Un’operatività complessa dovuta a una divisa debolissima e a rendimenti al lumicino relativamente ai sovranazionali quotati sul regolamentato. E allora? Si può soltanto puntare su un rafforzamento del cross Eur/Rub preferendo scadenze corte.
Cedole & dividendi
Nessuno l’avrebbe previsto solo pochi mesi fa: una delle maggiori vittime del Covid (in realtà ci sono anche altri motivi a incidere) è stato il rublo russo, passato dai 68 circa contro euro di febbraio agli oltre 93 di inizio novembre. Un vero cataclisma, assolutamente contrastante con il precedente trend di progressivo rafforzamento. A inizio 2020 molti prevedevano un cross Eur/Rub in movimento verso i 60. Le cose non sono andate così.
In questo contesto è indubbio che la debolezza della divisa russa può essere un’occasione nell’ambito obbligazionario, sebbene i riferimenti grafici non siano chiari e soprattutto la situazione socio-politico-sanitaria del Paese disorientata.
In questo caso ancora una volta è opportuno iniziare dalla valuta, fattore di incertezza più rilevante nel complesso confronto fra cambio, spread di mercato/quotazioni dei bond e quindi rendimenti.
Il cross Eur/Rub è graficamente così impostato:
Resistenza per l’Eur e supporto per il Rub |
94,9 |
Supporto per l’Eur e resistenza per il Try |
Area 87 |
Cambio di apertura 19/11/2020 |
90,18 |
L’analisi grafica indica gli 87 come possibile livello di inversione ma noi consigliamo di spostarsi più in giù, perdendo magari qualche punto, perché sul tutto incide ora anche il cambio di Presidenza negli Usa. A Trump, amico di Putin (pur fra mille schermaglie) succede un Biden di cui non si sa quali atteggiamenti riserverà nei confronti del gigante euro-asiatico. Il rublo potrebbe quindi improvvisamente volare verso i 70 oppure restare ancora per mesi e mesi oltre i 90.
In questo contesto l’unica strategia possibile consiste nel:
1°) disporre di un conto in valuta per non risentire della volatilità del cambio se si inizia con acquisti dagli attuali livelli, effettivamente molto bassi;
2°) in caso si abbiano già posizioni aperte effettuare qualche acquisto utile a mediare, sebbene ci sia il problema (che vediamo subito dopo) di quotazioni mediamente alte per i bond in rubli.
La fotografia di tassi e rendimenti è al momento questa:
Tasso interesse |
4,25% |
Rendimento governativo decennale in Rub |
5,8% |
Tasso inflazione |
4,0% |
Debito su Pil |
12,1% |
Yield curve |
Molto più regolare rispetto a quella di un anno fa ma ancora piatta nel tratto fino ai 3 anni |
I numeri potrebbero far presumere una situazione migliore per il rublo rispetto a quella che si osserva. Il debito pubblico (i dati sono reali?) è quasi inesistente e l’inflazione sta lentamente risalendo verso i valori medi del passato. In questo contesto in effetti i governativi in dollari della Russia (rating BBB-) confermano la forza dell’emittente, maggiore rispetto a quella di altri Paesi emergenti. Ecco lo scenario di alcuni titoli quotati su Tlx.
Russia 12,75% 2028 (lotto 10.000) |
XS0088543193 |
Quotazione 171,8 $ Yield 2,4% |
Massimo dell’anno a 175 $ |
Russia 5,875% 2043 (lotto 200.000) |
XS0971721963 |
Quotazione 142,6 $ Yield 3,3% |
Massimo dell’anno a 147,6 $ |
Russia 4,875% 2023 (lotto 200.000) |
XS0971721450 |
Quotazione 109,8 $ Yield 1,3% |
Massimo dell’anno a 111 $ |
Questi riferimenti servono a valutare il vigore del debito in dollari, che trova convalide su tutte le diverse scadenze.
All’investitore italiano interessa però il rendimento delle emissioni di organizzazioni sovranazionali (rating AAA) in Rub quotate sul Mot. Il quadro risulta complesso. Una selezione di yield vede questi risultati (gli spread su Tlx possono variare e talvolta non di poco).
Emissione |
Isin |
Quotazione / Spread |
Rendimento |
Ifc 6,375% Ap. 2022 |
XS1596058419 |
104 Rub / 80 pb. |
3,5% |
Ebrd 6% Lg.2023 |
XS1555164299 |
105 Rub / 30 pb |
3,9% |
Ebrd 5% Nv.2024 |
XS2075938188 |
103,6 Rub / 30 pb |
4,0% |
Ifc 6,5% Fb2026 |
XS1945291398 |
111,6 Rub / 350 pb |
4,0% |
Rendimenti così compressi si trovano poche volte nei Paesi emergenti. Di fatto la curva dei Bei in Rub è quasi piatta a differenza di quella dei governativi pure in Rub, suggerendo di preferire le scadenze corte, meno redditizie ma di poco rispetto a quelle più lunghe.
L’operatività sull’obbligazionario in Rub è quindi complessa e di fatto punta oggi soprattutto a un rafforzamento della valuta sull’euro. Inevitabili allora alcuni consigli.
1°) |
Lo spread di rendimento fra governativi in rubli e sovranazionali nella stessa divisa è troppo elevato per non far sorgere dubbi sulla corretta quotazione dei secondi. Purtroppo però i Russia in Rub non possono essere acquistati (nemmeno sull’Otc) e quindi la scelta si riduce a quanto offre il Mot |
2°) |
Lo ribadiamo: oggi è la divisa a costituire un motivo di interesse, pur con le incertezze sopra descritte su un suo veloce rafforzamento |
3°) |
Visto che il rendimento è basso e che le potenzialità di profitti vengono dal cross valutario occorre scegliere le scadenze che quotano più basso possibile mettendo ordini a revoca lunghi, puntando su eventuali debolezze. Un esempio: per il 6,375% 2022 sul Mot si può ipotizzare un eventuale primo acquisto sui 103, circa 100 pb sotto la quotazione in corso (ultimo bid a 103,9). Oppure sui 103,5 se si vogliono aumentare i livelli di probabilità. Differenze marginali si dimostrano infatti significative in termini di rendimento in un contesto così tirato |
Le tappe del viaggio sui bond in valute emergenti
1°) |
Brasile |
3/6/2020 |
2°) |
Messico |
4/6/2020 |
3°) |
Turchia |
17/6/2020 |
4°) |
Russia |
19/11/2020 |
5°) |
Sud Africa |
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6°) |
Cina |
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7°) |
India/Indonesia |
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