Un trader vive di certezze


Volevo una vita da trader, l'ho cercata, l'ho sudata...l'ho avuta!

Ma cosa fà un trader, perchè sceglie tra tante professioni comode e stabili, l'instabilità e la frenesia?

Un insieme complicato di motivi ti porta  a scegliere di spendere la vita a combattere di tick in tick sui book di contrattazione ogni giorno, ogni minuto di quelle velocissime giornate di borsa.

Le professioni bisogna amarle, bisogna cullarle e riempirle di attenzioni ogni giorno altrimenti ti lasciano solo a vagambondare nel mondo dei sogni.

Essere trader vuol dire vivere nella notizia come un  giornalista, assaporare gli scambi e fiutarne la direzione, sentire il prezzo giusto e subito rielaborare il processo di costruzione dell'operazione basandosi su quanto realmente accade.

Bisogna essere nel presente, con i piedi ben saldi al suolo e, contemporaneamente, con un passo nel futuro prossimo.

Il trader è un pò un artista, deve sentire l'umore del suo pubblico, deve entrare nei suoi desideri se vuole sorprenderli.

Deve entrare dentro le emozioni.

Il pubblico non sa ancora cosa vuole per certo, ma l'artista è lì per sorprenderli dandogli ciò che desiderano, proprio in quell'esatto istante.

La stessa cosa fà un trader, annusa il desiderio e cerca di entrarvi dentro, al momento giusto e solo in quel momento.

Uno dei requisiti principali, quindi, è la sensibilità che, a parer mio non si insegna.

E' una dote con cui si nasce e che si deve saper far uscire fuori.

Solo a distanza di anni, mi rendo conto di quanto affascinante sia, per me, questo mondo, in tutte le sue sfaccettature, anzi, forse  a pensarci bene amo più le sfaccettature brutte piuttosto che le belle, perchè le brutte le ricorderò per sempre come una dura lezione, mentre le belle le ho vissute come un premio per la perseveranza, il meritato frutto di un duro lavoro.

Mi dà enormemente fastidio quando si esprimono pareri infamanti sui mercati finanziari e sui trader solo per il semplice fatto di esprimere un parere, ma , lo so, siamo nella "social époque" in cui tutti aspiriamo a diventare dei tuttologhi del tutto e sò che è una sensazione che chiunque di voi ha vissuto almeno una volta nella vita perchè, appunto, tutti siamo un pò tuttologhi, esperti dell'intero scibile umano e, pertanto, abilitati ad esprimere giudizi dall'alto della nostra ignoranza nello specifico argomento.

Mi torna in mente la vicenda tutta romanzata che abbiamo vissuto qualche anno fà, quando si parlava della Tobin Tax come panacea mista a Santa Inquisizione dei giusti contro il male.

In quei tempi la vulgata era: "la finanza deve pagare"! ;senza poi neanche andare a vedere nello specifico, come la si intendeva far pagare questa maledetta finanza.

Nessuno ne ha più parlato; una tassa imposta non agli attori principali del mercato, ma al popolino che acquista  e fà risparmio, ovvero la stragrande maggiornaza di tutti noi, investitori o meno, poichè poi, come noto, tale balzello è stato scaricato a valle nei prezzi degli strumenti (non solo finanziari) del risparmio.

E cosa dire dell'esaltante sotto-gettito che ha portato di anno in anno e di tutti i capitali esteri che piuttosto che pagare una tassa sull'ideologia hanno giustamente, con un morbido click, dirottato i propri investimenti laddove nessuna battaglia ideologica era imposta ad un risparmiatore?

Un mega fallimento ampiamente annunciato.

Potrei dilungarmi anche sul raddoppio dell'aliquota sul Capital Gain dal 12.5% al 26 % ,  in un momento in cui le imprese avevano come unico posto per reperire capitali, proprio il mercato finanziario, dal momento che le banche avevano chiuso i rubinetti e neanche un centesimo arrivava in forma di finanziamento alla miriade di piccole e medie imprese quotate e non.

Ma, perchè sono finito a rimuginare su vecchi argomenti che mi avevano indispettito, e non poco?

Per un semplice motivo: siamo prossimi alla Legge di Bilancio, il mercato italiano è tesissimo, basta vedere lo scrollo del 12 settembre scorso all'ora di pranzo su una falsa notizia, velocemente smentita....e il crollo dell'indice in pochi secondi ci ha accarezzato delicatamente la testa,molti sperano in un cambio di rotta, politico-economico, in molti sperano.

Io, sinceramente, spero nella fine del politichese, nel ritorno alla "realtà", ad una realtà che sappia con modi pratici ed intelligenti, far risorgere un paese che merita rispetto, un mercato che era un'isola felice in Europa per la sua trasparenza e fluidità, per l'enorme flusso di capitali e per l'elevata professionalità degli attori principali da cui era sviluppato di giorno in giorno.

Pochi sanno che nel nostro paese ci sono le piattaforme di trading professionali più evolute del mondo e ve lo dice un trader  che le ha conosciute attivamente quasi tutte sin dagli albori del trading online.

Io spero quindi in una "realtà" che sappia far tesoro delle professionalità e delle cose migliori che questo paese ha ancora da offrire e credo che come tutti voi che mi state leggendo ora, che in fin dei conti a nessuno interessi chi  o quale forza politica sia a fare la cosa giusta, chiunque, purchè si torni sul pianeta terra, perchè da ormai due decenni, sembra che la terra sia popolata da extraterrestri che tutto hanno in mente tranne che fare la cosa giusta, sembra più che altro di vivere in un grande pollaio in cui l'importante è urlare e fare audience più che rendersi utili al proprio paese.

Questo paese, che parla ed esprime emozioni anche tramite il mercato finanziario, vuole uscire dalla "sala rianimazione" e vuole rimettersi a correre, vuol vedere il sole, vuole vivere felice, non vuole più subire bastonate in quanto ha espiato i propri peccati.

Proprio in attesa di questo evento, quindi, per questa settimana mi asterrò dal fornire il consueto studio tecnico sul titolo della settimana.

Il mercato sta aspettando e io, che di certo non sono uno scommettitore, non scommetterò nei prossimi giorni in nessuna direzione.

Amo anticipare i movimenti, ma ci sono momenti in cui preferisco attendere l'evolversi della situazione, e questo, è uno di quei momenti.

Vi potrà sembrare un eccesso di prudenza, ma non me ne vergogno affatto, si vive di certezze più che di speranze.

Chi vive sperando muore aspettando (esiste anche una versione "Pulp" per dirla alla Tarantino) e qui nessuno più, tra gli imprenditori, gli operatori , i risparmiatori tutti, comprendendo in essi anche chi pensa ingenuamente di non aver a che fare con i mercati finanziari, è disposto a sperare.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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