Big Usa e superdividendi, Babbo Natale arriverà (probabilmente) in estate


Apple, Microsoft, Alphabet, General Electric e Cisco potrebbero versare importi elevatissimi dopo il rientro di capitali “offshore”. Una sfida in più per il 2018.

Cedole & dividendi

I “vecchi” si ricordano probabilmente del 2004, quando Microsoft distribuì all’improvviso 32 miliardi di dollari ai propri azionisti come dividendo extra, a seguito di una normativa fiscale che l’aveva particolarmente avvantaggiata. Ora qualcosa di simile - e la cosa è nota - potrebbe ripetersi con la riforma adottata da Trump. Non stiamo certo a riproporre una storia di cui scrivono tutti i media finanziari. Quello che non si dice è che alcune delle leader di Wall Street sarebbero pronte a beneficiare in misura molto maggiore di quanto atteso come vantaggi derivanti dal rientro dei capitali detenuti “offshore”. I nomi e le cifre? Eccoli.

Stime del rimpatrio dall’estero

Società

Capitale rimpatriati

Al netto delle tasse

Apple

245 miliardi di $

207 miliardi di $

Microsoft

138 miliardi di $

116 miliardi di $

Alphabet (Google)

107 miliardi di $

90 miliardi di $

General Electric

79 miliardi di $

67 miliardi di $

Cisco Systems

70 miliardi di $

59 miliardi di $

Si tratta di valutazioni più che attendibili, sebbene i dati differiscano talvolta in base alle fonti di informazione. Per esempio per Apple c’è perfino chi parla di 400 miliardi di $. Quanto verrà distribuito in dividendi? Impossibile saperlo, ma una fotografia riferita agli ultimi dati disponibili (sempre molto fluidi nel comparto della tecnologia) evidenzia “dividend yield” al momento modesti. I capitali rimpatriati saranno comunque resi disponibili per investimenti, “merger & acquisition”, probabili buy back e dividendi straordinari. C’è da sperare in “payout” equivalenti in percentuale a quelli ordinari attuali? Certamente no, ma gli importi dovrebbero comunque essere di assoluto rilievo.

I numeri di oggi

Società

Dividend yield

Payout ratio

Eps (1)

Dividendo (1)

Apple

1,40%

30,5%

2,07 $

0,63 $

Microsoft

1,79%

50%

0,84 $

0,42 $

Alphabet (Google)

0%

0%

0

0

General Electric

2,84%

13,9%

0,86 $

0,12 $

Cisco Systems

2,80%

60,4%

0,48 $

0,29 $

  1. (1) Dati riferiti all’ultimo trimestre disponibile

    L’ipotesi trova in effetti un riscontro nelle ottime performance delle ultime settimane, salvo per General Electric, colpita proprio dalla decisione di tagliare i dividendi trimestrali da 0,24 $ a 0,12 $, scelta mal vista dai mercati, abituati ai suoi buoni rendimenti.

    Trend e livelli da monitorare

Apple

Il titolo è inserito dall’inizio del 2017 in un movimento di upside strutturato in veloci fasi accumulative e in successive brevi correzioni. Si sta ora delineando un canale rialzista ben delineato con un supporto sui 176,2 $, profilatosi proprio nelle ultime settimane, poco sotto i 177 $ della quotazione di ieri. Area di possibile debolezza sotto i 167 $

Microsoft

Dal 2013 è salito ogni oltre più rosea previsione. Il gap d’apertura (da 78,8 a 83,4 $) del 27 ottobre 2017 costituisce una zona di osservazione speciale, ma da allora il titolo non ha dato alcun segnale di incertezza superando quota 90 $. Area di possibile debolezza sotto gli 86,8 $

Alphabet (Google)

La sua storia in Borsa ripete gli exploit delle “colleghe”, con una volatilità sempre modesta. Dopo aver superato i 1.000 $, punta ora ai 1.200, ormai alla portata di mano. Area di possibile debolezza sotto i 1.080 ma è decisivo un più lontano supporto a 1.004 $

General Electric

I bei tempi dei 30 $ sono un ricordo? Si direbbe di sì e la notizia del taglio dei dividendi ha accentuato il calo delle quotazioni in atto da inizio del 2017. C’è chi vede un possibile rimbalzo di breve periodo con obiettivo oltre i 20 $, dopo la chiusura ieri a 16,89 $. Qui più che di area di debolezza occorre parlare di area di forza: scatterebbe al superamento dei 23,3 $

Cisco Systems

Delle cinque azioni è quella con una storia in Borsa molto particolare. Dopo l’ubriacatura della fine anni ’90, con top ben oltre i 50 $, il crollo a 6,5 $. Poi una fase altalenante e solo al superamento dei 28,5 $ nel 2016 l’avvio di un netto rimbalzo, accentuatosi da settembre 2017. Ieri ha raggiunto i 42,1 $ e un’area di debolezza si identificherebbe sotto i 38,7

In sintesi – Se si esclude General Electric, che è una storia a parte, le altre quattro regine registrano un trend rialzista troppo accentuato per non scontare già un super dividendo nel corso del 2018. I mercati sono forse iper ottimisti, ma è indubbio che gli importi di payout extra saranno probabilmente ingenti. Si tratta quindi di azioni da seguire ora in una prospettiva anche di dividendi, il che cambia radicalmente il loro “appeal” di titoli solo da overperformance ma non da yield.