Gli errori di valutazione in Borsa: chi è immune alzi la mano !


Parliamoci chiaro: io non so dove va la Borsa. Non sono mago Merlino. Io leggo il mercato o cerco di leggere il mercato, lo ascolto e mi impegno a capire dove possa andare. Il problema è che il mercato cambia spesso idea mentre io non posso cambiare spesso idea. Non posso comprare una azione per tenerla 2 mesi e poi ogni settimana cambiare idea. Per questo applico il principio numero uno dell’analisi tecnica: un trend è in atto fino a prova contraria. Punto, fine, a capo. Cerco di essere oggettivo, perché le emozioni ce le ho anche io e non è facile tirare il grilletto. Ad esempio con l’ultimo buy l’ho dato a mezzanotte, e questo dopo averci pensato sopra tutto il giorno. Ma so che non posso cambiare spartito con i lettori ad ogni piè sospinto. E questo negli ultimi 20 anni ha aiutato ed è apprezzato dai lettori. Quello che faccio io è di una banalità esasperante, non cambiare idea, davvero, tanto facile da dire quanto difficile da fare. Ma ci ha aiutato a non venire intrappolati nei principali bottom e top degli ultimi 20 anni. Non poco, direte voi. Faticoso, aggiungo io. Con un pizzico anche di fortuna, se mi consentite.

Perché scrivo questo ? Perché non basta una barra per fare primavera. Il ribasso di oggi non cambia le carte in tavola perché alla giuria del mercato non è una prova, nemmeno un indizio. E’ una oscillazione casuale. Per avere una prova dovremmo avere un pattern di fine corsa, la rottura di una trendline, la rottura di un supporto, insomma una cosa che divide il rialzo dal ribasso. E quella di oggi è una misera barra che non cambia il corso degli eventi.

Quindi io continuo ad essere rialzista e questo fino a prova contraria.

Il mercato risente e risentirà per i prossimi anni dei dolori del settore bancario, non dimentichiamolo. Una giornata come quella di oggi con Unicredit che precipita insieme ad altre banche inevitabilmente è ribassista. Ma non cambia il quadro.

Dobbiamo tutti imparare a distinguere i diversi indici:

  1. Tutti guardano il Ftse MIB, che è oggi l’indice più inutile perché cattura solo una schiera di banche ed assicurazioni che nulla hanno a che vedere con il paese. Molti lettori mi mandano email con riferimento a questo indice: per piacere davvero lasciatelo perdere, non vale niente, è una assurdità.
  2. Guardiamo indici come il Ftse Star perché è quello rappresentativo del paese, ed un indice in posizione rialzista sfacciata da 10 anni. Domanda: se guardaste questo indice sareste depressi oggi ? No sareste entusiasti.
  3. Il vero indice, anche se sempre  e comunque sovrappesato di banche ed assicurazioni, è il Ftse All Share e questo dovete guardate.

Infine le correlazioni:

  1. Tutti pensano che se l’indice è in discesa è finita per i rialzisti. Non è vero, ci sono le migliori occasioni. Per i rialzisti è finita quando avete discese come quella dello scorso 5 – 11 novembre, discese violente e senza ritegno che travolgono tutto e tutti (anche noi con diversi titoli). Per il resto che sia rialzicchio, che sia rialzo, che sia rialzone, che sia congestione, che sia lieve ribasso, se il titolo è buono continua ad andare al rialzo, prova ne sia il Ftse Star nell’ultimo decennio
  2. Dobbiamo tutti imparare a scindere le correlazioni tra titolo e mercato e settore e mercato e titolo e settore. Ad esempio oggi il patatrac è stato fatto dalle banche, anzi da talune di esse e quindi perché preoccuparsi se comprate titolini ?

Ultimo punto: basta leggere le notizie. Io da 20 anni ricevo carriolate di email da parte di lettori dei diversi miei scritti, a cui non rispondo perché altrimenti farei la pensione a rispondere alle email. Di solito rispondo ai lettori abbonati, salvo pochi casi di indisposizione fisica o se un articolo ha superato le domande dei lettori abbonati. Tutti sono preoccupati dalle notizie: io vi assicuro che in 20 anni di campionato top trader di borsa non ho mai visto qualcuno guadagnare con le notizie. Eppure è la merce che è più richiesta dal mercato. 

Questa è la borsa, bellezza, e prima tutti noi (me compreso, non mi fa male ricordarmelo) impariamo a leggere le notizie ma non a dare loro peso o a non leggerle addirittura prima iniziamo a fare scelte consapevoli e basate su fatti oggettivi.