Criptovalute deboli ma “top” azioni del settore forti: un paradosso in più


Pur con tanta volatilità, allettante per i trader alla ricerca di questo requisito. Un settore in espansione di cui analizziamo oggi alcuni titoli fra i più significativi.

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A leggere i media italiani sembra che il fenomeno criptovalute sia quasi finito. E’ tutt’altro che così e lo dimostra paradossalmente la correzione delle quotazioni delle ultime settimane, una correzione appunto e non un crollo come alcuni sostengono. Si tratta infatti di un mercato contraddistinto, per sua stessa natura, da altissima volatilità ed è quindi inevitabile che i corsi salgano e scendano, poiché non si basano su un sottostante fisico ma si adeguano solo alla pura logica del mercato (chiamatela pure speculazione: nessuno che opera in tale contesto lo sente come un marchio di infamia!). Se non si accettano queste regole non si comprino Bitcoin e compagni ma si punti su oro e argento, ben più sicuri e tradizionali.

Quelle micro “shares” fortemente coinvolte

Oggi però analizziamo un altro aspetto, del tutto trascurato, riferito alle azioni coinvolte nel complesso meccanismo che sta alle spalle delle criptovalute. Un articolo di Bitcoin Market Journal di qualche mese segnalava alcuni titoli maggiormente correlati in qualche modo all’estrazione delle monete digitali. E’ una lista complessa, strutturata su grandi gruppi e su piccole aziende, quindi logicamente con capitalizzazioni enormi o marginali. Nelle ultime settimane abbiamo seguito con attenzione l’andamento appunto delle azioni delle criptovalute, definizione in realtà scorretta ma che semplifica il concetto. E cosa si è visto? Una stretta correlazione fra andamento delle quotazioni delle monete e trend delle “shares” il cui business è incentrato sul business crescente di Bitcoin e compagni solo nel caso delle piccole capitalizzazioni. WPCS (Nasdaq) sviluppa piattaforme di trading. Ha una micro capitalizzazione e da ottobre dell’anno scorso si muove con un’esasperata volatilità. Stessa situazione per Bitcoin Investment Trust (mercato Otc Usa): consente di acquistare criptovalute senza dover operare mediante uno specifico “exchange”. In questo caso la capitalizzazione cresce un po’ e la volatilità è fantastica, con frequenti “gap” d’apertura. Da ieri è però avvenuto uno “split”, voluto per ridurre fortemente l’investimento minimo necessario nella correlazione con un Bitcoin: sale da 10,89 (pre split) a 991,15 (post split). E’ questo un aspetto da prendere in considerazione: il rischio o l’opportunità rappresentati da operazioni straordinarie in una fase di strutturazione del mercato quale l’attuale. Una curiosità? Alcuni “screener” collocano questo nuovo tipo di prodotti assieme a Etf e fondi sull’oro. Un paradosso in più.

Quelle macro “shares” attente al settore

La lista potrebbe proseguire ma la fotografia sarebbe identica: volatilità estrema. E le grandi invece? Già perché gruppi di rilievo dell’economia Usa stanno impegnandosi sempre più nel settore e quindi – sebbene solo in parte – sono azioni delle criptovalute. Citiamo due casi significativi: Nvidia e Advanced Micro Devices, gruppi attivi in molti comparti e con capitalizzazioni da leader del Nasdaq. Nvidia produce per il settore Gpu (processori grafici) e gruppi estrattivi, alla base del “mining”. Il balzo del titolo prosegue dall’aprile 2017, essendo passato da 102 a 243 $. Quanto dipende da Bitcoin o meglio da Ethereum? Un loro peso si sente, ma gli analisti delle azioni delle criptovalute fanno un semplice ragionamento: le quotazioni record degli ultimi mesi delle divise digitali hanno reso di fatto sconveniente nuove estrazioni, bloccando lo sviluppo del mercato ma il processo riprenderà con tanti esordienti e gli attori alle spalle del “mining” se ne avvantaggeranno. Advanced Micro Devices (produce pure Gpu e ulteriori componenti per l’estrazione) ha una storia simile, sebbene il suo rimbalzo sia iniziato prima. Quotava 2 $ nel gennaio 2016 e ora sta per toccare i 13 $. In realtà nell’ultimo anno ha registrato un andamento molto altalenante, con un forte supporto sui 10 $.

Quanta volatilità

Come interpretare questa complessa fase dei mercati delle azioni delle criptovalute? Con due valutazioni:

1°) Le big stanno dimostrando uno scarso legame con l’andamento delle monete, sebbene i loro business dipendano in parte da questo settore. E’ un segale di fiducia – malgrado tutto – sull’espansione del fenomeno cripto.

2°) Se cercate azioni ad altissima volatilità è qui che dovete pescare. Advanced Micro Devices si colloca al 45,5% e Nvidia al 34%, contro il 18,5% di Apple e il 16,2% di Microsoft. I numeri parlano chiaro!