Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci


Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci

Piano Bar di Virginio Frigieri                                                                                   03/03/2019

Previsioni di Borsa : Indici Azionari USA

I principali indici azionari statunitensi sono aumentati anche in Febbraio, con il Dow Jones l’S&P500 e il Nasdaq che hanno ormai ritracciato una larga parte del terreno ceduto da novembre. A breve termine ci aspettiamo una correzione che dovrebbe finalmente fornire preziose informazioni sulla struttura d’onda che sta progredendo. Se qualche dubbio puo venire sugli indici americani, decisamente più pulito il quadro degli indici europei che per ora non minacciano assolutamente l’impostazione ribassista. Una volta che si allenterà la pressione di acquisto, un'altra ondata di vendite dovrebbe attirare la maggior parte degli indici europei verso nuovi minimi, ma di questo parleremo in dettaglio sul focus Europa verso metà mese.

L’S&P500, dopo il massimo del 25 febbraio, venerdì  è andato all’attacco del medesimo. Non ha segnato un nuovo massimo assoluto ma ha comunque chiuso più in alto del 25 febbraio per cui abbiamo un nuovo massimo di chiusura, nonostante se si osservano i volumi non sono certamente esplosivi…

Anche osservando il momentum sul grafico sottostante del DowJones si vede bene come da metà Gennaio ad oggi i prezzi siano cresciuti con un momentum calante e questo suggerisce che, se anche non c’è ancora una rottura degna di nota, il trend si stia esaurendo. Se ci saranno novità significative le segnaleremo in corso di settimana. L’unico indice a segnare un nuovo massimo assoluto resta il Nasdaq Composite non confermato per ora dagli altri.

Previsioni di Borsa : Bond USA rendimenti e prezzi

Il Trentennale americano dopo aver concluso l’onda 2 sta riprendendo la marcia verso il ribasso come andiamo pronosticando da quasi tre anni, mentre i rendimenti rompono il massimo precedente di onda (i) superando 3,109 e arrivando a toccare 3,129. Il target finale di onda (iii) si colloca decisamente sopra al precedente massimo del 2 novembre  che era il 3,466%.

Oggi però dobbiamo allargare un pò il discorso perché troppe persone dormono e non si rendono conto della situazione.  Il mese di Febbraio è stato caratterizzato da una sovra performance del credito sui mercati obbligazionari quando il sentiment degli investitori è tornato al rialzo rimettendo il tema “qualità” nel dimenticatoio. I prezzi dei junk bond mediamente si sono allineati coi mercati azionari dalla fine di dicembre e il rendimento del Bloomberg Barclays Global High Yield Index il 27 dicembre è sceso dal 7,72% al 6,42% circa. I rendimenti sono scesi anche nel credito Investment Grade e nelle obbligazioni dei mercati emergenti. Per contro i rendimenti sui mercati dei titoli di stato sviluppati sono rimasti quasi fermi. Le obbligazioni con rating BBB hanno un lieve ritorno, anche se la tendenza resta di una sottoperformance e lì rimane un rischio chiave per i mercati del credito. Il mercato dei bond americani rimane in un profondo bear market e dal 20 febbraio un nuova ondata ribassista è iniziata. Sempre più persone stanno osservando il naufragio al rallentatore che si verifica nei mercati obbligazionari e questo lo andiamo dicendo da tempo.

La massiccia emissione di debito societario con rating BBB negli ultimi due anni ha aumentato il rischio che la prossima recessione economica sarà molto peggiore rispetto al 2008-09. La ragione è che molte aziende hanno approfittato dell'insaziabile domanda degli investitori per il debito aziendale prendendo in prestito denaro a un rating (BBB) ​​ incompatibile con la realtà. Il rilascio di un debito a un rating BBB è molto più vantaggioso per un'azienda rispetto a un rating inferiore, ”junk”, che sarebbe molto più costoso. Il problema è che le condizioni economiche devono essere giuste per sopravvivere al rating del debito. Ora, l’OCSE ha affrontato il problema. In un rapporto pubblicato a febbraio, l'OCSE avverte che circa 500 miliardi di dollari di  obbligazioni societarie potrebbero diventare "angeli caduti" nel giro di un anno di crisi economica. (il termine "angelo caduto" si riferisce a un bond che è stato declassato di status da “investment grade” a "titolo spazzatura"; sono stati definiti anche "Lucifers" (titoli del Diavolo), ma gli operatori del marketing probabilmente lo hanno rimosso). Questo porta un enorme stress sull’economia con tassi di default molto superiori a quelli dei cicli precedenti.  L'OCSE rileva che il proprio indice del debito societario, ponderato per l'importo in circolazione, ha avuto un rating medio inferiore a BBB + per nove anni consecutivi. Questo è il periodo più lungo dal 1980, appena prima della recessione economica statunitense del 1981-82 e a questo punto la bolla BBB potrebbe non essere un problema, ma quando i tassi di default aumenteranno di nuovo, come inevitabilmente sarà, potrebbe verificarsi un naufragio devastante. A quel punto bisogna sperare di avere un angelo custode a portata di mano.

