Dulcis in Fundo - Correzione degli indici Statunitensi


Dulcis in fundo, arrivò come benzina sul fuoco, il mese della correzione degli indici americani.

Come noto,negli Usa le cose si fanno solo in grande, e, quindi, così come si sfondavano massimi storici a ripetizione, nonostante i rialzi dei tassi di interesse messi a segno da parte della Fed, al momento del risveglio, le vendite arrivano copiose, senza alcun freno inibitorio, seguite da rimbalzi in grande stile, segno di avvio di tensioni in grado di portare correzioni significative.

Siamo nel pieno di una settimana dalle forti emozioni, e da parte degli indici americani e da parte degli indici europei.

Bisogna dire che, basandosi sulla sensibilità, le sedute chiuse sul -4% ed oltre erano abbondantemente prevedibili e, a loro modo possono essere considerate positivamente.

Non possono esistere infatti, mercati finanziari, azionari in particolare, che abbiano un'unica direzione, ovvero al rialzo nella fattispecie.

Basandoci sul grafico di lungo periodo del Nasdaq 100, chi, può umanamente pensare che un andazzo del genere alla lunga non conservi in sè il rischio di bolle speculative?

Ricordo a tutti che due decenni fa, si urlò alla bolla speculativa con il Nasdaq accovacciato sui 4000 punti.

Un mese fa, quel valore era esattamente raddoppiato in termini prettamente numerici.

Certamente mi si obietterà con utili aziendali e quant'altro, ma siamo seri, quanti grafici, relativi ad indici azionari avete visto con questa configurazione che non siano l'indice risibile delle criptovalute?

Alla luce del recente passato, ritengo un bene un riassestamento e una riponderazione dei prezzi azionari.

Un ribasso, non può necessariamente essere visto come una brusca frenata dell'economia nella sua interezza.

Comprendo il malumore che ne scaturisce, quando le nuovole si addensano, ma senza acqua piovana non ci sarebbe vita sul pianeta terra.

Impariamo, quindi, a convivere con queste fasi, valutandole per quello che rappresentano nella loro interezza.

Il Pil degli Usa, viaggia su livelli più che soddisfacenti, la discoccupazione è a valori talmente minimi, per noi europei, da poter essere compresi nella categoria "onirici".

Per essere più chiaro, non mi meraviglierei affatto se, dai primi di Novembre, iniziasse, anche in termini grafici e tecnici, quella che può essere considerata la prima vera fase di correzione dell'indice su descritto sin dal Febbraio 2016, con target 6100 punti.

Per quanto riguarda il nostro mercato, uno spiraglio di ottimismo , fortunatamente lo ha dato Mario Draghi, manifestandosi ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo tra Italia  e Commissione Europea.

Ciò che da fastidio al mercato, non sono i numeri in sè e per sè, quanto piuttosto il modo sguaiato  e per nulla affatto istituzionale e responsabile che i due capi-popolo Salvini e Di Maio hanno di relazionarsi con l'Europa e quanto gli stessi Commissari Europei, poco istituzionalmente si stiano comportando.

E' una brutta pagina di politica condita di insulti al sugo di cozze che veramente disgusta, in cui, mi sento di dire, tutte le controparti  interessate siano colpevoli.

A quando una visione costruttiva e un dialogo veramente unionista e che guardi al futuro in ottica di vero sviluppo?

Nel frattempo, temo che dovremo abituarci ad un mercato tendenzialmente ribassista finchè durano questi atteggiamenti, senza spunti per chi ama avere dei long in portafoglio, almeno sino al punto in cui il mercato non deciderà da che parte stare.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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