun nuovo segnale di acquisto per questa settimana.

Miglioramenti complessivi anche nel Portafoglio “The Challenge” specialmente sui titoli CAMPARI, finalmente molto vicino al livello di target e ASML anche se la brutta chiusura di venerdì scorso ha riportato i prezzi sotto i 600 €, ma già da oggi dovrebbe rimbalzare. Riprendiamo gli acquisti su codesto Portafoglio sempre in ottica conservativa sul titolo tedesco VOLKSWAGEN e sul titolo italiano REPLY. I livelli di BUY Limit sul relativo Portafoglio alla sez. “nuovi ordini”.  

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

ADOBE - All'Adobe Summit 2023, la società ha annunciato una collaborazione con Accenture che si concentra sull'integrazione dell'esperienza di Accenture nel miglioramento dei processi, nella gestione del cambiamento e nel marketing con il portafoglio di applicazioni e integrazioni creative ed esperienziali di Adobe per valutare il panorama dei contenuti. I servizi sviluppati da questa partnership migliorano la creazione e la consegna dei contenuti, consentendo ai professionisti del marketing di ridurre i costi e aumentare l'efficienza, migliorando al contempo le esperienze personalizzate dei clienti. Quindi Accenture sta aiutando Adobe a trasformare le sue operazioni di marketing aiutando l'organizzazione di marketing B2B di Adobe a ridimensionare la distribuzione di campagne di marketing personalizzate utilizzando Adobe Real-Time CDP. Secondo quanto riportato da Jim LaLonde di Accenture, "Sfruttando la tecnologia Adobe e i servizi Accenture, i nostri nuovi servizi riuniscono le persone, gli strumenti e i flussi di lavoro necessari ai nostri clienti per pianificare, creare, gestire e fornire contenuti in modo efficace in tutti i settori e in tutto il mondo globo”.

ALIBABA - La notizia è che il co-fondatore miliardario, Jack Ma, è tornato nel suo paese d'origine dopo più di un anno all'estero. Uno dei leader aziendali più riconoscibili della CINA, è quasi scomparso dalla vita pubblica dopo aver criticato le autorità di regolamentazione cinesi in un discorso pubblico del 2020 a Shanghai in quanto il governo aveva represso settori che andavano dal settore immobiliare a Internet e all'istruzione online. In un secondo momento Pechino aveva affermato che era disposta a sostenere il settore privato per rilanciare l'economia con le autorità cinesi che tentavano di convincere Ma a tornare e ad aiutare a mostrare il sostegno del governo alla comunità imprenditoriale, ma Ma aveva scelto di rimanere all'estero, dicendo di essersi ritirato dalle sue aziende per concentrarsi sulla ricerca di tecnologia agricola. Alla luce dei nuovi fatti, Vey-Sern Ling, amministratore delegato di Union Bancaire Privee ha dichiarato: “Jack Ma che si presenta ad Hangzhou dopo più di un anno lontano dalla CINA dovrebbe essere positivo per il sentimento del mercato. Alcuni investitori potrebbero prenderlo come un segno di un'ulteriore normalizzazione normativa per le società tecnologiche".

LAM RESEARCH - Nonostante siamo nell'era degli investimenti tecnologici in titoli azionari ad alta crescita, molti investitori adottano ancora una strategia più tradizionale; acquisto di azioni di società redditizie come Lam Research. Anche se questo parametro non indica necessariamente se una società è sottovalutata, la redditività dell'azienda è sufficiente per giustificare un certo apprezzamento, soprattutto se è in crescita. Quindi ci aspetteremmo che il prezzo delle azioni segua alla fine i risultati degli utili per azione (EPS), visto che la crescita dell'EPS rende una qualità attraente per qualsiasi azienda. Va riconosciuto a Lam Research che negli ultimi tre anni l'EPS è cresciuto del 39% all'anno. Sebbene questo tipo di tasso di crescita non sia sostenibile a lungo, attira sicuramente l'attenzione dei potenziali investitori.

Un modo per ricontrollare la crescita di un'azienda è osservare come stanno cambiando i propri ricavi e gli utili prima degli interessi e dei margini fiscali (EBIT). Mentre notiamo che Lam Research ha ottenuto margini EBIT simili allo scorso anno, i ricavi sono cresciuti di un solido 15% a 19 mld $. Questo è il progresso. Nel grafico sottostante, si può notare come l'azienda ha aumentato gli utili ed i ricavi nel tempo:

Inoltre non ci aspetteremmo di vedere gli addetti ai lavori possedere una grande percentuale di un'azienda da 69 mld $ come Lam Research. Ma grazie al loro investimento nella società, è piacevole vedere che ci sono ancora incentivi per allineare le loro azioni con gli azionisti. Notiamo che la loro quota impressionante nella società vale 230 milioni di dollari. Questo arriva allo 0,3% delle azioni della società, che è una discreta quantità in un'azienda di queste dimensioni. Quindi, nonostante la loro percentuale di partecipazione sia bassa, la direzione aziendale ha ancora molte ragioni per offrire i migliori risultati agli investitori.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

PINDUODUO – 20,35%. E’ la più grande piattaforma tecnologica incentrata sull'agricoltura in Cina, che serve 731 milioni di acquirenti attivi a partire da settembre 2020. Ha creato una piattaforma che collega agricoltori e distributori con i consumatori direttamente attraverso la sua esperienza di acquisto interattiva, ha riportato utili nel quarto trimestre 2022 pari a 1,21 $/az. su un fatturato di 5,77 mld $. La stima di consenso per gli utili era pari a 1,21 $/az. su ricavi per 5,95 mld $. I ricavi sono aumentati del 49,5% su base annua.

Lei Chen, Presidente e A.D. della società, ha affermato: “Nel 2022, ci siamo concentrati sul rafforzamento delle nostre capacità principali per migliorare il nostro know-how tecnologico e portare i vantaggi della digitalizzazione alla società. Mentre entriamo nel nuovo anno, continuiamo a dedicarci alla creazione di valore per tutti gli azionisti attraverso l'innovazione. A livello contabile abbiamo riportato in tutto l’anno 2022, ricavi totali pari a 18,929 mld $, con un aumento del 39% rispetto al 2021; i costi totali dei ricavi sono stati pari a 4,561 mld $, in leggera diminuzione dell'1% rispetto al 2021; le spese operative totali sono state pari a 9,959 mld $, in aumento del 24% rispetto al 2021; l’utile operativo è stato pari a 5,527 mld $ con un aumento del 227% rispetto al 2021; l'utile per ADS è stato di 3,18 $, in aumento del 303% rispetto al 2021. Infine la liquidità netta generata dalle attività operative è stata pari a 7,033 $, in aumento del 69% rispetto al 2021”.

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (27/03/2023)

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