Per molti investitori, è facile allocare la maggior parte dei fondi in titoli azionari e obbligazionari piuttosto che tenere contanti o titoli equivalenti liquidi a breve/brevissimo termine, come le note a tasso variabile. Il motivo è lo storico ottimismo rivelato nelle classifiche precedenti e svariati altri indici di cui si è parlato negli ultimi due anni. A questo punto, gli investitori sono tranquillamente e talmente intontiti che accettano rischi enormi. Questa predisposizione come ho detto altre volte su altri report è estremamente pericolosa. Le condizioni finanziarie globali sono le più pericolose che si siano mai viste, mai vissute o studiate nel corso della storia.

La domanda di obbligazioni a rendimento negativo, ad esempio, è un fenomeno che molte generazioni precedenti di investitori avrebbero assunto come “pura pazzia”. Queste obbligazioni rappresentano dei veri e propri contratti di confisca dal momento che gli investitori che le acquistano hanno la “Garanzia” di perdere denaro se portate alla scadenza. Le economie e i mercati del debito che funzionano correttamente non hanno obbligazioni a rendimento negativo!. La follia che circonda l'emissione di questi investimenti in perdita di denaro deriva dalle crisi creditizie del 2007-2009. A tutti gli effetti, queste obbligazioni non esistevano prima del 2009!. Ora, dopo nove anni di condizioni economiche “apparentemente sane”, ci sono più di 9000 miliardi di dollari (9,1 trilioni) di debito a rendimento negativo in sospeso. Come mostra il grafico, sottostante pubblicato sul report mensile di Elliott Wave International, dallo scorso mese di ottobre ad oggi, il totale è di nuovo in rapida espansione.

Il problema resta sempre quello della fiducia cieca nelle banche centrali. Gli investitori pensano che, se necessario, la Fed varerà un QE4. Si continua a pensare che la politica della Fed sia guidata dai mercati. E’ bastato che dopo il crollo del quarto trimestre e di gennaio, Powell, accennasse alla possibilità di una politica monetaria più morbida, per far stappare lo Champagne a molti analisti convenzionali, convinti che, ogni volta che i mercati azionari scenderanno, i “buy the clipper” saranno pieni di fiducia pensando che la Fed verrà loro in soccorso!. E qua sta il problema…  dove la gomma tocca l’asfalto!. La maggioranza dei partecipanti al mercato pensa che il rally del mercato azionario da fine dicembre ad oggi sia stato causato dall’inversione di tendenza della FED, mentre i membri del FOMC sono esseri umani con emozioni come tutti noi e l’inversione di tendenza della Fed nasce come conseguenza del calo del quarto trimestre. La favola della politica delle banche centrali che impongono come e quanto i mercati azionari e l’economia devono crescere, durerà fino a quando quella cosa effimera chiamata “fiducia”, cesserà di esistere. Nella prossima fase discendente dei mercati quando il QE4 non produrrà più alcun effetto, la percezione del mercato di una Fed onnipotente, vacillerà e allora i mercati si renderanno conto che la Fed non è la “salsa segreta” che fa salire i mercati azionari e il fallout seguente assumerà probabilmente dimensioni da cataclisma.

Previsioni di Borsa : Dollar Index e EUR/USD

Ho rivisto la nomenclatura delle onde, ma solo per sistemare i gradi d’onda. Tecnicamente non è cambiato nulla. Il dollaro appare pronto a riprendere la strada del rialzo rispetto alla maggior parte dei suoi concorrenti. L’Euro rappresenta la componente più grande nel Dollar_Index con un peso di 4 rispetto al componente più grande successivo. Il secondo componente è lo Yen Giapponese che pesa per un 13,6%. Anche qua si sta completando un triangolo pluriennale terminato il quale il Dollaro deve salire. Anche la sterlina nel post-Brexit dovrebbe indebolirsi permettendo al dollaro di andare al rialzo. Queste tre valute, insieme pesano l’83% nel Dollar-Index. Il Franco Svizzero aggiungerebbe un altro 3,6% portando il totale quasi all’87%. Se come prevediamo il dollaro si rafforzerà su queste monete concorrenti, il Dollar-Index salirà.  Sotto i Grafici del Dollar Index e delle suddette 4 divise.

Previsioni di Borsa : Oro e Argento

Come da copione, l’oro ha concluso l’onda D e sta scendendo a completare l’onda E che terminerà la (B) di grado Intermedio. La successiva (C) al rialzo oltre i 1400$/onz completerà la [B] di grado Primary.

Le Onde E nei triangoli teminano nella gran parte dei casi attorno alla metà dell’ampiezza del triangolo. In questo caso circoscriverei la zona  intorno ai 1.250$/onz che puo voer dire tra i 1.230 e 1.270 $/onz.

L’Argento di conseguenza dovrà scendere verso i 14,60-14,80 $/onz.

alla prossima

Note:

La Bibbia delle Onde di Elliott è a questo link:

http://www.tradinglibrary.it/scheda-libro/frost-a-j-prechter-robert-r-jr/la-teoria-delle-onde-di-elliott-9788888253213-135907.html

La nomenclatura dei vari gradi d’onda è riportata sotto: le onde “cerchiate” della nomenclatura originale di Elliott sono rappresentate per una questione di praticità racchiuse tra parentesi quadre.