Non c'è stato solo il Bitcoin!


La settimana di Ferragosto, generalmente, può essere dedicata ad un resoconto generale di quanto accaduto nel corso dell'anno finanziario, un modo per prendere fiato, per osservare e comprendere attentamente quanto già accaduto.

Per gran parte dell'anno, in particolare nelle grandi stanze mediatiche, si è parlato largamente di Bitcoin e mi sono spesso domandato perché non si fosse data la stessa enfasi a quanto contestualmente accadeva nel tanto bistrattato mercato italiano.

E così, mentre i centralini degli studi di consulenza finanziaria trillavano all'impazzata, con investitori assetati di informazioni in merito alle criptovalute, il mercato italiano, in sordina, vedeva alcune azioni raddoppiare, triplicare e in alcuni casi, quadruplicare il loro valore. L'ultimo caso, riguarda l'azione di borsa Fiera di Milano, che ha visto passare il proprio valore, nell'arco di poco più di un mese e mezzo dal valore di €2, 70 fino al valore di €5, 80.

Stessa sorte era toccata ad Energica Motors Company, passata dai 2,8 € per azione ad un punto massimo di 5,92 € per azione in poco meno di un mese.

E cosa dire di Grifal che si è vista rivalutare le proprie quotazioni dal prezzo di poco inferiore ai 3 € del Giugno 2017 ai quasi 10 € per azione dell'inizio estate 2018? 

Bio On, azione quotata nell'AIM Italia, è passata dai 24 € di inizio anno sino ai 71 €, picco massimo raggiunto nei primi giorni di Luglio scorso.

Credo siano bastati questi pochi esempi a cui potrei aggiungerne altrettanti, per poter solleticare l'interesse degli investitori, in un mercato azionario che pare un pò dimenticato dal vox populi.

Certamente, comprendo oramai alla mia età, i fenomeni che colpiscono l'opinione pubblica tanto da diventare fenomeni Trend a cui spesso non si riesce a dare una spiegazione logica che soddisfi ampiamente la sete di conoscenza dell'analista di turno; ciò che manca è la dovuta considerazione nel mercato azionario italiano, che continua ad offrire spunti  e soddisfazioni.

Certamente, il meccanismo di selezione è diventato più arduo e certamente, personale poco professionale e poco attento, arriva sull'epicentro dei movimenti, quando oramai la fase di spinta è esaurita.

Sono infatti un bel ricordo gli anni in cui non importava su cosa si investisse, bastava acquistare per veder crescere i propri risparmi, ma quella, ed era noto anche sul finire del secolo scorso, era una anomalia del mercato, ed è bene esserne consapevoli.

Ciò che fatico a giustificare, è la mancata enfasi, con cui certi movimenti vengono trattati, in maniera tale da essere portati a conoscenza del grande pubblico.

Se, infatti, si vive nel mondo finanziario da anni, si è perfettamente coscienti del fatto che, opportunità per vedere il proprio investimento raddoppiare, accadono di sovente. Ciò che fà la differenza consiste nel saper con certezza quando uscire dal titolo, forse più di quando acquistare.

Sapere quando uscire da un qualsiasi investimento finanziario fà la differenza tra un investitore che vede crescere il proprio risparmio e un investitore che lo vede decrescere o non dare frutti.

Per quanto attiene alla settimana borsistica, si è più volte affermato che i volumi esigui non danno esito a figure tecniche certe tali da suscitare interesse o intrigo.

Posso utilizzare in questo caso una massima a me molto cara che dice : "Anche un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno."
(Hermann Hesse)

Mi diverte adattare questa frase all'attuale situazione del mercato ed interpretarla in un modo univoco secondo cui, l'essere fermi, non è assimilabile all'essere inerti.

E' un modus operandi o una strategia per attendere il momento propizio, pertanto, che scocchi l'ora giusta!

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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