NASDAQ100 WEEKLY - Continua il rialzo sull'indice azionario tech, in frenata l'S&P500, in calo il Dow Jones.


L’ATTUALE REPORT ED I PROSSIMI, IN CONCOMITANZA CON LE 4 TAPPE DEL TOUR LOMBARDREPORT, USCIRANNO IN FORMATO RIDOTTO.

CONTINUA IL RIALZO SULL’INDICE AZIONARIO TECH, RIMANE AL PASSO L’S&P500, AMPLIFICA IL CALO L’INDICE DOW JONES.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Bene così !! Ogni settimana aggiorniamo un nuovo massimo relativo per l’indice tech, anche se di poco ma costantemente. L’inflazione scende anche se il dato “core” senza le componenti più volatili come cibo ed energia, rimane sempre molto solido. Il picco dovremmo averlo già visto anche se ci sarebbe bisogno di una maggiore flessione affinché la FED decida di iniziare a tagliare i tassi per fine anno. Comunque ciò è tutto a beneficio dei titoli ad alta crescita e la speranza che un nuovo “bull market” possa partire aumenta le proprie possibilità. Intanto l’indice continua a fare registrare nuovi massimi relativi, l’ultimo dei quali, venerdì scorso a 13427, avvicinandosi sempre più al max del 16 agosto scorso a 13721 (indicato come onda 4). Molto importante rompere questa resistenza e consolidare sopra di essa che consente di modificare il conteggio delle onde e soprattutto dovrebbe proiettare i prezzi verso la successiva resistenza posta in area 14500. Visto il rialzo continuo ma non ampio come range di prezzo, il livello di RSI rimane sempre contenuto intorno ai 60, quindi nulla osta per una continuazione del rialzo senza eccessi o fiammate, che poi risulta essere la migliore soluzione. La settimana si è chiusa a 13340.18 con un guadagno del + 0,61% che porta ad un profit da inizio anno del + 21,94%.

Al contrario dell’indice tech, il movimento dell’S&P500 indica sempre una situazione di stallo che dura, oramai, dagli inizi di aprile con i prezzi che non riescono ad andare a testare il max relativo del 2 febbraio scorso in area 4200 contrassegnato come onda c che, in realtà, graficamente rappresenta un triplo massimo relativo iniziato ad agosto dello scorso anno. La rottura al rialzo di tale area chiuderebbe il gap lasciato aperto il 22 agosto e proietterebbe subito i prezzi all’attacco del max relativo a 4325 indicato come onda 4. Evidentemente su questo indice le tensioni del settore bancario stanno frenando le quotazioni. Il valore dell’RSI a 52 denota mancanza di forza dovuta alla forte incertezza. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4124.07 con una perdita del - 0,29% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 7,41%.

Seconda settimana consecutiva nella quale l’indice delle blue-chip DOW JONES, sottoperforma gli altri due indici maggiori riportando una perdita superiore all’1%. I prezzi, dopo aver fatto registrare un nuovo max di periodo ad inizio maggio a 34257, hanno subito una marcata flessione che li ha portati a testare l’area di supporto dei 33000 coincidente con la M.M. exp a 200 periodi (linea gialla), dalla quale non riesca a distaccarsi ed i continui test non indicano nulla di buono. Nel caso di rottura di tale supporto si scenderebbe subito in area 32500 e addio ai sogni di gloria relativi al superamento del livello di 34712, max di onda A. L’RSI a 46 indica che siamo entrati in zona debolezza tendente alla continuazione, la M.M. dell’indice RSI in inclinazione, dice appunto questo. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33300.63 con una perdita del - 1,11% e che porta a segnare un guadagno da inizio anno del + 0,46%.

ORO INDEX 

Nella settimana appena trascorsa a pesare sui prezzi dell’ORO sono stati i continui apprezzamenti del valore del Dollaro ed i dati macro al ribasso dell’inflazione e della fiducia dei consumatori. Rimane ancora in ballo l’incertezza nell’assistere a ulteriori drammi sull'estensione del tetto del debito degli Stati Uniti, nonché i timori di ulteriori ricadute bancarie e la fuga dei depositi. Anche le dichiarazioni contrastanti tra i membri della FED aumentano la fase di profonda incertezza. In questa settimana, tutte queste incertezze dovrebbe scomparire in quanto domani sono previsti negoziati dei politici statunitensi circa l’estensione del tetto del debito, a seguire abbiamo le dichiarazioni del Presidente della FED, Jerome Powell ed infine l’uscita di ulteriori dati macro dei quali le vendite al dettaglio di aprile dovrebbero fornire ulteriori indizi sull’inflazione.

Per quanto riguarda i prezzi dell’ORO, la settimana è stata poco movimentata proprio a causa di questa forti incertezze, il range di contrattazioni è rimasto imbrigliato in 50 punti anche se in discesa rispetto alle settimane precedenti. Positivo il fatto che il supporto psicologico in area 2000 $/oz. abbia retto alle vendite. Al ribasso troviamo un ulteriore supporto in area 1970 $/oz. mentre al rialzo troviamo una forte resistenza in area 2100 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, notiamo un’estrema volatilità sul Platino che, fermata la discesa dei prezzi in area 1050 $/oz. ha registrato un prepotente rimbalzo nuovamente in area 1140 $/oz. per poi sprofondare ancora in area 1060 $/oz. Il tutto nell’arco di una settimana. Vediamo il bicchiere mezzo pieno dicendo che il supporto sta tenendo ma la forte incertezza non depone certo per un investimento su codesto metallo, almeno per il momento.

Stesso discorso, se non peggio, per le quotazioni dell’Argento. Dopo che i prezzi hanno fatto registrare un nuovo max relativo a 26,435 $/oz. nella giornata di due venerdì fa, abbiamo assistito ad una moderata discesa fino a metà settimana, poi nella giornata di giovedì scorso un’ondata di vendite ha trascinato i prezzi fino in area 24 $/oz. infrangendo qualsiasi supporto. Da vedere, a questo punto, se l’area 24 $/oz. possa diventare un supporto valido per la commodity. Sfumato, per il momento, l’auspicata vendita a target del nostro ETC. Peccato !

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 2019.80 $/oz., in guadagno del – 0,25% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 10,60%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2012.96 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES GIUGNO 2023:

GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)

Sabato scorso il Presidente ucraino si è recato in visita in Italia e in Vaticano dove ha incontrato Papa Francesco, la premier Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Durante l’incontro con il Presidente ucraino, la premier italiana Giorgia Meloni ha promesso pieno sostegno militare e finanziario a Kiev, ma ha anche sottolineato il sostegno alla richiesta di adesione all’Unione europea dell’Ucraina. Il Presidente ucraino ha poi parlato con il Papa e, secondo un comunicato del Vaticano, durante i colloqui privati Zelensky e Papa Francesco hanno discusso di “gesti umanitari”; Reuters riporta che una fonte del Vaticano ha detto essere un riferimento alla volontà della Santa Sede di aiutare il rimpatrio di bambini ucraini. Secondo stime di Kiev quasi 19.500 bambini sono stati portati in Russia o nella Crimea occupata dalla Russia a partire da febbraio 2022. Il Presidente Zelensky su Telegram ha fatto sapere che durante l’incontro ha parlato della formula di pace ucraina “come dell’unica formula efficace per raggiungere una pace giusta”. “Gli ho offerto di unirsi alla sua attuazione”, ha aggiunto Zelensky. Il piano di pace di Kiev chiede il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina, il ritiro delle truppe russe e la fine delle ostilità, il ripristino dei confini di stato ucraini. Intervenendo a Porta a Porta il Presidente Zelensky ha sottolineato come il piano di pace debba essere ucraino ed ha aggiunto che sono interessati a coinvolgere il Vaticano nella loro formula per la pace.

Zelensky si è poi spostato in Germania. Durante una conferenza congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino, ha detto: “Ora è il momento di determinare la fine della guerra già quest’anno, possiamo rendere irreversibile la sconfitta dell’aggressore già quest’anno”. Sabato il governo tedesco ha annunciato un pacchetto di aiuti militari per Kiev da 2,7 miliardi di euro, il più consistente da parte di Berlino da quando è iniziata l’invasione russa.

Sempre ieri, domenica, il Presidente Zelensky si è spostato in un’altra capitale europea, Parigi, dove ha incontrato il suo omologo francese Emmanuel Macron.

POLITICA USA

Si lavora per provare ad arrivare all’innalzamento del tetto del debito e, di conseguenza, per evitare un default. Martedì scorso il Presidente Joe Biden ha incontrato alla Casa Bianca lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, e dopo circa un’ora di colloqui hanno invitato i loro assistenti in discussioni quotidiane riguardo le aree di possibile accordo. Il Presidente statunitense ha definito i colloqui “produttivi” ed è sembrato lasciare spazio a possibili compromessi, ma ha anche sottolineato che i repubblicani devono togliere dal tavolo la minaccia del default. Dopo l’incontro invece McCarthy ha detto di non aver visto progressi, ma ha detto che Biden ha fatto sapere di essere aperto a discutere di riforme al processo di autorizzazione per nuovi progetti energetici come parte dei colloqui.

Venerdì scorso il Presidente Joe Biden, lo speaker Kevin McCarthy, il leader della maggioranza del Senato Chuck Schumer (democratico), il leader della minoranza del Senato Mitch McConnell (repubblicano) ed il leader della minoranza alla Camera, Hakeem Jeffries (democratico), si sarebbero dovuti incontrare, ma giovedì scorso un portavoce della Casa Bianca ha annunciato che la riunione è stata rinviata all’inizio di questa settimana. La Casa Bianca ha anche fatto sapere che i collaboratori del Presidente e dei leader del Congresso si sono trovati nelle giornate di mercoledì e giovedì scorso per discutere del rialzo del tetto del debito. McCarthy ha spiegato che il rinvio non è un segnale di problemi, ma che crede che i negoziatori abbiano bisogno di continuare i colloqui prima che ci sia un nuovo incontro degli interlocutori principali: “Non penso ci siano abbastanza progressi perché i leader ritornino insieme a parlarsi”. Venerdì scorso la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha detto che i colloqui tra gli staff sono stati produttivi, ma non ha dato dettagli: “Si incontreranno oggi, si incontreranno nel fine settimana. Penso che questo dovrebbe dirvi che le conversazioni stanno andando nella direzione giusta”. Reuters ha riportato che i collaboratori del Presidente Biden e dello speaker della Camera McCarthy hanno iniziato a parlare di modalità per limitare la spesa federale, mentre avanzano i colloqui sul rialzo del tetto del debito.

Sabato scorso il Presidente Joe Biden ha detto che i colloqui con il Congresso per innalzare il tetto del debito del governo stanno procedendo, aggiungendo: “Ne sapremo di più nei prossimi due giorni”. Infatti, come detto precedentemente è previsto per domani, martedì, l’incontro tra Biden, McCarthy ed altri leader del Congresso.

Il Congressional Budget Office venerdì scorso ha pubblicato un rapporto nel quale spiega che senza un rialzo del tetto del debito gli Stati Uniti corrono un “rischio significativo” di non rispettare gli obblighi di pagamento entro le prime due settimane di giugno. Il rapporto del CBO aggiunge che il Tesoro probabilmente può finanziare le operazioni del governo almeno fino alla fine di luglio se il denaro disponibile e le misure straordinarie di prestito possono durare fino al 15 giugno, data di scadenza dei pagamenti fiscali trimestrali stimati. Il 30 giugno il Tesoro potrà accedere a 145 miliardi di dollari di nuove misure di prestito straordinario sospendendo gli investimenti in due fondi pensionistici e sanitari per i dipendenti pubblici. Il CBO in una dichiarazione afferma: “La misura in cui il governo sarà in grado di finanziare le operazioni in corso del governo rimarrà incerta per tutto il mese di maggio, anche se il Tesoro alla fine esaurirà i fondi all’inizio di giugno”. CBO ha spiegato che l’incertezza è da ricondurre al fatto che tempi ed importi di entrate ed uscite nelle settimane successive potrebbero essere differenti dalle loro proiezioni.

Venerdì scorso in una lettera al responsabile amministrativo del Congresso, la democratica della Camera, Abigail Spanberger, ha proposto che i parlamentari non ricevano il loro stipendio fino a quando non sarà risolta la questione del tetto del debito. Nella lettera della dem Spanberger si legge: “Se gli americani e l’economia americana sta soffrendo a causa dell’inazione congressuale, allora i membri del Congresso non dovrebbero essere ricompensati con il loro stipendio”.

POLITICA DELLA FED

Philip Jefferson, membro del consiglio direttivo della FED, in un intervento di martedì scorso ha detto che l’economia ha iniziato a rallentare in modo ordinato, aggiungendo che secondo lui l’inflazione comincerà a scendere “e l’economia avrà l’opportunità di continuare ad espandersi”. In merito al recente inasprimento degli standard di credito da parte delle banche, Jefferson ha detto che è “tipico” per la fase di ciclo economico in cui si trovano gli Stati Uniti ed è una “parte naturale” della stretta monetaria della FED. In un intervento di venerdì scorso Jefferson ha detto che l’inflazione è ancora troppo alta e che l’attuale disinflazione è stata irregolare e più lenta di quanto si sarebbe voluto “ma la mia lettura di questa prova è che stiamo facendo ciò che è necessario o atteso da noi”. Jefferson ha anche osservato che i recenti scarsi progressi sull’inflazione core, in particolare sull’inflazione del settore dei servizi, sono una “cattiva notizia”. Ancora, Jefferson ha spiegato che secondo lui gli effetti completi dell’inasprimento probabilmente devono ancora arrivare.

Lo stesso Philip Jefferson venerdì scorso è stato nominato alla vicepresidenza della banca centrale dal Presidente degli USA Joe Biden, mentre la direttrice esecutiva statunitense della Banca Mondiale, Adriana Kugler, è stata nominata per diventare un governatore della FED. Inoltre Biden ha anche rinominato la governatrice Lisa Cook per un intero mandato di 14 anni nel consiglio direttivo; ora il suo mandato è in scadenza a gennaio 2024.

Il presidente della FED di New York, John Williams (altro falco), martedì scorso ha sottolineato che i funzionari della banca centrale non hanno detto che hanno finito di alzare i tassi. Inoltre, secondo Williams sono stati fatti grandi progressi nella lotta all’inflazione, ma se dovesse essere opportuno un ulteriore irrigidimento della politica si agirà. La previsione del numero uno della FED di New York è che sarà necessario mantenere una posizione restrittiva di politica “per un bel po’ di tempo” per assicurarsi che l’inflazione scenda al 2%, mentre nella propria previsione non vede ragioni per un taglio dei tassi d’interesse quest’anno. Williams ha detto che ora le pressioni sui prezzi restano “troppo alte”. Inoltre ha sottolineato che nonostante si siano visti alcuni segnali di graduale raffreddamento nella domanda di lavoro e per alcuni beni e materie prime, “la domanda complessiva continua a superare l’offerta”. Williams ha poi evidenziato che terrà conto delle conseguenze degli stress bancari nelle sue riflessioni sulla futura politica monetaria, in particolare ha detto che presterà attenzione all’evoluzione delle condizioni di credito e ai loro effetti sulle prospettive di crescita, occupazione ed inflazione. Williams ha detto che si aspetta che l’inflazione quest’anno scenda al 3,25% e che raggiunga l’obiettivo del 2% entro il 2025.

Giovedì scorso Christopher Waller, membro del consiglio direttivo della FED, ha parlato del cambiamento climatico in relazione al sistema finanziario: “Il cambiamento climatico è reale, ma non credo presenti un serio rischio per la sicurezza e la solidità di grandi banche o per la stabilità finanziaria degli Stati Uniti”. Waller ha detto: “Ritengo che i rischi posti dal cambiamento climatico non siano sufficientemente unici o materiali da meritare un trattamento speciale”. Waller ha spiegato di non essere preoccupato per il clima tanto quanto lo è per questioni come il fallimento di banche dovuti alle corse agli sportelli.

Venerdì scorso invece Michelle Bowman, membro del consiglio direttivo della FED, ha spiegato che se l’inflazione dovesse restare alta ed il mercato del lavoro teso, probabilmente sarà opportuno un ulteriore inasprimento della politica monetaria per arrivare ad una posizione abbastanza restrittiva da abbassare l’inflazione nel tempo. Bowman ha dichiarato: “Mi aspetto anche che il nostro tasso di riferimento dovrà restare sufficientemente restrittivo per un po’ di tempo per abbassare l’inflazione e creare le condizioni che sosterranno un mercato del lavoro durevolmente forte”. Secondo Bowman attualmente la posizione politica è restrittiva, ma non è certo se sia abbastanza restrittiva da far scendere l’inflazione. “Continuerò a monitorare attentamente i dati in arrivo mentre considero la posizione appropriata di politica monetaria in vista della nostra riunione di giugno”.

Il presidente della FED di St. Louis, James Bullard, ha detto che la recente stabilizzazione delle attese di inflazione intorno al 2% è “incoraggiante”. Bullard ha dichiarato: “Le prospettive di una continua disinflazione sono piuttosto buone”. Secondo il presidente della FED di St. Louis adesso la politica monetaria è “all’estremità inferiore di ciò che è probabilmente sufficientemente restrittivo date le attuali condizioni macroeconomiche”.

DATI MACROECONOMICI

L’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato ad aprile si attesta al 4,9%, appena sotto al consensus del 5,0% ed al dato di marzo sempre del 5,0%. Quella di aprile 2023 inoltre è la rilevazione più bassa da aprile 2021. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’indice dei prezzi al consumo core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile ad aprile cresce dello 0,4%, esattamente come indicato dal consensus e pari al rialzo di marzo.

Su base annua la crescita di aprile è del 5,5%, anche in questo caso in linea con il consensus, ma appena inferiore al rialzo del 5,6% di marzo. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 6 maggio sono state 264 mila, in crescita rispetto alle 242 mila della settimana precedente ed anche sopra al consensus fissato a 245 mila. Inoltre, il dato relativo alla settimana terminata il 6 maggio è il più elevato da ottobre 2021. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

L’indice dei prezzi alla produzione core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile ad aprile registra un +0,2% come previsto dal consensus, dopo aver segnato un +0,0% a marzo (rivisto da -0,1%).

A livello annualizzato la crescita di aprile è del 3,2%, sotto al consensus del +3,3% ed al +3,4% registrato a marzo. Tra l’altro il dato di aprile è il più contenuto da marzo 2021. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il dato preliminare di maggio dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan si attesta a quota 57,7 punti, in calo rispetto ai 63,5 punti di aprile ed al di sotto del consensus fissato a 63,0 punti.

PORTAFOGLI AZIONARI

Nuovi massimi relativi sull’indice tecnologico, nel corso della scorsa settimana, ci ha consentito di ricevere buone soddisfazioni dal nostro Portafoglio Storico, nel quale abbiamo raggiunto due target con la strategia, inutile dirlo, del Nasdaq Weekly. Precisamente parliamo del titolo TESLA che con un’apertura in gap up ci ha regalato un buon + 7,40% nel giro di una settimana. Ma il BOOM che non ci aspettavamo è dovuto al titolo ZSCALER che grazie ad un eccellente trimestrale economica pubblicata ci ha fatto omaggio di uno stupendo + 20,13% con un’apertura in ampio gap up e nel giro di una sola settimana. Ringraziamo e ricordiamoci di queste operazioni inaspettatamente molto positive quando, al contrario, prendiamo uno STOP superiore al preventivato 15% dovuto ad un’apertura in gap down. La borsa è fatta così, a volte dà ed a volte prende. Per quanto riguarda gli altri titoli che abbiamo in Portafoglio, rimaniamo vigili in attesa di qualche altra buona notizia soprattutto su TECHNIP, mentre sempre in sofferenza su AMGEN e GLOBALFOUNDRIES. Dato che il Portafoglio è già bello pienotto, direi di aspettare di vedere come apre la settimana prima di procedere con eventuali altri acquisti.

Invece tutto fermo sul Portafoglio “The Challenge” nel corso della scorsa settimana, anche se alcuni titoli come ASML, IBERDROLA e SAP sono sempre abbastanza performanti e l’ETF FOOD & BEVERAGE sempre sui massimi di periodo ma non riesce a sfondare quota 101,88 €. Infine perseveriamo su REPLY, prima o dopo arriverà al nostro prezzo di acquisto. Seguite sempre gli aggiornamenti pubblicati nei relativi Portafogli alla sez. “nuovi ordini”.  

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI ALCUNI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA. COMPLETEREMO IL QUADRO NELLE PROSSIME SETTIMANE.

Sono costretto a rimandare alle prossime settimane per mancanza di tempo dovuto all’organizzazione e partecipazione al nostro Tour LombardReport.com

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

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